venerdì 31 agosto 2018

I racconti dei vicoletti

I racconti dei vicoletti
Nie Jun

 Acquista ISBN: 978-88-6543-848-0
Colore o B/N: Colore
Data di pubblicazione: 22/06/2017
Disponibile in digitale: Sì
Edizione: Regular
Formato e rilegatura: Cartonato 19 X 26
Genere: La dolcezza delle piccole cose
Pagine: 128
Prezzo: 18,00€

I vicoletti di Pechino sono diversi dalla grande città. Certo la modernità sta arrivando anche qui, ma c'è spazio per l'umanità e per le piccole storie. Yu'er è una bimba affetta da disabilità con tanti amici ed un nonno, Doubao, che la mette in relazione con i mondo realizzando per lei momenti di svago e contatto con le persone affettuose del vicinato.

I racconti dei vicoletto è un libro di racconti a fumetti creati in toto da Nie Jun, artista del fumetto cinese moderno. Nelle sue storie, a cavallo tra il reale ed il magico, tra il possibile e l'impossibile, tra il tempo e lo spazio, riesce a mettere sempre quella giusta punta di amore e tenerezza che permettono ai personaggi di entrare delicatamente nei cuori..
Yu'er è una bambina dolce e vivace, suo nonno è un gentile, grosso, goffo uomo che in gioventù faceva il postino. Il quartiere è abitato da persone gentili ed un po' particolari.
Nel libro di Nie Jun tutto funziona. L'atmosfera calda e rilassata dei racconti si trasferisce al lettore, che rimane coinvolto dagli eventi.
L'edizione Bao è particolare. Cartonato di grandi dimensioni, colori ad acquarello e carta molto spessa. Il tutto rende la lettura speciale, tanto da spingere chi legge a credere di essere davvero tra quei vicoli di Pechino.

Forse non da comprare, ma sicuramente da leggere per vivere qualche ora di serenità.

giovedì 30 agosto 2018

Speciale Brendon - Nel tempo e nello spazio

Speciale Brendon N° : 16 
Nel tempo e nello spazio

Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti 

Disegni: Max Bertolini 
Copertina: Lola Airaghi 
Colori: Arancia Studio 
  
uscita: 22/08/2018 
Prezzo: 3.50€

Brendon sta cercando di provare l'innocenza di Silke, ma è prigioniero delle Tenebre in un luogo misterioso. Deve uscirne vivo per dare un senso alle parole di Slina, la sua carceriera, e per cercare di salvare la vita alla ragazza, confusa, che ha preso sotto la sua al protettiva. Potrebbe essere una missione senza via d'uscita.

Per la seconda volta in due giorni mi trovo a leggere pagine uscite dalla mente di Claudio Chiaverotti da Torino. A venti anni di distanza dal primo numero (io c'ero, fino all'ultimo, perdendone, ma poi recuperando come arretrato, solo uno degli ultimi numeri; 94 o 96 non ricordo) di Brendon eccoci a leggere la seconda parte dello Speciale a colori di quest'anno.
Parte bene, dal numero scorso, questa storia di Chiaverotti. Qui, però l'eccessiva somiglianza con Hostel, delle prime pagine, guasta un po' il gusto della lettura. L'espediente del prisma, Slina e Silke sono elementi che funzionano, insistere, ancora, sull'amore per Anja lo trovo eccessivamente ridondante. Sono state delle belle storie, era topa, è morta, chiusa lì.
Le matite di Bertolini sono quelle che erano il mese scorso: coinvolgenti, ricche di dettagli e con personaggi ben caratterizzati. Sempre duro e realistico fotografa l'azione momento per momento.
Colorarlo è fargli perdere qualcosa, l'ho già detto e scritto. In Bonelli si è deciso così e non abbiamo altro modo per leggere la storia.
La copertina. Onestamente non riesco a capire se mi piace o meno. Il lavoro di Lola Airaghi è affascinante, ma questo suo disegno non mi coinvolge come hanno fatto tanti altri. In ogni casa: grande artista.

Personalmente mi sarei giocato un albo unico in bianco e nero, al prezzo di uno de Le Storie, o ad un euro in più a colori, e l'avrei chiusa così. Spezzare questa storia non aveva senso, se non marginare un po' di più, Avrei aggiunto in copertina un logo per i vent'anni della vita editoriale del personaggio e avrei fatto felice i lettori. Dividerla in due ha scontentato parecchi e, a mio parere, non ha valorizzato nè la storia stessa nè i disegni di chi vi ha lavorato.

Un paio di errori di strategia in Bonelli, questo e questo, potranno essere rimediati col nuovo anno.

mercoledì 29 agosto 2018

Morgan Lost Dark Novels - Ricordi


Morgan Lost Dark Novels N° : 9
 Ricordi

Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti

Disegni: Corrado Roi 
Copertina: Fabrizio De Tommaso 
Colori: Arancia Studio 

Periodicità: mensile 
uscita: 23/08/2018 
Prezzo: 3.50€

Morgan Lost ha sconfitto la sua nemesi, ma, ora, dovrà affrontare un trauma dal passato. Sua madre lo ha abbandonato quando era piccolo ed ora è stata uccisa da un serial killer. Sarà proprio così? I ricordi sono sempre affidabili?

Chiaverotti aveva chiuso la seconda serie di Cacciatore Mascherato il mese scorso. Ha sentito, però, il bisogno di accorciare l'attesa fino a novembre, durante il quale uscirà un team-up con Dylan Dog, con questo extra. Collocato dopo gli eventi con Wallendream, questo numero ci presenta un po' del passato di Morgan. Un passato riferito a quando lui era bambino e già non se la passava bene. Una storia di ricordi, veri e falsi, che ha un ottimo ritmo e che funziona, nonostante sia superflua rispetto a quanto letto fino ad oggi.
Ai disegni quel maestro del bianco e nero che è Corrado Roi. Ogni tanto ci marcia Corrado Roi. Sa di fare donne bellissime ed intriganti e con queste riesce a sistemare una storia che, sembra, gli sia stata un po' tirata via dalle matite. Non so se è perché Arancia Studio stesse colorando le tavole del Maestro, ma, qui, il rosso/arancio del daltonismo del protagonista sembra avere un senso, anche quando lui non è presente in prima persona.

Numero più, numero meno, nulla si aggiunge e nulla si toglie a questo nuovo buon ciclo di Morgan Lost. Chiaverotti ha aggiustato il tiro e collocato meglio protagonista e ambiente nel suo mondo.

Aspettiamo novembre e risparmiamo qualche soldo (anche se dovrei recuperare ancora Ut, Caravan, Lukas ed ho un certo drago oscuro che mi attende).

martedì 28 agosto 2018

Julia - Milano Calibro 7.65

Julia N° : 238 
Milano Calibro 7.65

Soggetto: Giancarlo Berardi 

Sceneggiatura: Giancarlo Berardi e Lorenzo Calza 

Disegni: Roberto Zaghi 

Copertina: Cristiano Spadoni 

Periodicità: mensile 
uscita: 03/07/2018 
Prezzo: 4,00 €

Anche una vacanza fuori programma, in una delle più belle città italiane, non esime la criminologa di Garden City, dall'indagare su un mistero misterioso.
Nonostante sia partita alla volta di Milano solo per incontrare il suo fidanzato Ettore, e sua figlia, Julia si trova a cercare un suo concittadino scomparso. Poche ore prima della partenza, infatti, una donna è passata da casa sua per chiederle aiuto. Dal conto del padre, in vacanza appunto a Milano, stanno scomparendo costantemente importanti cifre di denaro e lei non riesce a contattarlo per avere spiegazioni.
Il mistero è più fitto di quanto si possa credere.

E' tanto che non leggo Julia. Avevo abbandonato la creatura di Berardi tanti anni fa non perché non mi piacesse, ma perché iniziava a scarseggiare lo spazio. E' un fumetto che mi sono sempre pentito di aver abbandonato (come Martin Mystère e Nathan Never, ma loro erano arrivati ad avere più numeri insulsi che belli ed erano uno spreco anche di soldi oltre che di spazio).
Ogni tanto mi ci riavvicino, per qualche celebrazione, ed una storia ambientata a Milano non poteva che essere un'occasione per tornare a fare una visita ad una vecchia amica.
La sorpresa è stata una sceneggiatura in collaborazione tra Berardi e Calza. Ero sempre stato abituato a leggere storie in solo di Berardi e questa commistione mi ha lasciato sorpreso. Da un soggetto semplice, il rapimento di un americano da parte di due criminali, ne è venuta fuori una storia intrigante, on the road, e che ha visto la partecipazione di molte comparse. La storia si è ben dipanata tra vicoli milanesi, luoghi d'interesse turistico e quartieri di periferia. Il tutto con un ritmo piacevole e personaggi ben caratterizzati.

Tanto ha fatto ritrovare ai disegni Roberto Zaghi. Dopo aver debuttato su Nathan Never 57, prima sceneggiatura di Pasquale Ruju in Bonelli, è passato stabilmente nelle file di Julia, tradendola per una piccola escursione nel mondo di Orfani - Ringo 12.
Al primo esperimento nel disegnare un intero numero in digitale, Zaghi ci presenta un tratto pulito, un definizione eccellente, una ricchezza di dettagli assoluta e omaggia molte delle icone della vita milanese degli ultimi trenta anni. I più attenti avranno potuto riconoscere i tre tassisti, il commissario di polizia, l'albergatore e tanti altri come icone emerse dal tessuto artistico milanese. Zaghi è un serio professionista e si è preso cura della sua ragazza in questa nuova avventura in città.

Si legge tanto in questo Julia. Gli sceneggiatori hanno studiato sia la storia della città, sia le dinamiche funzionali allo svolgimento della storia. Ogni ingranaggio funziona al meglio e conferma la solidità di questa testata Bonelli.

venerdì 24 agosto 2018

Dylan Dog Color Fest N° 26 - Creepy Past

Dylan Dog Color Fest N° : 26 
Creepy Past

Periodicità: trimestrale 
uscita: 09/08/2018 
Prezzo: 4,90€

Copertina: Giovanni Rigano 
  
L’uomo senza faccia
Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna
Disegni: Giovanni Rigano
Colori: Matteo Vattani

Il passato di Dylan Dog è pieno di misteri. Un ricordo emerge grazie ad una vecchia foto ingiallita ritrovata da Groucho. Com'è possibile che si sia dimenticato di quell'evento? Anche se sono passati tanti anni, una storia, ed una perdita, così dovrebbero essergli rimaste impresse. Non sarà colpa della sagoma della creatura ritratta in foto?

Enna e Rigano aprono questo Color Fest con la stessa creatura che aveva aperto la serie di Creepy Past quattro mesi fa. E' sempre piacevole vedere nuove sfaccettature di Dylan, sopratutto da giovane, e questa sua interazione con la famiglia protagonista della storia è particolare. La storia si rivela tanto spaventosa quanto delicata. I disegni di Rigano si riconoscono e sono strepitosi.

Amore sotto chiave
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Alberto Zanon
Colori: Andres Mossa

Alla Fondazione REM un amore è andato in frantumi perchè lui non ha gettato in un fiume la chiave del lucchetto con il quale ha sigillato l'amore per la sua bella. Lui è scomparso, lei è disperata ed arrabbiata.
A Londra, Dylan Dog, è follemente innamorato della sua nuova fiamma e lei di lui. Dopo aver suggellato il loro amore con un lucchetto, però, le cose iniziano a precipitare, fino alle conseguenze più dure.

Una leggenda metropolitana interessante quella scovata da Di Gregorio. L'autore costruisce un parallellismo interessante tra quanto accade alla Fondazione REM e quanto capita al nostro Old Boy. Alle matite Alberto Zanon che accompagna con tratto realistico questa fitta al cuore. 

Le voci dentro
Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna
Disegni: Federico Nardo
Colori: Dario Calabria

E' il turno di Qiro di indagare sul suo passato. Le voci nella sua testa gli ordinano di fare del male a chi gli è vicino. Deve trovare un modo per distrarsi e per farlo si immerge in un creepypasta con protagonista l'inquilino di Craven Road. Anche lui, in un suo vecchio caso, ha avuto a che fare con qualcuno nelle sue condizioni. Qualcuno per il quale le cose sono finite molto male.

Enna torna per chiudere l'albo con una storia decisamente paurosa. Declinata sulla misteriosità della tecnologia e sulle presenze di un altro piano accomuna eventi capitati a Dylan Dog e Qiro. Interessante, forse, più di tutti gli altri questo episodio perchè ci permette di scoprire qualcosa di più sulla natura di Qiro. Disegna Federico Nardo. E che gli vuoi dire a Federico Nardo se non bravo. Come tutti coloro che lavorano a questo esperimento bonelliano spillato mette una cura spasmodica dei dettagli ala servizio della storia. Non dimentica, inoltre, di fornire il dinamismo richiesto dalle scene.

Un Color Fest di alto livello. Sceneggiature e disegni si completano l'un l'altro con complicità.
Una pecca però c'è. La qualità della carta scelta da Bonelli per stampare l'albo è tale che la resa dei colori si rivela più spenta di quanto proposto sui social network. Obiettivamente una luminosità maggiore avrebbe offerto una lettura più piacevole e messo meglio in risalto il curatissimo lavoro dei disegnatori coinvolti. Spero che per esperimenti futuri si tenga conto di questo deficit del supporto di stampa e si pensi a come gestirlo al meglio.

giovedì 23 agosto 2018

Ant-Man and the Wasp

Scott Lang è agli ultimi tre giorni di arresti domiciliari per aver partecipato alla zuffa, a Berlino, tra Avengers legali e non. Stando dalla parte del Cap ha violato gli accordi di Sokovia ed è diventato un criminale. La sua vita, ora, è senza Ant-Man, con la figlia Cassie che lo viene a trovare a domicilio e con un lavoro nella sicurezza, insieme a Luis ed i suoi strani soci.
Il problema è che per colpa sua anche Hope e Hank sono nei guai con la giustizia, latitanti per aver fornito a Scott la tuta per la scorribanda. Quando un contatto dal Mondo Quantico risveglia dei ricordi che non gli appartengono, il gigione con il costume da formica, sospetta che Janet, la madre di Hope, sia ancora in vita in una dimensione quantica. Vorrebbe aiutare i suoi vecchi soci, ma non sa come.
A irrompere sulla scena arriva, anche, una nuova minaccia Ghost.

Ant-Man fu un divertente film su un supereroe per caso uscito qualche anni fa, per fare in solo ciò che i Guardiani della Galassia avevano fatto in gruppo. Grazie alle situazioni, alla faccia di Paul Rudd, alla presenza di Michael Douglas, Evangeline Lilly ed alla comicità gestita da Micheal Peña è risultato essere un film riuscito. Oggi si torna in sala a vedere ciò che ne è il naturale seguito, che risponde alle domande lasciate in sospeso ed introduce qualcosa di nuovo.


Assistiamo ad un film nel quale non è presente un cattivo vero e proprio, Ghost ha le sue ragioni ed il personaggio di Walton Goggins non è ciò che si può definire un problema per un supereroe, e dopo Thanos questo è un bell'alleggerimento.
La trama è abbastanza sincopata dal rubabandiera tra le vicende. Gli avvenimenti nel mondo reale si alternano con quelli del mondo quantico (parola che si ripete quasi all'infinito durante il film) e danno un buon ritmo, anche senza dare un senso compiutezza alle vincente. Il film, in ogni caso, sconta una certa prevedibilità relazionale tra i personaggi e sulla risoluzione di molti nodi.


Il cast è quello del primo film, più un'aggiunta fortemente voluta da tutti.
Paul Rudd torna nei panni di Scott Lang e vi rientra con credibilità ed efficacia.
Evangeline Lilly acquista spazio ed è una vera scalciac*l!. Con il personaggio di Wasp sono stati introdotti dinamismo ed una nuova dimensione del rapporto tra i due protagonisti mascherati.
Michael Duglas ha qualche motivo in più per bullarsi con i suoi nipoti (veder il film per credere), e fare coppia con Michelle Pfeiffer non è da tutti i giorni. I due funzionano sia nel passato che nel presente, per il futuro chissà.
A me è piaciuto un casino il personaggio di Ghost. Mi è piaciuta sia Hannah John-Kamen come attrice, ha trasmesso bene la difficoltà, la sofferenza e la risolutezza del suo personaggio, ma mi è piaciuto molto il costume realizzato per la sua controparte mascherata.


Gli effetti speciali sono la parte solida del film. Senza che questi sostengano la credibilità di ciò che vediamo sullo schermo non potremmo entrare nel micro (o macro) mondo di Ant-Man e Wasp. Le animazione per le scene di riduzione, ed ancora, forse, di più per quelle di ingigantimento sono assolutamente godibili. Anche la trovata di utilizzare la tecnologia Pym sugli oggetti ha avuto delle positive ripercussioni sullo svolgimento del film.


E' un film nella media qualitativa dei Marvel Studios ed alleggerisce la tensione dopo Infinity War (anche perché è ambientato prima). Interessanti sono le due scene post crediti. Quella dopo la sequenza realizzata con i modellini (bellissima) è importante, ma non sottovaluterei quelle post tutto: potrebbe avere un significato più profondo di quanto pensiamo.

Un paio d'ore rilassate e divertenti in compagnia di un fumettone e di Evangeline Lilly: che si può volere di più?

Titolo originale Ant-Man and the Wasp

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2018 
Durata 118 min 
Rapporto 2,39 : 1 
Genere Cinecomic

Regia Peyton Reed 

Soggetto Stan Lee, Larry Lieber, Jack Kirby (Ant-Man); Stan Lee, Jack Kirby (Wasp) 
Sceneggiatura Chris McKenna, Erik Sommers, Andrew Barrer, Gabriel Ferrari, Paul Rudd 
Produttore Kevin Feige, Stephen Broussard 
Produttore esecutivo Victoria Alonso, Stephen Broussard, Louis D'Esposito, Stan Lee 
Casa di produzione Marvel Studios 
Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures 
Fotografia Dante Spinotti 
Montaggio Dan Lebental, Craig Wood 
Effetti speciali Stephane Ceretti 
Musiche Christophe Beck 
Scenografia Shepherd Frankel 
Costumi Louise Frogley 

Interpreti e personaggi

Paul Rudd: Scott Lang / Ant-Man
Evangeline Lilly: Hope van Dyne / Wasp
Michael Peña: Luis
Walton Goggins: Sonny Burch
Hannah John-Kamen: Ava / Ghost
David Dastmalchian: Kurt
Tip "T.I." Harris: Dave
Judy Greer: Maggie Lang
Bobby Cannavale: Jim Paxton
Randall Park: Jimmy Woo
Abby Ryder Fortson: Cassie Lang
Michelle Pfeiffer: Janet van Dyne
Laurence Fishburne: Bill Foster
Michael Douglas: Hank Pym

Doppiatori italiani

Riccardo Niseem Onorato: Scott Lang / Ant-Man
Daniela Calò: Hope Van Dyne / Wasp
Gianluca Crisafi: Luis
Riccardo Scarafoni: Sonny Burch
Gaia Bolognesi: Ava / Ghost
Francesco Venditti: Kurt
Simone Crisari: Dave
Georgia Lepore: Maggie Lang
Roberto Draghetti: Jim Paxton
Federico Di Pofi: Jimmy Woo
Alice Porto: Cassie Lang
Emanuela Rossi: Janet Van Dyne
Massimo Corvo: Bill Foster
Rodolfo Bianchi: Hank Pym
 

martedì 21 agosto 2018

Nathan Never Magazine 2018

Nathan Never Magazine N° : 4 
Nathan Never Magazine 2018

Copertina: Roberto De Angelis 

Soggetto e sceneggiatura: Antonio Serra
Disegni: Esposito Bros.
Colori: GFB Comics

Periodicità: annuale 
uscita: 25/07/2018 
Prezzo: 6.9€

Venezia. Il futuro. sopravvissuta alla catastrofe che l'avrebbe voluta scomparsa, grazie al genio ed alla tecnologia degli uomini. Venezia che nasconde misteri sotto le sue fondamenta fatte di legno e palafitte. Venezia nella quale Nathan Never è in missione e dove conosce un uomo intrigante che lo porta ad incontra un vecchio amico. Venezia nella quale il professor Martin Altman, vecchio amico di Nathan, e sua moglie stanno eseguendo degli scavi che potrebbero rivelarsi rivoluzionari. Solo che quando Liz misteriosamente scompare ed al contempo appaiono vecchie maschere veneziane a spaventare i lavoratori dello scavo, l'Agente Alfa non può fare a meno di indagare su quanto sta succedendo. Un indagine oltre il tempo e lo spazio.

Forse si è capito: stiamo parlando di una storia di Antonio Serra, disegnata da Esposito Bros. e pubblicata, circa venticinque anni fa, sullo speciale numero 4 di Nathan Never. I Magazine, come si chiamano adesso o Almanacchi col vecchio nome, sono sempre stati interessanti sia per la presenza di storie inedite (alcune sulla gioventù dei personaggi a cui erano dedicati), per i servizi di ricapitolazione di quanto successo nell'annata fantascientifica e per i dossier di approfondimento. Questo Magazine tradisce nettamente sul primo punto. Una scelta editoria ha portato il volume da 192 a 178 pagine e da tre storie ad una ristampa. Una ristampa di un numero storico, sì, a colori. Colori che si sono rivelati indegni di un bambino alle elementari. Piatti, senza forza, hanno persino spento i disegni di Esposito Bros., tra i top disegnatori di Nathan degli anni d'oro, che, onestamente, non hanno retto benissimo al passare del tempo. La sceneggiatura di Serra, in ogni caso, resta un caposaldo sia per la struttura narrativa sia per le ricerche che vi sono dietro. In più: quanto si scriveva nei fumetti di due decenni fa? Veri dialoghi, ricchi, corposi, che, a volte, tendevano a occupare più spazio della parte grafica che li esplicava. Rileggerla è stato un piace, ma averi preferito farlo scientemente e sull'originale.

Per quanto riguarda la parte redazionale abbiamo un funzionale recap di quanto uscito al cinema, tv, videogiochi e libreria , che è sempre utile, un dossier su Nathan Never ed uno su Venezia. Utile il primo per entrare nell'argomento della storia, con cenni storici di come la città lagunare era già entrata nel mondo della fantascienza e diverse coordinate utile per saperne di più. Il secondo serve a presentare il personaggio creato dai tre sardi a chi ancora non lo conoscesse ed a pubblicizzare le nuove iniziative editoriali che lo vedono coinvolto; Generazioni in primis. Non manca uno stralcio del libro Bonelli dedicato a Nathan Never, ammetto che dopo averlo letto ne sento ancora meno l'esigenza.

Un fallimento editoriale. Un albo che sia acquista per errore, come nel mio caso, per collezionismo o per arrabbiarsi. Una scelta editoriale sbagliata, della quale Bonelli sui social, non si pente e che, anzi, difende a spada tratta sfidando i lettori a non comperare l'albo. Come detto anche a loro 6.90€ per un riassunto della fantascienza del 2017, una storia ristampata male, dossier non imperdibili sono una spesa eccessiva.

Un appuntamento decisamente mancabile, mannaggia a me.
  

lunedì 20 agosto 2018

Batman - Rinascita 31

BATMAN #31 (144)
di Tom King, James Tynion IV, Christopher Sebela, Tim Seeley, Clay Mann, Carmen Carnero, Javier Fernandez, Miguel Mendonca
(contiene Batman 30, Detective Comics 964, Nightwing 28)
16,8×25,6, S, 72 pp, col.
€ 3,50
9788833046488

Sulle pagine di Batman campiamo che il personaggio di Kite Man avrà un ruolo fondamentale ai fini della risoluzione dello scontro tra il Joker e l'Enigmista. Tom King sceglie di esplorare questo unico cattivo alternativo, nato per vendicarsi della morte del proprio figlio per mano dell'Enigmista, mettendolo in ogni scontro che il Crociato Incappucciato ha con le schiere di Joker.

Detective Comics riporta l'attenzione su Spoiler, la fine traumatica della sua storia con Red Robin, il suo rapporto conflittuale con Batman e la sua fiducia in Anarky. Anarky che, nel frattempo, per assicurarsi la lealtà della ragazza le mostra il suo progetto più importante: una città sotterranea creata sotto Gotham City. Un luogo in cui i reietti e gli esclusi possono avere un futuro.
Tynion IV sta mettendo tanta carne al fuoco. Parte con i rapporti umani Red Robin/Spoiler, Spoiler/Batman, Batman/Squadra di Batwoman, approfondisce psicologicamente l'Orfana e realizza un lavoro profondo su Clayface. Arriverà anche per lui il momento di tirare le somme e quando giungerà, speriamo, dovrà essere all'altezza di tutte le basi gettate.

Nightwing sta per chiudere i conti con Spyral, con il redivivo Minosse. Defacer dovrà decidere se è più importante seguire Piccione o tenere stretta la sua vita con Dick Grayson. O sarà troppo tardi.
Defacer sembra un personaggio interessante, in bilico tra uno schieramento e l'altro, ma nella grafica ricorda, fin troppo, Gotham Girl. Solito riempitivo di cui si poteva fare a meno.

venerdì 3 agosto 2018

Morgan Lost Dark Novels - Dove muoiono i clown

Morgan Lost Dark Novels N° : 7 
Dove muoiono i clown

Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti 

Disegni: Lola Airaghi, Giovanni Talami 

Copertina: Fabrizio De Tommaso 
Colori: Arancia Studio 

Periodicità: mensile 
Uscita: 21/06/2018 
Prezzo: 3,50€ 

Wallendream è sulle tracce di Morgan Lost, così come Morgan è sulle sue. Tra la Francia e l'Austria la caccia alla Rockstar dei serial killer non lascia respiro. Morgan ha una forte motivazione per, questa volta, non lasciarselo sfuggire: gli è stata promessa la libertà per Lisbeth, da parte del suo potente sequestratore.

Siamo al capitolo sette di questa saga che vede coinvolto il serial killer al quale Morgan Lost è più affezionato. Chiamarlo nemesi potrebbe essere eccessivo, in quanto un altro personaggio malvagio sta instillando più dolore, psicologico, al protagonista della serie di Chiaverotti. La trama funziona un po' a strappi, a sogni ed, infine, a vignette un po' casuali. L'emblema è rappresentato da quella scelta per concludere l'albo; onestamente quel primo piano, a sedici noni, muto, al seguito delle vignette precedenti mi ha lasciato più interdetto che intrigato. D'accordo il parallelismo tra le situazioni dei due personaggi, ma si poteva chiudere anche, solo, con la vignetta prima.

Lola Airaghi e Giovanni Talami si dividono gioie e dolori della parte grafica. Il numero sette si tinge di quell'alone di adulto che le Dark Novels vogliono offrire a Morgan Lost; si intende qualche donna nuda e poca violenza in più rispetto ai ricordi che ho della serie regolare. Il tratto di entrambi si adatta alle atmosfere dell'autore torinese e gli spazi vuoti vengono riempiti da tanto arancio, come se non ci fosse un domani. Mi piacerebbe contattare Arancia Studio per capire chi, quando, dove, perché e come gli indica di utilizzare la tinta arancio che colora il mondo di Morgan Lost.

La serie si fa leggere. Sono poche pagine, abbastanza serrate, con qualche sbavatura, ma se va avanti ad essere mensile vuol dire che piace.

mercoledì 1 agosto 2018

Mercurio Loi - Una settimana come tante

Mercurio Loi N° : 12 
Una settimana come tante

Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta 

Disegni: Onofrio Catacchio 

Colori: Erika Bendazzoli 

Copertina: Manuele Fior 

Periodicità: bimestrale 
uscita: 24/07/2018 
Prezzo: 4,90 
  

Non è abitudine, ma anche Mercurio Loi ha giornate tranquille. Ovviamente non sono mai del tutto tranquille, perché anche quando non accade niente qualcosa accade. Basta osservare la vita quotidiana con occhi curiosi e vi si trovano degli schemi da osservare a fondo e da decifrare. Perché il barbiere è chiuso? Perché quel pasto ha quel sapore? Perché quell'uomo corre lungo il Tevere? Perché quell'uomo non si vede più ed ora è una donna correre al suo posto?

Alessandro Bilotta ha delicatezza e leggerezza nel raccontare una storia difficile. Ad una letta superficiale potrebbe sembrare che l'autore romano non abbia nulla da raccontare, che voglia riempire un numero tanto per fare. Invece, come potrebbe essere diversamente, non è così. Con il suo racconto ci invita ad osservare quello che ci accade intorno e ripetere, con costanza, ciò che ci viene difficile finché non ci sarà più naturale (foss'anche preparare un piatto di spaghetti).
Devo, in ogni caso, rileggere alcuni passaggi, poiché non mi è ancora chiaro il ruolo dei "commensali notturni".

A livello grafico Mercurio Loi non necessità di esplosività, di un eccessivo dinamismo o di particolari artifici grafici. Bisogna far sì che i personaggi e le situazioni rendano nel modo migliore sfruttando espressività, fondali ed interazione tra i protagonisti. Non ho trovato particolarmente convincente la prova di Onofrio Catacchio (in collaborazione con Sergio Ponchione), ma non so se è per un mio gusto personale o per un'eccessiva dominanza della scarsa intensità dei toni di colore che accompagnano nella lettura.  Continua a non piacermi la tendenza a colorare in modo omogeneo le vignette senza sfondo. Per un bimestrale i disegnatori dovrebbero avere il tempo di riempire ogni singolo spazio bianco (quando necessario).

Mercurio Loi è sempre una lettura piacevole, nonostante i misteriosi ritardi nell'apparire in edicola. Speriamo continui a lungo.