mercoledì 31 agosto 2011

I Griffin presentano Star Wars

Titolo originale Blue Harvest
Serie I Griffin
Stagione 6
Episodio n. 1
Trasmissione originale 23 settembre 2007
Trasmissione italiana 7 gennaio 2008
Durata 48 min
Interpreti e personaggi
Seth MacFarlane: Stewie Griffin, Peter Griffin, Brian Griffin, Glen Quagmire
Alex Borstein: Lois Griffin
Seth Green: Chris Griffin
Mike Henry: Cleveland Brown
Adam West: Adam West
Regista Dominic Polcino
Sceneggiatore Alec Sulkin
Musica Walter Murphy
John Williams (musica di repertorio)
Montaggio Harold McKenzie e Karyn Finley Thompson
Produzione n. 5ACX16 5ACX22

La famiglia Griffin è in salotto a guardare la televisione, ma improvvisamente salta la corrente. Peter inizia così a raccontare la storia di Guerre stellari con loro nei panni dei protagonisti della saga.

Una nave dei ribelli è attaccata da un cacciatorpediniere imperiale, la principessa Leila viene catturata da Lord Dart Fener, mentre i droidi R2-D2 e C-3PO riescono a fuggire a bordo di una capsula di salvataggio, atterrando su Tatooine dove vengono catturati dai Jawa e in seguito acquistati dalla famiglia di Luke Skywalker. Mentre si trova nel deserto Luke viene aggredito da un sabbipode, messo poi in fuga da Obi-Wan Kenobi che soccorre il ragazzo. R2-D2 mostra il videomessaggio che Leila ha registrato per Obi-Wan dove gli chiede aiuto per mandare i piani della Morte Nera, che lei ha rubato, a suo padre su Alderaan. Nel frattempo l'Impero, sulle tracce dei due droidi fuggiti, uccide gli zii di Luke. Luke, Obi-Wan e i droidi si recano al porto spaziale di Mos Eisley per cercare una nave che li porti su Alderaan e trovano Ian Solo, capitano del Millennium Falcon, accompagnato dal suo co-pilota Chewbecca. Vengono trovati dai cloni dell'Impero, dopo una sparatoria riescono a partire ma sono inseguiti dagli incrociatori imperiali, che seminano saltando nell'iperspazio. Il governatore Tarkin e Dart Fener distruggono Alderaan sotto gli occhi di Leila. Il Millennium Falcon giunge tra i detriti del pianeta appena disintegrato e con un raggio treante viene risucchiato dalla Morte Nera. Una volta all'interno Luke, Ian Solo e Chewbecca cercano la cella dove è rinchiusa Leila per salvarla, quindi fuggono dalla truppe d'assalto mentre Obi-Wan muore affrontando Dart Fener. Giungono su Yavin IV dove si uniscono ai ribelli e pianificano un attacco per distruggere la Morte Nera che porteranno a termine con successo.

Peter ha finito di raccontare la storia e in casa torna la luce.

Titolo originale Something, Something, Something, Dark Side
Serie I Griffin
Stagione 8
Episodio n. 20
Trasmissione originale 23 maggio 2010
Trasmissione italiana 3 febbraio 2010 (DVD)
Durata 52 min
Interpreti e personaggi
Seth MacFarlane: Stewie Griffin, Peter Griffin, Brian Griffin, Glen Quagmire
Alex Borstein: Lois Griffin
Seth Green: Chris Griffin
Mike Henry: Cleveland Brown, Mr. Herbert
Regista Dominic Polcino
Sceneggiatore Kirker Butler, Seth MacFarlane
Montaggio Harold McKenzie, Karyn Finley Thompson
Scenografia Salene Weatherwax
Produzione n. 6ACX21 6ACX2

La famiglia Griffin è in salotto a guardare la televisione quando la corrente salta nuovamente. Peter inizia a raccontare il seguito della storia raccontata precedentemente.

Da una nave imperiale parte una sonda droide che atterra su Hoth in cerca dei ribelli. Il comandante Luke Skywalker crede che sia un meteorite, quindi va a controllare ma viene assalito da un Wampa. Preouccupato per il mancato rientro alla base, Ian Solo esce a cercarlo. Luke ha una visione di Obi-Wan Kenobi che gli dice di recarsi sul pianeta Dagobah dove Yoda gli insegnerà a padroneggiare la Forza, poi viene soccorso da Ian Solo. Nel frattempo Dart Fener si sta dirigendo con la flotta imperiale verso Hoth, i ribelli affrontano in battaglia le truppe d'assalto e gli AT-AT con i loro snowspeeder, ma le truppe imperiali riescono a conquistare la base. Ian Solo, Leila, Chewbecca e C-3PO fuggono a bordo del Millennium Falcon e riescono a seminare gli inseguitori infilandosi in un campo di asteroidi. Luke invece, a bordo del suo X-wing, assieme a R2-D2 si dirige verso il sistema di Dagobah, attera in una palude dove incontra Yoda e in seguito inizia l'addestramento per diventare uno Jedi. L'Imperatore affida a Dart Fener il compito di trovare Luke e di farlo passare al Lato Oscuro. Ian Solo decide di andare a rifugiarsi dal suo amico Lando Calrissian nella Città delle nuvole su Bespin, ma il Millennium Falcon è stato pedinato da Boba Fett. Luke sente che i suoi amici sono in pericolo e dedice di andarli a salvare; Dart Fener li ha catturati e ha fatto congelare Ian Solo in un blocco di grafite. Lando, Leila, Chewbecca e i droirdi riescono a liberarsi. Luke giunge nella Città delle nuovole e, nonostante Yoda lo abbia avvertito che non è ancora un cavaliere Jedi, affronta Dart Fener in un duello con le spade laser. Nello scontro Dart Fener rivela al ragazzo che in realtà lui è suo padre, Luke però non vuole unirsi al Lato Oscuro e si lancia in un condotto di aerazione. Leila sente che Luke ha bisogno di aiuto, a bordo del Millennium Falcon tornano indietro a recuperarlo e si salvano saltando nell'iperspazio raggiungendo poi la Fregata Nebulon-B.

Peter finisce di raccontare la storia e in casa torna la luce.

Titolo originale It's a Trap!
Serie I Griffin
Stagione 9
Episodio n. 20
Trasmissione originale 21 dicembre 2010 (DVD)
Trasmissione italiana 9 febbraio 2011 (DVD)
Durata 56 min
Interpreti e personaggi
Seth MacFarlane: Stewie Griffin, Peter Griffin, Brian Griffin, Glen Quagmire, Carter Pewterschmidt
Alex Borstein: Lois Griffin
Seth Green: Chris Griffin
Mike Henry: Cleveland Brown, Mr. Herbert
Regista Peter Shin
Sceneggiatore David A. Goodman, Cherry Chevapravatdumrong
Produzione n. 7ACX21 7ACX22

La famiglia Griffin è in salotto a guardare la televisione quando ancora una volta salta la corrente. Peter racconta il seguito delle storie raccontate in precedenza.

Lord Dart Fener sta costruendo una seconda Morte Nera e attende l'arrivo dell'Imperatore. Su Tatooine C-3PO e R2-D2 entrano nel palazzo di Jabba the Hutt per cercare Ian Solo, dove Boba Fett l'ha portato per riscuoterne la taglia. Più tardi arriva anche Leila che libera Ian Solo dall'ibernazione nella grafite, ma vengono scoperti da Jabba e fatti prigionieri, tra i quali c'era già anche Chewbecca. Luke Skywalker va da Jabba per trattare la liberazione dei suoi amici ma anche lui viene catturato. Dopo uno scontro riescono a scappare e ad evitare così di essere gettati in pasto al Sarlacc. Luke va su Dagobah per completare l'addestramento Jedi; prima di morire Yoda gli rivela che c'è un altro Skywalker, Luke poi vede lo spirito di Obi-Wan Kenobi e apprende che Leila è sua sorella. I ribelli si preparano ad un attacco per distruggere la nuova Morte Nera, che ancora non è operativa. L'ammiraglio Ackbar pianifica che Lando Calrissian, a bordo del Millennium Falcon, guiderà la distruzione della stazione spaziale imperiale, mentre Ian Solo, a bordo di una navetta imperiale rubata, deve disattivare il generatore di scudi sulla luna boscosa di Endor. Dart Fener lascia passare la Tyderium sapendo che a bordo c'è Luke. Luke viene catturato e portato dall'Imperatore e Dart Fener che cercano di convincerlo a passare al Lato Oscuro, inoltre scopre che ai ribelli è stata tesa una trappola, infatti al loro arrivo lo scudo sarà attivato e la seconda Morte Nera, ancora in costruzione, in realtà è già operativa. Con l'aiuto degli Ewok, Ian Solo e gli altri riescono a sconfiggere le truppe imperiali. Davanti all'Imperatore, Luke e Dart Fener si affrontano ancora una volta, Luke ha la meglio ma non ha intenzione di cedere al Lato Oscuro, così l'Imperatore scaglia contro il ragazzo i suoi fulmini di forza. Dart Fener allora, per salvare il figlio, lo uccide gettandolo nel cuore del reattore. Accidentalmente Luke uccide suo padre nel tentativo di togliergli la maschera. Intanto Ian Solo riesce a mettere fuori uso lo scudo e Lando distrugge la seconda Morte Nera. Lando, Chewbecca, Ian Solo, Leila, Luke C-3PO e R2-D2 festeggiano la vittoria dei ribelli insieme agli Ewok.

Torna la luce e Peter ha finito di raccontare la storia.

Ok tutto quello che avete letto sopra è preso paro paro da Wikipedia, ma raccontare per l'ennesima volta il riassunto degli episodi di Star Wars è come raccontare ad un bambino la storia dei tre porcellini.
Qui dobbiamo solo dire che, per quanto lavorino di successo a credito, gli autori de I Griffin hanno costruito tre parodie godibili, rispettose tanto quanti irriverenti, di altrettanti capolavori della fantascienza mondiale.
I ruoli sono stati suddivisi in modo magistrale, vogliamo parlare di Meg? La qualità stessa del prodotto è alta, con inserti in computer grafica e battaglie spaziali da far invidia agli originali. Oltre a testi e battute divertenti (ed a volte incomprensibili in quanto legate strettamente al quotidiano americano) almeno in due capitoli su tre siamo stupiti da inserimento di scene live che nel contesto risultano spassose, anche se nel loro ambito originale volevano dire altro.

Da vedere. Se non ve lo passano sulle reti televisivi potete acquistare od il cofanetto Blue Ray od il quello DVD nei migliori o peggiori negozi, questo dipende da a che prezzo lo trovate.

martedì 30 agosto 2011

lunedì 29 agosto 2011

Persepolis

Una ragazza all'aeroporto di Paris-Orly, Parigi, Francia, si copre la testa con il velo islamico prima di imbarcarsi su un volo diretto a Teheran. La strada verso il gate le si fa pesante e si siede a fumare una sigarette pensando al passato.
Nei suoi ricordi è Marjane, una bambina allegra e divertente, che cresce in un paese sul quale vige la dittatura dello Scià. Come sempre la dittatura non è vista di buon occhio ed anche nella sua famiglia, di estrazione borghese, i suoi genitori sperano nell'avvento della democrazia e nella caduta dello Scià.
La caduta c'è. I prigionieri politici, ingiustamente arrestati sotto la dittatura, vengono liberati e tra di essi lo zio di Marjane. Lo zio viene ospitato nella casa di Marjane e lei rimane affascinata dai discorsi e dai racconti che lui le fa. Le sue battaglie per il permettere al comunismo di emergere, la sua fuga in URSS, i suoi studi a Mosca e la sua cattura, tutte queste avventure diventano i sogni della bambina.
La situazione presto cambia. Quello che il popolo riteneva un barlume di democrazia diventa la Rivoluzione Islamica. Le regole si conformano a quelle dell'interpretazione del Corano data dai capi religiosi del Paese. I simpatizzanti comunisti vengono arrestati, così lo zio di Marjane, e condannati a morte.
Lo scoppio della guerra tra Iran e Iraq mette la popolazione in pericolo, sia per i bombardamenti che per le restrizioni applicate dai governanti sugli usi e costumi dei cittadini. Marjane viene mandata a studiare in Austria al liceo francese di Vienna. Se il suo primo asilo era il collegio con le sue strane regole e le poche amicizie, la casa in cui trova rifugio dopo è ancora peggio. La solitudine la vince fino a quando non trova un ragazzo che crede essere perfetto per lei. La relazione non funziona. La delusione la spinge a vivere sotto i ponti. Una situazione tanto difficile da procurarle un bronchite che la riduce in fin di vita. Dall'ospedale chiama i genitori chiedendo di poter tornare a casa.
Al suo rientro si accorge come il rientro si sia fatto più duro e severo. La polizia reprime qualsiasi libertà, i costumi, rischiando di corrompere anche l'animo di Marjane. La ragazza non ce la fa è torna in Europa, Parigi è la sua nuova casa.
E' lei la ragazza a Orly che deve decidere se tornare a trovare i suoi, nonostante abbia loro promesso di non tornare mai più in Iraq, per il suo stesso bene.

Il film è tratto da una graphic novel (come si ama dire adesso per i fumetti autoconclusivi) autobiografica scritta da Marjane Satrapi (regista del film con Vincent Parannaud). Realizzato con diverse tecniche grafiche: bianco e nero, nello stile delle graphic novel originali per il flashback, colori per le scene ambientate ai giorni nostri, teatro delle ombre per le sezioni della narrazione storica, restituisce allo spettatore un coinvolgimento elevato in ogni situazione.
I vent'anni di vita di Marjane sono il filo che ci conduce attraverso una storia in occidente sconosciuta su come l'Iraq è diventato quello che è. I fatti ci narrano con cruda realtà il modo in cui il regime si è imposto nelle scuole, nella vita privata, ad ogni livello, nel Paese fino a traviare od assassinare le menti più liberali per poter dominare incontrastato. Marjane alla fine è una ragazza fortunata ad avere genitori che economicamente la possono aiutare nei suoi espatri, salvandole la vita. Uno spirito libero che nel suo Paese natale avrebbe problemi a vivere, ma che all'estero può comunicare agli altri la situazione dei suoi concittadini e chiedere aiuto per loro, a gran voce. Dopo qualche fallimento personale, raccontato nel film, riesce con la settima arte a far sentire la sua voce. Il film candidato all'Oscar è stato visto da milioni di persone ed il grido d'aiuto lanciato dalla Satrapi è stato sentito in molti Paesi occidentali. Nella speranza che un aiuto concreto arrivi nella sua terra d'origine possiamo diffondere il suo messaggio.

Da vedere per riflettere e ragionare, capendo quanto siamo fortunati a non subire oppressioni dirette come quelli di certi paesi rigidamente islamici. D'accordo abbiamo altri problemi, ma per ora nessun libero pensatore è stato arrestato o fatto sparire, al massimo escluso dalle televisioni.

Titolo originale Persepolis
Paese Francia
Anno 2007
Durata 95 min
Cromia b/n

Genere Animazione
Regia Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud
Soggetto Marjane Satrapi (graphic novel)
Sceneggiatura Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud
Casa di produzione Sony Pictures Classics
Montaggio Stéphane Roche
Musiche Olivier Bernet
Scenografia Marisa Musy
Doppiatori originali
Chiara Mastroianni - Marjane Satrapi
Catherine Deneuve - Tadji Satrapi, la madre
Simon Abkarian - Ebi Satrapi, il padre
Gabrielle Lopes Benites - Marjane da piccola
Danielle Darrieux - Nonna

Doppiatori italiani
Paola Cortellesi - Marjane Satrapi
Licia Maglietta - Tadji Satrapi, la madre
Sergio Castellitto - Ebi Satrapi, il padre
Angelica Bolognesi - Marjane da piccola
Miranda Bonansea - Nonna

Premi
Festival di Cannes 2007: Premio della giuria
2 Premi César 2008: miglior adattamento, migliore opera prima

venerdì 26 agosto 2011

Super 8 - Anteprima

1979. Joe Lamb ha solo 13 anni quando sua madre muore, per un incidente sul lavoro, schiacciata da una trave d'acciaio. Passano quattro mesi, ma il dolore è ancora vivo, anche per un difficile rapporto con suo padre Jack, vice sceriffo della piccola cittadina in cui vivono, che non è in grado di crescerlo con lo stesso tipo di amore che gli dava sua madre. La valvola di sfogo di Joe è la passione per il modellismo e per il trucco cinematografico. Grazie a queste sue abilità aiuto il suo coetaneo amico regista Charles a realizzare un film in Super 8 per partecipare al festival amatoriale di Cleveland. Lui, Charles, Cary, Presto, Martin e la nuova aggiunta Alice sono la troupe ed il cast impegnati nella realizzazione del cortometraggio. Il tema: gli Zombie. Una mezzanotte escono tutti di casa per andare alla stazione ferroviaria a girare una scena in esterni. Il passaggio di un treno diventa un valore aggiunto alla pellicola e mentre girano la scena il treno deraglia per un incidente con un furgone.
Da quel momento la loro vita non sarà più la stessa. In città arriverà l'esercito a sistemare tutto, i cani spariranno, l'elettricità sarà interrotta, persone scompariranno nel nulla. Qualcosa di pericoloso mette a repentaglio la vita tranquilla di paese.

Super 8 è un film di J.J Abrams dedicato al cinema di avventura e fantascienza degli anni 80, principalmente un omaggio a Spielberg (che ne è anche produttore). Le caratteristiche immagini sporche, con inquadrature "rovinate" da oggetti posti sul tragitto telecamera soggetto raccontano quest'avventura che vuole essere un misto di E.T., i Goonies con un tocco di Cloverfield.
Di tutto quello che vediamo sullo schermo niente sembra essere fuori posto. Le vetture, gli arredi delle case, i prodotti nei negozi, il primo Walkman Sony nelle orecchie del giovane benzinaio della Kelvin, le biciclette e tutto quello che i nostri occhi assaporano sembra essere realmente uscito dagli anni '70 e '80 del secolo scorso. Il lavoro fatto dai trovarobe e dagli arredatori dei set di questo film è veramente rimarchevole.
Il gruppo di ragazzini richiama molto quello dei classici film di quegli anni: il ragazzino timido, quello con gli occhiali, quello con la passione per la tecnologia (in questo caso i fuochi artificiali), quello grassoccio e la bella ragazza. Il casting è riuscito veramente molto bene. Tanto che le capacità recitative di Elle Fanning risaltano quasi di più durante il film nel film che non nella pellicola a noi destinata. Joel Courtney, bravo anche lui, è perfetto per la parte riporta gli spettatori con qualche anno in più sulle spalle alle atmosfere dei Goonies. Gli altri sono tutti bravi ed il loro lavorare insieme crea un'ottima miscela per godere del lavoro di Abrams e dei suoi collaboratori.
La colonna sonora è sempre del fidato Michael Giacchino e prende, finalmente, le distanze dalle musiche losteggianti (le cui atmosfere riecheggiano spesso in Fringe) che l'hanno reso famoso. Ricordiamo che questo musicista ha vinto l'Oscar per la miglior colonna sonora del 2010, quella di Up.

L'attesa per questo titolo è stata tale che non ho avuto la pazienza di aspettare il 9 di Settembre 2011 per vederlo. Sembra essere inconcepibile come in un mondo del cinema nel quale Capitan America esce un giorno prima in Italia che in America (come molti altri titoli recentemente) si debba aspettare tre mesi per vedere Super 8 in italiano nelle sale cinematografiche del nostro paese. Meno male che qualcuno ha deciso che non era il caso di aspettare fino alla data di uscita ed ha pensato di mettere i sottotitoli al film e farcelo godere in anticipo. Andrò al cinema a vederlo anche se l'ho già visto perché è un film che merita attenzione. Come sempre Abrams non sbaglia un colpo, sostenuto da Spielberg è sempre più una garanzia.

Titolo originale Super 8
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2011
Durata 112 min

Genere fantascienza
Soggetto, Sceneggiatura, Regia J.J. Abrams
Produttore Steven Spielberg J.J. Abrams Bryan Burk
Produttore esecutivo Guy Riedel
Casa di produzione Amblin Entertainment, Bad Robot, Paramount Pictures
Distribuzione (Italia) Universal Pictures
Fotografia Larry Fong
Montaggio Maryann Brandon, Mary Jo Markey
Effetti speciali Industrial Light & Magic
Musiche Michael Giacchino
Scenografia Martin Whist
Costumi Ha Nguyen

Interpreti e personaggi
Joel Courtney: Joe Lamb
Elle Fanning: Alice Dainard
Kyle Chandler: Jackson Lamb
Ron Eldard: Louis Dainard
Noah Emmerich: Colonnello Nelec
Riley Griffiths: Charles Kaznyk
Ryan Lee: Cary
Zach Mills: Preston
Gabriel Basso: Martin
Josh McFarland: Tom Ashton
Amanda Michalka: Jen Kaznyk
Glynn Turman: Dr. Woodward

giovedì 25 agosto 2011

Brendon - L'impronta del diavolo

Brendon n. 80, bimestrale
L'impronta del diavolo

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Massimo Rotundo

Brendon e Madison sono ormai sposati. I ricordi della ragazza li conducono all'orfanotrofio in cui tutto è cominciato. Vengono svelati gli arcani che la hanno portata a seguire la curva che il suo destino ha preso. Dal regno demoniaco gli Arconti ed il Metabarone non sono, però, rassegnati a perderla.

Leggere storie in due parti è sempre uno stillicidio, quando Bonelli ci ha insegnato a leggere un episodio completo al mese. Attenderne due per portare la vicenda alla conclusione è ancora più doloroso.
Chiaverotti riesce a tenere sulle spine fino alla fine, innestare sul suo racconto (principalmente basato su una versione rivista de "La sposa cadavere") storie e colpi di scena che non danno possibilità al lettore di distrarsi.
Come sempre i disegni di Corrado Roi si adattano alle atmosfere intrinseche di questo personaggio. Così come in Dylan Dog, questo disegnatore da il suo massimo in storie come questa. Il bello è che grazie a Chiaverotti abbiamo potuto godere della sua potenza visiva per due numeri consecutivi di Brandon, e non è cosa da poco.
La copertina di Rotundo è strana. Più di altre volte svela un dettaglio importante della trama dell'albo, ma non l'ho sentita coinvolgente come altre.

Non dico che questa sia una collana perfetta, ma le caratteristiche che la distinguono (un unico sceneggiatore, disegnatori sia nuovi che esperti ed un copertinista evocativo) la mettono su un ottimo livello. Dubito che le vendite rispondano sempre bene, credo che abbia il suo zoccolo di affezionati fedeli, ma poco di più. Siamo arrivati ad 80 numeri e spero che Bonelli, Chiaverotti ed i loro staff continuino su questa strada.

Degna conclusione, ricca di citazioni cinematografiche e letterarie, di un buon inizio. Sulla strada giusta.

mercoledì 24 agosto 2011

Nathan Never - Incursione notturna

Nathan Never n. 243, mensile
Incursione notturna

Soggetto e sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Germano Bonazzi
Copertina: Roberto De Angelis

Il procuratore Eleonore Klint ha ottenuto un'udienza per porre fine all'esistenza dell'Agenzia Alfa, a suo dire troppo impegnata ad impedire la ricostruzione della città da parte della Imperium di Atticus Kane. Incuranti del loro probabile destino per Nathan Never e degli agenti part time è vitale riuscire ad ispezionare, illegalmente, un carico sospetto proveniente da Marte e destinato ai cantieri.
Atticus e Scipio si sentono minacciati dall'avvicinarsi dell'Agenzia Alfa e mettono in atto il loro piano di attacco alla Terra.

Attenzione Spoiler (mi spiace, ma sono necessari)!

Vigna la finisce di scrivere, con questo numero, l'introduzione alla guerra tra Marte e la Terra mettendo altra carne sul fuoco. Un fuoco molto basso per la verità. Ancora noiose diatribe sulla morale, sulla moralità, su cosa è giusto e cosa è sbagliato, sulla politica, sulla corruzione, sulla magistratura: insomma un riassunto dei telegiornali italiani da 15 anni a questa parte. Con arte da consumato autore imbastisce, inoltre, le ultime pagine con colpi di scena a raffica:
- uh Nathan si dimette per questioni morali, no continua a combattere al fianco dei sui amici visto che la documentazione che ha firmato non è ancora stata protocollata;
- uh uh la sorpresona che i marziani preparano sono degli originalissimi tripodi giganti nascosti nelle fondamenta dei palazzi;
uh uh uh, ma quanto stupore!
Bonazzi disegna sempre da par suo e De Angelis non sa più cosa inventarsi per dare un po' di interesse alle storie con le sue copertine.

Dal prossimo numero scrive Vietti, ho poche speranze di assistere ad una accelerazione nel ritmo e nell'assistere ad un aumento di qualità delle storie.
Ormai considero gli albi di Nathan Never tra le spese superflue. Spero mi facciano cambiare idea.

martedì 23 agosto 2011

Shock


Su questo sito potete vedere come Lanterna Verde incassi soldi già due settimane prima della sua uscita.


lunedì 22 agosto 2011

Wonder Woman - Il pilot che non vedremo (ma che c'è sull'Internet)

Diana Themyscira è a capo della Themyscira Industries, ma allo stesso tempo è Wonder Woman, eroina di Los Angeles. La sua identità è conosciuta a tutti, non è segreta come quella di altri super eroi, ma quando non ricopre il suo ruolo di paladina della giustizia si rifugia nel suo appartamento con il suo gatto Sylvester e la sua identità da riposo, quella di Diana Prince.
Durante una sua ronda le capita di inseguire un malfattore, catturarlo con il suo lazo d'oro e piantargli una siringa nel collo.
Nei sobborghi di Los Angeles, nel frattempo, un ragazzo di colore che ha appena ricevuto la lettera di ammissione al college perde sangue da naso, occhi e bocca contemporaneamente e viene ricoverato in ospedale in gravi condizioni. La madre del ragazzo va da Diana e le chiede aiuto per il figlio malato. Lei organizza una conferenza stampa durante la quale incolpa la Cale-Anderson Pharmaceuticals, specificatamente nella figura della perfida Veronica Cale, vertice della ditta.
Tra un inseguimento e l'altro, un violento pestaggio e l'altro, una parolaccia e l'altra Wonder Woman, tra una crisi d'amore ed una d'identità, a seguito della morte del ragazzo di colore, riesce a sventare i piani di Veronica Cale e, cosa non meno importante a variare il suo stato su Facebook su single.

L'episodio l'ho visto on line, con le casse scrause di un computer scrauso in lingua originale, non sempre comprensibile. Quelle che seguono sono impressioni a caldo suscitate dalla messa in scena.
Ma fateli scrivere a me sti pilot! Come può essere che David E. Kelley abbia proposto alla WB una puntata pilota, per un serial televisivo su Wonder Woman, di così basso livello?
Analizzando il sequenza ciò che lo spettatore si trova ad affrontare nei 40 minuti di telefilm non si rimane stupiti del perché un più ampio progetto non sia stato approvato:
- il logo della serie sembra disegnato da un tamarro che teneva il pennarello al contrario;
- la trama fa acqua da tutte le parti (perché viene piantata una siringa nel collo del primo criminale? che cosa producono le Themyscira Industries? cosa servono due identità a Wonder Woman? ecc...);
- il primo costume di Wonder Woman è orribile;
- che originalità c'è nei soliti esperimenti farmaceutici a motore di tutto, quando ai a disposizione un grande personaggio come WW?;
- perché un donna super eroe deve avere sin dalla prima puntata una storia d'amore, od una storia d'amore finita male che ritorna?;
- Facebook? WW ha un profilo su Facebook?;
- proporre linguaggio forte da parte della protagonista si dalla prima puntata non favorisce gli investitori (tette e culo forse è meglio farglieli dire una volta che la serie è già avviata);
- perché la sicurezza del laboratorio segreto della cattiva è curata da un gruppo di culturisti in pantaloncini corti, t-shirt e tuta da ciclista?;
- va bene che WW è pettoruta, ma perché deve mettere le sue tette sotto il naso di ogni malato dell'ospedale?;
- il senatore baffone amico della cattiva: ma perché?
- ubricarsi con la birretta sul divano a fine serata. ma perché?
Qualche nota positiva si può trovare lo stesso:
- Adrianne Palicki, nonostante la sua faccia quadrata, la sua zoppia iniziale e grazie alle sue tette è una WW agli inizi, forse un po' troppo triste e seria, ma abbastanza convincente;
- Liz Hurley fa sempre piacere vedersela intorno.

Clicca per ingrandire la carrellata dei momenti migliori dell'episodio.

Voler essere fini, tirando le somme, il tutto, si può definire una gioiosa puttanta. Kelly non ha capito che i super eroi hanno fatto un salto di qualità. Si parte con i Batman degli anni '80 e '90 del secolo scorso, passando per quelli più recenti, fino ad arrivare ad un amletico Shakespeare ed un patriottico Capitan America. La trama troppo leggera, insulsa ed inutile buttata giù da Kelly ed i suoi collaboratori, per un personaggio così importante, non può essere considerata attuale ne presa in seria considerazione come punto di partenza di una serie tv. La DC stessa sa cercando di arrivare sugli schermi, televisivi e cinematografici, in modo importante ( The Dark Knigth Rises, Man of Steel e, l'ormai alle porte, Green Lantern, dopo essere passata per 10 anni di Smallville) e non lo può fare con idee così scarse. Marvel ha puntato tutto sul cinema ed entrambe partono dai fumetti e da bravi sceneggiatori degli stessi. Se la DC (o chi per lei gestisce la trasposizione di un personaggio in un live action) coinvolgesse gente che conosce il personaggio, che conosce gli archi narrativi prediletti dai lettori per rafforzare lo staff creativo forse otterrebbe frutti migliori.
Se la Palicki avesse avuto una trama intorno e non fosse stata solo lei a reggere tutto il telefim, forse, le cose sarebbero andata diversamente.

Nel caso voleste vedere la Donna Meraviglia in azione qui la potete trovare, ma non aspettatevi niente di buono (tenete lontano posate e lamette da barba mentre siete davanti alla tv, per cadere in tentazione e sporcare del vostro sangue il divano). Se avete tempo e voglia buttatevi sui, quasi, 60 episodi della serie con Lynda Carter, degli anni '70 del secolo scorso, e, se riuscite, recuperate anche il pilot del 1974 della stessa serie.

Azzardo un'ultima considerazione: diventerà un cult.

venerdì 19 agosto 2011

Brüno

Brüno è un reporter gay austriaco che nella sua seria ed ottusa ignoranza prende inconsapevolmente in giro il mondo eterosessuale ed il mondo della moda e della comunicazione.

La trama di Brüno non può essere raccontata in modo esaustivo in quanto è la vita del protagonista di questo mocumentario dal momento dell'apice del suo successo alla sua brutale decaduta. Tra le sfilate della settimana della moda a Milano nel 2008, alle interviste ai convertitori di gay, a reali negoziati di pace in medio oriente, passando per i vestiti assurdi indossati dall'attore durante le sue performance fino ad arrivare all'adozione illegale di un bambino di colore, si snoda il film. Il tutto sottolineato dagli increduli atteggiamenti di coloro che si trovano in mezzo (vogliamo parlare dell'imbarazzo del senatore americano durante il tentativo di seduzione da parte di Brüno ?).
Il film si muove snello per circa sessanta degli ottanta minuti di cui è composto. Negli altri venti, situati poco dopo la metà, si rimane un po' statici sulle gambe. L'incredibile, lo stupefacente, in tutto questo sono le reazioni reali delle persone coinvolte, a loro, insaputa, in questo mocumentario. Sia nella scena a Gerusalemme che nel finale del film si vede quanto Sacha Baron Cohen abbia messo a rischio la sua incolumità fisica per girarle.

Non è un capolavoro della cinematografia, è meno intrigante di Borat, ma val la pena vederlo per stupirsi.

Titolo originale Brüno
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2009
Durata 81 min

Genere commedia
Regia Larry Charles
Soggetto Sacha Baron Cohen
Sceneggiatura Anthony Hines, Dan Mazer, Jeff Schaffer, Sacha Baron Cohen, Peter Baynham
Produttore Sacha Baron Cohen, Monica Levinson, Dan Mazer, Jay Roach
Casa di produzione Everyman Pictures, Four by Two, Media Rights Capital
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Anthony Hardwick, Wolfgang Held
Montaggio Scott M. Davids, James Thomas
Musiche Erran Baron Cohen
Scenografia Dan Butts, Denise Hudson, David Maturana
Interpreti e personaggi
Sacha Baron Cohen: Brüno
Gustaf Hammarsten: Lutz

Doppiatori italiani
Pino Insegno: Brüno
Franco Mannella: Lutz

giovedì 18 agosto 2011

Gli Oscuri Vendicatori

Titolo Originale Dark Avengers
Testi Brian Michael Bendis
Disegni Mike Deodato Jr.
Editore Marvel Comics
Apparizione marzo 2009
1ª app. in Iron Man e gli Oscuri Vendicatori n. 20
Editore it. Panini Comics – Marvel Italia
1ª apparizione it. novembre 2009
Edizione RCS Supereroi - Le leggende Marvel

Norman Osborn ha una lista di liste di cose da fare. Al primo posto c'è quella di creare un gruppo di eroi al suo servizio. Nessun eroe classico sano di mente si metterebbe a lavorare per lui, quindi, la soluzione è quella di prendere criminale ed eroi con problemi e fargli indossare il costume di un buono. Così Bullseye diventa Occhio di Falco, Venom l'Uomo Ragno, Moonstone Ms. Marvel, Daken Wolverine, Noh-Varr Capitan Marvel ai quali si aggiungono Ares e Sentry. Alla loro testa Norman Osborn con indosso il costume di Iron Patriot, costituito dall'armatura di Iron Man dipinta coi colori di Capitan America.
Il loro primo intervento, a seguito degli accordi con la Cabala, è quello di aiutare Destino a sopravvivere ad un attacco magico in Latveria e subito dopo fermare un'aggressione terroristica da parte dei terroristi atlantidei agli Stati Uniti.

La sceneggiatura di Bendis esalta l'apoteosi dell'anti eroismo. Prima della Civil War c'era ancora una netta distinzione tra eroi e cattivi, durante la guerra civile i buoni sono diventati coloro che si registravano ed i cattivi quelli che non lo facevano, con la Secret Invasion si è scoperto che alcuni buoni erano alieni cattivi infiltrati. Adesso con il Regno Oscuro di Osborn i cattivi sono diventati i buoni. Fanno rispettare le leggi con metodi diversi da quelli classici, se passi col semaforo rosso inceneriscono te e la tua macchina non basta più una contravvenzione, cercando di mantenere l'ordine. Con quest'opera si arriva agli antipodi del fumetto supereoistico classico. La scena è occupata esclusivamente dal malvagi vestiti da eroi, nessun buono interviene, se non per protestare in tv, ma quando lo fa viene rimesso al suo posto. Il male è affascinante ed è il suo turno di comandare. La storia è buona, ma il ritmo cade vertiginosamente durante la sequenza dell'intervista televisiva di Osborn in risposta a quella di Occhio di Falco. Unico punto debole di un buon lavoro.
Dei disegni di Deodato Jr. nulla di male si può dire. Bei colori, grandi dinamismo, buon ritmo visivo. Ottimo lavoro.

Per comprendere il Regno Oscuro con una buona lettura seral

mercoledì 17 agosto 2011

Devil - La Cupola & Scoperto

Titolo La Cupola & Scoperto
Testi Brian Michael Bendis
Disegni Alex Maleev
Edizione Supereroi le leggende Marvel,RCS
Anno di pubblicazione: 2011

La cupola del crimine di New York ha preso un decisione. Con l'arrivo da Chicago di Silke, figlio di un boss criminale locale, e la sua neo nata amicizia con il figlio di Richard Frisk, figlio di Kingpin le famiglie decidono di liberarsi del loro storico capo. Kingpin, appunto, sta per essere assassinato da tutti i capi famiglia, ai quali non va giù che non ci si possa liberare di Devil e che il boss dei boss sia un cieco. Nello stesso momento criminali mascherati cercano di assassinare l'avvocato Matt Murdock, come se conoscessero la sua identità segreta.
Sui giornali esce la notizia della morte del criminale. La moglie Vanessa torna in città dalla Svizzera per occuparsi della situazione. I capi famiglia che hanno preso parte all'assassinio di Kingpin vengono ad uno ad uno uccisi. Anche Richard. L'unico a scamparla e Silke che si rifugia all'FBI per cercare protezione. In cambio offre tutte le informazioni sugli affari sporchi di Chicago e l'identità segreta di Devil.
La notizia che Matt Murdock è Devil colpisce l'opinione pubblica. Ma, per ora, nessuna fonte è citata, l'opinione pubblica non sa se l'informazione, in prima pagina sul Dayly Globe, sia fondata o meno. Ma l'animo di Matt è distrutto, solo l'amicizia di Foggy Nelson, suo socio, lo tiene a galla. I giornalisti lo assediano e la sua vita diventa sempre più un inferno. Sono solo di parziale, od alcuno, aiuto gli incontri con la Vedova Nera, l'Uomo Ragno ed Elektra. Il passato lo rincorre e per schiarirsi le idee si prende una pausa in Giappone. Al suo ritorno è agguerrito ed in un conferenza stampa annuncia al mondo di non essere Devil e di voler far causa alla testata giornalistica per 400.000 di dollari.

Alex Maleev con immagini cupe e sporche, con splash page e sequenze circolari rende al meglio la grande trame intessuta per questo tormentato eroe da un Bendis in piena forma. I due si completano l'un l'altro. Creano atmosfere, toni, situazioni, che rendono questo fumetto un telefilm da prima serata. Sembra che le vicende narrate scorrano sul piccolo schermo di casa e durante le, necessarie data la lunghezza della storia, pause di lettura non sai più se stavi guardando la tv o leggendo. Quando critici ed appassionati concordano sulla nascita di un capolavoro è raro trovare una voce fuori dal coro che lo critichi. Anche questo è il caso. La coppia realizza un eroe sicuro, ma tormentato che appassiona anche chi non conosce i decenni di storie alle sue spalle. E si il Maleev in questione è quello che ha lavorato da schifo su Dark Reign Zero B.

Un doppio arco narrativo nior vecchio stile, a prezzo modico che deve essere letto.

martedì 16 agosto 2011

Martin Mystère - Il verdetto di Cassiopea

Martin Mystère n. 316, bimestrale
Il verdetto di Cassiopea

Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
Copertina: Giancarlo Alessandrini

Quattro rabbini vengono uccisi in giro per il mondo. Unico indizio il nome con cui sono definiti “Ba’al shem”. Un Maestro della tradizione ebraica chiede l'intervento di Martin Mystère al fine di svelare il mistero che si nasconde dietro alle morti dei suoi fratelli, ma il Detective dell'Impossibile è impossibilitato in un letto di ospedale, dopo una cena con i suoceri. Sarà Diana a muovere, in compagnia del figlio di uno dei rabbini uccisi, i primi passi nel mondo chiuso della tradizione ebraica. Si troveranno sui passi di una mistero le cui basi sono radicate quasi trent'anni ed in una setta che si prepara per l'arrivo del prescelto.

Paolo Morales lavora doppio questo mese. Si mette sia ai pennelli, con De Cubellis, ottenendo un buon risultato, ed anche ai testi. La storia richiama molto alla memoria qualcosa di già visto. Un mix tra "Indovina chi viene a cena", "Il collezionista di ossa", il classico film sull'anticristo ed un paio di film sul mondo ebraico i cui titoli non mi sovvengono (mi sa che oggi non è giornata per i titoli). Comunque la storia, anche se con dei momenti difficili, si sviluppa bene ed è un affresco piacevolmente culturale di parte di un mondo prettamente sconosciuto ai più. Infatti, il mystèro che più indaga il lettore sono lo stile di vita, le regole e convinzioni di una religione a noi vicina da decenni, ma altrettanto ignoto.

Una storia piacevole ed interessante, per vivere il fumetto anche come strumento di formazione culturale.

venerdì 12 agosto 2011

Dylan Dog - Color Fest n. 7

Dylan Dog Color Fest n. 7, semestrale
Copertina: Gianluca e Raul Cestaro

L'illustrazione di copertina è di alta qualità. Ottima caratterizzazione del personaggio ed atmosfera in cui è inserito, peccato che non abbia alcun richiamo alle storie interne e sia fine a se stessa.

Passaggio per l’Inferno
Soggetto e sceneggiatura: Fabrizio Accatino
Disegni: Gigi Simeoni
Colori: Fabio d’Auria

Stano come la sfortuna stradale perseguiti Dylan Dog. Rientrando dalla conclusione di un'indagine verso Londra buca due gomme del maggiolino. Per fortuna arriva in suo soccorso una mini con una ragazza bordo. Accettato il passaggio dalla sconosciuta l'Indagatore dell'Incubo non se la vedrà proprio bene.

I colori di questa storia sono spettacolari. Mai vista una targa disegnata e colorata meglio di quella del maggiolino di Dylan in un fumetto. La storia è semplice e mi ricorda l'inizio della trama di un libro di Stephen King, che ho appena letto e commentato, ma del quale non mi viene il titolo. Un senso di estremo deja vu non mi permette di godermi la trama al meglio. Simeoni in ottima forma, con tratti puliti e dinamici.

Il banco dei pegni
Soggetto e sceneggiatura: Sergio Badino
Disegni: Giancarlo Alessandrini
Colori: Chiara Fabbri Colabich

Un manipoli di senza tetto arriva a casa di Dylan Dog per chiedere il suo intervento. Loro compagni di vita sono stati trovati morti per strada, in circostanze misteriose e con le tasche piene di soldi. Le indagini del nostro lo porteranno alla ricerca del banco dei pegni Diogene, dove qualcuno potrebbe sapere la risposta ai misteri del "Bad Bridge".

Anche qui un senso di già visto. Mi ricorda, in modo lato, Cose Preziose di Stephen King: il banco dei pegni, l'anima e tutto il resto, certo rivisitato con fantasia da Badino. Una buona storia senza pretese, ben disegnata da un maestro come Alessandrini e con i colori scuri e ben dosati della Colabich. Il tutto condito con citazioni (molto marcate) ai Monty Phyton

Luci della ribalta
Soggetto e sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Aldo Di Gennaro
Colori: Studio Rudoni

Gale McCorman è una delle più presenzialiste star della tv inglese. Da circa trent’anni, infatti, compare in ogni show televisivo del Regno Unito. Chiunque la riconosce ovunque vada, ma da qualche tempo la situazione è cambiata. Lei si ricorda di apparizioni in programmi nelle cui registrazioni non è presente. Le persone si dimenticano di lei. Dylan dovrà scoprire cosa sta succedendo prima che lei scompaia del tutto.

Abbastanza originale la storia di Medda, corta, intensa. Di Gennaro dimostra di essere confidente con la matita come nel passato, non me lo ricordo recentemente sulle pagine del Dylan, ma magari mi sbaglio. I colori non sono un gran che, stesso discorso che vale per la storia successiva. Mi ricordavo lo Studio Rudoni molto più performante in un Color fest precedente, ma forse mi confondo io

Strage di mezzanotte
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni: Montanari & Grassani
Colori: Studio Rudoni

Un ritorno nel passato per Dylan Dog. Un ritorno ad una delle sue prime indagini. Come anni fa ai magazzini Dastan un manichino è tornato in vita ed ha iniziato ad uccidere la gente. L'Old Boy, con l'aiuto dei suoi amici, dovrà muoversi in fretta per impedire l'accrescersi del numero dei cadaveri.

Qui, Gualdoni, autocita la serie per cui scrive. Un ritorno al passato un po' debole e prevedibile sin dalle prime battute, ma gustoso per i collezionisti appassionati. I disegni di Montanari & Grassani, pur professionali, sono i più deboli dell'intero pacchetto di storie non sono supportati dalla colorazione dello Studio Rudoni.

Continuo a considerare il Color Fest un'occasione persa per la Bonelli. Con questa testata avrebbe potuto considerare l'idea di creare una linea "what if" annuale dedicata ad uno dei suo personaggi di punta. Sappiamo che queste idee non sono prese in considerazione dalla casa milanese, ma un abbozzo di tentativo è stato fatto con il Tex Color di inizio mese e speriamo sia un buon segno. Stando così le cose dopo l'ottava o decima uscita di questa collana l'abbandonerò. Per leggere le avventure di Dylan già bastano la serie regolare ed i classici speciali, anche i Maxi iniziano ad essere di troppo.

Tutto sommato una lettura piacevole, con carta di alta qualità e colori brillanti, ma anche abbastanza inutile. Il prezzo di 4.8€ potrebbe spaventare qualcuno.


giovedì 11 agosto 2011

Dylan Dog Vs Batman?


Io l'abbozzo del soggetto ce l'ho, se qualcuno ci mette dei bei disegni lo sviluppo anche in una sceneggiatura.

mercoledì 10 agosto 2011

Immaturi

Sei ragazzi di 38 anni con le loro vite, i loro amori, i loro problemi. Erano compagni di classe al liceo Giulio Cesare di Roma, erano amici per la pelle, che la vita ha fatto perdere di vista, e nel 1991 hanno dato l'esame di maturità. Oggi si incontrano, nuovamente, per ridare lo stesso esame di maturità, vent'anni dopo. Un membro della loro commissione non era un vero professore ed il loro esame è stato annullato. Ritornano d'attualità vecchie passioni, ruggini e confidenze che si devono incastrare con la nuova vita di ognuno
Giorgio, Lorenzo, Piero, Luisa, Virgilio, Francesca. Riusciranno questi "studenti di nuovo" a sconfiggere per la seconda volta il mostro chiamato Maturità?

Una storia semplice e gradevole nella sua originalità. Una situazione che se si dovesse verificare veramente getterebbe nel panico e nelle sconforto il più di noi. Non tanto per il solo ripetersi dell'esame, ma anche per riuscire a far coincidere i tempi dello studio con quelli del lavoro e della vita quotidiana reale. Nessuno spicca in bravura tra gli attori del cast. Una discreta prova per tutti. Per quanto la Angiolini e Bova siano sempre loro stessi in tutti i film che ho visto, un nuovo ruolo viene affidato a Memphis. Lui era, per paura di non farcela, il secchione della classe. Ora è un classico mammone che, per la disperazione paterna, non prende neanche in considerazione di trovarsi casa propria ed iniziare una nuova vita. Si conferma una brava attrice la Bobulova ed acquisiscono punti, in questo campo, anche Bizzarri e Kessisoglu, reduci da boiate pazzesche (come Allora Mambo e Tandem). Accanto ai personaggi principali si muovono caratteristi noti, giovani attori ed attrici iconiche (come la Ralli).
Una regia calibrata, con qualche inquadratura dubbia, lavora su una sceneggiatura a tratti ovvia ed a tratti con qualche bel dialogo. Azzeccato sia il commento musicale della pellicola che la colonna sonora. Oltre al marchettone di Britti, ormai ogni cantate romano o giovane deve mettere la sua canzone in una italica produzione (e non è che sia per forza un male), una curiosa versione di Born to be Alive permane nell'orecchio dello spettatore anche al termine della proiezione.

Tutto sommato una pellicola godibile e divertente per passare una serata in allegria. Da gustare anche tra amici per poi discutere del proprio esame di maturità, riderci sopra e sdrammatizzare, eventuali, brutti ricordi.

Lingua originale Italiano
Paese Italia
Anno 2011
Durata 108 min

Genere commedia
Regia Paolo Genovese
Sceneggiatura Paolo Genovese
Produttore Marco Belardi
Casa di produzione Lotus Production, Medusa Film
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Fabrizio Lucci
Montaggio Patrizio Marone
Interpreti e personaggi
Raoul Bova: Giorgio
Ricky Memphis: Lorenzo
Ambra Angiolini: Francesca
Barbora Bobulova: Luisa
Luca Bizzarri: Piero
Paolo Kessisoglu: Virgilio
Maurizio Mattioli: Luigi, papà di Lorenzo
Giovanna Ralli: Liole, mamma di Lorenzo
Luisa Ranieri: Marta
Alessandro Tiberi: Ivano
Aurora Giovinazzo: Penelope
Anita Caprioli: Eleonora
Giulia Michelini: Cinzia
Michele La Ginestra: Don Ottavio
Nadir Caselli: Crudeli@92

martedì 9 agosto 2011

Nathan Never - Almanacco Fantascienza 2011

Almanacco Fantascienza 2011 , annuale
Zanne d'acciaio

Soggetto e sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Giuseppe Barbati e Luca Casalanguida
Copertina: Roberto De Angelis

Durante un inseguimento automobilistico, ed alla conseguente sparatoria, un ragazzino di nome Shawn viene investito dalla macchina del criminale ucciso da Nathan. Nonostante il tutto sia frutto di una malaugurata casualità l'agente Alfa si sente profondamente colpevole, tanto da prendersi qualche giorno di riposo tra le montagne di Deer Horn. Qui viene a conoscenza che Thomas Gunners, ragazzino di montagna a cui una belva ha ucciso la mamma, è scomparso in cerca di vendetta. Nathan si mette sulle sue tracce, ma si troverà di fronte ad un uomo mezzo essere umano e mezzo robot assetato di sangue che vorrà entrambi come prede.

La storia è giusto un riempitivo per l'almanacco. Non vorrei essere prevenuto io di fronte al calo qualitativo della testata, ma mi è sembrata scontata e banale. Forse una qualche originalità viene data dallo sviluppo della trama a flashback incrociati (ricorda qualcosa?), ma in quanto ad emozioni e coinvolgimento siamo molto lontani dagli standard qualitativi degli anni passati. I disegni della coppia Barbati Casalanguida non sono male, sembrano essere, a tratti, un incrocio tra disegnatori argentini ed americani, ma non portano innovazione alcuna. L'almanacco potrebbe essere un buon posto dove sperimentare nuovi approcci, ma ormai non c'è più molto da sperare. Qualche segnale di vitalità, e ribellione ad un destino avverso alla serie, ce lo porta Roberto De Angelis con una buona copertina.
Come classico prima e dopo la storia a fumetti l'albo è ricco di informazioni e dossier sul mondo della fantascienza. La panoramica sui film libri telefilm e videogiochi di genere è molta scarsa, sicuramente non per demerito degli autori, ma per le scarne uscite dell'anno passato. Al contrario degli altri anni non ho trovato nulla di coinvolgente che mi facesse segnare il titolo in modo da andare al videonoleggio od in biblioteca (la crisi si sente) a recuperarlo. Interessante il dossier su Geroge Pal, meno quello su Kurt Vonnegut. A chiudere il tutto un inutile, ripetitivo e necessariamente sconfinante in altri generi quello sugli uomini bestia.

Peccato che questo personaggio stia collezionando, nei miei ideali, una delusione dopo l'altra.

lunedì 8 agosto 2011

Batman - Hush

Titolo originale Batman: Hush
Testi Jeph Loeb
Disegni Jim Lee
Chine Scott Williams
Colori Alex Sinclair
Editore DC Comics
1ª edizione 2002 – 2003
Collana 1ª ed. Batman nn.608 - 619
Periodicità mensile
Formato 17 cm × 26 cm
Edizione Panorama Batman II Serie Platino n°19 e 20

Una sera di ronda Batman salva un ricco ragazzino, rapito a scopo di riscatto, da Killer Croc. Il criminale entrato lo stesso in possesso del riscatto lotta con Batman e nel mentre il bottino gli viene sottratto da Catwoman. Sconfitto Killer Croc, Batman, insegue la gatta per i tetti, ma qualcuno taglia la fune del batrang facendolo precipitare. Catwoman riesce a fuggire ed a portare il bottino a Poison Ivy, mentre lui rimane stordito a terra. Riportato alla Bat caverna, grazie all'intervento di Oracolo e della Cacciatrice, riesce a suggerire ad Alfred di farlo operare al cranio da un suo vecchio amico d'infanzia, l'ormai rinomato neurochirurgo, Thomas Elliot,
Passano i giorni e le sue condizioni migliorano. Rimessosi ad indagare rintraccia Catwoman e scopre come lei sia stata manipolata e tradita da Ivy. Qualcosa non torna, la mente del miglior detective del mondo analizza e riconsidera tutto quanto successo e si accorge che i criminali da lui incontrati non operano come al solito, ma hanno variato il loro modus operandi. Ciò non toglie che Batman e Catwoman si accordino per lavorare insieme e scoprire chi li sta manipolando. Suggellano l'alleanza con un bacio.
Scoperto che Ivy si è rifugiata a Metropolis, Bruce Wayne, si reca in visita a Lois Lane e Clark Kent, informa Superman di quello che è venuto a fare in città, ma una volta trovata la criminale le cose si mettono al peggio. In qualche modo Ivy riesce a controllare Superman ed a scagliarlo contro Batman, solo l'astuzia riesce a rallentare la furia violente dell'uomo d'acciaio e farlo uscire dalla manipolazione di Ivy.
Le stranezze si fanno sempre più insistenti e prima di scoprire la verità su quello che sta succedendo la nuovo coppia dovrà affrontare Harley Quinn, Joker, Enigmista, Ra's Al Ghul, l'ex Robin Jason Todd, Clayface ed affrontare la morte di un suo caro amico.

D'accordo doveva finire venerdì scorso, ma nel week end mi è capitata per le mani questa storia. Cosa dovevo fare?
Queste sono le storie di Batman che bisogna scrivere e disegnare. La sceneggiatura di Loeb ingloba in un'unica lunga storia più di una decina di amici nemici del cavaliere oscuro, andando dai criminali accaniti agli alleati come Nightwing , Robin, Gordon(tra quelli non citati prima). Inserisce abilmente dei flashback per coloro che si avvicinano al personaggio per la prima volta che non appesantiscono assolutamente la narrazione e non spezzano il ritmo incalzante della narrazione coinvolgente. Crea la situazione per rivedere in opera il crociato di Gotham e l'uomo d'acciaio di Metropolis, fin anche a farli combattere l'un l'altre e rinsaldare la loro amicizia. Il tutto senza tralasciare di analizzare la psicologia dell'uomo sotto il cappuccio da pipistrello, ma facendolo non solo con toni cupi, ma anche con autoanalisi leggere. La leggera instabilità mentale di Bruce Wayne, i suoi sensi di colpa, la sua storia con Catwoman che non decolla a pieno, gettando però buone basi per il futuro, per il suo non fidarsi totalmente degli altri, la sua necessità di avere qualcuno accanto, tutte queste sensazioni ed emozioni vengono proposte al lettore con sapienza. Un appunto all'autore: neanche lui è riuscito ad inserire in una trama così ampia il personaggio del Pinguino, sarà davvero così difficile da usare in storie serie come queste?
I disegni sono fenomenali. Jim Lee, coreano naturalizzato statunitense, non lo scopro certo io. Figure plastiche, ben delineate, fondali ricchi, dinamismo alla massima potenza, tutto perfetto. L'unico appunto che si può volgere a questo grande artista è che le sue donne, donne troppo belle e meravigliose, hanno una conformazione molto simile tra loro. Che sia Harley Quinn, Catwoman, Poison Ivy o Barbara Gordon, tutte sono fisicamente simili. Certo cambiano i lineamenti, ma il resto poco. Giusto un appunto perché sono talmente belle che un chisseneimporta ci sta molto a pennello.
Non possiamo dimenticare, parlando di questo storia di alto profilo, di citare il grande lavoro di inchiostratura svolto da Scott Williams per le chine e l'opera d'arte di Alex Sinclair nell'uso dei colori. Quest'ultimo riesce a donare luce a Ghotam anche nella sua cupezza classica. Riesca a mettere in evidenza il contrasto con la "luminosa anche di notte" Metropolis protetta da Superman. La scelta della brillantezza usata per colorare i costumi degli eroi e dei villains della storia fornisce loro spessore ulteriore ed anche i luoghi in cui si svolgono gli eventi risultano essere colorati in modo appropriato.

Il tutto per dire che questa storia, a partire da come è stata concepita a come è stata proposta ai lettori, è un capolavoro. Al contrario del R.I.P. qui tutto funziona e niente annoia. Forse per la DC sarà uno smacco leggere (se mai qualcuno di loro lo farà) queste righe, ma è una storia così ben realizzata che sembra una storia Marvel.

Volete appassionarvi di Batman e conoscere parte del sottobosco che lo circonda? Comprate un'edizione di Hush e la leggerete tutta d'un fiato.

venerdì 5 agosto 2011

Batman R.I.P.

Due anni di sofferenze fisiche e psicologiche hanno stremato Bruce Wayne. Neanche la presenza al suo fianco della bella e nuova fidanzata, Jezebel Jet, riesce a rasserenarlo. Ad aggravare la situazione è la ricomparsa sulle scene del crimine dell'organizzazione del Guanto Nero, dedita a corrompere i virtuosi ed a cercare di demolire Batman. E' proprio il Guanto Nero l'avversario che l'uomo pipistrello deve riuscire a sgominare prima che Bruce Wayne crolli del tutto, dato che la follia l'ha ormai quasi completamente avvolto. In suo soccorso arrivano il Robin attuale e quello precedente, Nightwing, che aiutano a tamponare gli attacchi sia del Guanto Nero che dei criminali in azione durante la latitanza del Cavaliere Oscuro. Solo Batman, però, può mettere fine alla follia del suo alter ego e combattere contro l'organizzazione ed il suo capo, il dottor Simon Hurt. Hurt è lo stesso che aveva sottoposto a cure psicologiche a base di potenti psicofarmaci ed allucinogeni Batman anni fa, per aiutarlo a comprendere meglio i criminali folli dello stampo del Joker. Le informazioni che aveva ottenuto le ha poi usate per creare due falsi Batmen, usando due poliziotti, come basi per ricreare un esercito di cavalieri oscuri. Hurt, per gettare ulteriore pazzia in Bruce Wayne, cerca di convincere il suo avversario di essere Thomas Wayne e di essere molto deluso da suo figlio.
Sullo sfondo, si muove la figura del Joker con la sua follia ed il suo gioco del rosso ed il nero.
I disegni di Tony Daniel non sono niente di eccezionali. Mantengono il cupo tono di Batman, pittorico con neri decisi e colori contrastanti. Vuole ricordare i disegni di Miller ne "Il ritorno del Cavaliere Oscuro" nelle atmosfere, ma con un segno più omogeneo e meno folle.
Il titolo è evocativo e preoccupante, ma è un bufala come al solito. La morte di Batman non è certa, come non lo è mai quella dei suoi acerrimi nemici. Dobbiamo dire basta a questi emuli di Miller che vogliono copiare la follia del suo storico Cavaliere Oscuro. Purtroppo questo albo rilegato e brossurato non è un arco narrativo autoconclusivo, ma la conclusione di una sequenza di storie più ampia. Il lavoro di Morrison è ammirevole, ma eccessivamente psichedelico. L'autore ha rivisitato tutti gli anni di pubblicazione di Batman, ne ha tratto una linea guida, ha creato un realtà reale parallela, vi ha inserito tanto di quello che era stato scritto di altri autori e ne ha forgiato una storia autonoma che può essere la summa dell'uomo pipistrello. Inserendo elementi dell'assurdo come quando un Bruce barbone si ricuce un costume colorato da Batman in mezzo ai bidoni della spazzatura.

Storie come queste sono il motivo per il quale mi sono allontanato spesso dalle pubblicazioni americane. Quasi 17€ per una storia rilegata, bene, stampata bene, ma che non è una storia completa mi sembrano un'esagerazione. Ormai chiunque scrive per Batman cerca di portarlo ad un limite di oscurità sempre più assoluto. Tutto ciò è noioso, dobbiamo dirglielo. Ho aspettato due anni per leggere questa storia, sperando di trovare l'albo usato od in offerta. Volevo cominciare ad alternare Marvel e DC, ma questa storia mi ha fatto passare la voglia.

Peccato, passaggio a vuoto.

Titolo originale Batman R.I.P.
Testi Grant Morrison
Disegni Tony Daniel
Editore DC Comics
1ª edizione Maggio 2008 – novembre 2008
Collana 1ª ed. Batman (fumetto)
Periodicità mensile
Editore it. Planeta DeAgostini
1ª edizione it. novembre 2009
Albo it. unico
Formato it. 16,8 cm × 25,7 cm
Rilegatura it. brossurato
Pagine it. 168
Prezzo 16,95€

giovedì 4 agosto 2011

Batman & Robin

Un nuovo criminale opera a Gotham City. Si tratta del ricercatore scientifico, premio Nobel ed ex campione olimpionico Victor Fries. Vittima di un incidente di laboratorio, una caduta in una vasca di liquido a -50°C, ora non può vivere se non in ambienti con temperatura sotto lo 0. Per muoversi usa una tuta refrigerante alimentata a diamanti. Il suo nome di battaglia è Mr. Freeze. L'animo del criminale è, in fondo, nobile, le sue rapine sono volte a raccogliere fondi per curare la moglie, ora ibernata, dalla Sindrome di MacGregor, per la quale ancora una cura non è stata scoperta. Il suo primo scontro con il dinamico duo, Batman e Robin, volge a suo favore, complice un'errore ingenuo del ragazzo meraviglia.
Nei laboratori Wayne in sudamerica, lo scienziato Jason Woodrue sta cercando di creare un assassino spietato ed inarrestabile con l'aiuto, inconsapevole, della ricercatrice Pamela Isley. Gli studi della donna gli sono stati utili per creare una sostanza, chiamata Veleno, che iniettata in un corpo ne moltiplica le forze all'inverosimile. Quando la dottoressa Isley se ne accorge lui tenta di ucciderla. Lo scaraventarle addosso scaffali di sostanze chimiche non sortiscono l'effetto sperato. Isley non muore, ma si trasforma in Poison Ivy, una psicopatica che si crede madre natura e con il potere di comandare le piante con la mente. L'esperimento principale di Woodrue ha migliore successo. Il risultato dell'iniezione del veleno in un uomo crea Flagello che, a seguito della vendetta di Ivy sullo scienziato e della sua morte, diventa il servitore della donna.
Una ragazza dalle mille sorprese giunge a casa del miliardario Bruce Wayne. Il suo nome è Barbara Wilson, nipote del maggiordomo Alfred Pennyworth. L'anziano zio ora è malato, proprio della Sindrome di MacGregor ad uno stadio iniziale, e Barbara entra in possesso di un cd con tutti i segreti custoditi dall'uomo. Alfred se lo aspettava ed era pronto a prendersi cura di lei preparandole un costume che la trasformerà in Batgirl. L'aiuto della ragazza sarà fondamentale per Batman e Robin nel momento in cui Ivy, Flagello e Freeze tenteranno di distruggere Gotham, e poi tutto il mondo, prima congelandola e poi disseminandola di una nuova generazione di piante ideate da Poison.

Sembra di essere in un grande negozio di giocattoli dall'inizio alla fine. Nuovi gadget, nuovi veicoli, nuove armature da battaglia, il tutto di colori sgargianti e pop. Finanche troppo pop perfino per gli anni '90 e per un regista allegro come Joel Schumacher, che torna alla regia del suo secondo Batman dopo il successo commerciale del precedente. La storia di questa pellicola è molto più leggera nei toni di tutte quelle precedenti. Il personaggio e le problematiche dell'uomo pipistrello sono state affrontate negli altri tre capitoli lasciando più dinamismo a questo. Più lotte, più corse in macchina ed in moto ed un'interazione maggiore tra i personaggi lo rendono più fluido e meno dark degli altri. Viene dato maggior rilievo alla figura di Alfred, nei suoi panni sempre l'ottimo Michael Gough dall'inizio della saga, che qui svolge un ruolo cardine per la motivazione ad agire di diversi protagonisti. I supercattivi, che per una volta non muoiono, sono due attori affermati di Hollywood: Arnold Schwarzenegger, nei gelidi panni di Freeze, e Uma Thurman, in quelli ultra ecologici di Poison Ivy. Le due interpretazioni sono convincenti. Il futuro Governator della California fornisce un'ottima prova in un curioso costume di alluminio, plexiglas e led azzurri, calvo e ricoperto di glitter argento. La futura Killer di Bill viene resa sexy dai differenti costumi di cui può godere il suo personaggio e dall'iconica scena della sua resurrezione. Chris O'Donnell torna nei panni di Robin con due tutte capezzolute, che se non fosse per quella caratteristica sarebbero, molto ben disegnate, colorate ma dark. Alicia Silverstone si ritrova suo malgrado nei panni di Batgirl, per noi è un piacere vederla in quella tutina sexy, ma ne avremmo fatto volentieri a meno.Il ruolo del protagonista questa volta tocca al bello dell'anno, reduce dai successi di E.R., George Clooney. Sia nei panni del crociato col cappuccio che in quelli del milionario gigione non sfigura. Ovviamente il paragone con Micheal Keaton non regge, ma lui si è dato da fare. D'altronde non essendoci bisogno di approfondire ulteriormente la psicologia del personaggio, ma di creare, soltanto, un po' di contrasto con la nuova generazione, lui era l'uomo giusto al posto giusto. Caso curioso: l'avversità al matrimonio di Bruce si ripercuote sulla vita reale del bell'attore anche ai giorni nostri.
Un'osservazione sul costume dei due Bat uomini. Ammettiamo che quelli di questo film sono i costumi che hanno l'impatto peggiore sullo spettatore. Non si può fare a meno di guardare i capezzoli disegnati sui pettorali degli eroi, pensando a quanto siano ridicoli. Se a questo aggiungiamo la mutanda rinforzata in neoprene e le inquadrature feticiste del pacco e delle chiappe, quando ciascuno indossa per la prima volta il costume, troviamo come il tutto li renda di cattivo gusto. Anche a Batgirl tocca la stessa sorte, ma per lo meno non devi indossare la mutanda sopra i calzoni ed i capezzoli del suo costume sono meno visibili.
Tra gli attori merita una critica a parte la bella Elle Macpherson. Forse presente per un fattore di sponsor, sta di fatto che presenza più inutile raramente si è vista in un film. Se a questo aggiungiamo il doppiaggio con voce da brasiliano operato capiamo bene quanto avremmo voluto che non fosse stata presente nel cast.
Tutto sommato un film vedibile. Una discreta conclusione del ciclo Batamaniano degli anni 90 sul grande schermo. Girati in un'epoca in cui creare mondi immaginari da zero richiedeva grande sforzo, lavoro manuale di artigiani esperti e lunghi tempi di pre e post produzione quanto di meglio è stato ottenuto. La debolezza, noiosità di alcuni tratti delle trame che hanno visto protagonista l'uomo pipistrello sono difetti che saltano all'occhio, ma nessun film riesce perfetto (forse tranne Il Cavaliere Oscuro ed Inception).

Se siete rimasti delusi dal Batman con Val Kilmer date un'altra possibilità al futuro cavaliere oscuro. Se proprio non vi piace la regia di Schumacher e la sua versione eccessivamente colorata del Forever lasciate perdere, qui, se possibile, viene fatto uso di colori ancora più fluo e di trovare ancora più pop. Però bisogna dire che i responsabili ed i realizzatori degli effetti visivi impiegati per gli ultimi due film da Schumacher avevano veramente le p@££€ quadrate, diamogli questo merito.

Titolo originale Batman & Robin
Lingua originale inglese
Paese USA, Regno Unito
Anno 1997
Durata 125 min

Genere azione, supereroi
Regia Joel Schumacher
Soggetto personaggi di Bob Kane
Sceneggiatura Akiva Goldsman
Produttore Peter Macgregor-Scott
Produttore esecutivo Benjamin Melniker, Michael E. Uslan
Casa di produzione Warner Bros.
Fotografia Stephen Goldblatt
Montaggio Dennis Virkler, Mark Stevens
Musiche Elliot Goldenthal
Scenografia Barbara Ling

Interpreti e personaggi
George Clooney: Batman/Bruce Wayne
Chris O'Donnell: Robin/Dick Grayson
Arnold Schwarzenegger: Mr. Freeze/Dott. Victor Fries
Uma Thurman: Poison Ivy/Dott.ssa Pamela Isley
Alicia Silverstone: Batgirl/Barbara Wilson
Michael Gough: Alfred Pennyworth
Pat Hingle: Commissario James Gordon
Jeep Swenson: Flagello
Elle Macpherson: Julie Madison
Vivica A. Fox: Ms. B. Haven
Elizabeth Sanders: Gossip Gerty
John Glover: Dott. Jason Woodrue
Michael Reid McKay: Antonio Diego
Coolio: Banker
Nicky Katt: Spike
Vendela K. Thommessen: Nora Fries

Doppiatori italiani
Massimo Corvo: Batman/Bruce Wayne
Giorgio Borghetti: Robin/Dick Grayson
Alessandro Rossi: Mr. Freeze/Dott. Victor Fries
Roberta Greganti: Poison Ivy/Dott.ssa Pamela Isley
Stella Musy: Batgirl/Barbara Wilson
Gil Baroni: Alfred Pennyworth
Gianni Musy: Commissario James Gordon
Massimo Lodolo: Dott. Jason Woodrue
Francesco Pezzulli: Banker

mercoledì 3 agosto 2011

Batman - Forever

In città ci sono due nuovi criminali: Due Facce e L'enigmista. I due si sono associati per imporre il loro dominio di terrore su Gotham City e per eliminare Batman. In più Edward Nigma ha un conto in sospeso con Bruce Wayne, dovesse scoprire la sua identità segreta prenderebbe due pipistrelli con una fava.
A complicare le cose si aggiunge la bella di turno. Chase Meridian, psicologa e psichiatra, è attirata dal caso clinico Batman mentre Bruce è coinvolto da lei.
Sullo sfondo una tragedia, causata da Due Facce, l'ex procuratore Harvey Dent sfigurato da un criminale con l'acido. Durante un'esibizione circense di beneficenza il suo intervento causa la morte della famiglia di trapezisti Grayson. Tutta sterminata tranne il più giovane, ventenne, Dick. Il tipo di tragedia coinvolge Wayne che si offre di prendersi cura del ragazzo. Basta poco, una porta chiusa, per incuriosire il nuovo ospite di casa Wayne. Dick scopre la Batcaverna e si unisce a Batman per combattere i due criminali, nei panni di Robin.

Da toni cupi dei primi due film si passa alla sfolgorante presenza di colori di questo terzo capitolo. Da buio emergono luci neon fortemente colorate ovunque, sia nei caricatori dei mitragliatori che sulla Batmobile, sia sui vestiti sgargianti dei cattivi che nei colori che si riflettono sui palazzi della città. Unici toni non vivaci sono quelli dei costumi di Batman, il primo tendente al blu ed il secondo grigio fumo, e quello di Robin, i colori sono mantenuti opachi.
La storia è di una pochezza estrema poco supportata anche dalla caratterizzazione dei personaggi. Tommy Lee Jones, Due Facce, si rifà ad un personaggio psicopatico e ridanciano dominato dall'incoscienza e dalla stupidità, mentre Jim Carrey crea un enigmista eccessivamente fisicamente elastico e malato di mente (un personaggio che viene surclassato dal classico enigmista della serie TV degli anni 60).
I due protagonisti sono Val Kilmer e Chris O'Donnell. Se è vero che sotto la maschera di Batman si può nascondere chiunque è altrettanto vero che non chiunque può interpretare Bruce Wayne. L'interpretazione di Kilmer ricalca molto quella di Keaton nei film precedenti, ma con una credibilità nettamente minore. Chris O'Donnell inizia ad assaporare il ruolo di spalla dell'eroe, giovane ed esuberante, bullo ed abbastanza odioso.
La donna dell'eroe è una Nicole Kidman feticista e con problemi psicologici profondi sempre su di giri, come se il suo personaggio fosse dedito al consumo di stupefacenti.
La regia di Joel Schumacher è tediosa e noiosa.
Le musiche seppur moderne in alcuni passaggi richiamano motivi classici legati al Batman degli anni precedenti, ed alla serie TV.
I costumi sono di una indecenza proverbiale. Ridicoli all'impossibile quelli di Due Facce, calzamaglie improponibili quelle di Jim Carrey, orribile il primo costume di Batman (hai i capezzoli!), accettabile il secondo. A sorpresa risultano più piacevoli quelli di Robin, sia il classico da acrobata che il secondo con gli stessi colori opachi.

Decisamente inguardabile. Anche solo per il costume di Batman, ripeto: hai i capezzoli!

Titolo originale Batman Forever
Lingua originale inglese
Paese USA, Regno Unito
Anno 1995
Durata 117 min
Genere supereroi
Regia Joel Schumacher
Soggetto Lee Batchler, Janet Scott Batchler, basato sul personaggio dei fumetti creato da Bob Kane
Sceneggiatura Lee Batchler, Janet Scott Batchler, Akiva Goldsman
Produttore Tim Burton, Peter Macgregor-Scott
Produttore esecutivo Benjamin Melniker, Michael E. Uslan
Casa di produzione Warner Bros.
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Italia, Warner Bros. Hove Video
Fotografia Stephen Goldblatt
Montaggio Mark Stevens, Dennis Virkler
Musiche Elliot Goldenthal
Scenografia Barbara Ling
Costumi Ingrid Ferrin, Bob Ringwood
Trucco Rick Baker

Interpreti e personaggi
Val Kilmer: Batman/Bruce Wayne
Tommy Lee Jones: Due Facce/Harvey Dent
Jim Carrey: L'Enigmista/Edward Nygma
Nicole Kidman: Chase Meridian
Chris O'Donnell: Robin/Dick Grayson
Michael Gough: Alfred Pennyworth
Pat Hingle: James Gordon
Drew Barrymore: Sugar
Debi Mazar: Spice
Ed Begley Jr.: Fred Stickley
Joe Grifasi: Guardia della Banca
George Wallace: Il Sindaco
Daniel Reichert: Direttore del circo
David U. Hodges: Jack Napier nel flashback

Doppiatori italiani
Loris Loddi: Batman/Bruce Wayne
Renzo Stacchi: Due Facce/Harvey Dent
Roberto Pedicini: L'Enigmista/Edward Nygma
Silvia Pepitoni: Chase Meridian
Giorgio Borghetti: Robin/Dick Grayson
Gil Baroni: Alfred Pennyworth
Glauco Onorato: Commissario James Gordon
Laura Boccanera: Sugar
Gabriella Borri: Spice
Angelo Maggi: Fred Stickley
Vittorio Amandola: Guardia della Banca
Massimo Corvo: Il Sindaco
Andrea Ward: Direttore del circo

Premi
2 premi agli ASCAP Film and Television Music Awards 1996:

Migliori Canzoni Eseguite per un Film (Adam Clayton, The Edge, Bono, Larry Mullen Jr.)
Film al Top del Box Office (Elliot Goldenthal)
MTV Movie Award al miglior cattivo: (Tommy Lee Jones)
BMI Film & TV Awards 1996: Miglior Canzone Eseguita per un Film (Seal)
Brit Awards 1996: Miglior Colonna Sonora (Elliot Goldenthal)
2 premi allo Sci-Fi Universe Magazine 1995:
Miglior Film Fantastico (Joel Schumacher)
Miglior Colonna Sonora per un Film di Genere (Elliot Goldenthal)

martedì 2 agosto 2011

Batman Returns

1940, a Gotham City nasce un bambino dall'aspetto deforme. Al suo primo Natale la sua famiglia lo abbandona nelle fogne. Il cestino di rattan in cui è stato messo conduce il pargolo nel vecchio zoo dismesso dove ancora dei pinguini sopravvivono e che lo salvano. Oswald Cobblepot diventa così il Pinguino.
Quarantanni dopo, nonostante l'opera di pulizia della criminalità che Batman sta portando avanti, la città è ancora in cattive acque. Max Shreck, magnate dell'energia, cerca di propinare al sindaco di Gotham la costruzione di un'altra centrale elettrica apparentemente inutile. La sua segretaria, Selina Kyle, scopre che la centrale elettrica non è quello che dovrebbe essere e lo stesso Max la uccide buttandola da una finestra. La sua morte non dura a lungo, in suo soccorso arrivano tutti i gatti di Gotham che le donano parte delle loro vite per salvarla. Nasce così Catwoman.
Gli ostacoli che il sindaco e lo stesso Wayne mettono sulla strada dei suoi progetti non piacciono a Shreck. L'industriale organizza un piano per far dimettere il sindaco e mettere al suo posto il redivivo, ed ormai eroe cittadino, Oswald Cobblepot. Il Pinguino, però, non è proprio uno sprovveduto ed, a sua volta, utilizza il potere di Shreck per raggiungere i suoi scopi. Quando poi si prospetta un'alleanza con Catwoman per mettere alle strette e screditare Batman non se lo fa ripetere due volte.
Intanto uno relazione sentimentale inizia tra Bruce e Selina da un lato e tra Batman e Catwoman dall'altro. I due non si rendono conto di essere attratti anche dai loro alter ego fino a quando una frase ripetuta da entrambi, sotto entrambe le identità, non li mette a conoscenza del segreto l'uno dell'altra.
Il Pinguino dal canto suo mette in atto il piano per screditare l'uomo pipistrello, ma gli si ritorce contro. Decide così per la vendetta autonoma. Abbandona i panni di Oswald Cobblepot e ritorna ad essere se stesso organizzando il rapimento dei primogeniti di tutte le famiglie di Gotham e la distruzione di parte della città stessa. Batman si opporrà a lui fino alle più tragiche conseguenze.

Burton torna dietro la macchina da presa per un nuovo Batman, tre anni dopo al primo. Sotto il mantello si nasconde ancora Michael Keaton. Ad interpretare i villains questa volta sono altre due icone perfette per i ruoli. L'ottimo Pinguino è un, irriconoscibile, Danny DeVito e la sensuale Catwoman è, una in formissima, Michelle Pfeiffer. Entrambi gli avversari dell'uomo pipistrello sono caratterizzati in modo spettacolare dagli attori che li impersonano, tanto è vero che, dopo Julie Newmar, quella della Pfeiffer sarà la seconda miglior Catwoman di sempre. Il Pinguino, invece, è un personaggio dalle grandi potenzialità sempre troppo sottovalutato dagli sceneggiatori dei fumetti della DC. Qui riesce ad esprimersi al meglio nella sua lucida follia, nel suo adattarsi per trovare un ruolo nella società, ma, sopratutto, per vendicarsi delle privazioni subite per colpa dei suoi genitori.
Assistiamo alla conferma di quando supposto dopo la visione del primo capitolo del 1989: Bruce è la maschera di Batman. In una delle scene madri del film, infatti, durante la festa in maschera organizzata da Shreck Wayne di presenta vestito in smoking e Selina in un abito da sera classico. Entrambi sono, dunque, consci che quello che mostrano quotidianamente alla gente altro non è una maschera che copre le loro vere identità: Batman e Catwoman.
Michael Keaton, nei panni di Batman, parla ancora meno di quanto facesse nel primo film. Delinea e cesella meglio la sua visione del crociato mascherato ottenendo un'altra performance degna di nota.
La tuta di Batman sembra essere leggermente modificata rispetto a quella precedente e qualche gadget è stato aggiunta alla Batmobile. Le scenografie ridisegnate danno sempre un aspetto dark alla città, ma mettono in risalto elementi architettonici tenuti in secondo piano tre anni prima. Gran parte del film si svolge nella piazza centrale della città, sempre gremita di comparse, tra shopping e scontri tra buoni e cattivi.

Di solito i sequel sono dei mezzi fallimenti. L'opera meritoria fatta da Tim Burton è stata quella di non considerare questo film un secondo capitolo del primo, ma di renderlo una pellicola a se stante. Il concetto viene ben sviluppato ed il film risulta godibile e di buona fattura.

Come il primo. E' Tim Burton. E' Batman. E' un connubio che rasenta la perfezione. Da vedere.

Titolo originale Batman Returns
Lingua originale inglese
Paese USA, Regno Unito
Anno 1992
Durata 126 min

Genere comics
Regia Tim Burton
Soggetto Sam Hamm, Daniel Waters, basato sul personaggio dei fumetti creato da Bob Kane
Sceneggiatura Daniel Waters, Wesley Strick (non accreditato)
Produttore Tim Burton, Denise Di Novi
Produttore esecutivo Jon Peters, Peter Guber, Benjamin Melniker, Michael E. Uslan
Casa di produzione Warner Bros.
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Italia, Warner Home Video
Fotografia Stefan Czapsky
Montaggio Chris Lebenzon, Bob Badami
Musiche Danny Elfman
Scenografia Bo Welch
Costumi Bob Ringwood, Mary E. Vogt

Interpreti e personaggi
Michael Keaton: Bruce Wayne/Batman
Danny DeVito: Oswald Cobblepot/Pinguino
Michelle Pfeiffer: Selina Kyle/Catwoman
Christopher Walken: Max Shreck
Michael Gough: Alfred Pennyworth
Pat Hingle: Comm. James Gordon
Michael Murphy: Sindaco
Paul Reubens: Tucker Cobblepot
Andrew Bryniarski: Chip Shreck
Cristi Conaway: Principessa del Ghiaccio
Vincent Schiavelli: Suonatore d'organetto
Henry Kingi: Rapinatore

Doppiatori italiani
Mario Cordova: Batman/Bruce Wayne
Giorgio Lopez: Oswald Cobblepot/Pinguino
Rossella Izzo: Selina Kyle/Catwoman
Luciano Roffi: Max Shreck
Gil Baroni: Alfred Pennyworth
Vincenzo Ferro: Comm. James Gordon
Carlo Sabatini: Sindaco
Stefano Benassi: Chip Shreck
Barbara Castracane: Principessa del Ghiaccio
Bruno Conti: Suonatore d'organetto

Premi
Saturn Award 1993: Miglior Trucco (Stan Winston, Ve Neill)
BMI Film & TV Awards 1993 (Danny Elfman)
2 nomination al Premio Oscar 1993:
Migliori Effetti ed Effetti Visivi (Michael L. Fink, Craig Barron, John Bruno, Dennis Skotak
Miglior Trucco (Ve Neill, Ronnie Specter, Stan Winston)
4 nomination ai Saturn Award 1993:
Miglior Costumi (Bob Ringwood, Mary E. Vogt, Vin Burnham)
Miglior Regia (Tim Burton)
Miglior Film Fantastico (Tim Burton)
Miglior Attore non Protagonista (Danny DeVito)
2 nomination ai BAFTA 1993:
Miglior Trucco (Ve Neill, Stan Winston)
Migliori Effetti Speciali (Michael L. Fink, John Bruno, Craig Barron, Dennis Skotak)
Candidato al premio Hugo 1993: Miglior presentazione drammatica (Tim Burton)
3 nomination agli MTV Movie Awards 1993:
Miglior Bacio (Michael Keaton, Michelle Pfeiffer)
Miglior Antagonista (Danny DeVito)
Donna Più Desiderabile (Michelle Pfeiffer)
Nomination ai Razzie Awards 1993: Peggior Attore non Protagonista (Danny DeVito)

lunedì 1 agosto 2011

Batman

Negli anni 80 a Gotham City qualcuno non vuole che il crimini dilaghi e si impegna per arginarlo. Non è il sindaco. Non è la polizia. E' un uomo vestito da pipistrello. Batman. Una genesi tragica ha portato Bruce Wayne, miliardario amante della bella vita, a diventare un vendicatore a protezione della sua città. Gli affari loschi Carl Grissom sono una grande piaga ed il suo braccio destro Jack Napier è il crudele esecutore delle sue missioni. L'equilibrio si spezza quando Jack inizia ad andare a letto con la donna di Carl. Una volta saputolo, il boss, invia il suo secondo ed i suoi scagnozzi in una trappola da lui organizzata in una fabbrica chimica. Ad attenderli sul posto ci sono sia la polizia che Batman. E' proprio la presenza di quest'ultimo a causare l'incidente che genererà la sua più grande nemesi. Quando Jack spara all'uomo pipistrello il proiettile viene rimbalzato e si ferisce, perde l'equilibrio e cade in una vasca di rifiuti radioattivi. Viene creduto morto, ma non è così. Sopravvissuto si reca da un chirurgo plastico illegale e si fa sistemare. La situazione è, però, disperata: il volto è, e sarà per sempre, sfigurato. Nasce il Jocker.
Il Jocker comincia a terrorizzare la città e Batman stesso deve scendere sul suo stesso piano se vuole affrontarlo e sconfiggerlo. Lo scontro finale avrà luogo sull'altissima cattedrale di Gotham. Solo uno di loro sopravvivrà.

48 milioni di dollari nel 1989, tanto è costato questo film di Tim Burton dedicato al mitico eroe dei fumetti della DC Comics. Il gotico regista ed i suoi collaboratori hanno creato una città oscura, cupa ed immersa nella malvagità nella quale è difficile vedere uno spiraglio di speranza. Hanno messo sul piatto personaggi di contorno importanti come Harvey Dent, il procuratore distrettuale che diverrà Due Facce, il commissario Gordon, tutore della legge della città, e Vicki Vale, fotografa impegnata unico punto di bianco per tutto il film, il tutto per dare un degno palcoscenico a due dei più memorabili avversari dei fumetti. Nei panni del cattivo troviamo Jack Nicholson in ottima forma, in quella che forse è la sua seconda performance migliore dai tempi di Shining (nella versione italiana lo aiuta anche il doppiaggio di Giancarlo Giannini). Il celebre attore riesce ad incarnare l'incontrollata follia che possiede il criminale ancora da prima che diventi il Jocker. Gli autori hanno creato una genesi originale ed azzeccata di questo personaggio tanto che nell'immaginario collettivo tranquillamente sostituisce quella originale dei fumetti di Bob Kane. Nei panni del suo antagonista un attore sia comico che drammatico allora semisconosciuto al grande pubblico: Michael Keaton. Profondità e spessore vengono dati al personaggio da questo attore che mette in evidenza come non sia Batman la maschera che Bruce Wayne indossa di giorno, ma come si Wayne il travestimento che Batman è costretto ad usare di giorno, attendendo di tornare in azione la notte. Tanti, sia all'epoca che oggi, hanno criticato Keaton per non essere riuscito a far emergere la figura del vendicatore mascherato sopra a quella del Jocker (e questo discorso è stato fatto anche per il secondo capitolo nei confronti del Pinguino). A mio parere, invece, il lavoro fatto dall'attore sui suoi due personaggi hanno definito quello che è uno dei migliori Batman/Bruce Wayne cinematografici di sempre. Se andiamo a vedere i lavori di Nolan sulla saga del Cavaliere Oscuro ed il suo attore, Bale, tanto di quanto mettono loro sul piatto deriva dalla caratterizzazione originale data nel 1989 da Keaton.
Come ricordato siamo alle porte degli anni 90 e girare un film di supereroi risulta rischioso, gli effetti speciali rischiano di non essere all'altezza di quanto immaginato dai lettori di fumetti. Burton ed il team di scenografi e costumisti crea un mondo che funziona. Di questo mondo fanno parte la, forse, migliore Batmobile di sempre ed una grande Bat suite. Certo Keaton aveva qualche difficoltà a girare la testa e con la visione periferica, ma vogliamo mettere l'effetto scenico di quel costume nero, in lattice e pesantissimo, quando appariva alle spalle dei nemici o gli dava la caccia? Evocativo, niente da aggiungere.
A far da contorno al piatto principale si aggiungono Jack Palance, la faccia di cuoio di tanti film western, nei panni di Carl Grissom, ma sopratutto Kim Basinger in quelli di Vicki Vale. La Basinger è bellissima, ad anni di distanza assomiglia alla Evangeline Lilly di Lost, bionda, vestita spesso di bianco a dare speranza e luce in una città oscura. Allo spettatore suggerisce l'idea di essere una ragazza si esperta di vita pericolosa, per via del suo lavoro, ma anche spiazzata nel trovarsi tra i due fuochi più caldi della città: contesa dal Jocker e da Batman, che sa essere Wayne.
Infine, azzeccata la musica del tema di Danny Elfman e persino piacevoli le canzoni di Prince.

Batman di Tim Burton risente degli anni solo sul ritmo narrativo, ma solamente perché non sono presenti effetti visivi in computer grafica ai quali i film tratti dai comics ci hanno abituato in questi anni. Sotto ogni altro punti di vista è un film attuale che molto ha da insegnare ad altri più recenti (citiamo Ghost Rider su tutti). Una piacevole visione, una storia interessante, attori di livello in ogni ruolo ed un lavoro per la realizzazione di tutto rispetto ancora adesso.

Per chi non l'ha visto un must da vedere, per chi ne ha già goduto, beh perché smettere?

Titolo originale Batman
Lingua originale inglese
Paese USA, Regno Unito
Anno 1989
Durata 126 min

Genere azione, fantastico, supereroi
Regia Tim Burton
Soggetto Sam Hamm, basato sul personaggio dei fumetti creato da Bob Kane
Sceneggiatura Sam Hamm, Warren Skaaren
Produttore Jon Peters, Peter Guber
Produttore esecutivo Benjamin Melniker, Michael E. Uslan
Casa di produzione Warner Bros.
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Italia, Warner Home Video, Laserdisc: Warner Home Video
Fotografia Roger Pratt
Montaggio Ray Lovejoy
Musiche Danny Elfman, Prince (canzoni)
Scenografia Anton Furst
Costumi Bob Ringwood, Tony Dunsterville

Interpreti e personaggi
Michael Keaton: Bruce Wayne/Batman
Jack Nicholson: Jack Napier/Joker
Kim Basinger: Vicki Vale
Robert Wuhl: Alexander Knox
Michael Gough: Alfred Pennyworth
Pat Hingle: Comm. James Gordon
Jack Palance: Carl Grissom
Billy Dee Williams: Harvey Dent
Lee Wallace: Sindaco Borg
Tracey Walter: Robert "Bob" Hawkins
William Hootkins: Ten. Max Eckhardt
Jerry Hall: Alicia Hunt
Bruce McGuire: Peter McElroy
George Roth: Eddie, il rapinatore
Christopher Fairbank: Nic, il rapinatore
Garrick Hagon: Harold, il turista
Joe Soresi: Medico
Hugo E. Blick: Jack Napier da giovane
Paul Birchard: Reporter

Doppiatori italiani
Luca Biagini: Bruce Wayne/Batman
Giancarlo Giannini: Jack Napier/Joker
Paila Pavese: Vicki Vale
Stefano De Sando: Alexander Knox
Silvio Spaccesi: Comm. James Gordon
Luigi Pistilli: Alfred Pennyworth
Gianni Musy: Carl Grissom
Paolo Buglioni: Harvey Dent
Sandro Pellegrini: Sindaco Borg
Ennio Coltorti: Ten. Max Eckhardt
Lisa Genovese: Alicia Hunt
Fabrizio Pucci: Peter McElroy
Loris Loddi: Eddie, il rapinatore
Pasquale Anselmo: Nic, il rapinatore
Carlo Valli: Harold, il turista
Luigi Ferraro: Medico
Giancarlo Giannini: Jack Napier da giovane

Premi
Premio Oscar 1990, per la migliore scenografia (Anton Furst)
ASCAP Film and Television Music Awards 1990: Miglior Canzone Eseguita per un Film (Prince)
BMI Film & TV Awards 1990: Premio Migliori Musiche per Film (Danny Elfman)
Brit Awards 1990: Miglior Colonna Sonora (Danny Elfman)
Saturn Award 1991: Premio dei Presidenti (Tim Burton)
Evening Standard British Film Awards 1990: Miglior Scenografia (Anton Furst)
2 Premi ai People's Choice Awards 1990:
Film Drammatico Preferito (Tim Burton)
Film Preferito (Tim Burton)
5 nomination ai Saturn Award 1991:
Miglior Attore (Jack Nicholson)
Miglior Costumi (Bob Ringwood)
Miglior Film Fantastico (Tim Burton)
Miglior Trucco (Paul Engelen, Lynda Armstrong, Nick Dudman)
Miglior Attrice non Protagonista (Kim Basinger)
6 nomination ai BAFTA 1990:
Miglior Attore in un Ruolo non Protagonista (Jack Nicholson
Miglior Costumi (Bob Ringwood)
Miglior Trucco (Paul Engelen, Nick Dudman)
Miglior Scenografia (Anton Furst)
Miglior Suono (Don Sharpe, Tony Dawe, Bill Rowe)
Migliori Effetti Speciali (Derek Meddings, John Evans)
Nomination al Premio Golden Globe 1990: Miglior Performance di un Attore in un Film - Commedia/Musical (Jack Nicholson)
2 nomination al Premio Grammy 1990:
Miglior Album di una Colonna Sonora Strumentale Originale Scritta per un Film (Danny Elfman)
Miglior Canzone Scritta Specificatamente per un Film o per la Televisione (Prince)
Candidato al premio Hugo 1990: Miglior Presentazione Drammatica (Tim Burton)
Nomination agli Young Artist Awards 1990: Miglior Film Family - Musical o Fantasy (Tim Burton)