giovedì 31 gennaio 2013

Django Unchained

1858. Due anni prima della Guerra Civile Americana. Da qualche parte nel Texas una piccola carovana, costituita da tre uomini a cavallo e qualche negro a piedi, sta attraversando il territorio per vendere gli schiavi al mercato. Sul loro cammino incontrano uno strano dentista di origini tedesche, il Dr. King Schultz, che si offre di comperare uno degli schiavi: Django. I tre uomini non sono molto d'accordo sulla transazione, un po' perché è piena notte ed un po' perché non capiscono bene tutto quello che dice l'erudito e verboso dottore. Visto che gli affari vanno per le lunghe e più verso il no che il sì, Schultz uccide il capo carovana, stordisce gli altri, compra legalmente Django e permette agli altri schiavi di trovare la libertà.
In sella ai loro due cavalli la strana coppia giunge in una cittadina di frontiera ed entra in un Saloon. Il barman sconcertato di vedere un negro nel suo locale corre a chiamare lo sceriffo, mentre i due si servono birra e parlano. Il Dottore in realtà è un cacciatore di taglie sulle tracce di tre fuorilegge che lavoravano come sorveglianti nel campo in cui era schiavo Django. Dei tre non esistono ritratti e l'unico disponibile a riconoscerli e lo schiavo che ha liberato e che ha più di un motivo per vederli morti, quindi gli offre un accordo come socio: 75 dollari e la libertà quando li avranno catturati.
L'accordo è fatto.
Con l'abile parlantina del Dottore e con la rudezza di Django riescono a trovare ed incassare la taglia sui tre, ma Django ha ancora un obiettivo prima di separarsi dal suo socio: deve ritrovare sua moglie. Restano insieme tutto l'inverno e scoprono che Bromilda, la moglie di Django, è ora schiava nella famigerata Candyland, il campo di schiavi di Calvin Candie, pazzo schiavista appassionato di combattimento a mani nude tra negri.
Avranno bisogno di una buona messa in scena per entrare nelle grazie de tenutario ed avvicinare la moglie di Django, ammesso che sia ancora viva, e non è detto che tutto vada per il meglio.

165 minuti e non sentirli. Ebbene sì il Django Unchained di Tarantino, nuovo lungometraggio, il più lungo del regista di Knoxville, dura quasi tre ore e non ti fa pentire di esserti messo a vederlo.
Da sempre appassionato dei film "spaghetti western" di Sergio Leone, Quentin, trova, finalmente il modo di omaggiare palesemente il genere. Prende un vecchio classico del cinema western, Django, lo riscrive a modo suo e lo farcisce di citazioni (due su tutte sono la presenza di Franco Nero, il Django originale, e quella da "Il buono, il brutto, il cattivo", in entrambi i film si usa la dinamite che verrà inventata da Alfred Nobel solo nel 1867), ritagliandosi anche il ruolo per un cameo.
L'atmosfera da film anni '60 e '70 del secolo scorso si respira già da subito. L'introduzione con la classica musica morriconiana d'epoca, i titoli di testa (e poi quelli di coda) in pieno stile, insomma un'opera di recupero che fa sentire a casa l'appassionato.
Ad aiutare e sostenere l'energica sceneggiatura del regista del Le Jene e Bastardi senza gloria è un cast di attori di ottimo livello. Non stupisce la candidatura all'Oscar di Chistoph Waltz e altrettanto non stupisce la non candidatura del protagonista Jamie Foxx che, seppur bravo ed a suo agio, non raggiunge picchi toccati in suoi film precedenti. Altro merito di Tarantino è quello di essere riuscito a far entrare in un personaggio Samuel Jackson. Dopo anni di interpretazione di se stesso e di film action si ritrova, irriconoscibile a prima vista, in questa pellicola nel ruolo del capo servitù nella villa di Leonardo Di Caprio e lo fa con bravura, instillando sfacciato fastidio nell'animo di chi lo guarda. C'è anche Di Caprio, niente di eccezionale, ma Tarantino gli riserva un bel ruolo, ricco e corposo. Un cameo, anche un po' di più, è per Don Johnson, che tra il serio ed il faceto, interpreta un tenutario destinato a non fare una bella fine. L'unica donna del cast è Kerry Washington (vista accanto a Jamie Foxx in Ray, con Brangelina in Mr e Mrs Smith, nel forte L'ultimo re di Scozia di Kevin Macdonald, Alica nei i Fantastici Quattro) di una bellezza luminosa e delicata, con un ruolo di forte sofferenza e di riscatto.
La colonna sonora oltre che a proporre brani di musica classica orchestrati da Morricone offre spunti di musica contemporanea ed una canzone decisamente intensa interpretata da Elisa (anche se non mi sarebbe dispiaciuto sentirla cantare da Ilaria Graziano, quella di I Do di Ghost in the Shell Stand Alone Complex). 

Cosa colpisce al volo in questo film? I dialoghi e la parte affidata a Chistoph Waltz. Cosa dimenticare di questo film? Niente. E' un film da vedere e da godersi fino all'ultimo secondo (ed intendo anche dopo i titoli di coda, anche se non è un Marvel), perché è veramente bello.

Di Tarantino è difficile trovare qualcosa di brutto (personalmente, forse perché visti tanto tempo fa, giudico dimenticabili Four Rooms e Jackie Brown) e gli ultimi due film per il grande pubblico, Bastardi senza gloria e Django, sono imperdibili.

Ps: La Guerra Civile è del 1861, quindi tre anni dopo l'inizio dell'avventura di Django, così per essere pignoli.


Bugiardino.

Titolo originaleDjango Unchained
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneUSA
Anno2012
Durata165 min
Colorecolore
Audiosonoro
Rapporto2,35:1
Genereazione, western, drammatico
RegiaQuentin Tarantino
SoggettoQuentin Tarantino
SceneggiaturaQuentin Tarantino
ProduttoreReginald HudlinPilar Savone,Stacey SherWilliam Paul Clark
Produttore esecutivoBob WeinsteinHarvey Weinstein,Shannon McIntoshMichael ShambergJames W. Skotchdopole
Casa diproduzioneColumbia PicturesThe Weinstein CompanySuper Cool Man Shoe TooDouble Feature FilmsSuper Cool ManChu Too
Distribuzione(Italia)Sony Pictures Italia
FotografiaRobert Richardson
MontaggioFred Raskin
MusicheMary RamosEnnio Morricone
ScenografiaJ. Michael Riva
CostumiSharen Davis
TruccoHeba Thorisdottir
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

mercoledì 30 gennaio 2013

The woman in black

Gli inizi del 900 del secolo scorso. Una casa di campagna. Tre bambine giocano tranquille a dare il tè alle bambole e dopo qualche minuto si gettano dalla finestra della soffitta, morendo all'istante.
Londra. Arthur Kipps ha un figlio di quattro anni che alleva insieme alla governante, visto che la moglie è morta di parto. Una volta giovane avvocato promettente, ora ossessionato dal suo lutto, non riesce più a lavorare ad alti livelli. Per non licenziarlo il suo studio gli offre un'ultima opportunità: sistemare le carte e vendere le proprietà nella palude di un paesino lasciata da una vecchia donna sola deceduta, Alice Drablow storica cliente dello studio.
Il martedì l'avvocato parte per la sua destinazione, con la promessa che figlio e tata potranno raggiungerlo il venerdì, e sul treno conosce un gentile residente del villaggio, Mr. Daily, che gli darà un passaggio, sotto il diluvio, fino alla locanda.
Lo straniero non è ben visto dalla gente del posto. Infatti, il locandiere si rifiuta di dargli una stanza e solo la bontà d'animo della moglie gli permetterà di essere ospitato nelle soffitta (la stessa delle tre bambine).
Il giorno dopo anche l'avvocato del paese lo tratta male e lui si reca, pagando una fortuna ad un cocchiere, ad Eels Marsh, dimora della defunta, per vedere la documentazione per la vendita.
Il luogo è isolato, silenzioso ed ospita un piccolo cimitero. La maree che sale e copre la strada per gran parte del giorno, poi, non permette alcuna comunicazione con il mondo esterno.
Nella solitudine della casa, ad Arthur, sembra di vedere cose impossibili, ma la più eclatante è una donna vestita di nero che si aggira nel giardino. Già provato psicologicamente dalla morte della moglie queste manifestazioni lo colpiscono.
Tornato al villaggio ed andato all'ufficio di polizia locale per denunciare l'accaduto, una bambina gli muore tra le braccia dopo aver trangugiato la lasciva. Nonostante il trauma si reca a cena a casa di Mr. Daily dove viene a conoscenza della sua triste storia familiare e della sconvolta moglie.
Le morti dei bambini non si fermano e l'odio verso di lui monta in tutti gli abitanti del paese.
La misteriosa donna in nero continua e perseguitalo e con lei anche il fantasma di un bambino sporco di fango.

Da anni non vedevo una classica storia di fantasmi all'inglese e questo film lo è.
Daniel Radcliffe è l'indiscusso protagonista di questo riuscito ghost movie, che spaventa per quello che non mostra ed inquieta il buio intorno allo spettatore, senza affidarsi troppo ai soli effetti sonori. La scena e la vicenda si sviluppa solo dove c'è lui. Lui è sempre presente in scena, quasi non ci sono inquadrature senza di lui e se ci sono lui è comunque sempre presente nell'azione. Una prova di maturità recitativa davvero importante (nonostante truccato ed emaciato assomigli sempre di più ad Edward Cullen). Accanto a lui sul set, praticamente, solo Claràm Hinds (Mr. Daily), il Giulio Cesare di Roma, e nessuna protagonista femminile, ma solo comparse. Le che incrociano la vita del protagonista sono sempre anime pie che gli vengono in aiuto: la tata, la locandiera, la moglie di Mr. Daily.
James Watkins, dietro la macchina da presa, realizza una dinamica ed appassionante storia di fantasmi. Mette in gioco molto "non vedo" e si diverte a sfruttare la visione periferica del protagonista per farlo spaventare e far spaventare anche noi.
La colonna sonora è praticamente inesistente, e non è un male, ma sono gli effetti sonori a farla da padroni. Si rivelano, infatti, azzeccati e puntuali.
L'ambientazione storica è costruita con precisione e l'atmosfera ricreata sia dagli ambienti che dal tono scelto per la fotografia permettono allo spettatore di immedesimarsi nel protagonista. L'insieme ottenuto con l'abile miscela di regia, recitazione, suono e scenografia ottiene l'effetto sperato: inquietare chi guarda come se fosse lì con Arthur Kipps.
Complimenti a Susan Hill (la scrittrice a cui si deve il libro da cui è tratto il film) e Jane Goldman che ne ha curato la trasposizione cinematografica.

Una bella ghost story inglese per tutti gli amanti del genere, come non se ne vedevano da anni. Da vedere. E poi è prodotta dalla Hammer, che vogliamo di più!


Bigino.

Titolo originaleThe Woman in Black
Lingua originaleInglese
Paese di produzioneRegno UnitoItalia
Anno2012
Durata95 minuti
Colorecolore
Audiosonoro
GenereHorror, Gotico
RegiaJames Watkins
SceneggiaturaSusan HillJane Goldman
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

martedì 29 gennaio 2013

Saint Seiya - Hades

Hades è risorto, non appena i Cavalieri dello Zodiaco hanno abbattuto la colonna di Nettuno, ed ha un suo piano per sterminare la vita sulla Terra ed espandere il suo regno oltre quello dei morti. Per prima cose deve eliminare Atena e tutti i suoi cavalieri. Per fare questo opera la resurrezione dei Cavalieri d'Oro morti nella battaglia delle 12 case donando loro armature Surplici nere identiche a quelle che avevano in vita.  Il compito di questi redivivi vendicatori dovrà essere compiuto nelle 12 ore di vita che il dio degli inferi ha regalato loro e sotto il comando della misteriosa Pandora. Nel frattempo i cinque Cavalieri di Bronzo più vicini ad Atena vengo attaccati da risorti Cavalieri d'Argento. Sul campo di battaglia tornano anche due cavalieri, che indossando armature d'oro avevano partecipato all'antica guerra per il Grande Tempio: Sion dell'ariete, ultimo Gran Sacerdote ucciso da Gemini, e Dohko di Libra, il ringiovanito Maestro dei Cinque Picchi,
Quando tutti si trovano al Grande Tempio, con l'intenzione di aiutare Atena, Seiya, Shun, Ikki, Shiryu, Hyoga vengono informati che Lady Saori ha raggiunto gli Inferi per affrontare di persona Ade ed i 108 Spectre risorti. Con l'aiuto di Sion, che utilizzando il sangue di Lady Saori rigenera le armature dei Cavalieri di Bronzo, i cinque ragazzi ed i Cavalieri d'Oro superstiti alle battaglie si recano nell'Ade.
Una volta giunti nel mondo sotterraneo vengono sconvolti da un evento inaspettato: Shun è Ade. Portato direttamente nel Gineceo da Pandora il ragazzo sta subendo l'invasione del suo corpo da parte del Signore degli Inferi, ma cerca di resistere. I suoi amici, percorrendo strade diverse, cercano di arrivare in tempo prima che la situazione si riveli irreversibile. Nel loro tragitto dovranno, nel frattempo, sconfiggere i 108 spectre di Ade e non sarà facile. Seiya, inoltre, avrà l'arduo compito di portare ad Atena la sua armatura per permetterle di combattere contro Ade. Ikki non avrà vita facile, ma grazie all'intervento di Pandora, su ordine di Ade stesso, sarà il primo a raggiungere il Gineceo. Hyoga e Shiryu, invece, si dovranno fare il mazzo correndo e combattendo. I Cavalieri d'Oro, con Virgo a fare da guardia del corpo ad Atena, arriveranno alla meta alla spicciolata, ma saranno fondamentali per abbattere il Muro del Pianto che separa il Gineceo dai Campi Elisi, dove Ade ed Atena sono andati ad affrontarsi in santa pace.
Riusciranno i 12 Cavalieri d'Oro, tra vivi e morti risorti, ad abbattere il muro? Seiya ed i suoi amici compiranno la missione di consegnare in tempo per la battaglia l'armatura a Lady Saori? L'appuntamento è nei Campi Elisi.

A 13 anni dalla conclusione della terza serie dei Cavalieri dello Zodiaco (La battaglia del Santuario, La battaglia di Odino e La battaglia di Nettuno) la Toei Animation e la Bandai Visual decidono di rimettere in pista una serie che non ha mai smesso di appassionare ragazzi. I fan di tutto il mondo (giapponese, spagnoli ed italiani su tutti) possono così assistere a tre nuove serie di OAV dedicate ai loro eroi preferiti. 13 capitoli per la serie Santuario, 13 per la serie Inferno e 6 capitoli per la serie Elysium affidati, come da unica e migliore scelta possibile, a Yokoyama Seiji per le musiche, Araki Shingo per il character design e al trio Sakurada e Katsumata (Santuario/Inferno ed Elysium) per quanto riguarda le sceneggiature.
Araki Shingo, purtroppo scomparso nel 2011, mantiene il suo stile classico, snello ed essenziale portando sullo schermo, grazie ai disegni di Iijima e Yuki. La scelta dei colori, accesi  e brillanti, è, ormai un must di questi anni, ma non sfigura e ben sia adatta alla storia raccontata. Inoltre la scelta delle luci permette di rendere luminose e chiare le scene senza pregiudicare la cupezza del luogo in cui si svolgono (sopratutto per quanto riguarda Inferno).
Però quello che conta, a tutti gli effetti, è la trama. Sotto questo punto di vista la serie di OAV è un'occasione persa. Si poteva dare una svolta al mito, rinnovarlo, rischiando qualcosa. Invece, si è preferito proseguire su una strada conosciuta e già tracciata. Certo sono stati inseriti nuovi personaggi, nuove armature, ma le dinamiche narrative sono rimaste ferme datate 1986. Lo stesso ritmo e gli stessi espedienti che hanno reso storica la prima serie, ma che avevano già stancato nelle avventure successive, vengo ripetuti qui all'esasperazione. Il ritmo narrativo, oltretutto, è di una lentezza lancinante. Pedanti primi piani dei personaggi, dialoghi ripetuti e noiosi, svolte che non sorprendono, espedienti semplici ed ingenui non mantengono la promessa che ci si aspetterebbe da Kurumada. Le scelte registiche, oltretutto, rallentano ulteriormente la velocità della narrazione. Tanto vale attivare l'opzione dei sottotitoli e guardarlo a doppia, se non tripla, velocità, solo per dare brio alle avventure dei Cavalieri coinvolti nella tenzone.

Di 31 OAV che compongono questo ritorno dei Cavalieri di Atena, del 2002 (2009 in Italia e nella nostra lingua manca ancora il capitolo su Campi Elisi), appesantiscono il mito originale. Se da una parte sono un piacere per gli occhi dall'altra sono un tremendo peso per il cerebro ed una lagna per le orecchie.
Fossero stati al massimo 16 episodi la storia sarebbe stata più briosa ed intrigante, risparmiandoci una mare di tempi morti.
La nota positiva è la giustificazione alle innumerevoli action figure della serie Myth Cloth rilasciata dalla Bandai e la gioia che questo ha portato sia ai collezionisti che alla divisioni modellini della casa nipponica. Certo su questo argomento ci sarebbe da aprire un post tutto suo...

Quindi per chi è questa serie? Penso che l'appassionato totale la troverà di suo gusto e che il novizio la troverà un punto di inizio per appassionarsi. Per chi come me sta nel mezzo, amante degli anime, ma conoscitore del mito, è solo un modo per vedere una delle ultime opere a cui si è dedicato Araki Shingo prima di lasciarci.


Schemino di Wikipedia.

Titolo originaleSaint Seiya: Meiou Hades
AutoreMasami Kurumada
Regia
Disegni
Sceneggiatura
Character design
Studio
MusicheSeiji Yokoyama
ReteSky TV
1ª edizione
Episodi31 (completa)
Reti italiane
1ª edizione it.
Episodi it.31 (completa)
Durata ep. it.26'
Censura it.si
Dialoghi it.
Doppiaggio it.Ivo De Palma direttore
Genere


Cronologia
  1. I Cavalieri dello zodiaco
  2. I Cavalieri dello zodiaco - Saint Seiya - Hades
  3. Saint Seiya: The Lost Canvas