lunedì 31 dicembre 2012

Dylan Dog - Blacky

Dylan Dog 316, mensile
Blacky
Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Gauldoni
Disegni: Daniele Bigliardo
Copertina: Angelo Stano

Durante un'importante corse ippica uno dei cavalli fatica ad entrare nel suo cancelletto di partenza. Solo l'intervento della sua padrona lo convince a calmarsi ed a partire allo start. La corsa, però, sembra maledetta. Infatti, a pochi metri dall'arrivo una fitta nebbia cala sul tracciato ed il cavallo in testa s'imbizzarrisce. Al termine della gara il fantino dichiarerà di aver visto il fantasma di un cavallo affiancarsi al suo quadrupede e di averlo spaventato.
Il fantasma sembra essere quello di Blacky, cavallo vincitore di quella stessa gara, diversi anni prima, giunto al traguardo menomato e per questo soppresso.
Un mistero del genere, ed incubo annesso, non può che essere pane di un'indagine di Dylan Dog.

La storia parte bene. Documentata e curata sotto l'aspetto ippico della sceneggiatura, ma quando i personaggi iniziano ad apparire e scomparire senza costrutto dalla scene giungono i primi sospetti di essere davanti ad un pessima storia. Giovanni Gualdoni che, evidentemente, sta scrivendo troppi soggetti e sceneggiature perchè siano tutte di qualità, parte bene, ma non riesce a portare a termine con costrutto una storia dall'apparenza interessante.
Nota positiva sono gli ottimi disegni, ricchi di dettagli e di piena corposità, opera di Daniele Bigliardo (già apprezzato nei numeri 289, 290 e 304 dell'Indagatore dell'Incubo). Con il suo tratto curato ed intrigante. Non risparmia china e fatica pur di rendere il lettore partecipe e soddisfatto. Peccato, come detto, che debba lavorare su una sceneggiatura scadente e deficitaria.
La copertina di Stano è azzeccata ed evocativa. Forse non la migliore dell'anno, ma sicuramente un'ottima prova dell'illustratore di Santeramo in Colle, ormai milanese d'adozione.

Il modo peggiore per dare appuntamento al 2013 ad i fan dell'Old Boy.

venerdì 28 dicembre 2012

Lo Hobbit - Un viaggio in aspettato

Nella Terra di Mezzo, la Contea è il tranquillo, verde, luogo dove hanno dimora gli hobbit. Creature pacifiche e tranquilla è raro che vivano avventure. Nonostante la discendenza Tuc da parte di madre, neanche Bilbo Baggins è un hobbit avventuroso. Solo quando un vecchio amico di famiglia, lo stregone Gandalf il Grigio, busserà alla sua porta per proporgli un'avventura, che lui prontamente rifiuterà, la sua vita subirà uno scossone. La sera stessa della visita di Gandalf alla sua porta busseranno 13 nani, Dwalin, Balin, Nori, Dori, Ori, Fili, Kili, Bifur, Bofur, Bombur, Oin, Gloin ed il loro capo Thorin Scudodiquercia erede del trono dei nani sotto la montagna del popolo di Durin. L'allegra combriccola, dopo aver svuotato la dispensa del povero ignaro Bilbo, diventerà seria e discuterà, alla presenza di Gandalf, di come riconquistare il loro regno: Erebor. Infatti, sessanta anni prima, il drago Smaug ha cacciato i nani dal loro regno sotto la Montagna Solitaria per impossessarsi delle fortune accumulate in oro dal nonno di Thorin, Thror. A Bilbo stesso viene porto l'invito di partecipare all'avventura, su suggerimento di Gandalf e con l'opposizione di Thorin. Dopo discussioni ed indecisioni i 15 membri della compagnia partono per la loro avvenutra.
Lottando contro Troll, Goblin, Orchi, stregonerie ed incantesimi dovranno raggiungere la Montagna Solitaria.

Un viaggio inaspettato narra della partenza dalla Contea della compagnia ed il loro arrivo a poca distanza dalla Montagna Solitaria. Non si può negare che Peter Jackson, di ritorno nella Terra di Mezzo, dopo King Kong ed Amabili Resti, tiri la sfoglia, allunghi il brodo, in modo quasi eccessivo, ma... Ma lo fa per bene, accidenti. Infila nella narrazione parti di trama completamente assenti nel romanzo di Tolkien e le incastra perfettamente con gli eventi che tutti i lettori del libro hanno scolpiti nella mente. Frodo e Bilbo che chiacchierano prima dell'arrivo di Gandalf e dei suoi fuochi d'artificio nella Contea, l'ampia esplorazione dello Stregone Bruno Radagast (solo accennato nel libro), le ragioni spiegate dell'odio tra nani ed elfi (mai spiegato realmente), le origini della rivalità tra Thorin ed Azog, tutto è piacevolmente raccontato visivamente e scorre senza increspare la trama. 
Jackson è un maestro nel creare l'atmosfera ed i paesaggi neozelandesi sono da mozzare il fiato, un'inquadratura dopo l'altra. La colonna sonora di Howard Shore è epica. La canzone della montagna che i nani cantano nella notte a casa di Bilbo è da brividi, come quella delle pulizie è divertente.
Gli effetti speciali, un misto tra quelli usati ne Il Signore degli anelli e qualche nuova implementazione, crea l'atmosfera in modo impagabile. Troll, Goblin ed Orchi sono creature di fantasia, ma sembrano reali come i paesaggi che le ospitano, le viscere delle Montagne Nebbiose sono esempio di architettura verticale eccezionale, Gran Burrone suggerisce tranquillità e ristoro, tutti i tasselli messi in campo rendono l'immersione dello spettatore in questo mondo fantastico piena e densa.
Martin Freeman (Guida Galattica per autostoppisti) è un Bilbo perfetto ed espressivo, è un piacere ritrovare Ian McKellen, Cate Blanchette, Hugo Weaving, Elijah Wood, Christopher Lee. Tutto il cast dei nani è calato completamente nella parte, anche se non sono nani veri, e rende l'esperienza coinvolgente.
Il film l'ho visto in 3D, non HFR, classico e nonostante la buona gestione della tecnologia, la gustosa profondità, gli effetti che non prevedono solo il lancio di oggetti contro lo spettatore e tutto il contorno sono ben realizzati. Però, eh sì, c'è sempre un però quando si parla di 3D, però credo che l'esperienza visiva di questo film si gusti meglio in 2D. Credo che i colori della natura, delle ambientazioni cavernose ed i dettagli delle creature fantastiche si possano godere meglio con la visione classica della pellicola. Appena avrò la possibilità di vederlo in Blu Ray sul divano di casa mia me ne renderà conto.

Appuntamento a tra circa un anno per Lo Hobbit - La desolazione di Smaug, seconda delle tre parti dedicate da Jackson all'immortale libro Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien.

Bugiardino di Wikipedia

Titolo originaleThe Hobbit: An Unexpected Journey
Paese di produzioneNuova ZelandaUSARegno Unito
Anno2012
Durata169 minuti
Colorecolore
Audiosonoro
Rapporto2,35:1
Generefantasy, avventura, azione, epico
RegiaPeter Jackson
SoggettoJ. R. R. Tolkien (romanzo)
SceneggiaturaPeter JacksonFran Walsh,Guillermo del ToroPhilippa Boyens
ProduttorePeter JacksonFran Walsh,Carolynne Cunningham
Produttore esecutivoAlan HornKen KaminsToby EmmerichZane WeinerCallum Greene
Casa diproduzioneNew Line CinemaMGMWarner BrosWingNut Films
Distribuzione(Italia)Warner Bros
FotografiaAndrew Lesnie
Effetti specialiJoe Letteri
MusicheHoward Shore
ScenografiaAlan LeeJohn HoweDan Hennah
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale

Dopo ore di pranzo, via vai di pietanze, regali più o meno azzeccati, eccomi, quasi sopravvissuto, a farvi i miei migliori auguri di Buon Natale.

venerdì 21 dicembre 2012

Barry Lyndon

Parte I: con quali mezzi Redmond Barry acquisì lo stile e il titolo di Barry Lyndon.
1756. L'Irlanda è terra di transito di un reggimento militare del Regno Unito. In un piccolo villaggio Redmond Barry, giovane piacente, è innamorato della sua bella cugina Nora Brady. Quando, però, il villaggio viene attraversato dal reggimento ed il capitano John Quinn chiedere la mano di Nora. I fratelli della ragazza, puntando alla dote del militare, acconsentono. Redmond non si rassegna e sfida a duello il capitano dell'esercito. Nonostante il contro dei pronostici, il giovane irlandese vince, ma viene obbligato a lasciare la sua terra natia, in circa di migliori fortune, arruolato nell'esercito di Sua Maestà.
La vita del militare non fa per lui e la diserzione è la scelta più ovvia.
Nonostante tutto i piani non si realizzano per il meglio, tanto che dovrà entrare nell'esercito prussiano e fare anche da spia per il suo nuovo capitano.

Parte II: contenente un resoconto delle sventure e dei disastri che accaddero a Barry Lyndon.
Grazie al suo nuovo mentore. Barry si rende famoso per la sua bravura con la spada e per la sua bellezza, tanto da attirare a se diverse donne. La preda che potrebbe cambiargli la vita è la giovane Lady Lyndon. Nonostante sia sposata con sir Charles Reginald Lyndon, da cui ha avuto un figlio, non si risparmia dal concedersi a Barry. La relazione evolve in sentimenti profondi, tanto che un anno dopo la morte di sir Charles i due si sposano e poco dopo generano un discendente maschio. La rivalità tre il primogenito e Barry era già elevata e la nascita del piccolo Bryan Patrick, non fa che peggiorare le cose. Pochi anni dopo l'amore è già finito e la vita di Barry Lyndon è tutta votata alla ricerca dell'effimero riconoscimento sociale attraverso i soldi della moglie.
Tutto non può che peggiorare.

Nel 1976 il film ottiene 4 premi Oscar e quello più meritato è, senz'altro, quello per la fotografia. Lo studio che il mostro sacro della regia Stanley Kubrick svolge per la realizzazione di ogni singola scena è decisamente intenso. Ogni inquadratura, ogni campo largo, è un quadro rinascimentale. Paesaggi bucolici e romantici sono il punto forte del film. Un film biografico dalla narrazione un po' lenta e da un minutaggio lungo, ma gradevole e delicato. Mai urlato, mai volgare è una delizia sia per gli occhi che per le orecchie grazie a dialoghi raffinati e forbiti.
Protagonista assoluto di questa opera, girata dal Maestro senza l'utilizzo di luci elettriche (ma solo con luce naturale ed al massimo impiegando candele e lampade ad olio), è il personaggio interpretato da Ryan O'Neal (Love Story). Compassato ed empatico è perfetto nel ruolo assegnatogli.

Un film con più di trenta anni sul groppone, ma che merita di essere visto. E' come andare ad una mostra sul Rinascimento nella quale i quadri si animano è ci fanno scoprire sentimenti, emozioni e passioni dei personaggi dipinti sulla tela.

Stanley Kubrick è Stanley Kubrick.

Premi e Nomination
  • 1976 - Premio Oscar
    • Migliore fotografia a John Alcott
    • Migliore scenografia a Ken AdamRoy Walker e Vernon Dixon
    • Migliori costumi a Ulla-Britt Soderlund e Milena Canonero
    • Miglior colonna sonora a Leonard Rosenman
    • Nomination Miglior film a Stanley Kubrick
    • Nomination Migliore regia a Stanley Kubrick
    • Nomination Migliore sceneggiatura non originale a Stanley Kubrick
  • 1976 - Golden Globe
    • Nomination Miglior film drammatico
    • Nomination Migliore regia a Stanley Kubrick
  • 1977 - Premio César
    • Nomination Miglior film straniero a Stanley Kubrick
  • 1976 - Premio BAFTA
    • Migliore regia a Stanley Kubrick
    • Migliore fotografia a John Alcott
    • Nomination Miglior film
    • Nomination Migliore scenografia a Ken Adam
    • Nomination Migliori costumi a Ulla-Britt Soderlund e Milena Canonero
  • 1975 - National Board of Review Award
    • Miglior film
    • Migliore regia a Stanley Kubrick
    • Migliori dieci film
    • 1977 - David di Donatello
      • David Europeo a Stanley Kubrick
    • 1975 - Los Angeles Film Critics Association Award
      • Migliore fotografia a John Alcott
    • 1975 - British Society of Cinematographers
      • Migliore fotografia a John Alcott
    • 1976 - Directors Guild of America
      • Nomination DGA Award a Stanley Kubrick
    • 1975 - National Society of Film Critics Award
      • Migliore fotografia a John Alcott
    • 1977 - Sant Jordi Award
      • Miglior film straniero a Stanley Kubrick
    • 1976 - Writers Guild of America
      • Nomination WGA Award a Stanley Kubrick
    • 1977 - Cinema Writers Circle Award
      • Miglior film straniero
    • 1978 - Guild of German Art House Cinemas
      • Miglior film straniero a Stanley Kubrick
    • 1975 - New York Film Critics Circle Award
      • Nomination Miglior film
      • Nomination Migliore regia a Stanley Kubrick



Bugiardino di Wikipedia.

Titolo originaleBarry Lyndon
Lingua originaleinglese, tedesco, francese
Paese di produzioneRegno Unito/Stati Uniti
Anno1975
Durata184 min[1]/
Colorecolore
Audiomono
Rapporto1,37:1 (negative ratio)[2]
1,66:1 (intended ratio)[2]
Generedrammatico, romantico, guerra[1]
RegiaStanley Kubrick
SoggettoWilliam Makepeace Thackeray(romanzo)
SceneggiaturaStanley Kubrick
ProduttoreStanley Kubrick
Produttore esecutivoJan HarlanBernard Williams
Casa diproduzioneHawk Films Ltd.PeregrineWarner Bros.
Distribuzione(Italia)Warner Bros. Italia
FotografiaJohn Alcott
MontaggioTony Lawson
MusicheLeonard Rosenman
Tema musicaleSarabande Main Title (National Philharmonic Orchestra)
ScenografiaKen Adam
CostumiMilena Canonero
TruccoAlan Boyle
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani