venerdì 30 aprile 2010

Dylan Dog Color Fest Humor

Il quarto numero del Dylan Dog Color Fest, 4 storie a colori di 32 pagine disegnate e sceneggiate da diversi artisti, è tematico, ed il tema è lo humor.

Si parte con una, alquanto, azzeccata parodia della copertina del n°1 di Dylan Dog reinventata da Silver, il papà di Lupo Alberto.

Si prosegue poi con le quattro storie, di cui riporto il riassunto pubblicato sul sito www.sergiobonelli.it:

Manichini

Soggetto e sceneggiatura: Tito Faraci
Disegni: Giorgio Cavazzano
Colori: Luca Bertelè & Manuela Nerolini

Ci sono porte che non andrebbero mai aperte, come quella che varcano Dylan Dog e la sua nuova fidanzata e che conduce in una misteriosa seconda Londra, popolata solo da pupazzi animati da scopi tutt’altro che pacifici.

Da tradurre la spiegazione in svedese alla fine della storia. Per quanto possa apprezzare Cavazzano un Dylan Dog siffatto non l'ho per nulla digerito. Peccato un'occasione, secondo me sprecata.

Una situazione pesante

Soggetto e sceneggiatura: Lorenzo Bartoli
Disegni e colori: Massimo Carnevale

I cambiamenti fanno sempre un po’ paura, tanto più quando a mutare è il nostro corpo che, per ragioni inspiegabili, comincia a ingrassare a dismisura e in maniera inarrestabile, tramutandosi in breve tempo in una spaventosa prigione di carne.

Una storia intimistica sui ciò che siamo disposti a fare pur di farci notare da qualcun altro. Disegni tondi e piacevoli, sceneggiatura brillante.

Morire dal ridere

Soggetto, sceneggiatura: Bruno Enna
Disegni: Fabio Celoni
Colori: Fabio d’Auria

Per l’Indagatore dell’Incubo, risvegliarsi con la testa infilata in una ghigliottina, senza peraltro sapere come ci è finito, è solo l’inizio della più incredibile e assurda giornata della sua vita. Una girandola di situazioni impossibili e personaggi assurdi metterà a dura prova la sua pazienza.

No, decisamente no. Un susseguirsi di vecchie barzellette in vignetta realizzate con un tratto eccessivamente comico. Si riprende nelle ultime pagine, con un finale esplosivo

La lettera bianca

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni: Corrado Mastantuono e Stefano Intini
Colori: Nicola Pasquetto

Una busta contenente una lettera senza nulla scritto sopra conduce l’inquilino di Craven Road da un vecchio amico bisognoso d’aiuto. Un'entità misteriosa sta cancellando la sua esistenza e, presto o tardi, verrà a reclamare anche l’ultima cosa a cui l’uomo ancora si aggrappa: la speranza!

Bella storia sulla senilità. La migliore del poker, sia per i disegni che per la sceneggiatura. C'è veramente poco di comico od umoristico e poco ha a che fare con quest'albo. Meno male che c'è.

4.80€, a colori, bella carta lucida, copertina piacevole. I contenuti non li ho trovati all'altezza di quello che è Dylan Dog. Non mi sono intrattenuto con piacevolezza nella lettura, spero che qualcun altro apprezzi di più quest'albo.

L'unica mia speranza è che la collana "Color Fest" non scada come alcuni Giganti od albi fuori serie (anche perchè da annuale è passato a semestrale...)

giovedì 29 aprile 2010

La città verrà distrutta all'alba

Uscito nelle sale la settimana scorsa questo film è un remake, rielaborato ed adattato ai nostri giorni, del film del 1973 di George A. Romero dal medesimo titolo.
In una pacifica cittadina un tizio armato di fucile irrompe nel campo di baseball dove si sta giocando una partita. Lo sceriffo David Dutten lo conosce, ritenendo che sia semplicemente ubriaco cerca di convincerlo ad abbassare il fucile. Le cose non vanno come dovrebbero e lo sceriffo è costretto ad ucciderlo. David, scosso dal senso di colpa, si trova ad affrontare altri casi di soggetti dal comportamento simile, ma non si perde comunque d'animo ed indaga assieme al suo aiutante Russell. Durante i loro pattugliamenti trovano un aereo precipitato nella palude vicina alla cittadina.
Nel contempo qualcuno li spia dallo spazio. Senza che nessuno se ne accorga i militari circondano l'area per evitare il diffondersi di quello che si dimostrerà essere una variante del virus della rabbia.
L'intervento dell'esercito è così disumano e feroce da reprimere qualunque speranza in coloro che dovrebbero/vorrebbero essere salvati.

Una suspance con qualche calo di tensione cattura, comunque, lo spettatore. Sorprendenti la scena dell'autolavaggio e quella nella casa dello sceriffo dopo che si è diffuso il contagio.
Ritmo non forsennato, il film dura, forse, una decina di minuti in più di quanto dovrebbe.
Da tenere d'occhio la capacità interpretativa del vice sceriffo.

Io l'ho visto gratis e quindi non mi dispero per il costo del biglietto, chi dovesse pagare, magari, è meglio che ci pensi due volte prima di andarci.

Tutto sommato gradevole, ma per appassionati.

mercoledì 28 aprile 2010

Grazie Mou!


e grazie anche a Ibra...

Il Papà di Giovanna

Film del 2008 con regia di Pupi Avati narra la storia di Giovanna e suo padre nella Bologna del ventennio fascista.
Giovanna Casali (Alba Rohrwacher), 17enne, bruttina e con crescente disturbo mentale, è stata allevata da suo padre Michele (Silvio Orlando), attento e premuroso in ogni aspetto della vita della figlia, e da sua madre Delia (Francesca Neri), affettivamente distante sia da lei che dal marito.
I loro vicini di casa, un ufficiale della polizia del regime, Sergio Ghia (Ezio Greggio), e sua moglie, Lella Ghia (Serena Grandi), paralizzata su una sedia a rotelle, li aiutano quanto possono. Gli vengono in soccorso si con soldi i per l'affitto che con qualche razione di cibo extra che riescono ad ottenere grazie alla posizione di Sergio.
Michele è insegnante nella stessa scuola frequentata dalla figlie e nella quale viene commesso l'omicidio della migliore ed unica amica di Giovanna (interpretata da Valeria Bilello. Dell'omicidio viene prima sospettato un loro compagno di scuola, ma le indagini si spostano ben presto sulla ragazza. La sua confessione mette in luce tutti i problemi che fino ad allora il padre aveva volutamente fatto finta di non vedere, ma permettono a Giovanna di non finire in carcere. La sentenza di colpevolezza la costringe, comunque, ad un periodo di terapia presso una casa di cura per malattie mentali.
Intorno alla storia principale si muovono sentimenti contrastanti e situazioni intense. Scoppia la seconda guerra mondiale e Michele si trasferisce in un casolare vicino all'ospedale della figlia, lasciando la moglie a Bologna.

Un dramma familiare disegnato negli anni trenta in cui la iperprottettività del padre di Giovanna lo spinge ad annullarsi per la figlia. Il non essersi accorto della situazione psicologica delle figlia lo spinge a sacrificare tutto se stesso, i beni materiali, gli affetti e la famiglia per stare vicino alla sua unica ragione di vita. Michele per Giovanna e Giovanna per Michele sono l'un l'altro l'unico punto di riferimento in un mondo ostile che li vuole tenere lontani.
Dal disegno di tracciato da Avati nessuno ne esce bene. Michele in vent'anni perde tutto, amici, famiglie, lavoro, casa, Delia rimane ossessionata dal suo aspetto e nei momenti di difficoltà sempre fugge in cerca di maggiore stabilità, Sergio perde la moglie e gli costerà caro rimanere fedele al duce anche dopo la liberazione, Giovanna, per ultima, per il troppo amore ricevuto perde la sua fragile stabilità mentale e l'innocenza.

La cura dei dettagli proposta nel film e veramente apprezzabile. Macchine, vestiti, carri funebri, tram, ricostruzioni d'ambienti e d'abitudini di quegli anni sono realizzate maniacalmente bene.
La prova degli attori porta alla luce il talento drammatico di Ezio Greggio. L'attore riesce ad uscire dal cliché che si è costruito negli anni per affrontare un ruolo no semplice. E', forse, il più sfaccettato del racconto. Il fedele amico di Michele che lo soccorre in ogni situazione, innamorato segretamente di Delia da anni se ne tiene a distanza per non ferire l'amico, ufficiale di polizia che crede nelle opere di Mussolini fino all'ultimo dei suoi giorni lascia trasparire una sincera umanità.
Brava anche Alba Rohrwacher, nella parte di Giovanna, una menzione anche per il classico Silvio Orlando.
La narrazione risente un po' del montaggio sistematico, gli stacchi di nero tra una scena a l'altra e per indicare il passare del tempo lasciano lo spettatore un po' spiazzato, e dell'aggiunta di alcune scene non estremamente funzionali alla narrazione, anche se gradevoli.

Un film italiano da vedere almeno una volta.

martedì 27 aprile 2010

Il Grande Mazinger - Volume Unico

E' un volume unico in tutti i sensi: è la prima volta che esce in Italia, è autoconclusivo ed è scritto e disegnato dal Maestro in persona Nagai Go.
Parliamo di questo volumetto ben rilegato, come in stile D-Visual, al costo di 7,10€, che contiene un sunto dell'epopea di uno dei robottoni giapponesi per antonomasia: Il Grande Mazinger. In questa raccolta troviamo un compendio delle avventure di Tetsuya Tsurugi e Jun Hono contro l'esercito di Mikene. Il Generale Nero, la Baronessa Yanus, i sette generali di Mikene, ed il Comandante Inferno, versione dopata ritornata dalla morte del Dottor Hell, si alternano tra le pagine.
Un gran numero di robot nemici, anche in attacchi multipli, si scagliano contro il Grande Mazinger, Venus Alfa, e Boss Robot nei sette capitoli che compongono l'albo.
La serie si conclude con il ritorno di Koji Kabuto e Sayaka Yumi dagli Stati Uniti, in un momento di difficoltà per la Fortezza delle Scienze per unirsi a Tetsuya e Jun nella lotta contro le forze del male. Troviamo, quindi, pagine in cui compaiono insieme: il Grande Mazinger, Mazinga Z, Venus, Diana, Boss Robot, Junior Robot, tutti a combattere per la salvezza del Giappone e del Mondo intero.

Il fatto di aver raccolto in un unico volume gli episodi usciti nel 1974 su "Shonen Jump" e "Tv Magazine" rende, se possibile la narrazione è ancora più schematica che nella serie in quattro volumi, già pubblicata da D-Visual negli anni scorsi. Il passato degli eroi e le dinamiche della storia vengono messe in luce in poche pagine, grazie a lunghi monologhi dei protagonisti. Questa caratteristica preclude la scorrevolezza della narrazione, ma cerca di mettere in risalto l'azione ed i combattimenti.
Sinceramente non so se vale la pena spendere questi soldi per questo volume, certamente curato. Quello che è certo è che fa sempre piacere veder combattere i robot dell'infanzia, e se poi nelle pagine alla fine del volume li ritroviamo a colori è ancora meglio.

lunedì 26 aprile 2010

Wolferine The End

La mania dei "What If" è dilagata dagli Stati uniti all'Italia, ed una delle pietre miliari di questo genere è sicuramente il fumetto che ho tra le mani. Dopo aver scritto nel 2003 Le Origini di Wolferine, Paul Jenkins ci riprova e ci presenta La Fine.
Troviamo un vecchio Logan, in un futuro molto distante, al quale il suo potente fattore rigenerativo non riesce più a garantire l'eterna giovinezza. Nei boschi del Canada, in cui si è rifugiato da anni, non riesce neanche a cacciare un giovane cerbiatto. Le giunture gli fanno male ed anche il dolore provocato dal ritrarsi degli artigli lo angoscia.
Unico amico, e compagno di parte di quest'ultima avventura, che gli è rimasto è un vecchio boscaiolo che gli porta i viveri nel suo eremo. Un giorno, però, il destino vuole che insieme alle provviste gli giunga una lettera in cui viene annunciata la morte di Victor.
Recatosi al funerale una donna gli consegna una lettera nella quale è indicata una proprietà che Victor gli lascia. Vi si reca scoprendo che si tratta del vecchio maniero di famiglia dove, nel cimitero attiguo, sulla tomba del padre, è deposto un libro. Il testo parla del Giappone: qualcuno vuole suggerirgli di tornare in quella nazione dove tanto tempo ha trascorso. Giunto a Torikana viene spinto sul Monte Hiragana dove una strana creatura lo sconfigge lasciandolo stupito ed a corto di fiato in mezzo alla neve.
Nel seguire della vicenda scopriamo che il fratello di sangue di Logan non è morto da piccolo come si credeva, ma che ha seguito tutte le vicende di Wolferine per tutta la vita: grazie a questo sa alcuni dei segreti di cui James mai verrà a conoscenza.

Sia che si legga prima Le Origini che The End il risultato non cambia. E' meglio il film, riassume un po' tutto e spiega più linearmente.
Se la Marvel ed il suo chef editor hanno affidato a Paul Jenkins la creazione di passato e futuro di Wolferine è perché lo ritenevano in grado di creare delle storie intense e di grande respiro. Probabilmente qualche fan le avrà trovate così, ma io, da profano, non mi sono sentito coinvolto. Sostenendo una blasfemia direi che come futuro possibile ho preferito quello di Peter Parker in Spiderman Il Regno.
La ragione principale per la quale ho acquistato questo volume è stata quella di rivedere all'opera un disegnatore che ho molto apprezzato sia su Dylan Dog che su Nathan Never nei primi anni 90: Claudio Castellini. Uno di quelli che ce l'hanno fatta ad "andare a lavorare in America". Dopo il passaggio in Bonelli è stato notato da John Quesada che l'ha voluto mettere alla prova facendogli disegnare una storia di Silver Surfer, tutta in bianco e nero. Superato brillantemente l'esame è stato promosso a disegnatore di Fantastic Four Ultimates, DC contro Marvel, ed a qualche esperienza sull'Uomo Ragno.
Forse quella in quest'albo non è stata la sua esperienza migliore, ma resta il suo tratto ed il suo stile ricco di dettagli e particolari a riempirci gli occhi.

Il bello dell'albo de Le Grandi Saghe è che troviamo altre due curiose Fine: Hulk ed Il Punitore, da leggere.

domenica 25 aprile 2010

Spiderman Brivido

Questo albo delle Grandi Saghe è una raccolta di storie pubblicate tre il 2003 ed il 2005 sulla collana The Spectacular Spiderman.
Peter Parker si trova in una situazione difficile, ma non insolita per lui: lavoro scarso e periodo di pausa nella relazione con la sua fidanzata di sempre, Mary Jane Watson.
Vi è una variante, però, Peter è andato a vivere da solo, in un condominio abitato da personaggi interessati.
Come dicevamo, la raccolta di storie di questo albo ci fa incontrare due avversari storici dell'arrampicamuri: Venom ed il Dott. Octopus.
Nella prima avventura, l'Uomo Ragno, dovrà vedersela con un Venom in crisi di astinenza da adrenalina. Eddy Brooke, con cui Venom è in simbiosi, è ad un passo dalla morte a causa di un tumore. Il suo simbionte cerca un nuovo ospite che abbia lo stesso fattore di produzione di adrenalina di quello attuale, o anche meglio: l'unico che lui conosca è Peter Parker, il suo primo ospite.
Nella seconda avventura un "molto fuori di testa" Doc Oc vuole obbligare l'Uomo Ragno a smascherarsi. Per ottenere il suo scopo rapisce il ministro degli esteri della Palestina, e minaccia di ucciderlo se Spiderman non svelerà la sua identità segreta al mondo. Una situazione disperata che vedrà correre in aiuto del nostro un nuovo strano eroe.
L'importanza di queste storie non è certamente rilevante per la cronologia o per la qualità delle storie. Il fattore che le distingue dalle altre è il disegnatore: Humberto Ramos. Nato nel 1970 in Messico ha sviluppato un tratto che la sintesi di tre culture: latina, americana, e giapponese. Infatti, l'irruenza latina del tratto si combina con il ritmo americano e lo stile manga del disegno. Uno Spiderman gommoso e snodato come non si vedeva da tempo, in tavole curate e luminose, rende piacevole la lettura.
Il plot è stato scritto da Paul Jenkins, già autore di Wolferine Origins, Wolferine The End, non in formissima.
Ogni tanto queste storie senza impegno esasperato si fanno leggere con piacere.

sabato 24 aprile 2010

Utada Hikaru Heart station



Questo video del 2009 è stato girato per il lancio della title track dell'album "Heart Station", da notare la differenza con quello di settimana scorsa. Il video qui sopra è stato girato per il mercato giapponese, mentre quello precedente per quello americano.

Buona visione.

venerdì 23 aprile 2010

Marvel Zombie

Una storia strana e particolare quella che vi voglio proporre oggi. Giusto per sottolineare che non è stata una "one shot" ho, di recente, scoperto come siano stati pubblicati quattro seguiti ed uno spin off (vs L'Armata delle Tenebre). Si sta parlando, come il titolo del post suggerisce, di Marvel Zombi.
La storia, alternativa, è il risultato di un crossover iniziato sulle pagine di Ultimate Fantastic Four (la serie giovane della Marvel). Nella storia in questione Mr. Fantastic viene, testando un macchinario di nuova invenzione,  teletrasportato in un universo parallelo nel quale i supereroi sono stati mutati in zombi. Troviamo personaggi come Colonnello America (versione zombi di Capitan America), Venom, Uomo Ragno, nutritosi di Mary Jane Watson e sua zia May e tormentato dai sensi di colpa, Iron Man, Devil, Luke Cage, Giant-Man che ha decapitato sua moglie Wasp, la cui testa continua comunque a vivere, Wasp, Wolverine, Hulk, il più affamato di tutti. Tutti quanti con un unico scopo: trovare carne fresca con cui nutrirsi per poter placare la loro fame continua. Fame puramente psicologica in quanto non possono morire od essere uccisi da niente e nessuno se non venendo privati del cervello. Infatti, vediamo Iron Man tagliato in due, l'Uomo Ragno senza una gamba, Colonnello America con il cranio scoperchiato, che se ne vanno in giro tranquilli. L'unico argine alla loro fame è Magneto che tenta di combatterli per impedire il diffondersi del virus negli altri universi.
In questo primo episodio il motore della vicenda è l'arrivo sulla Terra di Silver Surfer, araldo di Galactus, viene a comunicare agli abitanti che il suo signore arriverà per impossessarsi del mondo. Non fa tempo a rendersi conto della situazione che viene attaccato dagli zombi. Nonostante riesca ad ucciderne parecchi viene sopraffatto e divorato da Luke Cage, l'Uomo Ragno, Iron Man, Wolverine, Giant-Man, e Colonnello America, che ne assumono i poteri.
Al giungere di Galactus gli zombie lo attaccano e, dopo aver eliminato un gruppo di zombie concorrenti, e subito delle perdite (Colonnello America ucciso da Teschio Rosso), lo sconfiggono.

Una storia originale, amata dai fan, apprezzata dai lettori occasionali.  Un occasione azzeccata  per ridere e non prendere troppo sul serio i nostri beniamini.
E' curioso vedere gli eroi dell'infanzia passare dall'essere motivati mettendo i propri poteri al servizio dell'umanità a distruggerla per il proprio interesse e nutrirsene.
Scritta da Robert Kirkman e disegnata da Sean Phillips, uscita in 5 albi Mavel tra il 2005 ed il 2006, una storia che ogni tanto si rilegge volentieri.

giovedì 22 aprile 2010

La Divina Commedia

Eh no, non siamo entrati nella normalità letteraria del nostro Paese. Sappiamo, però, benissimo quanto l'opera di Dante Alighieri sia apprezzata in tutto il mondo; anche in Giappone.

Nel 1993 escono per la Kodansha, grande editore di manga e libri giapponese, tre volumi scritti e disegnati dal Maestro Nagai Go. Conosciuto nel mondo grazie agli anime, trasmessi anche in Italia, Goldrake, Mazinga e Jeeg, si dedica alla sua grande passione: La Divina Commedia.
Appassionato cultore delle opere del sommo poeta, Nagai, si getta anima e corpo in questo progetto, che aveva già in mente da tempo, e che aveva isprato altri suoi lavori (Mao Dante e Devilman su tutti). 
Un'appassionata nuova lettura e via a scrivere e disegnare questo intenso capolavoro. La narrazione in tre volumi segue passo passo l'originale di Dante: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Dante, in questa trasposizione, non parla per rime, ma dialoga seguendo gli originali versi ed eventi con coloro che incontra. A volte, di solito per sottolineare un passaggio importante od un cambio di capitolo, troviamo anche i versi originali riportati sulla tavola. 

I disegni si ispirano alle opere ottocentesche di Gustave Dorè, pittore francese che si era dedicato a tradurre per immagini le più grandi opere letterarie mai scritte. Tra le sue famose xilografie troviamo, oltre alla Divina Commedia, la Bibbia, il Don Chisciotte, l'Orlando Furioso e tantissime altre.

Lo stile grafico utilizzato da Nagai ne segue la linea tracciata  in ogni sua tavola. L'effetto incisione su legno lo troviamo in tutti i disegni, si riperquote sia sui fondali sia sui personaggi, protagonisti o comprimari.
Pubblicata tra il 2006 ed il 2007 dalla, discontinua D-Visual, l'opera non ha riscosso successo al di fuori dei circuiti degli appassionati. La curata edizione, 8.30  volume, ha però lasciato ammirati tutti coloro che ne sono entrati in possesso o che l'hanno letta.
Ne aveste l'occasione di tenerla tra le mani non esitate ad acquistarla, leggerla ed a metterla in libreria accanto all'originale di Dante Alighieri.

mercoledì 21 aprile 2010

Spiderman Il Regno

Siamo in una New York di un futuro non molto lontano. L'atmosfera è cupa e subito si capisce che non è solo in clima a renderla tale, è tutta la situazione. Il sindaco annuncia, da un canale televisivo unico e politicizzato, che il suo mandato sarà prolungato finché lo riterrà opportuno (almeno fino all'attivazione di una ragnatela elettronica che isolerà la città dai pericoli del mondo esterno). La sicurezza della città non è più supportata dagli eroi, ma da forze di polizia che hanno il potere di vita e di morte su ogni singolo cittadino che li insospettisca per una qualsiasi ragione. La ricerca dell'estrema sicurezza ha portato i tutori dell'ordine all'estrema paranoia. Gli abitanti della Mela, non più Grande ma bacata, sono stanchi dei soprusi, ma non vedono via d'uscita.
In questo mondo si muove un anziano Peter Parker, come sempre sballottato da un lavoro precario all'altro, rimasto solo dopo la morte della sua sposa, Mary Jane. La scomparsa prematura della sua compagna, dovuta alla di lei esposizione ai suoi fluidi corporei radioattivi, ha precipitato Peter in una spirale di dolore ed autocompassione così profonda da fargli dimenticare l'insegnamento di suo zio Ben, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. L'uomo ragno non esiste più, anche se chi crede ancora in lui ne invoca il ritorno sfidando la legge marziale, scrivendogli richieste d'aiuto sui muri.
Persino il suo avversario editoriale, JJ Jameson, ne sente il bisogno. Tornato in città, dal suo esilio volontario sui monti, JJJ ritrova Peter e gli consegna la  vecchia macchina fotografica, che tanti scatti del ragno aveva raccolto durante l'attività di fotografo freelance di Parker, con all'interno la maschera del costume nero dell'Uomo Ragno. Un JJJ rinato tenta di organizzare una resistenza al Regno radunando giovani volontari.
La maschera scuote Peter che tenta di reagire ai soprusi affrontando le forze del Regno che tra le loro fila schierano cloni dei suoi nemici storici (Electro, Cacciatore, Uomo Sabbia). Anni di inattività si fanno sentire ed al momento in cui la sconfitta pare evidente l'aiuto viene dal cielo (come nelle vecchie tragedie greche in cui non pare esservi via d'uscita): il dr. Octopus salva il combattivo Parker. Lo raccoglie con i suoi tentacoli e lo lascia sfatto sulla tomba di Mary Jane che ospita, non solo i resti mortali della sua amata, il vecchio costume rosso e blu.
Da questo momento colpi di scena si susseguono fino allo scontro con un vecchio, incarognito, nemico ed alla conclusione della storia.

Leggendo i credits di quest'opera scopriamo che testi e disegni sono a cura, nel 2006, di un unico autore: Kaare Andrews.
Navigando sull'Internet si possono trovare pareri discordanti su questa storia; il ventaglio parte da chi la boccia a chi la esalta, passando per chi sta nel mezzo. Il paragone più volte associatole è con Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, l'epico Batman di Frank Miller. In effetti l'associazione è un po' eccessiva,ma non si può negare l'ottimo lavoro svolto dall'autore. Ha lasciato che Peter Parker tradisse tutto quello per cui ha lottato, perseguitato dal fantasma sempre giovane di MJ, l'ha invecchiato e reso un relitto della società. Poi gli ha dato le motivazioni per ritornare ad essere colui che tutti noi conosciamo: l'Uomo Ragno. Non è inquadrabile come un "What if" (ossia uno di quei volumi in cui si dice "cosa sarebbe successo se..") in quanto è ambientato in un futuro plausibile e neanche come una storia della continuity classica di Spiderman. Personalmente l'ho trovato un volume che colpisce nel segno, trasmette emozioni e la voglia di riscatto di un essere umano che, per troppo tempo, si è nascosto tra le quattro mura di casa sua ignorando ciò che gli accadeva intorno. A tratti commovente.
Il disegno originale e dinamo dopo un primo impatto difficile, si fa apprezzare.
Una storia di Spiderman (e non l'Uomo Ragno, chissà come mai?) a se stante che chiunque può leggere ed apprezzare.   

martedì 20 aprile 2010

House Of M

Come accennato qualche post fa eccoci a parlare di House of M.
A seguito delle vicende accadute ne "Vendicatori Divisi" (ed in seguito su altre testate Marvel non pubblicate nella collana Grandi Saghe) ci troviamo ora in una strana situazione.
Tutti i supereroi hanno quello che vogliono od hanno sempre desiderato: Capitan America è invecchiato, Peter Parker ha una moglie, Gwen Stacy, ed un figlio piccolo, i mutanti sono la specie dominante, l'homo sapiens si sta estinguendo, e Wolferine ha memoria di tutto il suo passato.
Wolferine, che fino al giorno prima non sapeva nulla di se stesso, si stupisce dei ricordi nella sua testa; ricordi che riguardano anche gli altri eroi che vivono una vita che non dovrebbero. Cercando di mettere ordine nei suoi pensieri fugge dallo S.H.I.E.L.D per unirsi a Luke Cage ed agli altri ribelli. Insieme ad una ragazzina che ha il potere di restituire i reali ricordi alla gente , Layla Miller, il gruppo si reca a far visita ad Emma Frost, il capo degli X-Men, dotata di forti poteri psichici. Convinto un manipolo di vecchi compagni di battaglie che la realtà nella quale stanno vivendo non è "reale", ma alternativa, decidono di raggiungere Genosha alla ricerca del presunto colpevole: Magneto.
A Genosha, intanto, ha inizio la grandiosa festa per celebrare la Casata di Magnus, colui che ora comanda sul pianeta: Magneto, Pietro, Wanda ed i suoi figli. Centinaia di invitati, ex supereroi di entrambi gli schieramenti, vi si ritrovano.
La battaglia è inevitabile, ma, mentre infuriano gli scontri. il Dott. Strange scopre che il colpevole dell'alterazione non è Magneto. La vera colpevole è la rediviva, ed in forma Scarlet. Convinta dal fratello Quicksilver a donare a tutti ciò che vogliono, in modo da poter riavere lei i suoi figli immaginari, ha sconvolto il continuum che tutti hanno sempre conosciuto.
La battaglia raggiunge l'apice quando la mente della stessa Scarlet vacilla per l'ultima volta, irata contro suo padre e tutti i mutanti, pronunciando le parole "Niente più mutanti".
Il mondo regredisce alla realtà conosciuta, quasi nessuno ricorda ciò che è successo (tra i pochi Wolferine e l'Uomo Ragno) e sulla terra conservano i loro poteri solo 198 mutanti; tutti gli altri vengono privati del fattore X.

Scritta dal sempre citato Brian Michael Bendis ai disegni, gli si affianca un convincente francese, Olivier Copiel, inchiostrato da Tim Tonwsend.

lunedì 19 aprile 2010

XXIX Milanocanta


Un avvenimento diverso dal solito: XXIX Milanocanta.
La rassegna della canzone dialettale milanese, organizzata da Radio Meneghina, che annualmente celebra le canzoni in lingua locale quest'anno si è tenuta al teatro Dal Verme a Milano.
Inizio puntuale alle 20.30, dopo che una moltitudine di persone assiepata nella strada prospiciente in attesa dell'apertura delle porte, in un teatro moderno, pulito, con un ottima acustica (esiste sempre il solito problema per chi ha le gambe lunghe nel momento di sedersi, ma d'altronde non eravamo all'UCI Cinema).
Prima parte dal ritmo serrato: cinque canzoni dialettali, cabaret con Roberto Marelli (in forma fa ridere con i detti popolari sul matrimonio), altre cinque canzoni dialettali, cabaret con Mirton Vajani (una splendida scoperta per chi, come me, non l'aveva mai vista recitare: una donna tutti nervi con energia e grinta da vendere), e, per chiudere la prima parte le ultime cinque canzoni in italiano. Una prima parte ritmata, sobria, presentata con eleganza da Lorenzo Barbato e suo padre; originale la salita sul palco dei cantanti non da dietro le quinte, ma ospitati tra il pubblico.
Un applauso è sorto spontaneo al nominare Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, la sala non avrebbe mai smesso.
Seconda parte. Il primo intervento in memoria di Ugo Marino, pianista e ospite fisso della manifestazione dà la possibilità di presentare un medley di vecchie canzoni eseguite a Milanocanta.
Subito dopo si capisce che qualche cosa non va. Un presentatore in busto ortopedico, completamente avulso dalla spettacolo, senza una scaletta in mente fa perdere brio e professionalità alla manifestazione. Un, bravo, giovane Caruso ne canta la vicenda sfortunata, dopo l'essere stato presentato per quasi dieci minuti, in preda al nervosismo del pubblico. A seguire un "contiano" Roberto Sironi, accompagnato al violino dalla nuova moglie francese Elisabeth Boudjema, che ben fa, anche se... ritira un premio alla carriera (anche lui irritato dalla presenza e dalla ciarloneria da piedi in testa di Luca Barbato, il caotico presentatore). Poi una sorpresa Roye Lee (con il trio Bifezzi: piano, contrabbasso e batteria) intrattiene il pubblico con ritmate canzoni americane anni '50 e '60 che ha creato per gruppi americani famosi. Un giovane uomo del '35, famoso per decenni, decaduto in rovina a causa di un matrimonio sbagliato, e salvato negli ultimi anni dalla Croce Rossa Italiana, risorge con la sua voce melodia di americano di Nashville, cresciuto in amicizia con Elvis Presley. Un tratto l'accomuna a Roberto Sironi: l'irritazione verso Luca Barbato e la sua voce, tutti noi solidali con lui (riesce a spazientire anche il padre, che più volte cerca di zittirlo). Tre canzoni da scaletta, più un extra ben accetto, il Twist di Chuck Berry, e tanti applausi per lui.
Giunge il momento che la maggior parte della sala aspettava, il professore è sul palco: Roberto Vecchioni. Propone due canzoni, Sogna Ragazzo Sogna e, la classica, Luci a San Siro (ricordando che si tratta delle poche luci della montagnetta degli anni '70 e non, come molti pensano a quelle dello stadio). Solo dieci minuti di voce e chitarra con la grande professionalità che sempre lo distingue. Un ricordo va ai suoi ospiti Lorenzo Barbato, suo alunno dai buoni risultati scolastici, Barbato padre, che andava ai colloqui tra genitori e professori, e Luca Barbato, lo studente dal medio rendimento (dote che si ritrova nella conduzione della serata).

Alla fine i vincitori sono due uno per la sala ed uno per gli esperti, ma i loro nomi ve li lascio scoprire sul sito ufficiale di Radio Meneghina, anche perché noi siam fuggiti al volo, per prendere l'ultimo tram, subito dopo l'esibizione e l'uscita dal palco di Roberto Vecchioni.

Programma della serata:

Canzoni finaliste a pari merito in dialetto:
  1. Via Bagnera Giorgio Seropian (Storia di un delitto d'inizio scorso secolo vicino a Via Torino)
  2. La Casalinga Enzo Grimaldi (non proprio una casalinga)
  3. Ventisett de luj ai vunde de sera Lia Moretti (la bomba a via Palestro)
  4. Biciclett Umberto Faini (vincitore morale!)
  5. Numer Maurizio Carrara e Rosa Uccelli (i deportati in Germania della 2a guerra mondiale)
  6. Che bej hinn i veggett I Quattercent (lode ai vecchietti)
  7. Ciao Ciao Milan Aurelio Barzaghi (saluti in una Milano notturna)
  8. Nostalgia d'on milanes Mario Cirulli (...non si capiva...)
  9. Fior de pra Elena Brambilla (una donna che vuole essere un fiore)
  10. Milan e la valisa de carton Michele Longo (...me la sono persa...)
Canzoni Finaliste a pari merito in italiano:
  1. C'incotrammo a Milano Deborah Favilla (brava brava brava)
  2. Senza regole Vincenzo Lo Iacona (la nostalgia per le osterie come ritrovo sociale)
  3. Nelle viscere di Milano Franco Franco (...si fosse capita una parola...)
  4. Quanto ti ho atteso Antonio Vaccher (canzone di un padre per un figlio a lungo atteso)

domenica 18 aprile 2010

Happy Family


Prendiamo un autore, Ezio, che decide di scrivere un film d'autore, ma che incassi.
Mettiamolo davanti al suo Mac.
Mettiamo pure che gli venga un'idea, del tipo...

Filippo, 16 anni, decide che tra un mese si sposerà con Marta, coetanea della stessa scuola.
Ambentiamo la vicenda in un Milano bella come sempre.
Creiamo la famiglia di lei con genitori alternativi e particolari
Creiamo la famiglia di lui: papà Vincenzo, avvocato, sposato in seconde nozze con Anna, due figli Caterina, avuta dalla prima moglie Anna, e Filippo, dalla seconda, con i quali vive, in Via Conservatorio 12, anche la nonna, mamma di Vincenzo, Anna.
Diciamo che la commedia si sviluppi quando Ezio investe Anna, la moglie di Vincenzo, con la bicicletta.

Questo è quello che si può ascrivere come intreccio base dell'ultima opera di Gabriele Salvatores.
Gli aggiungiamo qualche allusione ai suoi vecchi film nei dialoghi, mettiamo un cast in forma ed un Fabio De Luigi strepitoso (che nulla ha che fare con le vanzinate di Natale). Non trascuriamo il dettaglio, non insignificante, della massima cura dedicata agli interni, con strepitosi tono su tono, e non ultima una strana colonna sonora basata sui brani di Simon & Garfunkel ed un tocco di Chopin.
Mixando il tutto otteniamo una delle migliori commedie italiane degli ultimi anni.

Costruita mantenendo un rapporto diretto con lo spettatore, gli interpreti si rivolgono direttamente alla gente in sala, ambientata con cura in una Milano divertita.

Snella e divertente, assolutamente da vedere e rivedere.

Regia: Gabriele Salvatores
Produzione: Colorado Film / Rai Cinema

Cast artistico principale
Fabio De Luigi: EZIO
Diego Abatantuono: PAPA’
Fabrizio Bentivogio: VINCENZO
Margherita Buy: ANNA
Carla Signoris: MAMMA
Valeria Bilello: CATERINA
Corinna Augustoni: NONNA ANNA
Gianmaria Biancuzzi : FILIPPO
Alice Croci: MARTA

sabato 17 aprile 2010

Vendicatori Divisi

Se fino ad oggi ho potuto raccontare Le Grandi Saghe procedendo a ritroso rispetto all'ordine di pubblicazione, questa volta non posso farlo.

Sarebbe stato il turno di House of M, ma, scrivendo, mi sono accorto come non sia possibile raccontarlo senza parlare prima della topica storia: Vendicatori Divisi.

I Vendicatori, Avengers nell'originale americano, sono una duratura risposta della Marvel alla Justice League of America della DC (quella per intenderci che poteva contare su Superman, Batman, Wonder Woman, Aquaman...). Una risposta organica e decisa.
The Avengers, negli Stati Uniti, vede la sua prima pubblicazione nel settembre 1963; istituiti per sconfiggere quelle minacce che da solo, ciascun supereroe, non avrebbe potuto fermare. La formazione originale dei Vendicatori comprendeva: Iron Man, Thor, Hulk, Ant Man, Wasp.
La loro prima missione fu quella di fermare Loki, fratello di Thor, entrambi dei di Asgard, che aveva manipolato la volontà di Hulk per fargli annientare il dio del tuono. Sconfitto il loro avversario, sotto l'egida finanziaria di Tony Strak (Iron Man) vennero fondati i Vendicatori.
La formazione originale resistette ben poco. Il carattere e l'istinto non permisero a Hulk di restare troppo a lungo all'interno del gruppo. Quest'evento favorì l'entrata nella squadra di colui che ne sarà il vero è proprio leader per decenni: Capitan America.
Morto in una missione in Antartide durante la Seconda Guerra Mondiale, venne ritrovato ibernato nei ghiacci da Namor, principe di Atlantide.
Riportato in vita trovò il suo posto nella nuova famiglia dei Vendicatori. Famiglia sempre più allargata, tanto che nel corso dei decenni saranno moltissimi i supereroi che ne entreranno a far parte.

La saga dei Vendicatori Divisi parte col botto, in tutti i sensi, sul n°500 di Avengers, nel 2004.
Il Fante di Cuori appare davanti alla sede dei Vendicatori e si lascia esplodere, uccidendo il secondo Ant-Man. Nello stesso momento Tony Stark, Iron Man, appare ubriaco ad una conferenza dell'Onu minacciando il ministro della Latveria. Wasp e Jarvis incontrano Visione, il cui proposito è distruggerli, e cinque copie di Ultron. Per fermare il tutto, la sopraggiunta, She Hulk da fondo alle sue energie, ed impazzendo, imitando il cugino, squarta in due Visione.
Mentre tutti cercano di fare il punto della situazione a loro si aggiungono anche le riserve della squadra I Fantastici Quattro, Namor, Uomo Ragno e tanti altri.
Dopo ulteriori attacchi da nemici differenti appare il Dottor Strange che rivela loro in nome del vero nemico: Wanda Maximoff, alias Scarlet, figlia di Magneto, sorella di Quicksilver, moglie di Visione, membro quasi fisso dei Vendicatori. Potente mutante dalla capacità magica di alterare la realtà. Impazzita dopo essersi resa conto che i figli che aveva creato con i suoi poteri erano stati fatti scomparire da Mefisto, dalla realtà, e da Agata Harkness, dai suoi ricordi, è in preda ad un esaurimento nervoso.
Nello scontro finale i Vendicatori si trovano a combattere i loro personali nemici storici (Capitan America contro Teschio Rosso, è un bel classico), ma all'improvviso appare dal nulla Magneto che raccolglie il corpo privo di sensi di Scarlet, sconfitta da Strange, per portarla a Genhosa dal dottor Xavier e tentare di curarla.
Al termine di questa traumatica esperienza i Vendicatori decidono di sciogliersi.
Nell'ultima pagina del fumetto vengono salutati dalla popolazione di New York riunitasi davanti alle macerie della loro sede.

Brian Michael Bendis è il rivoluzionario, amato ed odiato, autore dei Vendicatori dal 2004. Con Vendicatori Divisi è riuscito a riportare la serie in testa alle vendite della Marvel dopo anni di decadenza. Creatore di questa saga ha portato ulteriori sconvolgimenti nell'universo della Casa delle Idee con Civil War (ce ne occuperemo), e rifondato gli Avengers grazie al ciclo dei Nuovi Vendicatori. Dal 2008 è al lavoro su Secret Invasion, strada per raggiungere il capitolo finale (e la conseguente nuova svolta) del suo decennio di saghe con Siege.
Impossibile citare un singolo disegnatore per questa saga, se ne sono alternati talmente tanti da perderne il conto. Da segnalare che chiunque si sia impegnato in quest'opera l'ha fatto al massimo della sua capacità. L'ottimo lavoro di amalgama in cui si ha il piacere di imbattersi nella lettura ne è la prova. Disegni definiti, colori intensi lasciano apprezzare al pieno l'ordito della trama.


Utada Hikaru - Come back to me

Questo post di poche parole scritte, ma di più cantate.

Hikaru Utada (宇多田ヒカル Utada Hikaru) (New York, 19 gennaio 1983) è una cantautrice statunitense naturalizzata giapponese.

Dal suo debutto all'età di 16 anni detiene il record di album più venduto nella storia del Giappone, ed è costantemente presente da anni nella top 50 della lista dei più importanti musicisti pop giapponesi compilata annualmente da HMV[1] (per il 2009 è indicata alla posizione #24).

Nella tradizione giapponese il cognome viene scritto prima del nome, ma nella conversione occidentale è possibile usare prima il nome e poi il cognome; tuttavia l'artista preferisce usare la formula giapponese anche nel rōmaji. Il modo corretto di scrivere il nome di quest'artista è dunque Utada Hikaru.

Uno stralcio della biografia pubblicata su Wikipedia! Il video, invece, viene da YouTube.

venerdì 16 aprile 2010

Nathan Never: La Vera Storia di Trixie Palmer

Da un decina di anni a questa parte Sergio Bonelli ci ha abituato a trovare in edicola balenotteri di più di 200 pagine con storie inedite di alcuni dei suoi personaggi. Uno di quelli che hanno avuto questa fortuna è Nathan Never.

Nathan Never agisce in un futuro abbastanza lontano, nel quale sono realtà stazioni spaziali, viaggi interstellari e mutati. Ex poliziotto, a cui un pazzo criminale ha ucciso la moglie, e spaventato la figlia a tal punto da necessitare, già in tenera età, il ricovero presso una clinica psichiatrica, mentre lui era con la sua amante, ora lavora per l'Agenzia Alfa. Nel corso delle sue avventure ha affrontato casi che vanno dal comune rapimento, all'invasione aliena del nostro mondo passando per indagini sui malaffari della politica, e molto altro..
Nato nel 1991 dalla mente dei "Tre Sardi", Medda, Serra, e Vigna e dal tratto autorevole di Claudio Castellini (che ne curerà il ciclo delle prime copertine, sfidando i lettori a trovare la sua firma nascosta nelle sue opere d'arte, prima di andare a lavorare per i colossi americani a storie di Silver Surfer e Wolferine) è la prima collana fantascientifica di casa Bonelli. Negli anni dato origine ad uno spinoff, Legs Weaver, la cui vita è stata di 119 numeri ed alcuni speciali, ai "Nathan Never Gigante", alla collana "Agenzia Alfa", gli Speciali Annuali ed ai Maxi; ed è proprio dell'ultimo di questo che vi voglio parlare.

"La storia di Trixie Palmer" è una vicenda ben articolata scritta da Stefano Piani e con i disegni curati da Matteo Resinati per quanto riguarda le matite e Antonella Vicari per le chine.
Vi troviamo una giovane Trixie Palmer a capo di una pattuglia dell'esercito al suo ultimo e più importante addestramento: un missione di 12 ore in territorio a loro sconosciuto; senza aiuti tecnologici di sorta, ma armati di tutto punto. Otto ore dopo il termine della missione al centro di comando non hanno ancora notizia dei tre componenti della squadra ed inviano altri militari in soccorso. La scena che si presenta loro è sconcertante: i due uomini massacrati e nessuna traccia di Trixie Palmer. La squadra di salvataggio cade in un agguato e viene aggredita dalla Palmer, che viene però, alla fine, bloccata ed arrestata.
A distanza di anni ritroviamo Trixie, giovane come allora, prima assassina a pagamento sulle tracce di un ribelle africano, poi guardia del corpo di un mafioso russo alla ricerca di antichi disegni di un inventore italiano del Rinascimento. Mercenaria alla ricerca dell'assassino del figlio dottore del suo mentore, Generale Green, o bodyguard trova sulla sua strada sempre Nathan Never a tentare di fermarla.
Una serie di eventi porteranno i due protagonisti della vicenda ad entrare in empatia l'uno con l'altra ed a tentare di sventare le mire egocentriche di uno scienziato pazzo d'altri tempi.

Nella storia visitiamo paesi distanti dalla Città Est, patria di Nathan: l'Africa, l'Antartide, l'Italia. Disegni dinamici ed accurati ci accompagnano in una storia abbastanza ben congegnata.

Il complesso della storia fa riflettere sulle scelte Bonelli per gli albi della serie non regolare. Sembra che ormai tutta questa serie di albi, dal Gigante al Maxi sia vittima di un virus che sta tentando di infettare gli "Speciale", sia basata sul far coesistere più storie assieme anziché crearne una organica molto articolata. Il Gigante di quest'anno era costituito da una serie di flashback sostenuti da un filo conduttore debole, quest'albo lo ricalca anche se in meglio. Il personaggio di Trixie è il très d’union credibile della storia. Nuova nella saga, dal disegno curato ed accattivante, è stata costruita anche un minimo di spessore psicologico. Il vederla in abiti succinti, od anche meno, come regola, invoglia il fruitore a proseguire nella lettura appagando l'occhio. Ad un osservatore attento tutta la "storia" di Trixie Palmer non può che far venire in mente classici del fumetto e della fantascienza come, per citarne alcuni, Wolferine, ed i suoi poteri mutanti e Rei Ayanami, infelice protagonista dell'Neon Genesi Evangelion di Hideaki Anno, conditi con un po' di cyberpunk alla Johnny Mnemonic. Il tutto ottimamente inserito nell'ambientazione fantascientifica di Nathan Never.
Se le scelte editoriali applicate al Gigante gli hanno fatto perdere appeal, quella per questa pubblicazione è stata un'idea azzeccata e speriamo fortunata.

L'augurio di rivedere presto Trixie, come il Martin Mystère del futuro, sulle pagine della serie regolare di Nathan Never è scontato.

giovedì 15 aprile 2010

Ciao, Raimondo

Wolferine: Origini

Le Grandi Saghe sono certamente un appuntamento interessante di cui tornerò a parlare spesso, come in questa occasione.

Wolferine è un personaggio sfaccettato nell'universo Marvel che ha raggiunto la notorietà planetaria grazie ai tre film sugli X-Men usciti nel corso degli anni, in cui era interpretato da un azzeccato Hugh Jackman. Tanto è stato il successo che Jackman ha interpretato il lamato supereroe anche in uno spinoff, qualche anno fa, narrandone le "Origini", e forse presto ne arriverà un secondo.
Nato nel 1974 dalla penna di Len Wein e disegnato da Herb Trimpe, fa la suo prima apparizione nell'ultima pagina del n°180 di Hulk, ma entra in azione solo nel numero successivo della stessa collana. Grazie all'introduzione nel mondo Marvel dei mutati spiegare le origini di ogni singolo supereoe che apparisse dal nulla nei loro fumetti. Sta di fatto che i lettori rimanevano curiosi di scoprire il passato dei loro eroi. Dopo decenni di indizi disseminati lungo le storie che lo vedevano protagonista, dove erano state gettate le basi, nel 2006 era giunto il momento di far ricordare a Logan, come ama farsi chiamare Wolferine in memoria del giardiniere al servizio della sua famiglia nel XIX secolo, parte del suo passato.

Le "Origini", appunto. Se avete visto il film, beh dimenticatelo: non c'entra niente con questa storia che ho tra le mani. Il film spiega in modo coerente e lineare le origini di Logan con una storia ben ritmata, ricca di cooprotagonisti sfaccettati ed un cast di tutto rispetto, mentre la storia imbastita da Andy Kubert e disegnata con un tratto, a me personalmente, poco gradito da Paul Jenkins, risulta essere spesso confusa e contorta.

La storia si svolge in seguito agli eventi di House of M, la Casata di Magneto (di cui tratteremo in un prossimo post).
A seguito degli eventi narrati nell'albo citato, James Howlett, vero nome di Wolferine, si accorge di avere nella sua testa i ricordi di tutto il suo passato. Tutto quello che ha fatto, di buono o cattivo, è riapparso di colpo a sostituire l'amnesia che l'aveva perseguitato per tutta la sua vita. I ricordi non sono ancora nitidi e chiari, la lacuna principale riguarda ancora chi lo ha coinvolto nel progetto "Arma X" e le sue motivazioni. Quel progetto "Arma X" durante il quale qualcuno ha ricoperto le ossa dello scheletro di Wolferine, già artigliato dalla nascita con lame d'osso che gli sbucano dalle nocche, con un metallo speciale ed indistruttibile, chiamato Adamantio.
Da qui prende il via la storia; Logan decide di fare luce sull'oscurità insita nel suo passato non prima, però, di essere entrato in possesso dell'unica arma che potrebbe ucciderlo: la katana Muramasa, la sola arma che blocchi il suo fattore di rigenerazione.
Parecchi comprimari di lusso fanno la loro apparizione in quest'albo: Capitan America, Nuke (già visto in Daredevil: Rinascita), Sabretooth ed altri.
Colpi di scena si susseguono fino all'entrata in scene del misterioso figlio, creduto mai nato, di Wolferine e Itsu, la sua compagna giapponese uccisa da Bucky Burnes anni prima.

Un albo consigliato a chi vuole sapere tutto di tutto di un personaggio per lui amato negli anni. Per tutti gli altri fruitori occasionali: meglio seguire le vicende cinematografiche di questo personaggio molto interessante.

mercoledì 14 aprile 2010

Dylan Dog - Il Persecutore

Ripensando al post inviato ieri, mi sono ricordato dell'ultima storia originale inedita di Dylan Dog n°283 uscito nel mese di Marzo del 2010.
La storia in questione testimonia come un mensile, pubblicato consecutivamente dal 1986 e con speciali, maxi, giganti, almanacchi e chi più ne ha più ne metta, riesca a trovare spunti in storie da storie di altri ed a renderle personali.

Per chi non lo conoscesse. Dylan Dog nasce nel 1986 nelle edicole di tutta italia dalla mente geniale ed introversa dello scrittore Tiziano Sclavi. Con la copertina disegnata da Caludio Villa e la storia da Angelo Stano appare sui banchi degli edicolanti nell'Ottobre1986, destinato a rivoluzionare il fumetto italiano per la casa editrice Bonelli. "L'alba dei morti viventi" segna solo il primo passo di quello che sarà uno dei fumetti più letti e venduti degli anni ottanta e novanta. Aggiuntosi alla schiera di cavalli di razza di Sergio Bonelli, va a fare compagnia a Tex, Mister No, e Martin Mystere, per citarne alcuni.
L'indagatore dell'Incubo, ex alcolista vegetariano , questo è il suo lavoro, indaga su mostri reali o fantastici, suoi o di clienti che ne chiedono l'aiuto. Se giudicarlo ciarlatano o serio professionista è questioni di punti di vista. Scontrarsi con vampiri, lupi mannari o killer psicopatici è per lui all'ordine del giorno. Qualche volta, però, alcuni sadici autori, o biografi, amano farlo scontrare con l'orrore quotidiano. L'orrore in cui ognuno di noi si imbatte, ogni giorno, nella sua vita; che sia una fila in posta, un certificato all'anagrafe, un dibattito in tribunale.

Ed è uno di questi orrori che lo associa al Matt Murdock, Devil, di Frank Miller.

Lo sceneggiatore Giovanni Di Gregorio ed il disegnatore, colonna della Bonelli, Giampiero Casertano, in splendida forma, lo mettono a confronto con "Il Persecutore".
Un piccolo uomo occhialuto, che nei tratti a qualcuno potrà ricordare Philip Seymour Hoffman, bussa alla porta del nostro eroe. Un ispettore del fisco ricorda a Dylan che l'erario inglese non ha ricevuto i pagamenti per le tasse dovute nel 1996. L'indagatore del suo incubo in tre giorni dovrà portare al fisco la ricevuta o pagare un'ammenda pari a 6666,66 sterline (non una cifra a caso). Tutte le ricevute sono al loro posto, tranne quella dell'anno incriminato, possibile? Da qui parte una spirale verso il basso di problemi. Acqua, luce, gas, affitto, tutte spese che da un momento all'altro il nostro non potrà più pagare. Pignoramenti, pazzia, frustrazione gli saranno compagni per tutto l'albo. Un amico cercherà di aiutarlo, ma per 1 minuto di ritardo nell'estinguere il debito altri problemi lo assaliranno. Finchè non deciderà di farla finita con la sofferenza di una vita ingiusta.

Matt Murdock alla fine rinasce, sconfiggendo un nemico reale, in un continuum di una nuova vita che sarà raccontata da nuovi e molteplici autori, come da filosofia Marvel.
Cosa succederà a Dylan Dog, dopo lo scontro con un'intangibile entità burocratica? In Aprile 2010 usciranno un Color Fest ed un numero della serie regolare. Ritroveremo la casa vuota e Dylan con un debito in denaro verso un suo amico? O tutti i suoi oggetti saranno al loro posto, Groucho, il suo assistente, non avrà mai lavorato allo Zoo e tutto sarà come se Il Persecutore non avesse mai agito?

martedì 13 aprile 2010

Daredevil: Rinascita

Le Grandi Saghe della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera sono, a parer mio, un ottimo veicolo per far giungere anche ai non appassionati i racconti che hanno segnato la storia dei Comics americani. Nel caso specifico la vita della Marvel, la Casa delle Idee.
I faccio parte della schiera dei non appassionati, ne sono conscio. Ho visto, da piccolo, ed ancora oggi mi ci soffermo, se li vedo su qualche canale del digitale terrestre, i cartoni dell'Uomo Ragno (e dei suoi fantastici amici), il Superman degli anni '40, il Batman degli anni '90, e mi son sempre piaciuti. Ho accolto con soddisfazione la maggior parte dei film dal vivo basati su supereroi ammirandone alcuni e ridendo con altri.

Uno dei film che mi è piaciuto meno è sicuramente quello di Devil. Un personaggio per me quasi sconosciuto che, nella sua trasposizione cinematografica, non mi ha colpito. Nel corso degli anni, però, ho sentito parlare molto del fumetto che ho avuto tra le mani ieri sera: Devil: Rinascita. "Un capolavoro", "Una pietra miliare del fumetto americano", "Devil come non era mai stato visto ne scritto". Bisogna dire che i commenti incuriosivano molto. Trovarlo in edicola che mi aspettava ha fatto scattare l'acquisto.

Gli autori di quest'opera sono Frank Miller e David Mazzucchelli. Il primo è ormai diventato celebre alla massa per aver diretto o partecipato alla regia della trasposizione cinematografica di sue graphic novel come 300 e Spirit. Per i meno era già famoso per aver scritto storie per l'universo DC. Ha avuto il merito di rifondare Batman con Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Batman: Year One. Il secondo ha collaborato con Miller in altre opere e poi si è dedicato a se stesso prima di tornare al disegno qualche anno fa con opere indipendenti.

La storia. Scritta e disegnata nel 1986, dal numero 227 al 233 della serie regolare di Devil, come da titolo, ricostruisce il mito dell'uomo senza paura.
Per chi non lo conoscesse, Matt Murdock è un ragazzo comune che da piccolo, a seguito del contatto con una sostanza radioattiva, perde l'uso della vista. Cieco si accorge come i suoi altri quattro sensi si acuiscano in modo esagerato. Il tatto gli permette di leggere i giornali solo sfiorando l'inchiostro con cui sono scritti, l'udito gli permette di sentire a distanze notevoli persino i battiti del cuore delle persone, l'olfatto percepire odori e pericoli. Combinando i sensi potenziati riesce a vedere come una persona normale. Si laurea in legge e, con il suo compagno di college e socio Foggy Nelson, fonda uno studio legale per la difesa dei più deboli. Poche persone sono a conoscenza della sua identità segreta: Ben Ulrich, giornalista del Daily Bugle che avrà un ruolo fondamentale in questa storia, e Karen Page, motore della novella.
Karen Page è stata, in passato, segretaria ed amante di Matt Murdock. Ad una svolta nella sua vita si decide a lasciare sia il lavoro che il compagno per intraprendere la strada di attrice. Strada difficile che non sboccia se non nel vicolo cieco della pornografia messicana. Come supporto alle difficoltà a cui va incotro non trova niente di meglio che l'effimero sollievo che può darle un'iniezione di eroina. La spirale non la lascia e la trascina talmente a fondo da vendere, per una dose della sua maledetta ancora di salvezza, l'identità segreta dell'uomo che ha sempre amato e che l'ha sempre protetta. Un'informazione così importante ha sempre mercato; lei ottiene la droga, con i rimorsi che ne conseguono, e Kingpin, signore dell'illegalità newyorkese ottiene un modo per liberarsi di un fastidio. L'informazione gli giunge attraverso una rete di informatori sparsi tra il Messico e gli Stati Uniti. Ogni singola persona venuta in contatto con l'informazione verrà eliminata. Killer si metteranno sulle tracce della povera Karen, che sopravviverà per miracolo ad un agguato. Nella sua coscienza da che se lei è in pericolo ancora di più lo sarà Matt. Conscia di ciò cerca un modo qualsiasi, anche vendendo il suo corpo, per raggiungere New York.
Nella Grande Mela, nel frattempo, Kingpin decide di distruggere l'uomo Murdock. Le persone sul suo libro paga, dallo spacciatore al generale dell'esercito americano, vengono attivati. A Matt viene bloccato il conto in banca, tagliati acqua, luce, gas e telefono, viene radiato dall'albo degli avvocati a seguito della falsa testimonianza di un poliziotto, fino ad allora integerrimo, ed alla fine gli viene fatta esplodere la casa: la firma di Kingpin. Matt lo affronta nei suoi uffici e viene sconfitto e gettato a morire.
Nel contempo Foggy trova la felicità con Glorianna O'Breen, ex di Murdock, un incredulo Ulrich prova ad indagare su Kingpin e su ciò che sta succedendo, ma viene, temporaneamente, fermato ed intimidito, Karen Page cerca di raggiungere New York per avvisare l'amato di ciò che gli ha fatto.
Murdock sfugge alla morte rifugiandosi a Hell's Kitchen luogo degradato di New York nel quale è nato. Viene curato ed accudito in un convento e dopo immani sofferenze sopravvive. Rinasce come un uomo nuovo.
Kingpin, le cui minacce a Ben Ulrich non hanno portato al suo scopo di farlo stare zitto e che, quindi, si ritrova ogni giorno, sotto pressione, sulle pagine del Bugle, scopre che il suo piano non si è compiuto del tutto e muove nuove pedine per portarlo a termine. Contattato un generale degli stati uniti si fa inviare il supersoldato Kane per massacrare ciò che resta di Devil. Un richiamo così forte non potrà che farlo uscire dalla sua tana.
Kane viene sbarcato ad Hell's Kitchen dove inizia a fare strage di civili. Vengono feriti sia Glorianna che Karen, che nel frattempo ha raggiunto Matt che l'ha aiutata a disintossicarsi.
In un commovente ultimo capitolo della saga di Miller, Karen porge il costume a Matt che si batte per sconfiggere il suo nemico, Kingpin alle strette si svela per quello che è, e Capitan America viene a conoscenza che gli esperimenti per il siero del supersoldato non si sono mai fermati.
Matt Murdock è un uomo nuovo, con un futuro davanti e una donna al fianco. Entrambi con passati turbolenti, ma pronti ad aiutarsi a vivere.

Miller sfrutta alcuni elementi del passato dei personaggi per aprire davanti a loro un nuovo futuro. Chi ha letto Daredevil fino ad allora aveva assistito all'involuzione di un personaggio molto amato. Ora viene elargita ad altri autori la possibilità di scrivere nuove storie, creare un nuovo futuro ad un personaggio storico.
I disegni di Mazzucchelli sono quello che si può definire un mix tra la rappresentazione grafica (colori, struttura) dei primi fumetti di Kirby ed il dinamismo che acquisiranno gli eroi da li a qualche anno. Non posso negare che l'impatto grafico sia, per me molto importante. Il ritmo che viene dato dal disegnatore al soggetto dell'autore aiuta una storia mediocre a migliorare od una eccellente ad affondare. In questo caso si uniscono un grande soggetto, di grande respiro e coralità, costruito in modo impeccabile con un disegno adatto a rappresentarlo. Tavole grandi, a tutta pagina, si alternano a sequenze di vignette narrative con sagacia e ritmo.
L'evoluzione della situazione e del tormento dell'eroe dal suo stato di quiete alla decadenza, fino alla resurrezione è resa, all'inizio di ogni storia dal modo in cui vediamo Matt dormire dal rilassato all'inizio fino passando per il riposo rannicchiato nella spazzatura.
Forse, l'immagine più evocativa la ritroviamo quando Suor Maggie prende tra le braccia il corpo quasi senza vita di Matt. Una rappresentazione in chiave moderna della Pietà di Michelangelo, un salvatore deposto dalla croce pronto a risorgere.
Il costume di Devil si vede ben poco in questa storia. Ne abbiamo un assaggio all'inizio quando, nella disperazione più assoluta, Murdock lo usa per ottenere informazioni che possano chiarirgli coso gli sita succedendo, confermando in questo modo l'informazione sulla sua identità segrata avuta da Kingpin. Lo ritroviamo alla fine quando il nuovo uomo ed il nuovo eroe di Hell's Kitchen indossano un nuovo costume, identico al precedente, per rimettere ordine negli ultimi rivoli di caos.
L'incontro tra Karen e Matt, il modo in cui l'aiuta ed in cui la fa rientrare nella sua vita, durante la sofferenza procuratale dall'astinenza, è lo specchio stesso di quello che lui sta passando.

Non c'è che dire, se Miller è diventato il maestro delle Graphic Novel è perchè ha creato un suo stile per raccontare in parole ed immagini ciò che altri raccontano solo per parole.
Nell'antichità le rappresentazioni grafiche servivano per insegnare agli analfabeti anche la religione (non per nulla le chiese cattoliche sono piene di bellissima affreschi, che troppo poco spesso ci fermiamo ad osservare), oggi grazie a grandi autori il fumetto permette alla mente di ognuno di noi di figurare le imprese dei nuovi miti, degli dei moderni.
I supereroi vivono le loro gesta per mezzo di chi ne scrive, Watson era il biografo di Holmes, Miller è il papà di Elecktra, il biografo di Devil e Batman, Mazzucchelli è il Canaletto, il Giotto che con il suo stile grafico ci dà un motivo in più per avvicinarci ad un mezzo di comunicazione vecchio di migliaia di anni, ma che non invecchia mai.

lunedì 12 aprile 2010

Post N.1

Si parte.
Mai avrei pensato di tenere un Blog, ma voglio provare.
Non so bene di quali argomenti tratterò; ho un paio di idee e vedrò di metterle a frutto. Niente paura non sarà solo ed esclusivamente sui Puffi (gli Smurf della Land del nome del Blog), anche se probabilmente l'argomento verrà toccato, ma quando sei davanti allo schermo bianco non hai mai idea di quale nome dare, password scegliere a ciò che stai creando, quindi... Da piccolo ci son cresciuto ed ci ho giocato, da grande li ho collezionati ed ora sono il titolo di questo Blog.
Percui: in bocca al lupo e tanta pazienza a chi vorrà, ogni tanto, venire a controllare se è apparsa qualche novità.