Dylan Dog N°: 375
Nel mistero
Soggetto e Sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Angelo Stano
Copertina: Gigi Cavenago
Colori: Giovanna Niro
Periodicità: mensile
uscita: 29/11/2017
Prezzo: 3,50€
La morte vaga per Londra, sotto forma di un serial killer anonimo. Le sue vittime non hanno nulla a che fare con Dylan Dog, ma, si sa, l'Indagatore dell'Incubo non riesce mai ad essere estraneo a situazioni del genere. Infatti, un barbone misterioso, che il nostro si troverà più volte sulla sua strada, gli salva più volte la vita con strane profezie. Il tutto condurrà i tre protagonisti di questa avventura incontro al proprio destino.
Ritorna una storia fuori uscita tutta dalla fervida mente di Tiziano Sclavi. Ad un anno esatto da Dopo un lungo silenzio ecco questo Nel mistero. Ma non è che ne sia troppo soddisfatto. A partire dal titolo: eccessivamente generico, tanto da essere adatto a qualsiasi storia di qualsiasi personaggio. La trama, tutta opera di Sclavi, stando ai crediti, è un qualcosa di già letto, molte volte, su queste pagine. Un assassino misterioso (che si rivela essere chi pensiamo che sia già dopo due pagine), Dylan che lo incontra per caso e varie forzature narrative per incastrare le varie sottotrame. Quando si aspetta una storia di Sclavi si spera in qualcosa di più, ma, qui, lo scrittore di Broni è frenato anche dall'obbligo di usare i personaggi, eccessivamente inutili, voluti da Recchioni per modernizzare la serie.
Angelo Stano torna ai disegni sia di Dylan Dog, sia per Sclavi e niente. Stano è meglio in bianco e nero. Nonostante sia affiancato da Giovanna Niro, una delle migliori coloriste di casa Bonelli, e che lei scelga sia uno stile pop, ispirato, probabilmente, ai vecchi film d'horror degli anni settanta del secolo scorso, che dei colori adatti per le atmosfere del disegnatore della provincia di Bari: no. Stano va vissuto in bianco e nero. Mi dispiace per Giovanna Niro, che ha messo in mostra, ancora una volta doti eccezionali.
La copertina di Cavenago è un omaggio allo stile di Stano. Si respirano le atmosfere di colui del quale ha preso il posto su Dylan Dog e, anche, il modo di firmarla sembra essere ispirato alla storica colonna di via Buonarotti a Milano.
Un albo che si legge bene, ma che non mi convince del tutto. Sembra essere una proposta di eventi slegati l'uno dall'altro, fino a giungere a quello che coinvolge un protagonista fino a quel momento eccessivamente vittima di situazioni, anche a lui lontane e di cui non saprà mai nulla. Forse un'occasione sprecata. Forse la terza storia sceneggiata da Sclavi si prenderà più tempo per essere pubblicata. E potrebbe essere un bene.
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lunedì 4 dicembre 2017
lunedì 5 settembre 2016
Dylan Dog - Remington House
Dylan Dog N° 360
Remington House
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Sergio Gerasi
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 27/08/2016
Prezzo: 3.20€
Una casa nella quale si è svolto il massacro di una famiglia. La guida turistica in questo triste luogo è il lavoro di Tara, nuova cliente di Dylan Dog. Lui in quella casa c'era stato proprio il giorno del tragico evento, in veste di poliziotto pivello di Scotland Yard. Lei spera di ottenere da lui qualche dettaglio in più sugli eventi di quel giorno, per riuscire a conservare il posto di lavoro. Nonostante le sue reticenze, l'Old Boy, si convince ad accompagnare la ragazza durante una visita, ma ovviamente, niente va come deve andare.
Davanti agli occhi dell'inquilino di Craven Road, come sotto l'influsso di una possessione, le persone iniziano ad uccidersi a vicenda.
Paola Barbato si ripete. Nel senso che ripete proprio un canovaccio che l'ha già vista protagonista in, almeno, una storia breve; la storia breve che l'ha vista protagonista sia ai disegni che ai testi. Una storia trita e ritrita, che non aggiunge niente di nuovo a quanto l'autrice ha proposto fino ad oggi. Anzi, quella che sembra scarsezza d'idee, le toglie un po' di appeal. La storia è tendenzialmente banale ed a tratti porta il lettore ad interrogarsi sulla logica delle azioni compiute in scena.
L'albo si salva per la capacita di Segio Gerasi di creare ambienti opprimenti e di rendere al meglio gli effetti spaventosamente speciali richiesti dalle situazioni.
Per assurdo, ovviamente l'albo è stato scritto con anticipo rispetto all'uscita del film al cinema, l'inizio della storia ricorda da molto vicino quello della pellicola dedicata alle nuove Acchiappa Fantasmi.
Remington House
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Sergio Gerasi
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 27/08/2016
Prezzo: 3.20€
Una casa nella quale si è svolto il massacro di una famiglia. La guida turistica in questo triste luogo è il lavoro di Tara, nuova cliente di Dylan Dog. Lui in quella casa c'era stato proprio il giorno del tragico evento, in veste di poliziotto pivello di Scotland Yard. Lei spera di ottenere da lui qualche dettaglio in più sugli eventi di quel giorno, per riuscire a conservare il posto di lavoro. Nonostante le sue reticenze, l'Old Boy, si convince ad accompagnare la ragazza durante una visita, ma ovviamente, niente va come deve andare.
Davanti agli occhi dell'inquilino di Craven Road, come sotto l'influsso di una possessione, le persone iniziano ad uccidersi a vicenda.
Paola Barbato si ripete. Nel senso che ripete proprio un canovaccio che l'ha già vista protagonista in, almeno, una storia breve; la storia breve che l'ha vista protagonista sia ai disegni che ai testi. Una storia trita e ritrita, che non aggiunge niente di nuovo a quanto l'autrice ha proposto fino ad oggi. Anzi, quella che sembra scarsezza d'idee, le toglie un po' di appeal. La storia è tendenzialmente banale ed a tratti porta il lettore ad interrogarsi sulla logica delle azioni compiute in scena.
L'albo si salva per la capacita di Segio Gerasi di creare ambienti opprimenti e di rendere al meglio gli effetti spaventosamente speciali richiesti dalle situazioni.
Per assurdo, ovviamente l'albo è stato scritto con anticipo rispetto all'uscita del film al cinema, l'inizio della storia ricorda da molto vicino quello della pellicola dedicata alle nuove Acchiappa Fantasmi.
mercoledì 3 agosto 2016
Dylan Dog - Sul fondo
Dylan Dog N° 359
Sul fondo
Soggetto e Sceneggiatura: Matteo Casali
Disegni: Marco Nizzoli
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/07/2016
Prezzo. 3.20€
Un uomo soffre di ipertimesia, ossia una disturbo che lo costringere a ricordare tutto, ogni dettaglio, quello che gli succede, Il problema, però, è che Holden, questo il suo nome, inizia a ricordare anche ricordi non suoi. Non ricordi allegri, ma omicidi, crimini, non commessi da lui, ma da persone che gli sono sconosciute. Per questo chiede aiuto a qualcuno che di incubi se ne intende: il residente a Craven Road 7.
Un nuovo problema sorge quando la sua mente inizia ad entrare in risonanza con quella di Dylan Dog ed i ricordi dell'Indagatore dell'Incubo iniziano ad affiorare nel suo cliente.
Recchioni fa scendere in pista un altro dei suoi amicici. Matteo Casali si prende in carico l'albo di luglio 2016 e lo trasforma, anche questo, in una storia autoconclusiva che non aggiunge niente alla promessa trama verticale, che dovrebbe ormai essere quasi alla sua seconda incarnazione.
Come lo fa? Con una storia dallo spunto curioso ed originale, ma che finisce per cadere nel ripetitivo e nel banale. La risoluzione finale è ad un passo dell'essere scontata solo perchè l'autore sceglie l'opzione B piuttosto che la A.
Ai disegni Nizzoli. Sempre pulito, preciso, dettagliato e puntuale. Sembra, però, sempre tenere a distanza il lettore. Trovo i suoi disegni un po' troppo freddi. Bravo è sicuramente bravo, è solo una sensazione personale.
Finalmente la copertina di Stano è direttamente collegata ad una sequenza narrata nell'albo. Dominano il nero, la tristezza ed il rosso. Semplice ed incisiva.
Sul fondo
Soggetto e Sceneggiatura: Matteo Casali
Disegni: Marco Nizzoli
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/07/2016
Prezzo. 3.20€
Un uomo soffre di ipertimesia, ossia una disturbo che lo costringere a ricordare tutto, ogni dettaglio, quello che gli succede, Il problema, però, è che Holden, questo il suo nome, inizia a ricordare anche ricordi non suoi. Non ricordi allegri, ma omicidi, crimini, non commessi da lui, ma da persone che gli sono sconosciute. Per questo chiede aiuto a qualcuno che di incubi se ne intende: il residente a Craven Road 7.
Un nuovo problema sorge quando la sua mente inizia ad entrare in risonanza con quella di Dylan Dog ed i ricordi dell'Indagatore dell'Incubo iniziano ad affiorare nel suo cliente.
Recchioni fa scendere in pista un altro dei suoi amicici. Matteo Casali si prende in carico l'albo di luglio 2016 e lo trasforma, anche questo, in una storia autoconclusiva che non aggiunge niente alla promessa trama verticale, che dovrebbe ormai essere quasi alla sua seconda incarnazione.
Come lo fa? Con una storia dallo spunto curioso ed originale, ma che finisce per cadere nel ripetitivo e nel banale. La risoluzione finale è ad un passo dell'essere scontata solo perchè l'autore sceglie l'opzione B piuttosto che la A.
Ai disegni Nizzoli. Sempre pulito, preciso, dettagliato e puntuale. Sembra, però, sempre tenere a distanza il lettore. Trovo i suoi disegni un po' troppo freddi. Bravo è sicuramente bravo, è solo una sensazione personale.
Finalmente la copertina di Stano è direttamente collegata ad una sequenza narrata nell'albo. Dominano il nero, la tristezza ed il rosso. Semplice ed incisiva.
venerdì 1 luglio 2016
Dylan Dog - Il prezzo della carne
Dylan Dog n° 358
Il prezzo della carne
Periodicità: mensile
Prezzo: 3,20€
L'isola di Grain è una tranquilla località di pescatori. Fino a quando il corpo di una ragazza morta viene trovato decapitato in mare. Di una ragazza morta da due anni in perfetto stato di conservazione. In più la polizia si rifiuta di indagare in qualsiasi modo su questo misterioso caso. Alla famiglia della ragazza non resta che interpellare l'Indagatore dell'Incubo. Purtroppo in questi allegri paesini, il lavoro di Dylan non è così agevolato dalla popolazione locale.
Il prezzo della carne
Soggetto e Sceneggiatura: Fabrizio Accatino
Disegni: Roberto Rinaldi
Copertina: Angelo Stano
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Prezzo: 3,20€
L'isola di Grain è una tranquilla località di pescatori. Fino a quando il corpo di una ragazza morta viene trovato decapitato in mare. Di una ragazza morta da due anni in perfetto stato di conservazione. In più la polizia si rifiuta di indagare in qualsiasi modo su questo misterioso caso. Alla famiglia della ragazza non resta che interpellare l'Indagatore dell'Incubo. Purtroppo in questi allegri paesini, il lavoro di Dylan non è così agevolato dalla popolazione locale.
Un mistero più tremendo di e crudele di quello che si possa pensare è nascosto tre le pieghe di una falsa tranquillità.
Accatino torna dopo l'apprezzata "L'ultimo inquisitore". Ma se all'epoca le contorsioni della trama ed il ricco background erano state la marcia in più della trama qui ci troviamo con troppa carne al fuoco. Onestamente l'intreccio è sì interessante, per capire come l'orrore possa essere gestito come un business qualsiasi, ma troppe sottotrame e troppi personaggi si alternano in troppe poche pagine. I momenti dedicati a Groucho, inoltre, sono decisamente troppo forzati e sortiscono l'effetto opposto a quello voluto. Se sulle prime accendono un sorrise l'eccessiva logorrea dell'assistente annoia.
Purtroppo, alla fine, per tirare le somme, lo sceneggiatore, è costretto a ricorrere a soluzioni abbastanza semplici e prevedibili.
I disegni di Rinaldi sono una certezza. Il suo stile può non piacere a tutti, ma gli si deve riconoscere una grande cura del dettaglio. Molto coinvolgenti le tavole in cui Dylan cammina sulla spiaggia e la splash page del locale.
Un numero faticoso, ma di buona qualità.
Un numero faticoso, ma di buona qualità.
martedì 31 maggio 2016
Dylan Dog - Vietato ai minori
Dylan Dog N° 357
Vietato ai minori
Soggetto e Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Davide Furnò & Paolo Armitano
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 28/05/2016
Prezzo: 3.20€
Lei è Vanessa Wilson, bellissima attrice di film horror, americana, dimenticata da tutti e che ha imboccato il viale del tramonto. Lui è Dylan Dog, suo grande fan, indagatore dell'incubo. Quando lei si reca a casa sua, aveva conservato una vecchia lettera che le aveva scritto, per essere consolata, gli lascia un invito per una rassegna cinematografica che si svolgerà a Los Angeles nella notte di Halloween.
Nonostante la sua paura del volo, una tra tante, il nostro si catapulta nella Mecca del cinema perché il suo quinto senso e mezzo non la smette di allarmarlo. Si troverà così, coinvolto in un festival cinematografico di estrema pericolosità.
Note positive. Un'ottima sceneggiatura di Pasquale Ruju, sostenuta da dei dialoghi semplici, ma non banali. L'alternanza tra cinema e realtà funziona e le emozioni vengono trasmesse con efficacia. Sulle ali di Hostel, si riflette su una situazione che potrebbe essere non così lontana dalla realtà.
Ai disegni un duo che, mantenendo la propria personalità, riesce a confondere il proprio tratto con quello di Corrado Roi. La loro matita è più decisa ed affilata, ma il gioco dei neri e dei grigi è realmente intrigante.
Nel complesso, adatta, ma meno originale di quanto si volesse presentare, l'idea di dotare di volti noti, con nomi diversi, i co-protagonisti del fumetto. Persino io che non son fisionomista ho riconosciuto a chi si sono rifatti gli autori per le loro citazioni.
Nota neutra. La copertina di Stano, richiamo a Frank Miller, giusto nel colore concentrato solo sulla camicia di Dylan.
Nota negativa. Una, ripetitiva, ma di enormi dimensioni per il progetto editoriale in corso. La trama verticale completamente assente anche in questo numero. Se è vero che alcune belle storie, che si rifanno a qualche archetipo presente nel nostro retaggio di lettori ed appassionati del genere, ci vengono presentate ciò non ci permette di scordare la premessa che aveva reso Recchioni curatore della serie. Si parlava di "stagioni televisive" per il bel londinese, ma né di questo progetto né della presenza di John Ghost se ne vedono più le tracce. Onestamente l'esperienza horror di casa Bonelli sarebbe più godibile se in redazione non si fossero dimenticati della promessa sottoscritta con i lettori. Ammetto che è una tara con la quale affronto mensilmente la creatura di Tiziano Sclavi, che, non dimentichiamoci, avvalla le scelte del curatore romano.
Vietato ai minori
Soggetto e Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Davide Furnò & Paolo Armitano
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 28/05/2016
Prezzo: 3.20€
Lei è Vanessa Wilson, bellissima attrice di film horror, americana, dimenticata da tutti e che ha imboccato il viale del tramonto. Lui è Dylan Dog, suo grande fan, indagatore dell'incubo. Quando lei si reca a casa sua, aveva conservato una vecchia lettera che le aveva scritto, per essere consolata, gli lascia un invito per una rassegna cinematografica che si svolgerà a Los Angeles nella notte di Halloween.
Nonostante la sua paura del volo, una tra tante, il nostro si catapulta nella Mecca del cinema perché il suo quinto senso e mezzo non la smette di allarmarlo. Si troverà così, coinvolto in un festival cinematografico di estrema pericolosità.
Note positive. Un'ottima sceneggiatura di Pasquale Ruju, sostenuta da dei dialoghi semplici, ma non banali. L'alternanza tra cinema e realtà funziona e le emozioni vengono trasmesse con efficacia. Sulle ali di Hostel, si riflette su una situazione che potrebbe essere non così lontana dalla realtà.
Ai disegni un duo che, mantenendo la propria personalità, riesce a confondere il proprio tratto con quello di Corrado Roi. La loro matita è più decisa ed affilata, ma il gioco dei neri e dei grigi è realmente intrigante.
Nel complesso, adatta, ma meno originale di quanto si volesse presentare, l'idea di dotare di volti noti, con nomi diversi, i co-protagonisti del fumetto. Persino io che non son fisionomista ho riconosciuto a chi si sono rifatti gli autori per le loro citazioni.
Nota neutra. La copertina di Stano, richiamo a Frank Miller, giusto nel colore concentrato solo sulla camicia di Dylan.
Nota negativa. Una, ripetitiva, ma di enormi dimensioni per il progetto editoriale in corso. La trama verticale completamente assente anche in questo numero. Se è vero che alcune belle storie, che si rifanno a qualche archetipo presente nel nostro retaggio di lettori ed appassionati del genere, ci vengono presentate ciò non ci permette di scordare la premessa che aveva reso Recchioni curatore della serie. Si parlava di "stagioni televisive" per il bel londinese, ma né di questo progetto né della presenza di John Ghost se ne vedono più le tracce. Onestamente l'esperienza horror di casa Bonelli sarebbe più godibile se in redazione non si fossero dimenticati della promessa sottoscritta con i lettori. Ammetto che è una tara con la quale affronto mensilmente la creatura di Tiziano Sclavi, che, non dimentichiamoci, avvalla le scelte del curatore romano.
venerdì 6 maggio 2016
Dylan Dog - La macchina umana
Dylan Dog N° 356
La macchina umana
Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Fabrizio De Tommaso
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/04/2016
Il peggior incubo di Dylan Dog è diventato realtà: impiegato in un ufficio, a tempo indeterminato, con rischio di licenziamento continuo, sottoposto ai ricatti del datore di lavoro per conservare il posto. Un lavoro fisso per ricevere lo stipendio a fine mese e pagare le bollette. Una vita chiusa in un circolo vizioso dal quale sembra impossibile uscire.
Difficile collocare questo albo dell'Old Boy nella continuity promessa da Recchioni prima dei suoi esordi come timoniere della testata Bonelli che ospita le avventure del personaggio creato da Tiziano Sclavi. Non segue gli spunti della trama orizzontale sui segreti di John Ghost, non evolve il personaggio di Dylan e le sue relazioni interpersonali, propone solo nuovi modelli di telefonino. Decisamente un po' poco al terzo anno di gestione.
Tuttavia Bilotta è una garanzia. La sua formazione è importante e di questo ci mette al corrente con questo albo che molto ricorda Tempi Moderni di Charlie Chaplin. Nella sua storia troviamo un'avvelenata critica sociale al consumismo ed allo strapotere delle multinazionali che governano le nostre vite, finanche esagerata per esigenze narrative. L'autore ci fornisce un incipit su come Dylan possa essere andato a finire lì, ma poco altro. Un orrore fantastico e molti orrori reali si alternano sulle pagine. Tuttavia, ancora, mi domando perché una storia del genere sia stata inserita sulla serie regolare, dove ben poco c'entra con quanto promesso. Il suo collocamento spezza una linea, crea uno scalino, in quello che dovrebbe essere. avrebbe meritato migliore sorte su un albo fuori serie, anziché perdersi in una numerazione insensibilmente progressiva. Nel frattempo, tutto ciò, permette ad un uomo con le idee confuse, impegnato a vantarsi di essere curatore di Dylan Dog per promuovere i suoi lavori personali, un uomo di marketing, con copertine fluorescenti e numeri a colori a iosa (ben vengano per carità se supportate da un contenuto valido), di guadagnare tempo.
De Tommaso ai disegni non eccelle né sfigura.
La copertina di Stano, labirintica ed inquietante, promette più di quanto l'albo mantenga. Si stancherà anche lui di vendere la sua arte a questo progetto od il soldo prevarrà (per nostra fortuna)?
La macchina umana
Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Fabrizio De Tommaso
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/04/2016
Il peggior incubo di Dylan Dog è diventato realtà: impiegato in un ufficio, a tempo indeterminato, con rischio di licenziamento continuo, sottoposto ai ricatti del datore di lavoro per conservare il posto. Un lavoro fisso per ricevere lo stipendio a fine mese e pagare le bollette. Una vita chiusa in un circolo vizioso dal quale sembra impossibile uscire.
Difficile collocare questo albo dell'Old Boy nella continuity promessa da Recchioni prima dei suoi esordi come timoniere della testata Bonelli che ospita le avventure del personaggio creato da Tiziano Sclavi. Non segue gli spunti della trama orizzontale sui segreti di John Ghost, non evolve il personaggio di Dylan e le sue relazioni interpersonali, propone solo nuovi modelli di telefonino. Decisamente un po' poco al terzo anno di gestione.
Tuttavia Bilotta è una garanzia. La sua formazione è importante e di questo ci mette al corrente con questo albo che molto ricorda Tempi Moderni di Charlie Chaplin. Nella sua storia troviamo un'avvelenata critica sociale al consumismo ed allo strapotere delle multinazionali che governano le nostre vite, finanche esagerata per esigenze narrative. L'autore ci fornisce un incipit su come Dylan possa essere andato a finire lì, ma poco altro. Un orrore fantastico e molti orrori reali si alternano sulle pagine. Tuttavia, ancora, mi domando perché una storia del genere sia stata inserita sulla serie regolare, dove ben poco c'entra con quanto promesso. Il suo collocamento spezza una linea, crea uno scalino, in quello che dovrebbe essere. avrebbe meritato migliore sorte su un albo fuori serie, anziché perdersi in una numerazione insensibilmente progressiva. Nel frattempo, tutto ciò, permette ad un uomo con le idee confuse, impegnato a vantarsi di essere curatore di Dylan Dog per promuovere i suoi lavori personali, un uomo di marketing, con copertine fluorescenti e numeri a colori a iosa (ben vengano per carità se supportate da un contenuto valido), di guadagnare tempo.
De Tommaso ai disegni non eccelle né sfigura.
La copertina di Stano, labirintica ed inquietante, promette più di quanto l'albo mantenga. Si stancherà anche lui di vendere la sua arte a questo progetto od il soldo prevarrà (per nostra fortuna)?
giovedì 14 aprile 2016
Dylan Dog - Miseria e crudeltà
Dylan Dog N° 354
Miseria e crudeltà
Soggetto e Sceneggiatura: Gigi Simeoni
Disegni: Emiliano Tanzillo
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 26/02/2016
Il Fantasma dei Vicoli. Una creatura mistica che riesce ad apparire in più luoghi, molto distanti, a brevi intervalli di tempo, sta uccidendo i senza tetto di Londra. Sui corpi, o nei corpi, delle sue vittime vengono ritrovati gioielli di grande valore di cui non se ne conosce l'origine. L'unico indizio che questa creatura si è lasciata dietro è un scritta, cancellata male, su un anello: Paupertas Malum (La Povertà è il Male).
Dylan Dog, assunto da un paio di suoi amici barboni, inizia la sua indagine partendo dal presupposto che questo fantasma sia un criminale umano. Parallelamente a lui, Rania segue la stessa indagine. Lo scambio di indizi tra i due potrebbe portare all'arresto di un pericoloso serial killer.
Gigi Simeoni è uno dei più contestati e bistrattati autori del nuovo ciclo vitale di Dylan Dog. A lui vengono rivolte accuse di non essere mai entrato in sintonia con il personaggio di Sclavi, di aver deluso i fan con sceneggiature sciatte e prevedibili. Onestamente, visto questo numero della collana, non posso che sostenere parte di questa tesi.
Ho trovato la sceneggiatura di Miseria e Crudeltà semplice, banale, ovvia e caotica. L'autore vuole buttare nel calderone molti argomenti collaterali diversi, come il razzismo e la questione sociale sui senza tetto, ma si dimentica di articolare in modo credibile i movimenti della sue pedine. Dylan e Groucho se ne vanno in giro per la città in modo assolutamente casuale e, senza alcuna indagine, riescono a scovare l'identità segreta del fantasma. I dialoghi e le citazioni sembrano abbastanza raffazzonati e le battute della spalla comica dell'Indagatore dell'Incubo prese a caso da un libretto sulla scrivania. Il colpevole viene intuito con estrema facilità, anche se non ci vengono forniti indizi sul perché delle sue azioni (il solo è: la povertà mi fa schifo). Le poche pagine buone, anche se l'ultima è un po' troppo da romanzo rosa, che ho trovato interessanti sono lo sviluppo, finalmente, del rapporto tra Rania e Dylan. Rapporto promesso da due anni, ma mai creatosi in tutto questo tempo.
Nota estremamente positiva di questo albo è il tratto grafico di Emiliano Tanzillo. Cura maniacale per il dettaglio, realizzazione questi fotografica di ogni vignetta, sfondi che sembrano piccoli quadri in bianco e nero. Tutto questo ti riappacifica con il fumetto che tieni per le mani. Unica nota di disagio: le espressioni di Rania. Fino alla sua ultima apparizione aveva verso Dylan un certa diffidenza professionale e nessun interesse sentimentale. Adesso, in ogni inquadratura, sembra essere una scolaretta innamorata ed intimidita. Un po' strano. In ogni caso, la più bella e viva Rania di sempre.
Continuo a dire che il ciclo di Recchioni non è iniziato. Gestionalmente si osserva il rinnovamento dello staff, sceneggiatori e disegnatori, ed un deciso taglio con il modo gestionale delle tematiche del passato. E' in opera uno svecchiamento del personaggio, un adattamento ad i gusti dei lettori più giovani, o nuovi, che erode lo zoccolo duro dei lettori storici (basta vedere le critiche sul sito dei Dylandogofili per rendere conto). Come dico da un po', Recchioni ci ha promesso serie televisive di dodici numeri, legate da un trama orizzontale che si interseca con quella verticale. Tutto questo non si è ancora visto. Gli unici indizi sono un Ghost 9100, che in due anni sarà anche diventato obsoleto, saltuariamente Rania e poco altro. Veramente un po' troppo poco.
Magari se pensasse un po' di più a questa collana che ad accumulare lavori ed assegnazioni in questo periodo d'oro per lui, il RRobe, renderebbe maggiore giustizia a Dylan Dog e rispetterebbe un po' di più i vecchi fan.
Miseria e crudeltà
Soggetto e Sceneggiatura: Gigi Simeoni
Disegni: Emiliano Tanzillo
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 26/02/2016
Il Fantasma dei Vicoli. Una creatura mistica che riesce ad apparire in più luoghi, molto distanti, a brevi intervalli di tempo, sta uccidendo i senza tetto di Londra. Sui corpi, o nei corpi, delle sue vittime vengono ritrovati gioielli di grande valore di cui non se ne conosce l'origine. L'unico indizio che questa creatura si è lasciata dietro è un scritta, cancellata male, su un anello: Paupertas Malum (La Povertà è il Male).
Dylan Dog, assunto da un paio di suoi amici barboni, inizia la sua indagine partendo dal presupposto che questo fantasma sia un criminale umano. Parallelamente a lui, Rania segue la stessa indagine. Lo scambio di indizi tra i due potrebbe portare all'arresto di un pericoloso serial killer.
Gigi Simeoni è uno dei più contestati e bistrattati autori del nuovo ciclo vitale di Dylan Dog. A lui vengono rivolte accuse di non essere mai entrato in sintonia con il personaggio di Sclavi, di aver deluso i fan con sceneggiature sciatte e prevedibili. Onestamente, visto questo numero della collana, non posso che sostenere parte di questa tesi.
Ho trovato la sceneggiatura di Miseria e Crudeltà semplice, banale, ovvia e caotica. L'autore vuole buttare nel calderone molti argomenti collaterali diversi, come il razzismo e la questione sociale sui senza tetto, ma si dimentica di articolare in modo credibile i movimenti della sue pedine. Dylan e Groucho se ne vanno in giro per la città in modo assolutamente casuale e, senza alcuna indagine, riescono a scovare l'identità segreta del fantasma. I dialoghi e le citazioni sembrano abbastanza raffazzonati e le battute della spalla comica dell'Indagatore dell'Incubo prese a caso da un libretto sulla scrivania. Il colpevole viene intuito con estrema facilità, anche se non ci vengono forniti indizi sul perché delle sue azioni (il solo è: la povertà mi fa schifo). Le poche pagine buone, anche se l'ultima è un po' troppo da romanzo rosa, che ho trovato interessanti sono lo sviluppo, finalmente, del rapporto tra Rania e Dylan. Rapporto promesso da due anni, ma mai creatosi in tutto questo tempo.
Nota estremamente positiva di questo albo è il tratto grafico di Emiliano Tanzillo. Cura maniacale per il dettaglio, realizzazione questi fotografica di ogni vignetta, sfondi che sembrano piccoli quadri in bianco e nero. Tutto questo ti riappacifica con il fumetto che tieni per le mani. Unica nota di disagio: le espressioni di Rania. Fino alla sua ultima apparizione aveva verso Dylan un certa diffidenza professionale e nessun interesse sentimentale. Adesso, in ogni inquadratura, sembra essere una scolaretta innamorata ed intimidita. Un po' strano. In ogni caso, la più bella e viva Rania di sempre.
Continuo a dire che il ciclo di Recchioni non è iniziato. Gestionalmente si osserva il rinnovamento dello staff, sceneggiatori e disegnatori, ed un deciso taglio con il modo gestionale delle tematiche del passato. E' in opera uno svecchiamento del personaggio, un adattamento ad i gusti dei lettori più giovani, o nuovi, che erode lo zoccolo duro dei lettori storici (basta vedere le critiche sul sito dei Dylandogofili per rendere conto). Come dico da un po', Recchioni ci ha promesso serie televisive di dodici numeri, legate da un trama orizzontale che si interseca con quella verticale. Tutto questo non si è ancora visto. Gli unici indizi sono un Ghost 9100, che in due anni sarà anche diventato obsoleto, saltuariamente Rania e poco altro. Veramente un po' troppo poco.
Magari se pensasse un po' di più a questa collana che ad accumulare lavori ed assegnazioni in questo periodo d'oro per lui, il RRobe, renderebbe maggiore giustizia a Dylan Dog e rispetterebbe un po' di più i vecchi fan.
mercoledì 6 aprile 2016
Dylan Dog - L'uomo dei tuoi sogni
Dylan Dog N° 355
L'uomo dei tuoi sogni
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Paolo Martinello
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 30/03/2016
Chi è quell'uomo che compare da tempo, regolarmente, nei sogni di Sandy, la ragazza di Dylan Dog? Ogni volta che lei si addormenta, appena inizia a sognare, lui è lì: la aspetta. E' come se volesse farle del male, se fosse lì, minaccioso, per lei. Ma perché? Oltretutto, Dylan, riesce a scoprire che il sogno della sua ragazza ha qualcosa di anomalo. è un incubo che altre persone stanno vivendo e che le porta alla morte. Violenta. Come potrà l'Indagatore dell'Incubo aiutare la donna che ama? Ci potrà riuscire? A che prezzo?
Finalmente Paola Barbato ritorna in forma. Dopo qualche passaggio a vuoto riesce a maneggiare l'incubo con consapevole coinvolgimento. Rielabora in modo scorrevole e convincente il mito di Morfeo e lo mischia con il retaggio che Wes Craven e Freddy Kruger ci hanno lasciato in anni di film horror. Il risultato è un avversario temibile, e giurato, che Dylan Dog potrebbe tornare a trovarsi di fronte.
Fluidi, ricchi di dettagli, con qualche soluzione stilistica decisamente apprezzabile, sono i disegni di Paolo Martinello. Mi chiedo, vista la dovizia di dettagli, le innumerevoli sfumature dal nero al grigio che utilizza, quanto tempo ci metta a realizzare non dico una storia, ma, anche, solo, una tavola. Uno stile grafico decisamente corposo e ricco di particolari che rischia di saturare anche l'occhio più attento. Un bene od un male? A me è piaciuto, ma penso che sia un fattore puramente soggettivo.
Successo a metà per la copertina di Angelo Stano. L'idea di utilizzare vernice, o colori, fluorescenti per valorizzarla è interessante. Peccato che sia un'operazione all'apparenza riuscita a metà. L'idea grafica è che oltre all'area intorno alla testa di Dylan altre zone dovessero beneficiare dello stesso trattamento è forte. Infatti ci si aspetta che spenta la luce anche la chiave ed il volto del protagonista della serie diventino visibili. Così non è. Io punto su problemi in fase di stampa per questa mancanza. Se così non fosse sarebbe un peccato non averci pensato ed una pecca ulteriore nella gestione Recchioni.
Gestione Recchioni che merita due righe a parte. Dal momento in cui è stato annunciato come curatore ho supportato e sperato nel suo lavoro. E' innegabile, però, che troppo cose inizino alla lunga a non quagliare. Che fine hanno fatto le stagioni da dodici episodi, legate tra loro da una trama orizzontale? Come mai il rapporta tra Dylan e Rania continua a non svilupparsi, in un modo o nell'altro, nonostante l'accelerazione vista nel numero scorso?
Tutta la carne lasciata sulla brace ormai da due anni inizia a bruciare, speriamo che qualcuno si ricordi di toglierla dal fuoco prima che diventi indigesta.
Continuiamo a confidare, in fondo questa è stata una buona storia. Ma di buone storie, per caso e senza tutti i proclami pregressi, c'erano anche durante l'era Gualdoni. Il che è tutto dire.
L'uomo dei tuoi sogni
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Paolo Martinello
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 30/03/2016
Chi è quell'uomo che compare da tempo, regolarmente, nei sogni di Sandy, la ragazza di Dylan Dog? Ogni volta che lei si addormenta, appena inizia a sognare, lui è lì: la aspetta. E' come se volesse farle del male, se fosse lì, minaccioso, per lei. Ma perché? Oltretutto, Dylan, riesce a scoprire che il sogno della sua ragazza ha qualcosa di anomalo. è un incubo che altre persone stanno vivendo e che le porta alla morte. Violenta. Come potrà l'Indagatore dell'Incubo aiutare la donna che ama? Ci potrà riuscire? A che prezzo?
Finalmente Paola Barbato ritorna in forma. Dopo qualche passaggio a vuoto riesce a maneggiare l'incubo con consapevole coinvolgimento. Rielabora in modo scorrevole e convincente il mito di Morfeo e lo mischia con il retaggio che Wes Craven e Freddy Kruger ci hanno lasciato in anni di film horror. Il risultato è un avversario temibile, e giurato, che Dylan Dog potrebbe tornare a trovarsi di fronte.
Fluidi, ricchi di dettagli, con qualche soluzione stilistica decisamente apprezzabile, sono i disegni di Paolo Martinello. Mi chiedo, vista la dovizia di dettagli, le innumerevoli sfumature dal nero al grigio che utilizza, quanto tempo ci metta a realizzare non dico una storia, ma, anche, solo, una tavola. Uno stile grafico decisamente corposo e ricco di particolari che rischia di saturare anche l'occhio più attento. Un bene od un male? A me è piaciuto, ma penso che sia un fattore puramente soggettivo.
Successo a metà per la copertina di Angelo Stano. L'idea di utilizzare vernice, o colori, fluorescenti per valorizzarla è interessante. Peccato che sia un'operazione all'apparenza riuscita a metà. L'idea grafica è che oltre all'area intorno alla testa di Dylan altre zone dovessero beneficiare dello stesso trattamento è forte. Infatti ci si aspetta che spenta la luce anche la chiave ed il volto del protagonista della serie diventino visibili. Così non è. Io punto su problemi in fase di stampa per questa mancanza. Se così non fosse sarebbe un peccato non averci pensato ed una pecca ulteriore nella gestione Recchioni.
Gestione Recchioni che merita due righe a parte. Dal momento in cui è stato annunciato come curatore ho supportato e sperato nel suo lavoro. E' innegabile, però, che troppo cose inizino alla lunga a non quagliare. Che fine hanno fatto le stagioni da dodici episodi, legate tra loro da una trama orizzontale? Come mai il rapporta tra Dylan e Rania continua a non svilupparsi, in un modo o nell'altro, nonostante l'accelerazione vista nel numero scorso?
Tutta la carne lasciata sulla brace ormai da due anni inizia a bruciare, speriamo che qualcuno si ricordi di toglierla dal fuoco prima che diventi indigesta.
Continuiamo a confidare, in fondo questa è stata una buona storia. Ma di buone storie, per caso e senza tutti i proclami pregressi, c'erano anche durante l'era Gualdoni. Il che è tutto dire.
sabato 2 gennaio 2016
Dylan Dog - La calligrafia del dolore
DYLAN
DOG N°
352
LA
CALLIGRAFIA DEL DOLORE
Soggetto Sceneggiatura:
Andrea Cavaletto
Disegni:
Luigi Piccatto, Giulia Massaglia, Renato
Riccio, Matteo Santaniello
Copertina:
Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/12/2015
Cosa lega un'antico maniero inglese, un' officina ed altre proprietà immobiliari? Solo il fatto che i proprietari muoiano di morte violenta e che Dylan Dog vi indaghi? O c'è dell'altro?
Mooncaster Manor, la magione, era di proprietà di un'ex dell'Old Boy ed ora lei, il suo nuovo marito e la sua giovane figlia sono morti in una tragedia familiare, ma non prima di suggerire al vecchio spasimante di indagare su eventi misteriosi legati alla casa.
Ci sono ancora. Il periodo natalizio mi ha obbligato ad una lunga assenza dalla tastiera del computer e dal plico di fumetti e letture varie arretrate che attendono in libreria (complici anche altre due spedizioni al cinema a vedere Episodio VII, e tutti sappiamo di cosa sto parlando vero?). Però, eccoci ancora qui. Questa volta per parlare dell'ultimo Dylan Dog del 2015.
Piena autonomia a Cavaletto per il soggetto e la sceneggiatura. La sua idea gira intorno ad un oggetto potente nelle mani di una persona influente. Mi è piaciuto il suo modo di legare i vari passaggi della storia, attraverso personaggi ed eventi, anche se alla fine la trama verticale che stiamo aspettando da più di un anno non viene troppo sviluppata.
Ai disegni si alternano, con omogeneità inaspettata, quattro artisti del disegno. Seppure il tratti siano simili, ma non identici, la storia non risente dei cambi volanti tra i disegnatori. Curioso esperimento, ne vorrei meglio capire i motivi.
Nota a margine. Si chiude il 2015 di Recchioni come curatore dell'unica serie Bonelli che sto ancora seguendo. Cosa ci lascia? Tendenzialmente nulla. Un cellulare rotto e ricomprato ed un piccolo cliffhunger con la Regina d'Inghilterra con i tentacoli al posto delle gambe. Mi sembra un po' poco per uno che aveva pubblicizzato e fatto bandiera di voler realizzare ogni anno una diversa serie di Dylan Dog di dodici episodi. Bene, se Dylan Dog fosse una serie televisiva avrei smesso di seguirla alla quinta, sesta, puntata.
Speriamo che il registro cambi, va bene che la qualità è cresciuta dall'epoca Gualdoni, ma siamo ancora lontani dalle vette del buon pensionato Marcheselli.
Buon anno a tutti!
lunedì 30 novembre 2015
Dylan Dog - In fondo al male
Dylan Dog N° 351
In fondo al male
Soggetto Sceneggiatura: Ratigher
Disegni: Alessandro Baggi
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 27/11/2015
Una trasferta in Scozia per Dylan Dog. Fiona è preoccupata per la scomparsa della sua amica Molly e lo convince a seguirla a settecento chilometri di distanza dalla sua Londra. Qui, l'Indagatore dell'Incubo, avrà pane per i suoi denti e gli incubi su cui porre gli occhi saranno fin troppi. La violenza contro persone, animali, tra bambini, è ad altissimi livelli. Sembra che tutto si stia preparando per un evento catastrofico colossale. La Strada dei Giganti sembra essere ad un passo dall'aprirsi e trascinare tutti i residenti di Port Frost in fondo al male.
Carina l'idea di base di usare una formazione naturale come porta per qualcosa di soprannaturale, oltre tutto legata un una storia antica. Quello che se ne sviluppa è, però, una vicenda narrativa riccamente banale ed affossata da frasi retoriche infilate una dietro l'altra, come perline irregolari di una collana di pessimo gusto. Il debutto di Ratigher come sceneggiatore di Dylan Dog, per me, coincide con uno dei numeri peggiori della gestione Recchioni. Un'accozzaglia di luoghi comuni e frasi fatte che riportano la testata indietro di anni, fino a raggiungere vette che mancavano dai periodi peggiori a guida Gualdoni. Non credo che, nonostante tutte le belle parole spese dai critici contemporanei per l'autore, dopo questa esperienza, sarò invogliato a leggere opere che Francesco D'Erminio ha realizzato da autore completo. Sarei, comunque, curioso di vedere il suo stile di disegno (detto fatto: curiosità passata).
La lettura, di una trama lenta e stagnante che non lascia accadere nulla fino, almeno, a pagina quaranta, è affossata ulteriormente dallo stile vecchio e legnoso di Baggi. Tratto rigido, svogliato, incostante, tanto da rendere difficile il riconoscere i personaggi secondari se non dai vestiti. Un senso di inadeguatezza dato ancora di più dall'eccesso di retini puntinati in offerta speciale al discount, usati un tanto al chilo per riempire gli spazi vuoti. Unica soluzione grafica interessante è lo sfruttamento della piena tavola del fumetto per il disegno. Operazione già vista, in casa Bonelli, in Orfani, a colori, che acquista anche con il bianco e nero un valore interessante.
Riesce persino noiosa la copertina di Stano; che, più di passare emozioni ed attrarre, emana un senso di giù visto che predispone male il lettore.
Nota sulla distribuzione e sulla cura del numero 351. Girando supermercati ed edicole mi è stato difficile trovare un numero privo di difetti in copertina: parti mancati, pieghe, residui di colla lungo la costa, sbeccature, graffi, tagli. Un'odissea per acquistare un numero parzialmente sano. Mai successo.
In fondo al male
Soggetto Sceneggiatura: Ratigher
Disegni: Alessandro Baggi
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 27/11/2015
Una trasferta in Scozia per Dylan Dog. Fiona è preoccupata per la scomparsa della sua amica Molly e lo convince a seguirla a settecento chilometri di distanza dalla sua Londra. Qui, l'Indagatore dell'Incubo, avrà pane per i suoi denti e gli incubi su cui porre gli occhi saranno fin troppi. La violenza contro persone, animali, tra bambini, è ad altissimi livelli. Sembra che tutto si stia preparando per un evento catastrofico colossale. La Strada dei Giganti sembra essere ad un passo dall'aprirsi e trascinare tutti i residenti di Port Frost in fondo al male.
Carina l'idea di base di usare una formazione naturale come porta per qualcosa di soprannaturale, oltre tutto legata un una storia antica. Quello che se ne sviluppa è, però, una vicenda narrativa riccamente banale ed affossata da frasi retoriche infilate una dietro l'altra, come perline irregolari di una collana di pessimo gusto. Il debutto di Ratigher come sceneggiatore di Dylan Dog, per me, coincide con uno dei numeri peggiori della gestione Recchioni. Un'accozzaglia di luoghi comuni e frasi fatte che riportano la testata indietro di anni, fino a raggiungere vette che mancavano dai periodi peggiori a guida Gualdoni. Non credo che, nonostante tutte le belle parole spese dai critici contemporanei per l'autore, dopo questa esperienza, sarò invogliato a leggere opere che Francesco D'Erminio ha realizzato da autore completo. Sarei, comunque, curioso di vedere il suo stile di disegno (detto fatto: curiosità passata).
La lettura, di una trama lenta e stagnante che non lascia accadere nulla fino, almeno, a pagina quaranta, è affossata ulteriormente dallo stile vecchio e legnoso di Baggi. Tratto rigido, svogliato, incostante, tanto da rendere difficile il riconoscere i personaggi secondari se non dai vestiti. Un senso di inadeguatezza dato ancora di più dall'eccesso di retini puntinati in offerta speciale al discount, usati un tanto al chilo per riempire gli spazi vuoti. Unica soluzione grafica interessante è lo sfruttamento della piena tavola del fumetto per il disegno. Operazione già vista, in casa Bonelli, in Orfani, a colori, che acquista anche con il bianco e nero un valore interessante.
Riesce persino noiosa la copertina di Stano; che, più di passare emozioni ed attrarre, emana un senso di giù visto che predispone male il lettore.
Nota sulla distribuzione e sulla cura del numero 351. Girando supermercati ed edicole mi è stato difficile trovare un numero privo di difetti in copertina: parti mancati, pieghe, residui di colla lungo la costa, sbeccature, graffi, tagli. Un'odissea per acquistare un numero parzialmente sano. Mai successo.
venerdì 30 ottobre 2015
Dylan Dog - Lacrime di pietra
Dylan Dog N° 350
Lacrime di pietra
Soggetto, sceneggiatura e disegni: Carlo Ambrosini
Colori: Giovanna Niro
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/10/2015
I postumi della recente imbalsamazione hanno portato Bloch a sottoporsi, in ospedale, ad una dieta e degli esami approfonditi. Qui si è innamorato di Crispille, giovane ex ballerina portoghese non vedente. Nello stesso giorno in cui Dylan la incontra e l'ex ispettore gli confessa i suoi sentimenti, un delinquente incrocia la strada della donna e di sua suocera, che la accompagna ogni volta che esce di casa. I dubbi assalgono Sherlock che inizia una sua personale e privata indagine. Cosa nasconde Crispille? E qual è il rapporto che la lega alla Beata Crispille, omonima santa portoghese della quale la statua si trova davanti alla cappella dell'ospedale?
Soggetto, sceneggiatura e disegni tutto ad opera di Carlo Ambrosini. Devo ammettere che alla notizia del ritorno, come autore completo, dello storico disegnatore di Casa Bonelli mi sono preoccupato parecchio. Mi ricordo che l'ultima volta era rimasto abbastanza deluso del suo operato e l'evento mi aveva parecchio intristito. Con gli anni Ambrosini ha portato il suo stile ad essere sempre più graffiato ed inciso, nel solco di molti autori sud americani. Tratto che può piacere o meno. Personalmente, spesso, questo mi infastidisce perché non permette di mantenere costanti i tratti somatici dei protagonisti e lascia molto all'improvvisazione.
La storia, invece, mi ha sorpreso parecchio. A parte i riferimenti ad eventi successi nel numero precedente od in questa stagione, la trama impostata da Ambrosini si costruisce mattone dopo mattone e smontando le piccole certezze ed illusioni che la mente del lettore tende a creare. Anche se alcune scelte narrative (tipo lo spiegone finale) possono essere opinabili, l'impianto regge e la trama si sviluppa in modo concreto. Viene dato spessore a tutti i personaggi e si percorre la via sclaviana dell'orrore nel quotidiano, dove i veri mostri, verso gli altri e verso noi stessi, siamo noi.
Giovanna Niro si occupa dei colori di questo albo speciale. E' brava. Può sperimentare molto e questo le permette di utilizzare una paletta di colori molto varia ed adatta ai diversi momenti della storia. Bello il rendere del passare del tempo, giocando con le luci, dell'ultima parte dell'albo.
Copertina di uno Stano, più realista del solito, che non mi impressionato come in precedenti occasioni. I suoi personaggi non somigliano a loro stessi, ma più a Denny Devito in compagnia di un Robert De Niro alto e giovane. Forse il conoscere la genesi dell'illustrazione me ne ha causato il disamore. Ciò che l'immagine mi lascia intendere è di due uomini a difesa di una donna, non, come suggerito dagli autori, due amici pronti a duellare tra loro. Punti di vista.
Non capisco, però, l'utilità di questo numero a colori. Sì, siamo a 350, ma Bonelli ha sempre festeggiato le centinaia non le cinquantine. C'è, comunque, solo da dire grazie per il regalo, visto che l'albo è in vendita senza nessun sovrapprezzo.
Lacrime di pietra
Soggetto, sceneggiatura e disegni: Carlo Ambrosini
Colori: Giovanna Niro
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/10/2015
I postumi della recente imbalsamazione hanno portato Bloch a sottoporsi, in ospedale, ad una dieta e degli esami approfonditi. Qui si è innamorato di Crispille, giovane ex ballerina portoghese non vedente. Nello stesso giorno in cui Dylan la incontra e l'ex ispettore gli confessa i suoi sentimenti, un delinquente incrocia la strada della donna e di sua suocera, che la accompagna ogni volta che esce di casa. I dubbi assalgono Sherlock che inizia una sua personale e privata indagine. Cosa nasconde Crispille? E qual è il rapporto che la lega alla Beata Crispille, omonima santa portoghese della quale la statua si trova davanti alla cappella dell'ospedale?
Soggetto, sceneggiatura e disegni tutto ad opera di Carlo Ambrosini. Devo ammettere che alla notizia del ritorno, come autore completo, dello storico disegnatore di Casa Bonelli mi sono preoccupato parecchio. Mi ricordo che l'ultima volta era rimasto abbastanza deluso del suo operato e l'evento mi aveva parecchio intristito. Con gli anni Ambrosini ha portato il suo stile ad essere sempre più graffiato ed inciso, nel solco di molti autori sud americani. Tratto che può piacere o meno. Personalmente, spesso, questo mi infastidisce perché non permette di mantenere costanti i tratti somatici dei protagonisti e lascia molto all'improvvisazione.
La storia, invece, mi ha sorpreso parecchio. A parte i riferimenti ad eventi successi nel numero precedente od in questa stagione, la trama impostata da Ambrosini si costruisce mattone dopo mattone e smontando le piccole certezze ed illusioni che la mente del lettore tende a creare. Anche se alcune scelte narrative (tipo lo spiegone finale) possono essere opinabili, l'impianto regge e la trama si sviluppa in modo concreto. Viene dato spessore a tutti i personaggi e si percorre la via sclaviana dell'orrore nel quotidiano, dove i veri mostri, verso gli altri e verso noi stessi, siamo noi.
Giovanna Niro si occupa dei colori di questo albo speciale. E' brava. Può sperimentare molto e questo le permette di utilizzare una paletta di colori molto varia ed adatta ai diversi momenti della storia. Bello il rendere del passare del tempo, giocando con le luci, dell'ultima parte dell'albo.
Copertina di uno Stano, più realista del solito, che non mi impressionato come in precedenti occasioni. I suoi personaggi non somigliano a loro stessi, ma più a Denny Devito in compagnia di un Robert De Niro alto e giovane. Forse il conoscere la genesi dell'illustrazione me ne ha causato il disamore. Ciò che l'immagine mi lascia intendere è di due uomini a difesa di una donna, non, come suggerito dagli autori, due amici pronti a duellare tra loro. Punti di vista.
Non capisco, però, l'utilità di questo numero a colori. Sì, siamo a 350, ma Bonelli ha sempre festeggiato le centinaia non le cinquantine. C'è, comunque, solo da dire grazie per il regalo, visto che l'albo è in vendita senza nessun sovrapprezzo.
giovedì 1 ottobre 2015
Dylan Dog - La morta non dimentica
Dylan Dog N° 349
La morta non dimentica
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/09/2015
Direttamente dal paesino in cui si sono ritirati in pensione, Block e Jenkins si presentano, formali, alla porta dell'Indagatore dell'Incubo. Qualcosa di strano sta succedendo in una casa a pochi passa dalla loro: un uomo, del quale entrambi hanno partecipato al funerale , è stato visto seduto in casa sua.
Stranamente anche a Londra, l'Ispettore Carpenter, sta avendo a che fare con dei manichini che se ne vanno in giro per la città. Questi manichini sembrano essere dei cadaveri eviscerati ed impagliati, lasciati in giro come messaggio per qualcuno. Che quel qualcuno sia proprio Dylan Dog? E che quel messaggio, all'apparenza sempre più personale, sia opera di una sua vecchia conoscenza impossibilitata a morire? Che ci sia Nora Cuthbert dietro a questo evento eccezionale?
Tornano Nora e Gus, quindi vi dovete andare a rileggere (a meno che non abbiate una gran buona memoria) il numero 338 della serie regolare di Dylan Dog, per fare un po' il punto della situazione. Paola Barbato, già autrice della sceneggiatura dove sono apparse queste buonanime immortali per colpa dell'Old Boy, sfrutta pienamente, per la prima volta, la continuity. Dopo tanti anni, tornano dei personaggi che sembrano avere la possibilità di divenire ricorrenti. Nora e Gus sono una coppia psicopatica, ridotta senza ragione dalla condizione in cui sono costretti e con il solo obiettivo di tornare ad incrociare la strada di chi li ha ridotti così. La narrazione è abbastanza faticosa. A volte accelera, a volte rallenta, sopratutto quando ti chiede di ricordare cosa sia successo un anno fa. Il mio consiglio è quello di trovare una mezz'ora e ripassare prima Mai più, Ispettore Bloch e poi dedicarsi alla lettura del nuovo albo acquistato in edicola. I meccanismi narrati della Barbato risulteranno più chiari e fluidi.
Ai disegni Bruno Brindisi. Non lo so, accidenti. A volte mi piace, a volte no. Alcune pagine dici wow, in altre ti limiti ad oh. Caratterizza bene i personaggi, offre citazioni da altri mondi narrativ, dona a Nora l'aspetto di una giovane Madonna Ciccone, si esalta nelle scene semi-splatter (visto che, per forza di cose, di sangue ce ne è poco), ma ogni tanto si perde. A volte, nella ricerca di nitidezza dell'immagine, col tratto sottile, tende a creare l'effetto opposto ed a confondere l'occhio di chi legge.
La copertina di Stano, tendenzialmente dominata da ombre e colori scuri, perde di luminosità anche per la scelta del posizionamento del titolo. Se sapete da 349 numeri che la banda del titolo sarà a quell'altezza: non metteteci tutti quei dettagli sotto. Il cuore sul tavolino quasi sparisce, le gambe di Nora praticamente mozzate. Si stringe di meno l'inquadratura e si guadagna in godibilità dell'immagine, a mio modesto parere.
Il mese prossimo è il momento del numero 350, full color. Disegni e storia saranno di Carlo Ambrosini che nella sua ultima uscita tutta a colori su Orfani: Ringo non mi ha convinto per niente. Speriamo che quel numero, per lui e per Bonelli, sia stata un buona palestra e che entrambi sappiano stupirci con scelte coraggiose e coinvolgenti.
La morta non dimentica
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/09/2015
Direttamente dal paesino in cui si sono ritirati in pensione, Block e Jenkins si presentano, formali, alla porta dell'Indagatore dell'Incubo. Qualcosa di strano sta succedendo in una casa a pochi passa dalla loro: un uomo, del quale entrambi hanno partecipato al funerale , è stato visto seduto in casa sua.
Stranamente anche a Londra, l'Ispettore Carpenter, sta avendo a che fare con dei manichini che se ne vanno in giro per la città. Questi manichini sembrano essere dei cadaveri eviscerati ed impagliati, lasciati in giro come messaggio per qualcuno. Che quel qualcuno sia proprio Dylan Dog? E che quel messaggio, all'apparenza sempre più personale, sia opera di una sua vecchia conoscenza impossibilitata a morire? Che ci sia Nora Cuthbert dietro a questo evento eccezionale?
Tornano Nora e Gus, quindi vi dovete andare a rileggere (a meno che non abbiate una gran buona memoria) il numero 338 della serie regolare di Dylan Dog, per fare un po' il punto della situazione. Paola Barbato, già autrice della sceneggiatura dove sono apparse queste buonanime immortali per colpa dell'Old Boy, sfrutta pienamente, per la prima volta, la continuity. Dopo tanti anni, tornano dei personaggi che sembrano avere la possibilità di divenire ricorrenti. Nora e Gus sono una coppia psicopatica, ridotta senza ragione dalla condizione in cui sono costretti e con il solo obiettivo di tornare ad incrociare la strada di chi li ha ridotti così. La narrazione è abbastanza faticosa. A volte accelera, a volte rallenta, sopratutto quando ti chiede di ricordare cosa sia successo un anno fa. Il mio consiglio è quello di trovare una mezz'ora e ripassare prima Mai più, Ispettore Bloch e poi dedicarsi alla lettura del nuovo albo acquistato in edicola. I meccanismi narrati della Barbato risulteranno più chiari e fluidi.
Ai disegni Bruno Brindisi. Non lo so, accidenti. A volte mi piace, a volte no. Alcune pagine dici wow, in altre ti limiti ad oh. Caratterizza bene i personaggi, offre citazioni da altri mondi narrativ, dona a Nora l'aspetto di una giovane Madonna Ciccone, si esalta nelle scene semi-splatter (visto che, per forza di cose, di sangue ce ne è poco), ma ogni tanto si perde. A volte, nella ricerca di nitidezza dell'immagine, col tratto sottile, tende a creare l'effetto opposto ed a confondere l'occhio di chi legge.
La copertina di Stano, tendenzialmente dominata da ombre e colori scuri, perde di luminosità anche per la scelta del posizionamento del titolo. Se sapete da 349 numeri che la banda del titolo sarà a quell'altezza: non metteteci tutti quei dettagli sotto. Il cuore sul tavolino quasi sparisce, le gambe di Nora praticamente mozzate. Si stringe di meno l'inquadratura e si guadagna in godibilità dell'immagine, a mio modesto parere.
Il mese prossimo è il momento del numero 350, full color. Disegni e storia saranno di Carlo Ambrosini che nella sua ultima uscita tutta a colori su Orfani: Ringo non mi ha convinto per niente. Speriamo che quel numero, per lui e per Bonelli, sia stata un buona palestra e che entrambi sappiano stupirci con scelte coraggiose e coinvolgenti.
martedì 29 settembre 2015
Dylan Dog - L'impostore
Dylan Dog n. 317, mensile
L’impostore
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Nicola Mari
Copertina: Angelo Stano
Un famoso conduttore televisivo viene assassinato in casa sua. L'unica testimone dell'omicidio è la sua ragazza, che sostiene che sia stato ucciso da un suo doppio. L'unica persona così abile da potersi trasformare in un altro è un famoso imitatore della televisione, che la sera prima aveva preso in giro la vittima. Scotland Yard non le crede e lei si rivolge a Dylan Dog, per indagare su suo incubo. Quando un'altro personaggio famoso rimane vittima del suo sosia, questa volta ripreso dalle telecamere, i dubbi sulla sua colpevolezza decadono.
L'Old Boy non si rassegna e grazie all'aiuto della dirigente della rete televisiva riesce a contattare il presunto killer. I due si trovano ben presto in una situazione mortale. Perché vengono commessi questi omicidi e qual mente malata c'è dietro a tutto questo orrore?
Ammettiamolo: l'incipit del sosia/gemello cattivo è usato ed abusato nel mondo della narrazione e non è nuovo neanche sulle pagine dell'indagatore dell'Incubo. Tuttavia, da un giovane sceneggiatore promettente di si aspetta una storia originale ed intrigante, ma le aspettative vengono ben presto deluse. L'intricato ordito tessuto da Alessandro Bilotta, che firma sia sceneggiatura che soggetto, si rivela una pesante macchine utile a nascondere un colpo di scena che tale non è. Fin dalle prime pagine, proprio grazie alla ricchezza di indizi falsi e tendenziosi disseminati, si riesce ad intuire chi è il vero colpevole. Infatti, al momento del colpo di scena finale penso che pochi lettori ne siano rimasti stupiti. L'innovazione di questo albo è che in 96 è pagine Dylan riesce a conquistare due ragazze in un botto solo, non un caso unico, ma molto raro. Come ci si immagina, per di più, due ragazze belle ed espansive.
I disegni di Nicola Mari, che era tanto che non vedevo all'opera, non sono più quegli A4 neri sporcati di bianco dei tempi di Nathan Never. Adesso il disegnatore Bonelli riesce a dosare meglio l'equilibrio tra bianco e nero senza, comunque, passare dai toni del grigio o da tinte sfumate. Nonostante la caratterizzazione grafica dei personaggi non sia canonica (Dylan ha un'altra faccia, lo sappiamo) i disegni di Mari aiutano una storia sotto tono a non sprofondare.
La copertina di Stano è un compito a casa svolto con la solita abilità, ma senza quello spunto d'eccellenza che tante illustrazioni dell'anno scorso aveva acceso. Graficamente ineccepibile, colorata con luminosa passione, rispecchia l'albo a cui è dedicata, ma non si staglia oltre la media dei buoni lavori dell'illustratore e disegnatore della scuderia di Via Buonarroti.
Un albo che si colloca nella media della collana mensile, ma che non stupisce. Fila e si lascia leggere, ma non incide niente nella memoria. Un albo come tanti, una buona mezz'ora di svago.
L’impostore
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Nicola Mari
Copertina: Angelo Stano
Un famoso conduttore televisivo viene assassinato in casa sua. L'unica testimone dell'omicidio è la sua ragazza, che sostiene che sia stato ucciso da un suo doppio. L'unica persona così abile da potersi trasformare in un altro è un famoso imitatore della televisione, che la sera prima aveva preso in giro la vittima. Scotland Yard non le crede e lei si rivolge a Dylan Dog, per indagare su suo incubo. Quando un'altro personaggio famoso rimane vittima del suo sosia, questa volta ripreso dalle telecamere, i dubbi sulla sua colpevolezza decadono.
L'Old Boy non si rassegna e grazie all'aiuto della dirigente della rete televisiva riesce a contattare il presunto killer. I due si trovano ben presto in una situazione mortale. Perché vengono commessi questi omicidi e qual mente malata c'è dietro a tutto questo orrore?
Ammettiamolo: l'incipit del sosia/gemello cattivo è usato ed abusato nel mondo della narrazione e non è nuovo neanche sulle pagine dell'indagatore dell'Incubo. Tuttavia, da un giovane sceneggiatore promettente di si aspetta una storia originale ed intrigante, ma le aspettative vengono ben presto deluse. L'intricato ordito tessuto da Alessandro Bilotta, che firma sia sceneggiatura che soggetto, si rivela una pesante macchine utile a nascondere un colpo di scena che tale non è. Fin dalle prime pagine, proprio grazie alla ricchezza di indizi falsi e tendenziosi disseminati, si riesce ad intuire chi è il vero colpevole. Infatti, al momento del colpo di scena finale penso che pochi lettori ne siano rimasti stupiti. L'innovazione di questo albo è che in 96 è pagine Dylan riesce a conquistare due ragazze in un botto solo, non un caso unico, ma molto raro. Come ci si immagina, per di più, due ragazze belle ed espansive.
I disegni di Nicola Mari, che era tanto che non vedevo all'opera, non sono più quegli A4 neri sporcati di bianco dei tempi di Nathan Never. Adesso il disegnatore Bonelli riesce a dosare meglio l'equilibrio tra bianco e nero senza, comunque, passare dai toni del grigio o da tinte sfumate. Nonostante la caratterizzazione grafica dei personaggi non sia canonica (Dylan ha un'altra faccia, lo sappiamo) i disegni di Mari aiutano una storia sotto tono a non sprofondare.
La copertina di Stano è un compito a casa svolto con la solita abilità, ma senza quello spunto d'eccellenza che tante illustrazioni dell'anno scorso aveva acceso. Graficamente ineccepibile, colorata con luminosa passione, rispecchia l'albo a cui è dedicata, ma non si staglia oltre la media dei buoni lavori dell'illustratore e disegnatore della scuderia di Via Buonarroti.
Un albo che si colloca nella media della collana mensile, ma che non stupisce. Fila e si lascia leggere, ma non incide niente nella memoria. Un albo come tanti, una buona mezz'ora di svago.
lunedì 7 settembre 2015
Dylan Dog - La mano sbagliata
Dylan Dog N° 348
La mano sbagliata
Soggetto e Sceneggiatura Barbara Baraldi
Disegni: Nicola Mari
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 28/08/2015
Il mondo dell'arte è effimero: oggi non sei nessuno, domani una celebrità. Anna Novak ha raggiunto il successo nonostante una menomazione ed il suo istinto a ritrarre la morte. Al centro degli onori della cronaca, e dell'interesse dell'Ispettore Carpenter, vi entra perché i suoi quadri rappresentano minuziosamente scene di omicidi che realmente stanno avvenendo a Londra. Omicidi di persone con cui la stessa Novak era entrata in contatto in precedenza.
La donna sembra precipitare in un incubo e solo l'indagine di un esperto indagatore degli stessi potrebbe aiutarla a dimostrare la sua innocenza.
Debutto sulle pagine del mensile dell'orrore di casa Bonelli di Barbara Baraldi. Onestamente ho trovato il soggetto poco interessante e lo sviluppo della sceneggiatura abbastanza banale. L'autrice ci tiene a legarsi alle atmosfere Hitchockiane, ma riesce a richiamarle solo utilizzando l'espediente dei nomi. Marnie e Ingrid, la vicina di casa e l'agente di, Anna Novak, la sua rivale Rita Leigh sono il modo di Baraldi di omaggiare film ed attrici che le sono piaciute in passato, probabilmente. Ma tutto si ferma lì. Lo spiegone flashback è abbastanza banale e noioso, il finale della storia è abbastanza scontato e la situazione sentimentale di Dylan Dog, scelta finale disillusa compresa, è attesa da metà albo in avanti. Una lettura faticosa di una prova d'esordio che non mi ha convinto.
Ad influire sul mio giudizio, non lo posso negare, sono stati anche i disegni di Nicola Mari. A volte mi stupisce e realizza qualcosa di godibile anche per me, ma, spesso, io ed i suoi disegni, abbiamo un rapporto conflittuale. Trovo il suo stile confusionario ed poco leggibile. Nella sua smania di colorare tutto di nero mi confonde e mi fa perdere dettagli importanti della storia. Non si possono negare la sinuosità delle sue donne (peraltro di base tutte uguali) e l'impegno di realizzare i quadri di sfondo per i diversi periodi della protagonista, ma a me continua a non impressionare.
La copertina di Stano mi ricorda molto una delle prime, Attraverso lo specchio di Villa, ma è solo una sensazione mia. Credo.
Per me una delle peggiori storie del primo anno di Recchioni com e timoniere della serie. Fatico ancora a vedere sviluppi decisi della tanto decantata trama orizzontale, ma spero di sbagliarmi.
Attendiamo con curiosità il prossimo numero.
La mano sbagliata
Soggetto e Sceneggiatura Barbara Baraldi
Disegni: Nicola Mari
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 28/08/2015
Il mondo dell'arte è effimero: oggi non sei nessuno, domani una celebrità. Anna Novak ha raggiunto il successo nonostante una menomazione ed il suo istinto a ritrarre la morte. Al centro degli onori della cronaca, e dell'interesse dell'Ispettore Carpenter, vi entra perché i suoi quadri rappresentano minuziosamente scene di omicidi che realmente stanno avvenendo a Londra. Omicidi di persone con cui la stessa Novak era entrata in contatto in precedenza.
La donna sembra precipitare in un incubo e solo l'indagine di un esperto indagatore degli stessi potrebbe aiutarla a dimostrare la sua innocenza.
Debutto sulle pagine del mensile dell'orrore di casa Bonelli di Barbara Baraldi. Onestamente ho trovato il soggetto poco interessante e lo sviluppo della sceneggiatura abbastanza banale. L'autrice ci tiene a legarsi alle atmosfere Hitchockiane, ma riesce a richiamarle solo utilizzando l'espediente dei nomi. Marnie e Ingrid, la vicina di casa e l'agente di, Anna Novak, la sua rivale Rita Leigh sono il modo di Baraldi di omaggiare film ed attrici che le sono piaciute in passato, probabilmente. Ma tutto si ferma lì. Lo spiegone flashback è abbastanza banale e noioso, il finale della storia è abbastanza scontato e la situazione sentimentale di Dylan Dog, scelta finale disillusa compresa, è attesa da metà albo in avanti. Una lettura faticosa di una prova d'esordio che non mi ha convinto.
Ad influire sul mio giudizio, non lo posso negare, sono stati anche i disegni di Nicola Mari. A volte mi stupisce e realizza qualcosa di godibile anche per me, ma, spesso, io ed i suoi disegni, abbiamo un rapporto conflittuale. Trovo il suo stile confusionario ed poco leggibile. Nella sua smania di colorare tutto di nero mi confonde e mi fa perdere dettagli importanti della storia. Non si possono negare la sinuosità delle sue donne (peraltro di base tutte uguali) e l'impegno di realizzare i quadri di sfondo per i diversi periodi della protagonista, ma a me continua a non impressionare.
La copertina di Stano mi ricorda molto una delle prime, Attraverso lo specchio di Villa, ma è solo una sensazione mia. Credo.
Per me una delle peggiori storie del primo anno di Recchioni com e timoniere della serie. Fatico ancora a vedere sviluppi decisi della tanto decantata trama orizzontale, ma spero di sbagliarmi.
Attendiamo con curiosità il prossimo numero.
giovedì 30 luglio 2015
Dylan Dog - Gli abbandonati
Dylan Dog N° 347
Gli abbandonati
Soggetto, Sceneggiatura Paola Barbato
Disegni Giampiero Casertano
Copertina Angelo Stano
Una scomparsa misteriosa porta Dylan Dog e Bloch a Wynbring, cittadina limitrofa all'aeroporto di Southend. Il paese è stato abbandonato dopo pochi mesi dall'apertura dello scalo aereo e da allora sono cominciate a sparire diverse persone che vi si trovavano a transitare.
Stessa sorte capita ad i nostri eroi. Indagare sulle scomparse e rimanere entrambi vivi non sarà impresa semplice per l'Indagatore dell'Incubo e l'ex Ispettore di Scotland Yard in pensione.
Mancava solo la banda civica del comune di Golasecca, che intonava una marcia funebre, e Paola Barbato potrebbe aver descritto la situazione vissuta dai residenti nei paesi vicino all'aeroporto di Malpensa.
Non so dire se in questa storia vi sia originalità o meno, quello che sento che manca è lo spirito del nuovo corso voluto da Recchioni. Forse a Paola Barbato non si può dire di no, ma, salvo alcuni piccoli dettagli, mi è sembrata una storia adatta al ciclo Gualdoni più che alla contemporaneità.
Casertano fa il suo. Riesce a raffigurare l'incubo voluto dall'autrice, ma senza spiccare in eccellenza. Gli aerei sono bellissimi, un paio di splash page intense, anche se simili e l'originalità di Casertano nel non disegnare solo il bello permettono all'albo di scorrere per tutte le 96 pagine. L'uomo ci ha abituato a grandi eccellenze sia sulle pagine di Dylan Dog, dove a debuttato col numero 10 ed ha espresso il suo capolavoro nel 19, che su molte altre collane. Gli piace molto sperimentare e cambiare, rischiando di diventare irriconoscibile: apprezziamolo.
Semplice la copertina di Stano. Citazione di un classico.
Roberto: sto ancora aspettando qualcosa di più.
Gli abbandonati
Soggetto, Sceneggiatura Paola Barbato
Disegni Giampiero Casertano
Copertina Angelo Stano
Una scomparsa misteriosa porta Dylan Dog e Bloch a Wynbring, cittadina limitrofa all'aeroporto di Southend. Il paese è stato abbandonato dopo pochi mesi dall'apertura dello scalo aereo e da allora sono cominciate a sparire diverse persone che vi si trovavano a transitare.
Stessa sorte capita ad i nostri eroi. Indagare sulle scomparse e rimanere entrambi vivi non sarà impresa semplice per l'Indagatore dell'Incubo e l'ex Ispettore di Scotland Yard in pensione.
Mancava solo la banda civica del comune di Golasecca, che intonava una marcia funebre, e Paola Barbato potrebbe aver descritto la situazione vissuta dai residenti nei paesi vicino all'aeroporto di Malpensa.
Non so dire se in questa storia vi sia originalità o meno, quello che sento che manca è lo spirito del nuovo corso voluto da Recchioni. Forse a Paola Barbato non si può dire di no, ma, salvo alcuni piccoli dettagli, mi è sembrata una storia adatta al ciclo Gualdoni più che alla contemporaneità.
Casertano fa il suo. Riesce a raffigurare l'incubo voluto dall'autrice, ma senza spiccare in eccellenza. Gli aerei sono bellissimi, un paio di splash page intense, anche se simili e l'originalità di Casertano nel non disegnare solo il bello permettono all'albo di scorrere per tutte le 96 pagine. L'uomo ci ha abituato a grandi eccellenze sia sulle pagine di Dylan Dog, dove a debuttato col numero 10 ed ha espresso il suo capolavoro nel 19, che su molte altre collane. Gli piace molto sperimentare e cambiare, rischiando di diventare irriconoscibile: apprezziamolo.
Semplice la copertina di Stano. Citazione di un classico.
Roberto: sto ancora aspettando qualcosa di più.
lunedì 29 giugno 2015
Dylan Dog - ...e cenere tornerai
Dylan Dog N° 346
...e cenere tornerai
Soggetto e Sceneggiatura Paola Barbato
Disegni Raul & Gianluca Cestaro
Copertina Angelo Stano
Periodicità mensile
Uscita:27/06/2015
Un tunnel di paranoia. In questo è precipitato Dylan Dog. Senza motivo apparente i suoi nervi hanno ceduto, crede che tutto il mondo complotti contro di lui e che anche i suoi amici più cari gli siano infedeli. Persino Groucho potrebbe essere uno di quei nemici da combattere e lui non lo aveva mai sospettato. Ma quale sarà la realtà. La sua vita sarà destinata a cambiare o tutti i tasselli del puzzle torneranno a posto?
Finalmente un punto di svolta nella nuova gestione Recchionica di Dylan Dog. Finalmente le ultime due pagine di questo albo ci mettono qualche dubbio e qualche pulce nell'orecchio per il prosieguo di questo primo anno di gestazione.
Finalmente, oltre tutto, Stano realizza un copertina orribile come mai ne aveva fatte. Forse era di fretta, forse era svogliato, ma ho dovuto controllare tre volte per credere che in Bonelli non avessero sostituito il copertinista senza avvisare.
Ai testi, faccio tutto io, Paola Barbato. Non una delle sue storie più riuscite, con tanti dejà vù che, solo, i lettori più giovani possono aver apprezzato come novità. Una storia ripetitiva, ma che funziona solo per aver nel finale quelle due paginette di cui sopra. Ma comunque sia: ci sarà mai spiegato come mai Dylan sia finito in questo stato di paranoia? Sarà stato un tè con i pasticcini drogato od una sua elucubrazione sulla sua vita?
Ai disegni i Cestaro. Il loro stile è duro e graffiato, particolarmente adatto per rendere la situazione caotica e disperata in cui è precipitato l'ex Old Boy. Sono disegni poco amichevoli, ma decisamente curati. L'idea di introdurre volti famosi nella narrazione, per dare un aspetto ogni volta diverso alle persone che Dylan incontra, non è originale, ma è efficace. Quello che turba è come questa tecnica, troppo facilmente, risolva il problema narrativo. Probabilmente la scelta è stata presa ponderatamente e consultando testi di medicina o specialisti, ma non so quanto il lettore non la trovi una scorciatoia.
La storia si salva per aver gettato un seme destinato a crescere nel prossimo futuro. Speriamo che l'albero che ne nascerà dia buoni frutti.
...e cenere tornerai
Soggetto e Sceneggiatura Paola Barbato
Disegni Raul & Gianluca Cestaro
Copertina Angelo Stano
Periodicità mensile
Uscita:27/06/2015
Un tunnel di paranoia. In questo è precipitato Dylan Dog. Senza motivo apparente i suoi nervi hanno ceduto, crede che tutto il mondo complotti contro di lui e che anche i suoi amici più cari gli siano infedeli. Persino Groucho potrebbe essere uno di quei nemici da combattere e lui non lo aveva mai sospettato. Ma quale sarà la realtà. La sua vita sarà destinata a cambiare o tutti i tasselli del puzzle torneranno a posto?
Finalmente un punto di svolta nella nuova gestione Recchionica di Dylan Dog. Finalmente le ultime due pagine di questo albo ci mettono qualche dubbio e qualche pulce nell'orecchio per il prosieguo di questo primo anno di gestazione.
Finalmente, oltre tutto, Stano realizza un copertina orribile come mai ne aveva fatte. Forse era di fretta, forse era svogliato, ma ho dovuto controllare tre volte per credere che in Bonelli non avessero sostituito il copertinista senza avvisare.
Ai testi, faccio tutto io, Paola Barbato. Non una delle sue storie più riuscite, con tanti dejà vù che, solo, i lettori più giovani possono aver apprezzato come novità. Una storia ripetitiva, ma che funziona solo per aver nel finale quelle due paginette di cui sopra. Ma comunque sia: ci sarà mai spiegato come mai Dylan sia finito in questo stato di paranoia? Sarà stato un tè con i pasticcini drogato od una sua elucubrazione sulla sua vita?
Ai disegni i Cestaro. Il loro stile è duro e graffiato, particolarmente adatto per rendere la situazione caotica e disperata in cui è precipitato l'ex Old Boy. Sono disegni poco amichevoli, ma decisamente curati. L'idea di introdurre volti famosi nella narrazione, per dare un aspetto ogni volta diverso alle persone che Dylan incontra, non è originale, ma è efficace. Quello che turba è come questa tecnica, troppo facilmente, risolva il problema narrativo. Probabilmente la scelta è stata presa ponderatamente e consultando testi di medicina o specialisti, ma non so quanto il lettore non la trovi una scorciatoia.
La storia si salva per aver gettato un seme destinato a crescere nel prossimo futuro. Speriamo che l'albero che ne nascerà dia buoni frutti.
mercoledì 3 giugno 2015
Dylan Dog - Gli spiriti custodi
Dylan Dog N° 345
Gli spiriti custodi
Soggetto e Sceneggiatura Luigi Mignacco
Disegni Sergio Gerasi
Copertina Angelo Stano
Periodicità mensile
Uscita:29/05/2015
Teresa ha un marito: Sal. Sal ha il vizio del gioco clandestino ed è un buon cliente della mafia russa. Come se non bastasse l'aver violato la donna del boss lo ha messo con entrambi i piedi nella fossa. Questo non sarebbe un problema per Teresa che ha già chiesto il divorzio. Lo è per i suoi parenti defunti che continuano a vivere nella magione di famiglia come fantasmi: nessuno di loro vuole condividere l'eternità con Sal.
Vista la dimensione ectoplasmatica del problema, Teresa decide di rivolgersi a Dylan per mantenere in vita il futuro ex-marito fino alla data del divorzio.
A parte una discrepanza logica nella narrazione, che risolverebbe il problema dei fantasmi di casa senza il bisogno di assumere Dylan Dog, la ghost story imbastita da Mignacco è godibile. Tanta carne al fuoco, fin troppa visti gli eventi di cui è arricchita, ma ben cotta. Gli spiriti sono variegati e le loro capacità incuriosiscono rendendo la storia dinamica.
I disegni di Gerasi, nonostante sia del 1978, portano con loro uno stile un po' datato. L'uso dei neri, che sembra incidere e graffiare il foglio, rende i viventi eccessivamente spigolosi mentre meglio si adatta per gli abitanti dell'aldilà. Gli sfondi sono ricchi e curati, non trascura i dettagli che possono abbellire la scena, gli ambienti nei quali lascia agire i personaggi non sono mai eccessivi, ma sempre ben bilanciati.
Nonostante la storia si intrigante e piacevole, mi chiedo quando, la tanto attesa trama verticale ordita da Recchioni sarà realtà. Per adesso qualche spunto, qualche accenno e qualche vignetta di sviluppo dei personaggi si vede, ma a cinque mesi dalla conclusione della prima stagione mi aspetto qualcosa di più. Oh, sempre tanta roba in più dell'ultimo periodo di gestione Gualdoni.
Gli spiriti custodi
Soggetto e Sceneggiatura Luigi Mignacco
Disegni Sergio Gerasi
Copertina Angelo Stano
Periodicità mensile
Uscita:29/05/2015
Teresa ha un marito: Sal. Sal ha il vizio del gioco clandestino ed è un buon cliente della mafia russa. Come se non bastasse l'aver violato la donna del boss lo ha messo con entrambi i piedi nella fossa. Questo non sarebbe un problema per Teresa che ha già chiesto il divorzio. Lo è per i suoi parenti defunti che continuano a vivere nella magione di famiglia come fantasmi: nessuno di loro vuole condividere l'eternità con Sal.
Vista la dimensione ectoplasmatica del problema, Teresa decide di rivolgersi a Dylan per mantenere in vita il futuro ex-marito fino alla data del divorzio.
A parte una discrepanza logica nella narrazione, che risolverebbe il problema dei fantasmi di casa senza il bisogno di assumere Dylan Dog, la ghost story imbastita da Mignacco è godibile. Tanta carne al fuoco, fin troppa visti gli eventi di cui è arricchita, ma ben cotta. Gli spiriti sono variegati e le loro capacità incuriosiscono rendendo la storia dinamica.
I disegni di Gerasi, nonostante sia del 1978, portano con loro uno stile un po' datato. L'uso dei neri, che sembra incidere e graffiare il foglio, rende i viventi eccessivamente spigolosi mentre meglio si adatta per gli abitanti dell'aldilà. Gli sfondi sono ricchi e curati, non trascura i dettagli che possono abbellire la scena, gli ambienti nei quali lascia agire i personaggi non sono mai eccessivi, ma sempre ben bilanciati.
Nonostante la storia si intrigante e piacevole, mi chiedo quando, la tanto attesa trama verticale ordita da Recchioni sarà realtà. Per adesso qualche spunto, qualche accenno e qualche vignetta di sviluppo dei personaggi si vede, ma a cinque mesi dalla conclusione della prima stagione mi aspetto qualcosa di più. Oh, sempre tanta roba in più dell'ultimo periodo di gestione Gualdoni.
lunedì 4 maggio 2015
Dylan Dog - Il sapore dell'acqua
Dylan Dog n° 344
Il sapore dell'acqua
Soggetto e Sceneggiatura: Gigi Simeoni
Disegni: Giorgio Pontrelli
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/04/2015
Dopo che una ragazza scompare nella piscina nella quale si sta allenando, un'altra muore ustionata da un acido di cui non rimane traccia nel suo organismo ed un uomo rimane misteriosamente ustionato dall'acqua, l'agente Rakim si rivolge all'Indagatore dell'Incubo per cerca una soluzione illogica.
All'inizio anche per l'ex Old Boy i pezzi del puzzle fanno fatica ad incastrarsi, ma dopo l'aiuto di un insospettato alleato i conti tornano. L'alchimista Hamlin, proprietario del Safarà, fornirà preziosi suggerimenti a Dylan Dog, mettendolo sulla strada giusta per poter salvare altre vite.
Simeoni lascia i disegni della sua storia ad un disegnatore votato al pennino. Il tratto di Pontrelli è piacevole, rilassante e gradevole. Al tempo stesso, però, ha un vizio ed un difetto che rende ostiche alcune su vignette: non disegna la bocca di chi parla, dal campo medio in giù. Il tutto risulta un po' fastidioso.
L'avventura di Simeoni nasconde alcuni dettagli che promettono sviluppi futuri per la serie. Una forza misteriosa, forse collegata a John Ghost ed a quando descritto nell'albo in cui è stato presentato, sembra iniziare ad incrociare la strada di Dylan. Spunti interessanti, un minaccia plausibile ed una buona narrativa.
Siamo oltre il giro di boa del primo anno di Recchioni, aspettiamo sviluppi coinvolgenti nei prossimi numeri che si separano dalla chiusura della prima serie.
Il sapore dell'acqua
Soggetto e Sceneggiatura: Gigi Simeoni
Disegni: Giorgio Pontrelli
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/04/2015
Dopo che una ragazza scompare nella piscina nella quale si sta allenando, un'altra muore ustionata da un acido di cui non rimane traccia nel suo organismo ed un uomo rimane misteriosamente ustionato dall'acqua, l'agente Rakim si rivolge all'Indagatore dell'Incubo per cerca una soluzione illogica.
All'inizio anche per l'ex Old Boy i pezzi del puzzle fanno fatica ad incastrarsi, ma dopo l'aiuto di un insospettato alleato i conti tornano. L'alchimista Hamlin, proprietario del Safarà, fornirà preziosi suggerimenti a Dylan Dog, mettendolo sulla strada giusta per poter salvare altre vite.
Simeoni lascia i disegni della sua storia ad un disegnatore votato al pennino. Il tratto di Pontrelli è piacevole, rilassante e gradevole. Al tempo stesso, però, ha un vizio ed un difetto che rende ostiche alcune su vignette: non disegna la bocca di chi parla, dal campo medio in giù. Il tutto risulta un po' fastidioso.
L'avventura di Simeoni nasconde alcuni dettagli che promettono sviluppi futuri per la serie. Una forza misteriosa, forse collegata a John Ghost ed a quando descritto nell'albo in cui è stato presentato, sembra iniziare ad incrociare la strada di Dylan. Spunti interessanti, un minaccia plausibile ed una buona narrativa.
Siamo oltre il giro di boa del primo anno di Recchioni, aspettiamo sviluppi coinvolgenti nei prossimi numeri che si separano dalla chiusura della prima serie.
venerdì 30 gennaio 2015
Dylan Dog - Al servizio del caos
Dylan Dog N° 341
Al servizio del caos
Soggetto e Sceneggiatura: Roberto Recchioni
Disegni: Daniele Bigliardo e Angelo Stano
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/01/2015
Un nuovo telefono. Un nuovo smartphone è sul mercato. Si chiama Ghost 9000 e la gente uccide per averlo. Perché?
John Ghost, capo dell'azienda che lo produce e che ha interessi in ogni ambito commerciale, ingaggia Dylan Dog perché indaghi su questo mistero. Ma, forse, il mistero più grande è il nuovo datore di lavoro dell'Old Boy. Chi è? Da dove viene? Come è riuscito a diventare la persona che è?
Sopratutto, dopo l'incontro con lui, Dylan, sarà sempre lo stesso?
Recchioni al soggetto ed alla sceneggiatura ci presenta il nuovo, atteso, cattivo avversario di Dylan Dog. Ma è cattivo? Certo si scopre che frequenta delle amicizie, anche altolocate, ma poco raccomandabili, ma quale uomo di potere non si viene a trovare nella sua situazione? John Ghost sembra essere un comune sanguinario amministratore delegato di un'azienda moderna. Un uomo, sarà il suo caso?, che mette i propri interessi al di sopra dell'umanità tutta e lo fa con qualsiasi arma abbia in mano. Si sfrutta la teoria del caos, si occhieggia alla Apple di Steve Jobs ed al suo modo rivoluzionario di fare comunicazione, si attinge a piene mani e senza remore alla cinematografia di Greorge Romero ed ai messaggi che ha iniziato a lanciarci negli anni '60 del secolo scorso con i suoi zombie, si omaggiano classici con citazioni più o meno nascoste. Il tutto rende la storia gradevole da leggere, intrigante, interessante, ma la domanda rimane; quanto è veramente cattivo John Ghost e quanto non sia, poi, così poco distante da uno stereotipo reale? La risposta, immagino, non può essere immediata. Con questa sua introduzione nella vita dell'Indagatore dell'Incubo lo iniziamo a conoscere, ma, penso, che il suo vero spessore sarà valutabile solo in un prossimo futuro.
Bigliardo si occupa di disegnare la storia portante e lo fa bene. Non ci si aspetta di meno da lui. Pagine ricche e dettagliata. Atmosfere che si alternano tra la cupezza e la sintesi estrema. Si sbizzarrisce su ogni fronte, anche se qualche volta l'eccesso di ombreggiature sembra accentuare eccessivamente la spigolosità dei personaggi.
Stano realizza una copertina semplice, ma d'effetto e le tavole di prologo ed epilogo della vicenda. Tavole che chi è stato a Lucca ha avuto a novembre tra le mani nel libretto di presentazione dedicato a John Ghost, con colpo di scena finale compreso.
Aspettiamo di vedere come prosegue. Andrà bene, andrà male, quello che c'è di certo è che Recchioni ha ridato vita alla creatura di Tiziano Sclavi dopo la discendente parabola Gualdoniana che lo aveva travolto.
Al servizio del caos
Soggetto e Sceneggiatura: Roberto Recchioni
Disegni: Daniele Bigliardo e Angelo Stano
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/01/2015
Un nuovo telefono. Un nuovo smartphone è sul mercato. Si chiama Ghost 9000 e la gente uccide per averlo. Perché?
John Ghost, capo dell'azienda che lo produce e che ha interessi in ogni ambito commerciale, ingaggia Dylan Dog perché indaghi su questo mistero. Ma, forse, il mistero più grande è il nuovo datore di lavoro dell'Old Boy. Chi è? Da dove viene? Come è riuscito a diventare la persona che è?
Sopratutto, dopo l'incontro con lui, Dylan, sarà sempre lo stesso?
Recchioni al soggetto ed alla sceneggiatura ci presenta il nuovo, atteso, cattivo avversario di Dylan Dog. Ma è cattivo? Certo si scopre che frequenta delle amicizie, anche altolocate, ma poco raccomandabili, ma quale uomo di potere non si viene a trovare nella sua situazione? John Ghost sembra essere un comune sanguinario amministratore delegato di un'azienda moderna. Un uomo, sarà il suo caso?, che mette i propri interessi al di sopra dell'umanità tutta e lo fa con qualsiasi arma abbia in mano. Si sfrutta la teoria del caos, si occhieggia alla Apple di Steve Jobs ed al suo modo rivoluzionario di fare comunicazione, si attinge a piene mani e senza remore alla cinematografia di Greorge Romero ed ai messaggi che ha iniziato a lanciarci negli anni '60 del secolo scorso con i suoi zombie, si omaggiano classici con citazioni più o meno nascoste. Il tutto rende la storia gradevole da leggere, intrigante, interessante, ma la domanda rimane; quanto è veramente cattivo John Ghost e quanto non sia, poi, così poco distante da uno stereotipo reale? La risposta, immagino, non può essere immediata. Con questa sua introduzione nella vita dell'Indagatore dell'Incubo lo iniziamo a conoscere, ma, penso, che il suo vero spessore sarà valutabile solo in un prossimo futuro.
Bigliardo si occupa di disegnare la storia portante e lo fa bene. Non ci si aspetta di meno da lui. Pagine ricche e dettagliata. Atmosfere che si alternano tra la cupezza e la sintesi estrema. Si sbizzarrisce su ogni fronte, anche se qualche volta l'eccesso di ombreggiature sembra accentuare eccessivamente la spigolosità dei personaggi.
Stano realizza una copertina semplice, ma d'effetto e le tavole di prologo ed epilogo della vicenda. Tavole che chi è stato a Lucca ha avuto a novembre tra le mani nel libretto di presentazione dedicato a John Ghost, con colpo di scena finale compreso.
Aspettiamo di vedere come prosegue. Andrà bene, andrà male, quello che c'è di certo è che Recchioni ha ridato vita alla creatura di Tiziano Sclavi dopo la discendente parabola Gualdoniana che lo aveva travolto.
martedì 30 dicembre 2014
Dylan Dog - Benvenuti a Wickedford
Dylan Dog - N° 340
Benvenuti a Wickedford
Soggetto e Sceneggiatura:
Michele Medda
Disegni:
Marco Nizzoli
Copertina:
Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 27/12/2014
Wickedford, tranquillo paesino di campagna nel quale Bloch ha deciso di trasferirsi dopo il pensionamento. Per assicurarsi che il suo vecchio amico e mentore stia bene, Dylan decide di passare qualche giorno in sua compagnia. Qui scopre le nuove passioni dell'ex ispettore e conosce le sue nuove amicizie. Si accorge anche come persino in una cittadina di provincia non manchino i misteri. Misteri che ruotano attorno alla scomparsa di tre ragazzi ed ad un bravissimo violinista di nome Adrian. Affetto dalla mutazione di elephant man. Un freak.
Medda al timone. Uno dei tre sardi creatori di Nathan Never che torna sulle pagine dell'Indagatore dell'Incubo. Lo fa con una storia lenta, volutamente calma e pacata in ogni suo passaggio. Molto descrittiva e ricca di passaggi narrativi creati per comprendere meglio la cittadina in cui si è trasferito Bloch ed il nuovo equilibrio che si sta creando tra lui e Dylan.
Ai disegni un dettagliatissimo Nizzoli. Guardare ogni sua tavola è un piacere per gli occhi. Ci si sofferma sui dettagli, le curve, i puntini, ogni disegno, ogni vignetta e un piccolo quadro. Non voglio neanche sapere quanto ci ha messo a realizzare tutte e novantasei le tavole.
Copertina di Stano molto d'atmosfera e molto lovercraftiana.
Piccoli tasselli di un mosaico che andrà a completarsi nell'arco del 2015.
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