giovedì 30 giugno 2011

Jonah Hex

Un graduato dell'esercito sudista americano, Jonah Hex, durante la guerra di secessione, si accorge che il suo esercito non combatte per quello in cui crede. All'ennesimo massacro decide di rivoltarsi contri i suoi commilitoni. La sua azione provoca la morte del figlio del suo generale e quella di un altro soldato.
Quentin Turnbull non è uomo da mandare giù un rospo cosi grande. Decide di vendicare la morte del figlio sterminando la famiglia di Hex, legarlo ad una croce di legno per farglieli vedere morire bruciare e gli sfregia la faccia con un marchio per vacche con le sue iniziali QT.
Quando viene liberato, in fin di vita, e curato dagli indiani, Hex acquisisce il potere di parlare con i morti con il semplice tocco delle mani ed inizia ad inseguire Quentin Turnbull per tutto il Texas, fino a riuscire ad ucciderlo.
Anni dopo Hex è diventato un temuto cacciatore di taglie e scopre che Turnbull ha solo inscenato la sua morte per poter meglio agire nell'ombra. da presidente Grant in persona gli viene affiadata la missione di fermare quello che ormai è un pericoloso criminale, prima che costruisca un'arma straordinaria in grado di spazzare via intere città.

Una boiata! Riportare sullo schermo il cinema western in questi anni è un grande rischio. Riportarlo in questo modo è un fallimento totale. Il personaggio è tratto da vecchi fumetti della DC e l'inizio del film sfrutta questa origine per introdurre una sequenza animata, male, per correre sui binari della storia e sbrigare un pezzo di trama che comporterebbe un eccessivo allungamento della pellicola. Dal fumetto prende anche la caratteristica del "girare pagina" al cambio di sequenza: un nero da sbattito di ciglia ci introduce ad ogni nuovo spezzone narrativo.
I momenti più attesi dovrebbero essere quelli delle uccisioni dei cattivi, ma ogni morte, volutamente o no non sono in grado di dirlo, è comica. Scelta veramente poco azzeccata.
Forse tutto ciò che abbiamo visto fino ad adesso deriva direttamente dal fumetto come il cane ed il cavallo (che ricordano i compagni di avventura di Lucky Luke) ed i poteri (simili a quelli del John Smith di Stephen King ne "La zona morta"), ma sono tutte caratteristiche che sullo schermo non si fanno apprezzare.
La regia palesemente didascalica, l'interpretazione del protagonista Josh Brolin limitata dal trucco-sfregio su metà viso e la presenza di un fisico ben fatto come quello di Megan Fox, non aiutano certo gli 80 minuti della pellicola a scorrere fluidi. Sembra che duri quasi il doppio e che alla fine di esso rimanga solo il giorno del giudizio Maya per espiare la colpa di averlo visto.
Ulteriore difetto e poi la smetto, la scelta della fotografia. Se decidi di ambientare la maggior parte delle tue sequenze di notte trovati un direttore della fotografia degno di questo nome. Per metà film non si capisce nulla di quello che sta succedendo sullo schermo, a meno di non voler sparare al massimo la luminosità in quei momenti e poi flipparla verso il basso nelle scene ambientate di giorno.

L'ho già detto che è una boiata? Se si lo sottolineo. Se avete tempo da perdere, ma non ditemi che non vi avevo avvisato.

Titolo originale Jonah Hex
Lingua originale Inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2010
Durata 81 min
Genere azione, western,
Regia Jimmy Hayward
Soggetto John Albano, Tony Dezuniga
Sceneggiatura Mark Neveldine, Brian Taylor
Produttore Akiva Goldsman, Andrew Lazar
Produttore esecutivo Matt LeBlanc
Casa di produzione Legendary Pictures, DC Comics, Mad Chance, Weed Road Pictures
Distribuzione (Italia) Warner Bros.
Fotografia Mitchell Amundsen
Montaggio Kent Beyda
Musiche John Powell, Mastodon, Marco Beltrami
Scenografia Tom Meyer
Interpreti e personaggi
Josh Brolin: Jonah Hex
Megan Fox: Leila
John Malkovich: Quentin Turnbull
Michael Fassbender: Burke
Will Arnett: Tenente Grass
Julia Jones: Cassie
Michael Shannon: Doc Cross Williams
Aidan Quinn: Presidente Grant

Doppiatori italiani
Roberto Draghetti: Jonah Hex
Federica De Bortoli: Leila
Luca Biagini: Quentin Turnbull
Christian Iansante: Burke
Fabrizio Temperini: Presidente Grant

mercoledì 29 giugno 2011

Brendon - La sposa in nero

Brendon n. 79, bimestrale
La sposa in nero

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Massimo Rotundo

Old Canterbury. Brendon trova una donna in fin di vita e si prodiga per soccorrerla. E' troppo tardi, ma prima di spirare, la ragazza, sussurra una promessa di matrimonio al Cavaliere di ventura, lo bacia, poi muore. Brendon si trova con una fede nuziale in osso all'anulare. Sospettato dell'omicidio della ragazza viene invitato a non lasciare il villaggio. L'obbligo di soggiorno si rivela provvidenziale per il nostro. Vagando per le strade del villaggio si imbatte nella ragazza che aveva creduto morta. Madison Fair gli racconta di essere stata a Darkdom, nelle ore della sua morte, un Inferno arcano e spaventoso. I due sono all'oscuro, però, del fatto che lei non sia tornata sola da quel luogo, due demoni, incarnati in due esseri umani, l'hanno seguita per riportarla indietro. Sullo sfondo, nei ricordi di Madison, si muove un massacro nell'orfanotrofio in cui ha vissuto alcuni anni ed un ragazzo misterioso col quale è cresciuta e che sembra sia il suo assassino.

Partiamo dal punto di svantaggio di questa storia: è in due parti. La condizione per la quale ci troviamo a dover leggere un'avventura di Brendon ogni due mesi crea qualche problema: dobbiamo aspettare tanto per leggere la conclusione. I vantaggi sono, però, due e prevaricanti. Il primo è Chiaverotti che ha tempo, spazio e modo di creare una sceneggiatura complessa, articolata ed intensa. E' quasi incredibile come un unico sceneggiatore, anche ideatore del personaggio, riesca a sfornare idee per 160 mesi senza un attimo di crisi. Questa storia gli permette di respirare e dare più spessore a personaggi di secondo piano che, di solito, per necessita, sono meno tratteggiati degli altri.
Il secondo è Corrado Roi. Avere la possibilità di ammirare i disegni di un artista del suo livello per due mesi di seguito è un piacere che neanche ai lettori della serie regolare di Dylan Dog capita. La storia si adatta perfettamente al suo stile, ma oserei dire che è la sua professionalità che gli permette di entrare nell'intimo dei ogni sceneggiatura e trovare l'angolo giusto per realizzarla dalla sua visuale.
Evocativa, ma fuorviante un poco, la copertina di Rotundo.

Non so se consigliare l'acquisto dell'albo e l'attesa per la lettura all'uscita della seconda parte o suggerire di leggerle una alla volta. Quasi quasi, leggere questa ora e rileggerla il giorno prima dell'uscita del numero 80 potrebbe essere la soluzione migliore. Sta di fatto che l'importante è leggerle.

martedì 28 giugno 2011

Dolores Claiborne

Titolo originale Dolores Claiborne
Autore Stephen King
1ª ed. originale 1993
Genere romanzo
Lingua originale Inglese

Dolores Claiborne, domestica sessantacinquenne da sempre residente nella piccola comunità di Little Tall Island, un'isoletta al largo delle coste del Maine, si trova improvvisamente a dover subire un interrogatorio di polizia a seguito della morte della sua ricca datrice di lavoro, Vera Donovan, caduta giù dalle scale della sua villa in circostanze misteriose. Per provare la sua innocenza ed essere scagionata dal sospetto di omicidio, Dolores deve intraprendere un lungo racconto, che parte dalla sua giovinezza e si snoda senza interruzioni fino al giorno precedente l'interrogatorio, il giorno della morte di Vera.
Si scoprono così tutte le tribolazioni del suo matrimonio con Joe St. George, un alcolizzato intriso di una profonda depravazione, e delle ragioni che spingono Dolores ad organizzarne l'omicidio in coincidenza di una eclissi totale di sole, nel 1963. Contemporaneamente, si indaga sul rapporto esistente fra Vera Donovan, ricca spocchiosa abituata a passare le vacanze estive a Little Tall, e Dolores, da sempre domestica in casa Donovan ed infine, in qualità di dama di compagnia, unica persona a vivere nella fredda casa di Pinewood assieme alla vecchia e malata Vera. La personalità delle due donne viene messa gradualmente a nudo, scoprendo via via i molti segreti di Vera, fino al suo ultimo incidente giù per le scale, dove la loro amicizia si mostrerà in tutto il suo valore. (ottima trama da Wikipedia)

Per scrivere due righe su questo romanzo... Diciamo che lo caratterizza la struttura narrativa inconsueta: un lungo, torrenziale monologo. Abbiamo per tutto il romanzo l'immagine di questa donna d'isola seduta su una sedia al centro dell'ufficio dello sceriffo del piccolo centro rurale. Circondata dallo stesso sceriffo, il suo vice ed una dattilografa. Le loro voci, però, non sono si odono mai. Sembra quasi che sia lo sbobinamento delle cassette registrate dalla dattilografa durante l'interrogatorio per controllare di aver scritto tutto giusto.
Come nel classico King, la vicenda vera è propria ha luogo nelle ultime 50/70 pagine del romanzo. La donna è in quegli uffici per scagionarsi dall'accusa di un omicidio che dice di non aver commesso. Per riuscirci deve raccontare gli ultimi, ricchi di dettagli, trent'anni della sua vita. King costruisce, con tante parole, il passato per gli astanti della donna e per noi lettori. Ci permette di entrare in quel piccolo mondo a parte di invidie, ripicche e malignità che caratterizza l'isola al largo delle coste del Maine. Ben descrive una vita rurale, ma caratterizzata da eventi che potrebbero accadere a chiunque negli Stati Uniti e forse da qualche altra parte del mondo.

Un libro di veloce lettura, nonostante tutte le deviazioni dal percorso lineare della vicenda, abbastanza piacevole. Non il classico horror sanguinolento e violento dall'autore, ma più un'analisi della situazione psicologica della persona. Sempre caratterizzata da orrori, ma personali e insiti nell'animo stesso dell'essere umano e non soprannaturali ed attorno ai protagonisti. Ricorda un po' l'esperimento sarebbe stato realizzato sei anni dopo, sempre dallo stesso King, con "La bambina che amava Tom Gordon", libro che resta, per me, uno dei migliori dell'autore.

Da leggere e rifletterci sopra.

lunedì 27 giugno 2011

Nathan Never - Speciale 21

Speciale Nathan Never n. 21, annuale
Copertina: Roberto De Angelis

Cyberspazio
Soggetto e sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Nicola Mari

Sei mesi prima. Un'incursione nel cyberspazio di Nathan Never, l’agente governativo Forbes e l'hacker Dieter Harper alla ricerca di informazione si conclude con al morte di quest'ultimo e la scomparsa di 3 milioni di crediti.
Oggi. La moglie di Harper, sospettata dai due sopravvissuti di sapere qualcosa, viene contattata da un uomo misterioso che la guida nel mondo virtuale dicendo di essere suo amico e di volerla salvare da un imminente pericolo.

Guerra
Soggetto e sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Germano Bonazzi

Adlan City sta conoscendo il primo momento di pace dopo anni di guerra. I residuati bellici sono sparsi ovunque sono la causa principale di morti e mutilazione tra i bambini che, per le strade della città, li usano come unico svago. Una di queste vittime, il piccolo Shady, viene rapito dall’ospedale in cui era ricoverato con una vera e propria azione da commando dopo aver riportato ferite nello scoppio di un velivolo. L’Agenzia Alfa viene incaricata dalla Federazione di indagare, ma il mistero che attende Nathan e Legs Weaver è ben più triste di quello che si aspettano di risolvere.

Futuro

Soggetto e sceneggiatura: Antonio Serra
Disegni: Roberto De Angelis

L'eruzione contemporanea di tutti i vulcani del pianeta è sicuramente un'anomalia. L'Agenzia Alfa dovrà indagare su chi c'è dietro. L'autore del malsano piano è una vecchia conoscenza che vuole dominare il mondo: Aristotele Skotos! Un'epocale missione, con mezzi tecnologici all'avanguardia vedrà coinvolta l'intera Agenzia. Ma è tutto come sembra o le tinte del racconto nascondono qualcosa di più?

Per festeggiare il 20 anno di vita dell'investigatore del futuro la Bonelli butta fuori uno speciale tutto a colori che contiene tre storie distinte, slegate dalla continuity dell'eroe nella serie regolare. Gli autori sono i tre papà del personaggio, all'opera singolarmente.
Vigna mette sul piatto una storia classica cyberpunk dove la parte del leone la fanno la rete e l'opera investigativa. Ai disegni un Nicola Mari, fortunatamente, castrato nell'uso eccessivo dei neri dall'opera coloratoria dell'albo. Una storia del buon ritmo, anche se un filo scontata nella sua evoluzione.
Medda rilancia con una tematica importante, trattata, questa volta, con un occhio diverso, non pietoso, ma indagatore. Quando la verità viene a galla, una verità vera anche ai giorni nostri, sconvolge un po' la coscienza dei benpensanti comuni. Una sceneggiatura forte, interessante, che avrebbe meritato maggior sviluppo anche in un albo regolare. I disegni di Bonazzi non si criticano, anche se in bianco e nero rendono di più.
Serra vede con una storia che riprende i temi della fantascienza classica. Astronavi, scienziati pazzi, eroi, mostri e tutti l'ambaradam sono oniricamente resi al meglio nelle poche pagine a sua disposizione in coda all'albo. Il disegnatore scelto per fare coppia con lui è quel grande di Roberto De Angelis, autore, peraltro, anche della copertina dello speciale. Niente da dire, a me il suo lavoro piace.

Come detto più volte non sono favorevole agli speciali che raccontano più storie. Bonelli ha creato, una marea, di albi paralleli a ciascuna serie per fare questo. Nell'occasione, però, non posso criticare il lavoro svolto. E' stato giusto dare spazio a ciascuno degli autori originali, ciascuno con suo disegnatore, piuttosto che realizzare una storia unica con più stili grafici, col rischio del pasticcio visivo.
Storie classiche, come da un po' mancano, che riconciliano il lettore anche con la fantascienza più pura e dimenticata.

Da sorseggiare nella vasca da bagno come un buon bicchiere di vino rosso frizzante.

venerdì 24 giugno 2011

Idol!

Una notizia sta sconvolgendo il mondo delle Idol giapponesi. Per capire bene quello che è successo dobbiamo prima chiarirci su cosa sono le Idol. Il termine idol è riferito ad una teenager che riesce a diventare molto popolare nel mondo dello spettacolo giapponese, soprattutto musicale, sfruttando al massimo la sua avvenenza. Tale termine, quindi, comprende cantanti o gruppi musicali di musica j-pop, attrici televisive, modelle e così via. Il fenomeno ha una grande rilevanza nella cultura popolare giapponese. Al culmine della loro carriera, le idol sono onnipresenti sui media e sono oggetto di un vero e proprio fanatismo. Il loro successo risulta essere temporaneo e di breve durata, talmente effimero che il dubbio che il termine idol non sia stato scelto a caso.
Tanto breve è la vita artistica di questi fenomeni che un continuo rinnovamento è in atto. L'ultimo è quello accaduto in questi giorni alle AKB48. Un rinnovamento che ha generato qualche sospetto, ma andiamo con ordine.
Pochi giorni fa Yasushi Akimoto ha presentato al grande pubblico il nuovo membro delle AKB48: Eguchi Aimi. La giovin pulzella ha saltato le selezioni ed è entrata nel team con il botto: copertina su una rivista di settore ed annuncio sulla tv cavo, ma, soprattutto, la pubblicità per le caramello Glico. Accettata di gran carriera dai blogger di settore come Kikuchi Ayaka e Oshima Yuko, con recensioni entusiastiche ora un evento ha costretto tutti a fermarsi e ragionare.
La strana bellezza della ragazza e l'insieme di caratteristiche ed abilità particolari, ha generato sospetti sulla sua vera esistenza. Tanto più che a Aimi non è mai stato permesso di rilasciare interviste o mostrarsi in pubblico.
Il vaso di Pandora si è scoperchiato proprio grazie alla su citata pubblicità per le caramelle. Alla domanda ad i responsabili della Glico se Aimi fosse reale o meno il secco "no comment" degli intervistati è stata come un'ammissione. La ragazza non esiste. E' un "mostro di Frankenstein creato in CGI dallo stesso Yasushi Akimoto mixando parti delle altre cantanti sotto la sua egida. I capelli di Aimi ed il suo corpo appartengono a Oshima Yuko, la conformazione del suo viso è ispirata a Takahashi Minami, i suoi occhi sono presi in prestito da Maeda Atsuko, le sopracciglia sono dell'idol Watanabe Mayu, il suo naso è quello di Itano Tomomi e la bocca è quella di Shinoda Mariko. La caratteristica più importante della quale il "Dr" Akimoto l'ha dotata è la voce che ha ottenuto campionando quella di Sasaki Yukari,della 12th Generation.
Il gioco è stato definitivamente smascherato dalla Glico, ma, a questo punto, un'innumerevole volume di pubblicità gratuita ha circondato le AKB48 ed il loro nuovo album, così come la stessa casa produttrice delle caramelle.
In più, ora, nell'internet c'è un nuovo gioco online: crea la tua Idol. Se andate all'indirizzo http://www.icenomi.com/oshimen/index.htmlpotrete prendere pezzi delle AKB48 in attività, e credo anche passate devo ancora provare, e creare la vostra idol del cuore.

giovedì 23 giugno 2011

Calendario 2011

J. Scott Campbell, illustratore della Marvel delle copertine di Spiderman, Thor ed altri supereroi, ha dato alla luce per il secondo anno consecutivo un calendario particolare.
A cascata potete vedere le illustrazioni di ogni singolo mese, ispirate alle favole Disney (e non).
Il calendario stesso era disponibile, fino a poco tempo fa, sul suo store on line, insieme a tante altre illustrazioni, autografate e non.
Indovinate qual'è la mia preferita.












mercoledì 22 giugno 2011

Rapunzel - L'intreccio della torre

Lontano lontano nel tempo una goccia di sole cadde dal cielo e da essa nacque un fiore luminoso e splendente dai poteri magici. La prima a trovare quel fiore fu Madre Gothel. Cantando scoprì come il fiore avesse la capacità di ringiovanire le persone e curarne le ferite.
Quando, però, la Regina incinta, moglie di un Re sovrano di un popolo che li adorava ebbe gravi problemi di salute l'unico rimedio per salvare la vita a lei ed al nascituro divenne trovare quel fiore magico. Tutto il popolo se ne mise alla ricerca e trovatolo ne fecero un infuso per la Regina. Tutto si risolse per il meglio e nacque una bella bambina bionda di nome Rapunzel.
Madre Gothel non si diede per vinta. Il potere del fiore doveva essere in quella bambina. Intrufolatasi nottetempo nel castello per verificare la sua teoria. Scopre che la canzone ha potere sui capelli della bambina, permettendole di ringiovanire, ma solo se non sono recisi. La strega rapisce la piccola e la chiude in una torre altissima nascosta nella foresta.
Così per 18 anni Rapunzel cresce pensando che Madre Gothel sia la sua vera madre, senza poter uscire di casa e senza mai tagliarsi i capelli.
Solo la presenza di una furfante giovane ed aitante Flynn Rider, che dopo aver rubato un diadema dal castello reale si intrufola nella torre di Rapunzel per sfuggire alle guardie movimenta la vita della ragazza.
Insieme i due usciranno della torre per realizzare il più grande sogno della ragazza: vedere dal vivo la Notte delle Lanterne, che si tiene una volta all'anno, casualmente il giorno del suo compleanno.
Vivranno avventure straordinarie, nel giro di due giorni, e conosceranno persone che li aiuteranno o che li vorranno ostacolare. Senza dimenticare che sulle loro tracce ci sarà sempre Madre Gothel.

I personaggi della fiaba:
Rapunzel: Principessa a sua insaputa, possiede una chioma lunga più di venti metri con il potere di guarire le ferite e ringiovanire le persone che per diciotto anni ha vissuto in una torre isolata dal resto del mondo;
Flynn "Eugene Fitzherbert". Rider: Dietro la facciata di abile ladro di bell'aspetto e di spirito audace, vanesio, intrigante ed egoista nasconde le qualità classiche dei migliori principi Disney;
Madre Gothel: Madre adottiva di Rapunzel amorevole ed iperprotettiva. Nella sua egoistica malvagità ha rapito Rapunzel ai genitori, ancora in fasce, per sfruttare il magico potere custodito dai capelli e mantenersi giovane per sempre;
Pascal: camaleonte unico amico e compagno di giochi di Rapunzel.
Max: cavallo della Guardia Reale. Un cavallo-cane-poliziotto dal fiuto perspicace, appassionato di mele;
I fratelli Stabbington: coppia di banditi in affari con Flynn che vengono da lui raggirati e lo cercano per mettere le cose in chiaro;
Uncino, Nasone, Attila, vecchietto ubriaco: e tanti altri avventori della taverna. Tremendi ladri, assassini, briganti di ogni risma, però, con un sogno nascosto;
Il Re e la Regina: I veri genitori di Rapunzel

Da Wikipedia si possono ricavare alcune citazioni presenti nel film;
- La scena della Notte delle Lanterne è un chiaro riferimento alla scena della canzone Baciala del classico Disney La Sirenetta;
- Il concetto della matrigna che quotidianamente spazzola i capelli alla ragazza per ringiovanire, è un lampante riferimento alla Penelope mitologica che quotidianamente disfaceva la propria tela per mantenere il tempo perpetuo e invariato;
- Durante la canzone "Ho un sogno anch'io" si può notare un teatrino dove compaiono due marionette somiglianti a Louis e Naveen della Principessa e il ranocchio;
- Quando Rapunzel e Flynn ballano insieme ai paesani, uno di loro suona il violino usando un arco da arciere, come fa Robin Hood durante la canzone Giovanni re fasullo d'Inghilterra nell'omonimo classico;
- Nella torre di Rapunzel si può vedere un arcolaio, chiaro riferimento a La Bella Addormentata nel Bosco;
- Il personaggio di Flynn ricorda molto quello di Aladdin: entrambi sono affascinanti ladri gentiluomini e s'innamorano di una principessa Disney;
- Curiosamente, inoltre, Flynn nella parte cantata è doppiato da Massimiliano Alto, lo stesso che nel 1992 prestò la sua voce ad Aladdin nell'omonimo classico Disney;
- Il pugnale di Gothel assomiglia molto a quello che usava Frollo nella scena in cui tenta di uccidere Quasimodo, dopo che questi salva Esmeralda dal rogo
- Durante i titoli di coda compare un orso con le sembianze di Kenai, di cui Byron Howard fu animatore (con questi vinse il premio "Miglior personaggio animato" agli Annie Award).;
- La fine di madre Gothel che, dopo la rottura dell'incantesimo, manifesta precipitosamente tutti i segni della vecchiaia che aveva artificiosamente rinviato, fino a ridursi in polvere, richiama esplicitamente la conclusione del romanzo Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

La prima fiaba in CGI e 3D della Disney è anche il 50° lungometraggio della casa americana. Si inspira ai film realizzati negli anni '90 del secolo scorso realizzando un vero e proprio musical. L'alta qualità della produzione lo ha reso, con i suoi 260 milioni di dollari il secondo film della storia col finanziamento più alto, dietro soltanto al film dal vivo: Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo. Ciò lo inscrive nella classifica come film d'animazione più costoso della storia.
Il rapporto qualità /costo non è così evidente. Le animazioni sono fluide, i personaggi ben caratterizzati, la trama ben costruita (anche perché basata su un mito classico europeo), il cast dei doppiatori americani di ottimo livello. Le canzoni sembrano essere piacevoli (anche se avendolo visto in aereo con le cuffiette scrause e l'audio altalenante sono riuscito a capirne il senso, ma non il testo) e sono parte integrante della storia, fortunatamente non sono troppo numerose e non appesantiscono la narrazione. I disegni, o per meglio dire le animazioni in computer grafica sono fluide e dettagliate. L'esperienza acquisita con la Pixar ha messo in grado la Disney stessa di realizzare personaggi piacevoli e credibili con una tecnica diversa dalle loro classica carta e matita.

Un film, ovviamente, per bambini, ma che anche i gradi possono gustare senza troppi problemi.

Titolo originale Tangled
Paese Stati Uniti
Anno 2010
Durata 100 min

Genere animazione
Regia Byron Howard, Nathan Greno
Sceneggiatura Dan Fogelman
Produttore Roy Conli
Casa di produzione Walt Disney Animation Studios
Montaggio Tim Mertens
Musiche Alan Menken, Glenn Slater
Scenografia Douglas Rogers

Doppiatori originali
Mandy Moore: Rapunzel
Zachary Levi: Flynn Rider
Donna Murphy: Madre Gothel
Ron Perlman: Fratelli Stabbington
M.C. Gainey: Capitano delle Guardie
Jeffrey Tambor: Nasone
Brad Garrett: Uncino
Paul F. Tompkins: Piccoletto
Richard Kiel: Vlad

Doppiatori italiani
Laura Chiatti: Rapunzel
Lucrezia Cesari: Rapunzel bambina
Giampaolo Morelli: Flynn Rider
Massimiliano Alto: Flynn Rider (canto)
Giò Giò Rapattoni: Madre Gothel
Pino Insegno: Fratelli Stabbington
Gerolamo Alchieri: Capitano delle Guardie
Mirko Pontrelli: Nasone
Mario Biondi: Uncino
Vladimiro Conti: Piccoletto
Alessandro Ballico: Vlad

martedì 21 giugno 2011

Nathan Never - Le abitatrici dell'oscurità

Nathan Never n. 241, mensile
Le abitatrici dell'oscurità

Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Simona Denna e Silvia Corbetta
Copertina: Roberto De Angelis

Il Presidente Abraham è morto. Atticus Kane prosegue la ricostruzione della Città e gli affari della potente Imperium Entreprise non sono mai andati così bene. Su Marte i Pretoriani trovano mausolei edificati in un lontano passato da una civiltà misteriosa. Sulla Terra l’Agenzia Alfa ottiene l’appoggio di Reysa e delle Telepati per proseguire le indagini seguenti alla morte di Abraham. L'analisi dei dati ricavati dall'utilizzo della macchina creata dallo stesso presidente da parte Kay, permette all'agenzia di scovare il nascondiglio segreto delle Telepati Oscure. Affiancati da una telepate unica nel suo genere gli Agenti Alfa, Never, Branko, Fray, Link e Betty vanno alla ricerca di risposte.

Stefano Vietti torna sulla retta via dopo un paio di giri a vuoto. Certo la sceneggiatura non è il massimo del dinamismo, ma mette sul fuoco carne importante. Viene ben gestita la vicenda delle telepati, viene ampliato, forse un po' a gradini troppo alti, il personaggio di Kay, ma la storia inizia a portare qualche sviluppo alla trama generale.
La coppia di disegnatrici Simona Denna e Silvia Corbetta ben esordisce su questo ventennale fumetto. Disegni intensi, precisi, puliti e dettagliati. I volti delle persone sono ben caratterizzati ed anche il mecha, che ritorna imponente i questo numero, è realistico e raffigurato con un buon dinamismo.
Nota estremamente positiva per la copertina di De Angelis che, con i toni del nero e del grigio, usando un po' di vedo e non vedo, offre la partenza col piede giusto all'albo che abbiamo tra le mani.

Un buon numero della saga neveriana. Saga che continua ad aver bisogno di aumentare il livello qualitativo delle storie, e di consolidarlo, per convincere alcuni lettori a rimanere dopo la conclusione di questa lunga avventura.

lunedì 20 giugno 2011

I Nuovi Vendicatori - Potere

Finita l'Invasione Skrull, seguita alla guerra civile, Luke Cage scopre che la sua bambina è stata rapita da un alieno infiltrato tra i Vendicatori con le sembianze di Jarvis, il maggiordomo. La ricerca si fa spasmodica tutti i Nuovi Vendicatori, tra gli altri Ronin, Mimo, Wolferine, l'Uomo Ragno, la Donna Ragno ed il nuovo Capitan America Bucky si muovono in lungo ed in largo per la città, pestando criminali, al fine di trovare informazioni per rintracciare la piccola. Luke Cage, al di fuori degli schemi, si muove per conto suo e contatta qualcuno che può aiutarlo in breve tempo: Norman Osborn. L'intervento dell'ex goblin, ora a capo dei Vendicatori Oscuri, quelli che una volta erano i Tunderbolts, ma con nuovi costumi che ricordano gli eroi classici, si rivela risolutivo. Sfruttando le informazioni ricavate dall'interrogatorio degli Skrull prigionieri nelle sue galere riesce a fornire la giusta indicazione a Cage per fargli ritrovare la piccola.
Il potere di Osborn è in ascesa. Sfruttando la fama di doppiogiochista della Donna Ragno, i Nuovi Vendicatori cercano di far cadere in un tranello sia lui che i suoi sgherri. Iron Patriot, questo il nome che ha assunto da quando è al comando dei Vendicatori Oscuri, fiuta la trappola e gli invia contro un assortito manipoli di supercriminali ai quali scampano con una ritirata strategica.
Per mettere altra benzina sul fuoco il Dottor Strange necessita di aiuto per trovare il suo erede come Mago Supremo. L'occhio di Agamotto è alla ricerca della persona adatte che lui dovrà addestrare. Nel contempo sulle tracce dell'occhio si è messo un demone infernale nascosto sotto il cappuccio di Hood. La lotta si sposterà a New Orleans dove il figlio buono di Satana, Voodù, dottor Strange ed i Vendicatori dovranno affrontare il potente demone nella battaglia per il possesso del talismano.

La saga di Bendis getta nuovi puntelli per procedere verso un nuovo ordine narrativo. Una storia intricata, che tira in ballo sempre nuovi eroi anche poco conosciuti al popolo dei lettori italici. Interessante come quest'uomo conosca bene l'universo sul quale lavoro, come sappia gestire i personaggi, potenti o meno, noti o meno, nel suo scacchiere di tavole a colori. Aiutato da una resa grafica ammaliante dei suoi disegnatori e coloristi che gli forniscono, nonostante stili diversi, più o meno realistici, un ambiente credibile ed uno spessore grafico interessanti alle pedine di questo gioco che durerà quattro anni (siamo poco oltre la metà: Civil War, Secret Invasion li abbiamo passati ed ora attendiamo il Dark Reign, che in qualche modo stiamo assaggiando, e l'Assedio).
Come al solito quando si parla di questo autore, la storia, la narrazione stessa, non possono definirsi meno che piacevoli. Un gran ritmo che prende il lettore dalla prima pagina, scene tanto ariose quando intime, con conflitti interiori, di sentimenti contrastanti, e pubblici che coinvolgono ad ogni pagina.

Da leggere per proseguire nell'esplorazione in questo mondo culturale che sta conoscendo una nuova giovinezza.

venerdì 17 giugno 2011

Devil

Tranquilla giornata a Philadelphia. Un uomo si suicida buttando dal 35esimo piano di un grattacielo, il biglietto lasciato sulla scrivania è tra il lucido ed il folle: inizia normalmente ed alla fine cita "i passi del diavolo". Nello stesso palazzo 5 persone restano misteriosamente bloccate, al 22esimo piano, in uno degli ascensori. La richiesta di soccorso alle forze dell'ordine viene raccolta dallo stesso poliziotto che sta seguendo il caso di suicidio, in quanto il più vicino al luogo. Quando raggiunge la sala monitor nota come un donna anziana, un giovane vestito sportivo, un signore elegante, una agente di sicurezza ed una bella ragazza stanno cercando di non farsi prendere dal panico nell'ascensore.
All'esterno, il manutentore non riesce ad individuare il guasto che tiene sospeso l'elevatore.
La situazione peggiora quando ogni volta che va via la luce nella cabina uno degli occupanti muore in modo atroce: specchio nel collo, impiccato ed in altri modi fantasiosi.
E' una corsa contro il tempo per cercare di salvarne il più possibile tra la tecnologia e la leggenda messicana che vuole che il diavolo raduni le sue vittime insieme e le uccida una alla volta provocandogli sofferenze.

Un film breve dal buon ritmo, solo prodotto da quel M. Night Shyamalan che ha messo a segno il colpaccio con Il sesto senso e poi non è più riuscito a trovare la vena giusta (a me è piaciuto anche Unbreakable, ma sono uno dei pochi). La pellicola si inserisce, anzi è il punto di partenza, di un progetto in tre capitoli del regista denominato The Night Chronicles. Alla regia del film non troviamo lui, ma una coppia di fratelli, John & Erick Dowdle che ben si trova a filmare nell'ambiente ristretto della cabina dell'ascensore dotando il loro prodotto finale di un buon ritmo. Se la trama ricorda molto i Dieci piccoli indiani di Agatha Christie l'individuazione del diavolo nel gruppo è praticamente scontata. I personaggi son ben caratterizzati e gli attori, messi in una situazione non facile, se la cavano per il meglio. Tra loro l'unica faccia nota è quella di Jenny O'Hara (l'anziana Jane) che anche in Italia abbiamo visto in produzioni seriali americani e vecchi film. Tutti gli altri mi sono illustri sconosciuti, comunque bravi. All'esterno dell'ascensore si muovono altri personaggi capitanati da Chris Messina (il marito della giovane Julie in Julie & Julia) tra i quali spiccano il bravo Matt Craven (Disturbia, Deja Vu ed il recente X-Men - l'inizio) ed il simpatico guardiano cattolico Vincent Laresca (faccia vista in molti serial tv).
I giusti stacchi musicali lasciano sussultare lo spettatore con picchi di tonalità nei momenti di tensione e la musichetta dell'ascensore sono quello che si può definire colonna sonora (che si adatta particolarmente alla pellicola).

Un film di tensione classico, che non ritengo si possa definire propriamente un horror (se no la sarebbe anche il citato Dieci piccoli indiani), che intrattiene ed incuriosisce per tutti gli 80 minuti i meno sgamati. Dopo un quarto d'ora gli altri avranno capito tutto, ma si divertiranno a vedere se gli avvenimenti prenderanno la strada da loro prevista.

Titolo originale Devil
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2010
Durata 80 min

Genere thriller
Regia John & Erick Dowdle
Soggetto M. Night Shyamalan
Sceneggiatura Brian Nelson
Produttore M. Night Shyamalan, Sam Mercer, Joseph Boccia
Casa di produzione Media Rights Capital
Night Chronicles
Distribuzione (Italia) Universal Pictures
Fotografia Tak Fujimoto
Montaggio Elliot Greenberg
Interpreti e personaggi
Chris Messina: Detective Bowden
Bojana Novakovic: Sarah
Logan Marshall-Green: Tony
Jenny O'Hara: Jane
Jacob Vargas: Ramirez
Matt Craven: Lustig
Bokeem Woodbine: Ben
Geoffrey Arend: Vince

giovedì 16 giugno 2011

Big Mama - Tale padre tale figlio

L'agente dell'FBI Malcolm Turner sta seguendo una pista che lo porterà ad assistere all'omicidio del suo informatore. Altro testimone dell'evento sarà suo figlio. Per sfuggire ai killer e recuperare le informazioni per incastrarli dovrà rivestire i panni di Big Mama, ma questa volta il figliastro Trent dovrà aiutarlo. Per farlo, dovrà "mascherarsi" a sua volta da Charmaine, e reggere il gioco del suo patrigno durante l'infiltrazione nella scuola femminile per artisti.

Una commedia semplice, giusta per farsi qualche risata senza impegno. Sia Martin Lawrence che Brandon T. Jackson sono più bravi e credibili con le maschere da donna che nei panni del loro personaggio maschile. Bella ed affascinante sorpresa è Jessica Lucas (già vista in Cloverfield) nei panni della fidanzata del giovane Trent. Film caratterizzato dalla presenza della musica rap e pop e da personaggi di contorno a volte un po' scontati.

Come detto, per farsi quattro risate senza pensieri e senza voler troppo guardare alla forma. Sicuramente non volgare, come sarebbe stato facile aspettarsi.

Titolo Originale Big Mommas: Like Father, Like Son
Uscita USA 18 Febbraio 2011
Durata 107 minuti
Nazione USA
Lingua Inglese
Regia John Whitesell
Prodotto David T. Friendly
Storia e Sceneggiatura Matthew Fogel
Musica David Newman
Studio Regency Enterprises, Friendly Films Productions
Distribuzione 20th Century Fox

Protagonisti
Martin Lawrence: Malcolm / Big Momma
Brandon T. Jackson: Trent / Charmaine
Jessica Lucas: Haley
Michelle Ang: Mia
Portia Doubleday: Jasmine
Emily Rios: Isabelle
Ana Ortiz: Gail
Henri Lubatti: Vlad

mercoledì 15 giugno 2011

Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare

La fonte della giovinezza. Un mito del quale l'uomo è alla continua ricerca. Sulle sue tracce, questa volta, sono in tre: il re di Spagna, il re d'Inghilterra ed il pirata Barbanera. In mezzo a loro, coinvolto dalla sua ex Angelica, è capitato il Capitano Jack Sparrow. Senza una nave, senza un equipaggio si vedrà ora imbarcato a sua insaputa sulla nave di Barbanera ora alleato col vecchio nemico Barbossa. Accanto a lui una masnada di nuovi pirati, un prete cattolico, il vecchio Gibbs. Tutti alla ricerca degli elementi per celebrare il rito pagano per ritrovare la mistica fonte: due calici d'argento ed una lacrima di sirena.

Che noia. Ci si chiede perché abbiano dovuto farlo. Aveva ragione Gore Verbinski quando diceva che non avrebbe fatto un quarto film se alle spalle non avesse avuto una solida sceneggiatura. Rob Marshall si imbarca in quest'avventura, su richiesta dello stesso Depp e dei suoi figli, senza dare il brio, il ritmo e l'intensità proprie dei primi tre capitoli. Una storia che fa sentire tutti i 130 minuti, li fa pesare sulle spalle dello spettatore. Si ha la sensazione che ci siano troppe scene fini a se stesse, molti passaggi scontati ed un intreccio che sia sfuggito di mano sia agli scrittore che al regista stesso. Non mancano le sensazioni anche di deja vu (un'esempio ne è la scena dell'inseguimento iniziale che ricorda molto "Corsari" di Polansky), ma come già detto prevalenti sono quelle di noia. Ulteriore aggravante ai deficit presenti è che la storia non è neanche originale, ma ispirata ad un libro di Ted Elliot, ed coadattata per il grande schermo dallo stesso autore.
L'unica salvezza è data dal solito Johnny Depp nei panni del mitologico Capitano Jack Sparrow. Le scene nelle quali è presente sono le uniche in cui un po' di verve percorre lo spettatore, si alzano risate e si partecipa alla trama. Altra nota positiva e la colonna sonora di Hans Zimmer, che è l'unico elemento che mantiene viva l'attenzione in sale e che lascia credere in un ritmo che non c'è.
Pensato per il 3D, visto in 2D, non tiene conto dello spettatore e di ciò che serve per intrattenerlo. Una delusione per gran parte della sala, tanto che, nonostante la, nota, presenza della scena dopo i titoli di coda nessuno si è attardato troppo per aspettare di vederla. Io stesso me la sono vista su Giutubbe una volta arrivato a casa.

Delusioni. Costo 3€. Ma sto giro mi avete beccato, il prossimo ve li scordate i miei soldi.

Titolo originale Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2011
Durata 136 min

Genere avventura
Regia Rob Marshall
Soggetto Ted Elliott, Terry Rossio, Tim Powers
Sceneggiatura Ted Elliott, Terry Rossio
Produttore Jerry Bruckheimer
Casa di produzione Walt Disney Pictures
Distribuzione (Italia) Walt Disney Pictures
Musiche Hans Zimmer

Interpreti e personaggi
Johnny Depp: Jack Sparrow
Penélope Cruz: Angelica
Ian McShane: Barbanera
Geoffrey Rush: Hector Barbossa
Kevin McNally: Joshamee Gibbs
Sam Claflin: Philip Swift
Stephen Graham: Scram
Àstrid Bergès-Frisbey: Serena
Richard Griffiths: Re Giorgio II
Keith Richards: Teague Sparrow

Doppiatori italiani
Fabio Boccanera: Jack Sparrow
Chiara Colizzi: Angelica
Angelo Nicotra: Barbanera
Alessandro Quarta: Scrum
Pietro Ubaldi: Hector Barbossa
Edoardo Siravo: Teague Sparrow
Saverio Indrio: Joshamee Gibbs
Gabriele Sabatini: Philip Swift
Veronica Puccio: Serena

martedì 14 giugno 2011

Martin Mystère - Con la coda dell'occhio

Martin Mystère n. 315
Con la coda dell'occhio

Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno
Disegni: Esposito Bros.
Copertina: Giancarlo Alessandrini

Un informatico impazzisce improvvisamente ed uccide un suo collega. "Era sempre stato una persona tranquilla, ma ultimamente aveva dei problemi.", questa è la concorde, troppo concorde, versione dei suoi colleghi di una fabbrica di invenzioni scientifiche che lavora sul confine della sperimentazione fantascientifica. Ma gli stessi colleghi sono vittime di strane apparizioni che sorgono dalle loro proprie ombre.
Nell'ambito della stessa indagine, Martin, viene informato da un'avvenente tenente di polizia che l'ispettore Travis, suo amico di lungo corso, è scomparso all'improvviso durante un black out. L'unica traccia è un dvd rom che, una volta decriptato dal detective dell'impossibile, catapulta Martin in un mondo parallelo estremamente pericoloso, lasciando in stato d'incoscienza Java e Diana.
Chi c'è dietro a questo mystero?

Il titolo "con la coda dell'occhio" è un po' forzato. Si parla si di vista periferica, ma solo per inciso e negli approfondimenti a fine albo. Ormai c'è la mania, di Recagno, ma anche da parte di altri, di scrivere storie nelle quali al lettore non vengono dati strumenti per cercare di intuire il finale, ma solo informazioni alla spicciola quando servono. Lo stile "Lost" che, volendo, può anche essere intrigante se necessario, ma poco godibile negli altri casi. Recagno scrive una buona storia, ben sceneggiata, con personaggi nuovi che gettano le basi per ritorni futuri, ma con il trucchetto su citato che limita il coinvolgimento del lettore.
I disegni sono ad opera degli inconfondibili Esposito Bros. (Nando e, Denisio Esposito). Forse non al massimo della loro forma per tutto l'albo, sono stati penalizzati sulla mia copia da una stampa non di qualità costante. Difetto comune a molti albi recenti Bonelli è la carenza di saturazione dei neri in alcune pagine e la presenza di sbavature al centro di altre pagine dovute all'eccessivo carico di inchiostro.
Alessandrini non si spreca troppo con la copertina. Riprende un soggetto classico e lo piazza la centro di un vortice creato in CGI. Mi aspetto sempre di più da lui, ma qualche volta mi devo accontentare.

Si poteva fare di meglio, si poteva trovare un titolo più adatto, ma tutto sommata piacevole e culturale come altre storie della stessa collana.

lunedì 13 giugno 2011

X-Men - L'inizio

Polonia, 1944. I rastrellamenti nazisti hanno portato milioni di ebrei nei campi di concentramento. Stessa sorte è toccata al piccolo Erik Lehnsherr ed i suoi genitori. Al momento della separazione forzata da sua madre e suo padre una forza misteriosa viene emanata dal ragazzo: con la sola forza del pensiero riesca a piegare e rompere, attirandolo a se, il cancello in metallo di accesso al campo. L'effetto svanisce solo quando le guardie lo stordiscono. Da una delle finestre degli uffici del campo di concentramento il Dottor Schimdt osserva tutto e si fa portare il ragazzo per fargli replicare l'evento con una monetina. Dopo un tentativo fallito il gerarca introduce alla loro presenza anche la madre di Erik e la uccide con un colpo di pistola per provocare la reazione del ragazzo. La prova di forza sortisce l'effetto sperato: i poteri si manifestano in modo violento e cosciente.
Negli stessi giorni a Wenchester County, New York,un bambino di nome Charles Xavier incontra nella sua cucina una mutante mutaforma di nome Raven, della sua stessa età, intenta a rubare cibo in cucina. Anche lui è un mutante, un telepate, ed accoglie la ragazzina in casa sua come una sorella, contento di non essere il solo a manifestare certi poteri.
1962. Tre vicende si svolgono parallele, negli Stati Uniti ed in Europa.
Erik Lehnsherr, adulto, è diventato un cacciatore di nazisti molto abile, grazie anche ad i suoi poteri ed è ad un passo dal catturare il Dottor Schimdt.
Charles Xavier, giovane rubacuori, è appena diventato professore laureandosi alla Oxford University, in Inghilterra, con una tesi sulla mutazione genetica.
A Las Vegas, l'agente della CIA Moira MacTaggert, sulle tracce di traditori comunisti in seno al governo statunitense, segue il Colonnello Hendry al Club Infernale. Con coraggio vi si introduce ed assiste ad un incontro dove Sebastian Shaw, il nuovo nome di un Dottor Schimdt per niente invecchiato in vent'anni, Janos Questad, Azazel e Emma Frost organizzare lo scoppio della terza guerra mondiale. Assiste anche ad un evento sconvolgente: la manifestazione di poteri mutanti sia da parte di Emma Frost che di Azazel che teleporta il colonnello ad una riunione dello stato maggiore dell'esercito americano a Washington pronto a votare l'installazione di missili NATO in Turchia.
Gli eventi spingono Moira a contattare Xavier e durante la missione per catturare Shaw si uniscono, casualmente, ad Erik, ma tutti perdono l'obiettivo.
Da qui inizia la formazione di una squadra di eroi mutati intenti a vivere dall'interno la crisi missilistica di Cuba ed a tentare di impedire la terza guerra mondiale. Con Xavier, Mystica (Raven) e Erik (Magneto) si schierano Hank McCoy/Bestia, Alex Summers/Havok, Armando Muñoz/Darwin, Sean Cassidy/Banshee, Angel Salvadore, dall'altra parte i mutati al servizio di Shaw.

Questo X-men avrebbe potuto essere una delusione. Lungo, noioso, pesante e poco significativo. Se non ci avessero lavorato Bryan Singer e Matthew Vaughn (già marito di Claudia Shieffer e regista di Kick Ass).
Ambientare la vicenda nel periodo della crisi dei missili di Cuba, tracciare una storia parallela e sotterranea nella quale l'intervento della nuova razza superiore, figlia dell'atomo, uscita allo scoperto da poco riesce ad impedire la terza guerra mondiale, è stata un'idea geniale. Un film, tratto da un fumetto, che insegna la storia a ragazzini che non hanno mai sentito parlare di Kennedy, Cuba, Kruschev oltre che esaltare l'interesse della fantasia divulga, come tanti libri di storia non riescono a fare. Offre spunti che avranno l'opportunità di essere approfonditi, da chi ne avrà voglia, seriamente dopo la proiezione.
Dopo l'aborto dello spin off su Magneto sarebbe stato un peccato perdere il "già scritto" nelle mani degli autori. Ecco che la soluzione si rivela brillante: caratterizzare al meglio le origini di questo personaggio nel film in corso. Viene ripresa la scena classica del cancello piegato, già presente nella serie classica dei film degli X-Men, e ci viene mostrato cosa succede dopo. Anche la formazione del suo pensiero, una evoluzione scaccia l'altra, ci viene spiegato dal suo punto di vista con argomenti solidi e credibili.
Viene tratteggiato un Professor X diverso da quello classico dei fumetti, vitale, rubacuori e cascamorto, e rimarcata con decisione la sua posizione del vivere in pace tra umani e superumani.
La scelta di arruolare X-Men di non primissimo piano come first class è azzeccata. In questo modo la personalità degli eroi, in formazione, non prevarica l'importanza della storia e del suo contesto. Vengono, comunque, presentati comprimari importanti del fumetto a partire da Bestia e Mystica e personaggi che negli anni avranno una inaspettata evoluzione come Emma Frost.
Il cattivo di turno viene bene reso da un ottimo Kevin Bacon, mancato per troppi anni in un ruolo da protagonista. Un bravo attore che, distintosi in film difficili come Frost/Nixon, qui ha l'occasione di essere presente sullo schermo per una lunga fetta dei 130 minuti che compongono l'opera.
Accanto a tutti loro volti noti, storici, del cinema o dei serial americani. come Oliver Platt, Ray Wise, Glenn Morshower, Michael Ironside. Tutta gente che, almeno in Italia, vedi sullo schermo, non ne conosci il nome, ma ti dà senso di familiarità come la pellicola che stai guardando.
Ultimi due accenni: occhio ai camei speciali di mutanti famosi presenti e non aspettate la scena finale che sto giro non c'è.

Un ottimo film. Serio come trama, alleggerito da ottimi dialoghi con alternano battute a nozioni scientifiche e storiche, divertente, ricco di scazzottate. Attori bravi e seri come la conferma James McAvoy, che somiglia ad un Gerald Butler in piccolo e fa di tutto per non ricordare il suo ingombrante predecessore nel ruolo Patrick Stewart (detto anche Jean Luc Picard) e la sorpresa, per me, Michael Fassbender, che ben si confronta con Ian McKellen. Il tutto ben confezionato dall'ottimo regista in una pellicola piacevole, per niente lenta, ben bilanciata e coinvolgente.
L'unico neo notato durante la proiezione è un errore di montaggio presente nel momento in cui Rose Byrne (Moira MacTaggert) entra nel Club Infernale. In una scena la si vede scendere le scale di accesso alla hall principale, nella scena successiva è ancora sulla soglia della porta in cima alle stesse scale. Questo è l'unico errore di montaggio che ho notato nell'unica visione che ho avuto.

Da vedere, anche pagando il prezzo pieno del biglietto (cosa che io non ho fatto, ma questo è un dettaglio).

Titolo originale X-Men: First Class
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2011
Durata 131 min

Genere Comic Movie
Regia Matthew Vaughn
Soggetto Bryan Singer, Sheldon Turner (dai fumetti della Marvel Comics)
Sceneggiatura Ashley Miller, Zack Stentz, Matthew Vaughn
Produttore Lauren Shuler Donner, Bryan Singer, Gregory Goodman, Simon Kinberg
Produttore esecutivo Stan Lee, Tarquin Pack, Josh McLaglen, Jason Taylor
Casa di produzione Marvel Studios
Distribuzione (Italia) Twentieth Century Fox
Fotografia Ben Seresin
Montaggio Eddie Hamilton, Lee Smith

Scenografia Russell De Rozario, Chris Seagers
Costumi Sammy Sheldon

Interpreti e personaggi
James McAvoy: Charles Xavier/Professor X
Michael Fassbender: Erik Lehnsherr/Magneto
Rose Byrne: Moira MacTaggert
Jennifer Lawrence: Raven Darkholme/Mystica
January Jones: Emma Frost
Kevin Bacon: Sebastian Shaw
Nicholas Hoult: Hank McCoy/Bestia
Jason Flemyng: Azazel
Lucas Till: Alex Summers/Havok
Edi Gathegi: Armando Muñoz/Darwin
Caleb Landry Jones: Sean Cassidy/Banshee
Zoe Kravitz: Angel Salvadore
Alex Gonzalez: Janos Questad
Oliver Platt: Uomo in nero
Matt Craven: Direttore McCone
Rade Šerbedžija: Generale russo
Ray Wise: Segretario di stato degli Stati Uniti
Glenn Morshower: Colonnello Hendry
Don Creech: William Stryker
Brendan Fehr: Ufficiale comunicazioni
Michael Ironside: Capitano
Jason Beghe: XO
Laurence Belcher: Charles Xavier (bambino)
Morgan Lily: Raven Darkholme (bambina)
Bill Bilner: Erik Lehnsherr (bambino)
Hugh Jackman: Wolverine
Rebecca Romijn: Mystica (cameo non accreditato)

Doppiatori italiani
Stefano Crescentini: Charles Xavier/Professor X
Francesco Prando: Erik Lehnsherr/Magneto
Francesca Manicone: Moira MacTaggert
Valentina Favazza: Raven/Mystica
Alessia Amendola: Emma Frost
Luca Ward: Sebastian Shaw
Fabrizio De Flaviis: Hank McCoy/Bestia
Roberto Stocchi: Uomo In Nero
Carlo Scipioni: Azazel
Davide Perino: Alex Summers/Havok
Paolo De Santis: Armando Muñoz/Darwin
Flavio Aquilone: Sean Cassidy/Banshee
Letizia Ciampa: Angel Salvadore
Bruno Alessandro: Ammiraglio
Gianni Giuliano: Direttore McCone
Saverio Moriones: Generale russo
Luigi La Monica: Segretario di stato degli Stati Uniti
Edoardo Siravo: Colonnello Hendry
Carlo Reali: William Stryker Senior
Fabrizio Pucci: Wolverine
Andrea Di Maggio: Charles Xavier (bambino)
Veronica Benassi: Raven (bambina)

venerdì 10 giugno 2011

The dilemma

Ronny è il migliore amico di Nick. I due sono soci in affari e stanno per svoltare le loro vite proponendo un'idea geniale alla Chrysler. Nella vita privata Nick è sposato da anni con Geneva ed i due hanno presentato a Ronny l'attuale fidanzata, Beth.
Mentre Ronny è alla ricerca di un posto speciale per effettuare la dichiarazione di matrimonio a Beth si imbatte in Geneva accompagnata da un uomo che non è Nick. Rimane sconvolto quando vede i due baciarsi e da quel momento è afflitto dal dilemma: riferire o non riferire a Nick ciò che ha visto? Tale lotta interiore lo porterà a compromettere la sua vita e portare i suoi amici a credere che sia lui ad avere problemi.

Un film, una commedia, sull'amicizia. Brillante, ben costruita, leggera ed intensa. Una buona sceneggiatura portato in vita dall'abilità registica di Ron Howard, alle prese non con una pellicola dal mega budget e dagli effetti speciali spaziali, in formato intimistico. Un cast di attori di rilievo Vince Vaughn (uno dei miei preferiti), Kevin James (solitamente alle prese con ruoli troppo stupidi, che qui ho rivalutato) sono la parte maschile del cast. La fetta femminile è semplicemente spettacolare: la sempre "bellissimasempredipiùogniannochepassa" Jennifer Connelly e la sua migliore amica Winona Ryder, rientrata nel giro alla grande dopo il periodo di inattività forzata di qualche anno fa.
Un film che non fa un piega, lo si gode dall'inizio alla fine, si ride, ci si commuove, si parteggia e si soffre.

Una piccola perla di commedia da vedere assolutamente, peccato che in Italia sia uscita così sottotraccia.

Titolo originale The Dilemma
Paese USA
Anno 2011
Durata 118 min
Genere commedia
Regia Ron Howard
Sceneggiatura Allan Loeb
Produttore Brian Grazer, Vince Vaughn

Casa di produzione Imagine Entertainment, Spyglass Entertainment

Interpreti e personaggi
Vince Vaughn: Ronny Valentine
Kevin James: Nick Brannen
Jennifer Connelly: Beth
Winona Ryder: Geneva
Channing Tatum: Zip
Queen Latifah: Susan Warner
Amy Morton: Diane Popovich
Chelcie Ross: Thomas Fern

Doppiatori italiani
Francesco Prando: Ronny Valentine
Fabrizio Vidale: Nick Brannen
Barbara De Bortoli: Beth
Giuppy Izzo: Geneva
Simone D'Andrea: Zip
Barbara Castracane: Susan Warner
Laura Boccanera: Diane Popovich
Luigi La Monica: Thomas Fern

giovedì 9 giugno 2011

Spiderman - Nuovi modi per morire

Storia: Dan Slott
Disegni: John Romita Jr. e Chris Bachalo

L'Uomo Ragno non è un eroe registrato ed a seguito degli sviluppi della Civil War questo non è un bene. Ogni suo intervento a favore della popolazione in pericolo rischia di ritroceglisi contro, mettendo sulle sue tracce in Thunderbolts di Norman Osborn. Uno dei pochi vantaggi che ha è che grazie al patto con Mefisto (leggere Brand New Day od il post riassuntivo per maggiori informazioni) lui ha ricordi sui i suoi avversari, ma loro non sanno nulla della sua identità segreta. Sta di fatto che il chiodo fisso di Osborn è quello di eliminare il ragno con ogni mezzo ed adesso che ha una squadra di supercattivi tutta sua il compito sembra più facile. A sua disposizione ci sono Venom, il simbionte legato ora a MacGargan, l'ex Scorpione, e Bullseye, letale nemico di Devil, ma non molto affezionato al ragnetto.
Spinto allo scontro con l'ex Goblin, Spidy, si introduce nel suo quartier generale per mettere a posto le cose, ma nello stesso momento i T-bolts sono fuori a cercare lui. Il problema sorge quando Venom rileva una falsa pista e pensa di trovare l'Uomo Ragno alla missione F.E.A.S.T. di Mr Li, dove presta volontariato anche zia May. Il cattivone è indotto in errore dai segnali inviati dal vecchio ospite di Venom, Eddie Brock, recentemente redento e volontario nella struttura per senza tetto, guarito miracolosamente dal cancro. Il loro ricongiungimento metterà in luce un lato sconosciuto a Brock stesso: dentro di lui vive l'Anti-Venom. Un nuovo simbionte, dai colori opposti all'alieno originale, che ha il potere di sconfiggere Venom stesso e di ripulire dalle sostanze nocive gli organismi in cui sono presenti. Un'interessante battaglia a tre mette nei guai anche Speedy quando giunge sul posto, infatti Anti-Venom mitiga la presenza di radiazioni nel suo sangue rendendolo debole.
Osborn è accecato dalla vendetta e vuole mettere fine alla vita del ragno con ogni mezzo. Arriverà ad indossare il suo vecchio costume da Goblin e proteggere il suo alleato Venom donando a MacGargan uno costume da Scorpione rinforzato, sullo stile del suo originale.
Sullo sfondo si muove Harry Osborn, ansioso di affrancarsi dal padre grazie alle sue imprese economiche, ad una nuova fidanzata e delle salde amicizie.

Nelle ultime pagine troviamo una storia dedicata all'Anti-Venom ed alla sua opera di salvataggio dei derelitti. Le persone che toglierà dalla strada le indirizzerà al F.E.A.S.T. dove scoprirà, dopo uno scontro con Mr. Negativo, uno spaventoso segreto sul suo mentore Mr. Li.

Dopo il, già citato, Brand New Day molto è tornato del passato del ragno. Tanti personaggi, tante tematiche e problematiche. Il rapporto tra gli Osborn, i flirt di Peter, ora single da MJ, vecchi nemici come Scorpione, Venom, Brock, il Goblin stesso.
La storia è di buona qualità ed il pregio degli albi monografici è proprio quello di riproporla senza soluzione di continuità e, quindi, senza possibilità di distrarsi. L'intreccio è ben costruito e mette tanta carne al fuoco, siamo ancora nel 2009 ed iniziamo a vedere qualche avvisaglia di quello che succederà nel Dark Reign senza essere ancora passati per la Secret Invasion. Nuova linfa viene iniettata in personaggi storici ed uno nuovo, Anti-Venom, con grandi poteri viene creato.
I disegni affidati a Romita Junior sono, come sempre, cinematograficamente perfetti. Qualche appassionato li ha criticati per eccessiva ripetitività delle inquadrature, ma a me piace proprio lo stile dell'artista ed essendo lettore occasionale la cosa non mi ha pesato troppo. Chris Bachalo ha un tratto più deciso e netto, troppo aggressivo per i miei gusti, ma godibile nel complesso e nell'alternanza.

Cercare di mettere ordine nelle vicende del Dark Reign mi porta, a volte, a scoprire vecchie storie piacevoli e questa è una di quelle. Un arco narrativo tutto sommato piacevole e nostalgico, ben gestito e disegnato, di facile lettura e di sicuro interesse.

mercoledì 8 giugno 2011

The tourist

A Parigi, Elise Clifton-Ward, ex amante del criminale Alexander Pierce, ricercato dal governo inglese per una storia di tasse evase e scomparso nel nulla dopo aver cambiato volto, è tenuta sotto controllo dagli agenti di Scotland Yard, sotto il comando dell'ispettore Acheson.
L'arrivo di un messaggio alla donna mette in subbuglio tutti. Elise si reca alla Gare de Lyon e prende il primo treno per Venezia. Qui incontra un affascinante sconosciuto al quale fa ricoprire, a sua insaputa, il ruolo di Alexander Pierce. I due si recano nella medesima stanza di albergo, si baciano sul balcone, sotto gli occhi di Scotland Yard e di criminali russi alla ricerca di Alexander. Da qui partono tutti i guai per l'ignaro turista Frank, Tupelo, insegnante americano di matematica, che si ritrova in un inganno più grande di lui. Tra corse, fuge, sotterfugi e sentimenti le vite dei due sconosciuti si avvicineranno pericolosamente.

Remake del film francese del 2005 "Anthony Zimmer", The Tourist, diretto da Florian Henckel von Donnersmarck, interpretato da Angelina Jolie e Johnny Depp è un thriller d'intrattenimento. La tram risulta alquanto scontata dal primo quarto d'ora in poi, ma si rivela essere divertente ed accattivante. Per quanto la staticità della recitazione di Angelina Jolie non sia un pregio della pellicola (notando come lei sia l'unica donna della pellicola), il leggermente imbolsito Jhonny Deep risulta essere il vero motore della pellicola. Le sue disavventure, avventure ed i malcapitati equivoci nei quali si trova coinvolto ne fanno un personaggio piacevole ed accattivante nella sua semplicità. Al loro fianco si muove un sottobosco di attori italiani che caratterizzano i personaggi in modo piacevole. La presenza di Raoul Bova, Christian De Sica, Daniele Pecci, Alessio Boni, Neri Marcorè, Maurizio Casagrande, Renato Scarpa, Giancarlo Previati, Giovanni Esposito, Nino Frassica e Bruno Bilotta, anche se in piccoli ruoli, in una produzione hollywoodiana dei giorni nostri è una grande conquista sia per loro che per il cinema italiano.
Una regia dinamica si destreggia attraverso effetti speciali poco speciali (come la finta fuga sui tetti di Deep dagli sgherri russi) ed errori di logistica (l'Hotel Danieli,in cui alloggiano i protagonisti non da sul Canal Grande ed Ponte di Rialto,ma sulla Riva degli Schiavoni) rendendo piacevole il tutto.

Film divertente per 100 minuti senza pensieri da vedere con un pacco di pop corn glassati tra le mani.

Titolo originale The Tourist
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti, Italia
Anno 2010
Durata 103 min

Genere drammatico, thriller
Regia Florian Henckel von Donnersmarck
Soggetto Jérôme Salle
Sceneggiatura Florian Henckel von Donnersmarck, Julian Fellowes, Christopher McQuarrie
Casa di produzione GK Films, StudioCanal, Spyglass Entertainment Group
Distribuzione (Italia) 01 Distribution
Scenografia Jon Hutman
Interpreti e personaggi
Johnny Depp: Frank Tupelo
Angelina Jolie: Elise Clifton-Ward
Paul Bettany: John Acheson
Timothy Dalton: ispettore capo Jones
Rufus Sewell: L'inglese
Steven Berkoff: Reginald Shaw
Christian De Sica: ispettore Lombardi
Alessio Boni: sergente Cerato
Daniele Pecci: tenente Narduzzi
Giovanni Guidelli: tenente Tommassini

Doppiatori italiani
Fabio Boccanera: Frank Tupelo
Eleonora De Angelis: Elise Clifton-Ward
Roberto Pedicini: John Acheson
Michele Gammino: cap. isp. Jones
Stefano De Sando: Reginald Shaw

martedì 7 giugno 2011

Country Strong - ANTEPRIMA - in uscita l'11/06/2011

Kelly Canter è una famosa e amatissima cantante country. A seguito di un incidente che l'ha portata a perdere il bambino che aspettava ed alla conseguente depressione si trova in rehab per abuso di alcoolici. Qui incontra un infermiere Beau Hutton, anche lui cantante country locale. tra i due nasce un'amicizia, che se lei non fosse sposata potrebbe essere qualche cosa di più. Il marito di Kelly, James Canter, la preleva dal rehab, a cura non ancora terminata, dopo avere siglato contratti per tre concerti in giro per gli Stati Uniti per il rientro sulle scene della moglie. A far da apertura alle tre date vengono chiamati Beau ed un'altra cantante country locale, più bella che brava, Chiles Stanton. La tournée sarà ogni giorno più difficile.

Un film che uscirà a giorni nelle sale italiane e che si avvale di una ottima performance sia recitativa che vocale di Gwyneth Paltrow. Affiancata da Tim McGraw e dai giovani Garrett Hedlund e Leighton Meester, porta sullo schermo un film per il Sud degli Stati Uniti. Dedicato agli amanti della musica country, all'ascesa ed al declino dei suoi miti. Un film duro, sincero e diretto, come sa essere questo genere di musica tipico dei cowboy e delle feste di paese. La regista Shana Feste scrive e dirige questo, che è il suo secondo, film in modo appropriato.

Un film piacevole, a volte sui toni della commedia, più spesso su quelli del dramma. Bella la colonna sonora, la Paltrow è una sorpresa come cantante ed una conferma come ottima attrice.
Una pellicola che non troverà successo in Italia, dato l'argomento di nicchia, ma che farete bene a recuperare in dvd, almeno a noleggio quando sarà disponibile.

Titolo originale Country Strong
Paese USA
Anno 2010
Durata 112 min

Genere drammatico
Regia Shana Feste
Sceneggiatura Shana Feste
Fotografia John Bailey
Montaggio Carol Littleton e Conor O'Neill
Musiche Michael Brook
Scenografia David J. Bomba, Bruce Rodgers, Fenton Williams, John R. Jensen e Ruby Guidara

Interpreti e personaggi
Gwyneth Paltrow : Kelly Canter
Tim McGraw : James Canter
Garrett Hedlund : Beau Hutton
Leighton Meester : Chiles Stanton
Tina White : Intervistata
Marshall Chapman : Winnie

lunedì 6 giugno 2011

Dylan Dog - Il sortilegio

Dylan Dog n. 297, mensile
Il sortilegio

Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Marzano
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Angelo Stano

Una nuova fidanzata, amorevole e disponibile, è al fianco dell'Old Boy. Questo dovrebbe renderlo felice, rilassato e tranquillo, invece. Invece una serie di improvvisi malanni inspiegabili e variegati lo colpiscono. Dolori alle mani, al petto, alle gambe, afonia (grazie Dario) in momenti distinti singoli acciacchi distinti. Gli amici preoccupati ed i dottori che anziché cercare di individuare una causa fisica ai disturbi li associano a stress e depressione. Ma la verità è ben altra: qualcuno si diverte a conficcare spilloni in una bambolina di cera che riproduce le fattezze dell'Indagatore dell'Incubo. Riuscirà il nostro a fermare la mano misterioso prima che ponga termine alla sua vita?

Un storia condita di tali malanni e malesseri che sembra essere scritta dallo stesso Sclavi dei bei tempi. Invece è opera di Giancarlo Marzano, in formissima. Dopo l'originale "Tra moglie e marito" di due mesi fa mette sul piatto una storia con un forma ed un percorso ben distinto ed originale. Riprendendo la classica vicenda della vendetta per mezzo del Vudù riesce a far patire al nostro sofferenze indicibili che riescono a fiaccarlo ed anche a metterlo di fronte ad una parte della società che troppo spesso viene poco considerata: gli anziani. Facendo la fila dal medico, ricoverato in ospedale, Dylan si mette a confronto con questo mondo lento ed isolato che vive parallelo al nostro, frenetico, ed al quale facciamo poco caso. Lo sceneggiatore, del 1969, riesce a far riflettere il lettore su quella che è una condizione per molti sconosciuta. Interessante, inoltre, la, possibile, filosofia sulla vita da anziano che propone.
Del disegnatore non si può dire alcunché. E' Corrado Roi e questo dovrebbe bastare a chiunque. Alto standard qualitativo ed emotivo proposto in ogni tavola ed inquadratura. Ogni disegno curato nel dettaglio di ogni ombra, niente lasciato al caso.
Copertinista di rito l'amorevole Angelo Stano che cita in prima pagina una sequenza dell'albo, con i colori ad acquarello che contraddistinguono le sue tavole degli ultimi mesi.

Uno dei migliori albi della stagione, da leggere sia tutto d'un fiato che a piccoli respiri. Vale la pena non perderselo anche se non si è lettori della serie.