martedì 31 agosto 2010

Kick Ass

Dave Lizewski è un comunissimo nerd americano come ce ne sono a milioni: scansato dalle ragazze, maniaco di internet ed appassionato di fumetti. Proprio da quest'ultima passione nasce la domanda che lo porterà a cambiare per sempre la sua vita: perché nessuno ha mai provato a diventare un supereroe nella vita reale?
Non dandosi pace, acquista su internet un muta da sub verde e ne fa il suo costume.
Il primo scontro di questo nuovo supereroe avviene con due teppisti di quartiere che stanno tentando di rubare una macchina. L'esito è tutt'altro che confortante: Kick Ass, questo il nome dell'eroe, viene accoltellato ed investito da una macchina. Resterà fuori uso ed in ospedale per mesi.
Nel frattempo un classico criminale, Frank D'Amico, sta avendo un problema con la distribuzione della droga sul territorio di New York. Qualcuno che assomiglia a Batman continua a mettergli i bastoni tra le ruote.
Damon e Mindy Macready hanno con lui un conto in sospeso. Damon, ex poliziotto, combatteva legalmente il crimine in coppia col suo collega Marc finché D'Amico non l'ha incastrato per spaccio di droga. Dalla prigione Damon non è potuto essere d'aiuto alla depressione della moglie che incinta riesce nel tentativo di suicidarsi. Il parto avviene comunque e la bambina, Mindy, gli viene affidata appena uscito di galera. Damon e Mindy, ora undicenne, combattono il crimine per vendicarsi di D'Amico.
Uscito d'ospedale Dave non archivia nel cestino il suo costume da Kick Ass e, mentre tenta di salvare un gattino, arriva la sua occasione. Difendendo un ragazzo inseguito da tre teppisti con tutte le sue forze, viene ripreso dai telefonini di decine di ragazzi. Una volta caricati i video sui social network e siti di condivisione di video Kick Ass diventa un fenomeno mediatico. Le televisioni riprendono la notizia, fumetti con le sue avventure vengono disegnate, il suo sito internet (creato dalla stesso Dave) diventa visitatissimo e migliaia di mail gli giungono. Proprio rispondendo ad una mail d'aiuto inviatagli da una sua compagna, dalla quale è cotto, che Kick Ass conosce Hit Girl e Big Daddy, Mindy e Damon.
L'escalation di battute d'arresto del suo giro criminale porta Frank D'Amico a fornire a suo figlio i finanziamenti ed i mezzi per creare la nemesi di Kick Ass: Red Mist.
Con un tranello Red Mist riesce a far cadere in trappola Kick Ass, Hit Girl e Big Daddy ed ad offrire l'occasione di vendetta al padre.

E' incredibile come questo film non abbia ancora una data di distribuzione in Italia né nelle sale cinematografiche né nel circuito dell'home video. Per ovviare al problema la rete mette a disposizione la versione sottotitolata in italiano per la valutazione dell'opera.
Il giudizio può essere uno solo: WOW.
Un film sulla genesi dei supereroi contemporanei realizzato in modo crudo e diretto con una narrazione vicina alla perfezione.
Citazioni dal mondo Marvel e Dc fioccano come la neve al Polo Nord, sia visive (i costumi di Big Daddy e Hit Girl ne sono un esempio), sia come citazioni testuali.
La storia originale (disponibile anche in italiano) è ispirata dall'omonimo fumetto di Mark Millar, con i disegni John Romita Jr, pubblicata dalla Icon nel 2008. Dalla trama originale si distacca in più punti dando origine ad una storia leggermente alternativa, ma altamente godibile.
La regia di Vaughn, proprietario della casa di produzione che ha prodotto il film, è puntale, pulita ed alterna grandi momenti di battaglie violente e sanguinose, a scorci più intimisti e riflessivi con grande abilità nel gestire il cambio di ritmo. Sceneggiatura forte e dialoghi azzeccati completano il cerchio produttivo.
Un cast di giovani ragazzi come protagonisti guidati da due chiocce d'eccezione nei panni dal buono e del cattivo: Nicolas Cage e Mark Strong. Entrambi in ottima forma riescono ad instillare nel film quella dose di follia adulta che aggiunge credibilità alle situazioni.
Una nota di merito particolare alla giovanissima, classe 1997, Chloë Moretz, Hit Gril: guardare per credere.

Da non perdere per nessun motivo... Ah, nel 2010, negli USA, uscirà Kick-Ass 2: Balls to the Wall, chissà se da noi...

Titolo originale Kick-Ass

Anno 2010
Durata 117 min

Regia Matthew Vaughn
Soggetto dal fumetto di Mark Millar

Casa di produzione Marv Films, Plan B Entertainment

Interpreti e personaggi
Aaron Johnson: Dave Lizewski/Kick-Ass
Nicolas Cage: Damon Macready/Big Daddy
Christopher Mintz-Plasse: Red Mist
Mark Strong: Frank D'Amico
Lyndsy Fonseca: Katie Deauxma
Chloë Moretz: Hit Girl/Mindy Macready
Xander Berkeley: Vic Gigante
Michael Rispoli: Big Joe
Yancy Butler: Angie D'Amico
Jason Flemyng: Lobby Goon
Elizabeth McGovern: Mrs. Lizewski

lunedì 30 agosto 2010

Dynamic Superobot Wars

Una tempesta di asteroidi si abbatte sulla Terra. Alla Fortezza delle Scienze viene il dubbio che tale, anomala, manifestazione non sia solo un fenomeno naturale, ma sia in qualche modo provocata.
La scansione dello spazio mostra un numero impressionante di asteroidi puntare verso il nostro pianeta, ma la presenza più inquietante è al suo centro. Una creatura immensa, che dichiara di chiamarsi Varon, punta verso la Terra con lo scopo di distruggerla.
I robot terrestri sparsi sul territorio giapponese, nei dintorni di Tokyo e del monte Fuji, si ergono come baluardi per la sopravvivenza dei terrestri. Mazinga Z, Jeeg, Getter Robot ed il Grande Mazinga combattono contro le emanazioni che Varon spedisce sul pianeta, per anticipare il suo arrivo ed indebolire le difese.
Nel momento critico anche l'ultimo robot, assente da lungo tempo dalla Terra, arriva in soccorso dell'umanità: Goldrake.
Gli scontri di tutti i robot con Varon portano ad una situazione di stallo, finché gli scienziati non costruiscono una stazione di combattimento sulla Luna.
Lo scontro finale ha inizio. Riusciranno i paladini ad impedire la conquista di Varon?

In origine i 10 capitoli di 24 pagine che compongono questo racconto erano stati pubblicati come albetti allegati alle edizioni giapponesi dei robot in metallo, alti 10 cm, usciti per la Marmit. In questo albo la d/visual raccoglie tutte le storie e ce le propone.
Un canovaccio classico, degli anni '70 e '80 del secolo scorso, che prevede gli scontri tra l'eroe ed un cattivo si risolvano sempre a favore del nostro. Il tutto grazie alle sue sole forze od a quelle di un amico che gli viene in aiuto.
E' un piacere rivedere tutti gli eroi dell'infanzia combattere insieme per difendere la Terra, anche se in una storia di poco spessore.
I disegni, seppur di lodevole e classico stile, riempiono talmente la pagina da risultare oppressivi per il lettore (al contrario di opere come Strange Days o Devilman Time Traveller), forse anche per l'utilizzo di tratti spessi per la rappresentazione dei protagonisti.
Quasi grottesco il mega robot finale manovrato dagli altri robot manovrati dai piloti terrestri, sembrava di assistere ad un episodio di Transformers.

Da leggere e collezionare, ma solo se appassionati di Nagai Go, responsabile del soggetto e della sceneggiatura, e Ishikawa Ken, il fedele disegnatore formatosi nella scuola del Maestro.

Titolo originale Dynamic Superobot Wars
Testi Go Nagai
Disegni Ken Ishikawa
Editore Dynamic Planning
1ª edizione 2002
Tankōbon unico
Pagine 256
Editore it. d/visual
1ª edizione it. 15 aprile 2005

sabato 28 agosto 2010

Devilman - Time Travellers

Prologo

Akira Fudo è un normale ragazzo giapponese che viene convinto da un suo amico Ryo Asuka a partecipare ad una festa scatenata. Il party si rivela essere un baccanale per richiamare i demoni e permettere loro di incarnarsi negli esseri umani. Molti muoiono, altri vengono soggiogati dai demoni. Solo Akira riesce a controllare il demone dentro di lui, Amon il più potente guerriero della sua stirpe. Diviene così Devilman, l'uomo diavolo, difensore del genere umano.

La Storia

Akira e Ryo si trovano misteriosamente a viaggiare attraverso il tempo inseguendo demoni malvagi che vogliono cambiare la storia del genere umano per spingerlo all'estinzione prima del loro avvento sulla terra. Attraverso i time slip, salti temporali, dei due protagonisti veniamo catapultati in epoche storiche lontane tra loro. Assistiamo alla nascita delle motivazioni che hanno portato alla persecuzione da parte di Hilter verso gli ebrei, incontreremo Giovanna d'Arco a processo negli inferi, scopriremo la vera natura della dea Nike di Samotracia, analizzeremo le vere ragioni della Rivoluzione Francese nel cuore di Maria Antonietta, vivremo la vera storia della sconfitta di Custer a Little Big Horn.

Cinque capitoli, tre testi e disegni di Nagai Go, uno disegni di Nagai Go su testi di Tsuji Masaki ed uno con disegni di Nagai Go su testi di Koenji Hiroshi, portano alla nostra attenzione le nuove avventure di Devilman. Pubblicato in Giappone da Kodansha nel 1981 ed in Italia da d/visual nel 2007, com pagine a coloro alternate a quelle in bianco e nero, non fa rimpiangere i soldi spesi.
Storie coinvolgenti con ritmo intenso e disegni caratteristici del tratto del Grande Maestro. Vignette piene, alta densità di retini per realizzare la sensazione di movimento, tutto lascia emergere come a Nagai piaccia disegnare e creare le suo opere al massimo delle sue capacità. In un mondo, quello del manga giapponese, dove sono più importanti le scadenze del mantenimento qualitativo del prodotto le sue opere sono perle rare.
La classica violenza esercitata dal simbionte Amon/Akira, Devilman, non è edulcorata ne mitigata, ma cruda e sincera. Ci offre una lettura originale e diversa, altrettanto fantasiosa, degli eventi passati con gusto e puntualità.

Da leggere dopo aver gustato la saga classica di Devilman, sempre ad opera di Nagai Go, per non perdere le dinamiche esistenti tra i personaggi ed assaporare il tutto al meglio.

Titolo originale Shin Debiruman
Autore Go Nagai
Testi Go Nagai
Masaki Tsuji (cap. 1)
Hiroshi Koenji (cap. 3)

Disegni Go Nagai
Editore Kodansha
1ª edizione 25 gennaio 1981 – 8 maggio 1981
Collana 1ª ed. Monthly Magazine
Tankōbon unico
Editore it. d/visual
1ª edizione it. 30 novembre 2007

Yes Man

Carl Allen, depresso dipendente di banca si sta perdendo il meglio della vita. Il matrimonio finito, tre anni prima, non è ancora alle spalle. Gli amici cercano di sostenerlo e coinvolgerlo nelle loro attività, ma lui se ne tira sempre fuori. La sua risposta a qualsiasi domanda è no.
La svolta avviene con il ritrovamento di un vecchio amico/collega che lo invita ad un incontro motivazionale. "Si è il nuovo no" è lo slogan della manifestazione ed il guru lo convince a rispondere sempre si a qualsiasi domanda. L'accompagnare un barbone in macchina fino ad un luogo isolato sarà solo l'inizio di questa avventura. Incontrerà un ragazza interessante, risponderà alle chiamate degli amici e vivrà esperienze di cui non sapeva neanche l'esistenza. Lezioni di coreano, chitarra, opere benefiche tutto entrerà a far parte della sua vita. Diventerà così automatico rispondere si che non saprà, però, più distinguere un si sincero da uno obbligato. Finché anche questo suo atteggiamento, oltre a portare frutti, non lo metterà un po' in crisi.

Un film allegro e spensierato con una ottima Zooey Deschanel, cantante alternativa, e un in forma Jim Carrey. Guidato bene dal regista Peyton Reed, che lo obbliga a recitare veramente concedendogli poco spazio per la sua comicità slapstick, ci offre un prestazione che rende gradevole lo svolgimento della commedia.
Citazioni da altri film a iosa ci accompagnano (300, Harry Potter, Transformer, Saw e molte altre) ci accompagnano nel gustoso percorso preparato per noi, accompagnate da riferimenti musicali (a me sconosciuti, data la mia ignoranza) molto gradevoli.
Nella versione dvd dovrebbe essere possibile sottotitolare le canzoni interpretate da Zooey Deschanel e godersi al meglio anche queste chicche.

Una serata in compagnia di amici, una buona cena, quattro chiacchiere sulla vita ed il mondo ed in conclusione questo film. Programma stilato sta a voi metterlo in pratica.

Titolo originale Yes Man

Anno 2008
Durata 97 min

Regia Peyton Reed

Distribuzione (Italia) Warner Bros.

Interpreti e personaggi
Jim Carrey: Carl Allen
Zooey Deschanel: Renee Allison
Bradley Cooper: Peter
John Michael Higgins: Nick
Rhys Darby: Norman
Danny Masterson: Rooney
Fionnula Flanagan: Tillie
Molly Sims: Stephanie
Terence Stamp: Terrence Bundley
Sasha Alexander: Lucy
Vivian Bang: Soo-Mi
Luis Guzman: Aspirante suicida

Brendon - Gothica

Brendon n. 74, bimestrale
Gothica

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Giuseppe Viglioglia
Copertina: Massimo Rotundo

A New Providence, negli ultimi mesi, si sono verificate inspiegabili scomparse. A svanire nel nulla sono state tre donne, tre persone totalmente diverse per età, fisico e persino carattere. Nigel, marito di Trisha, non si arrende all'idea di non avere più al fianco la moglie e di non sapere assolutamente che sorte possa esserle toccata. È la disperazione che legge negli occhi dell'uomo a spingere Brendon a offrirsi per cercare di aiutarlo e a mettersi sulle tracce di una inquietante famiglia che si prepara a celebrare delle macabre nozze!

Un albo classico per lo stile Bonelli. Citazioni da "Non aprite quella porta", "Le colline hanno gli occhi", "Psycho" e altri gialli thriller. Un famiglia Manson che opera nella Nuova Inghilterra con esiti drammatici.
I disegni rientrano nello standard della serie, senza punte di eccezionalità, ma mantenendosi, comunque, ad un livello alto.
Ogni bimestre sempre più da ammirare Chiaverotti che continua a proporre storie originali e ben scritte dopo 148 mesi di pubblicazione.

Attendiamo il numero di Ottobre sperando in un'altra ottima prova, anche se il titolo preoccupa...

giovedì 26 agosto 2010

Strange Days - The Apocalypse of Devilman

Tre ragazzi, Ryu, Kira e Ozuroko, vivono la loro passione per il rock mentre nel mondo serpeggia una minaccia oscura.
I demoni ed i devilman sono arrivati allo scontro finale: l'apocalisse. Le truppe guidate da Akira Fudo incarnazione umana di Amon guida le sue truppe all'attacco delle armate alla cui testa si schira Satana.
I tre ragazzi ci accompagnano nel percorso di vita che ci avvicina alla fine del genere umano. Kira e Ryu hanno subito la mutazione, ma riescono a controllare. Ozuroko, che è ancora umano, non mi li rifugge, ma li protegge e continua a vivere con loro i giorni spensierati della giovinezza. La minaccia cadrà pesante sulle loro teste. I governi di tutti i paesi si sono accorti che qualcosa sta accadendo, ma si rifiutano di ammetterlo e tentano di tenere nascosti i fatti. Quando la situazione si fa insostenibile, quando i demoni sono troppi per sterminarli con i normali metodi iniziano la loro opera di intimidazione degli umani rimasti. Spinti da un maccartismo contemporaneo a denunciare vicini, parenti o persone anche solo lontanamente strane, gli umani denunciano chiunque sia solo minimamente sospetto solo per salvarsi la vita. Nonostante questo i devilman rimangono al loro fianco e combattono per loro una battaglia impossibile. Kira e Ryu, seppure amici fino all'ultimo, si troveranno a combattere la medesima guerra sui due diversi fronti.

Kinutani Yu completa la sua visione dei Devilman, iniziata con la Amon Saga, con questa sidestory che si intreccia con il continuum originale. Disegni moderni, netti, superbi, curati riempiono tutti i centimetri disponibili nelle tavole concessegli da Nagai Go. La ricchezza di dettagli rivela la passione con la quale questo artista si è dedicato al progetto
Un'opera meritoria di attenzione e valorizzazione.

Titolo originale Strange Days - The Apocalypse of Devilman
Soggetto originale NagaiGo
Testi Kinutani Yu
Disegni Kinutani Yu
1ª edizione 2005
Editore it. d/visual
1ª edizione it. 2 agosto 2006

San Valentino di sangue 3d

Nella miniera Hanninger di Harmony, che da da mangiare a tutto il paese, ha luogo una strage. Un minatore, Harry Warden, intrappolato con altri compagni, per sopravvivere li uccide tutti a colpi di piccone.
Al San Valentino successivo, con il tunnel della miniera chiuso i ragazzi del paese organizzano una festa. Lo stesso minatore impazzito li massacra tutti tranne quattro. Sarah, Axel ed Irene riescono a fuggire da soli, mentre Tom viene salvato dallo sceriffo che spara ed uccide il pazzo.
Passano dieci anni e Tom, dopo aver lasciato il paese senza avvisare nessuno, torna per vendere la miniera di proprietà del padre, da poco defunto e lasciata a lui in eredità.
La sua ricomparsa in paese coincide con il ritorno di Harry Warden dal mondo dei morti.
Ricomincia una strage che lascerà ben pochi superstiti.

La pellicola è stato il primo film horror ad essere girato la tecnica denominata Real 3D. Una produzione travagliata, durata quasi due anni, ha permesso di arruolare un unico attore conosciuto in Italia: Jensen Ackles, noto per l'interpretazione di Dean nel telefilm Supernatural. Il resto del cast si rivela essere poco all'altezza della produzione che si pensava pronta a sfondare il mondo. Altra zavorra ad aggiungersi alla trama scontata, ai pochi colpi di scena, ad un montaggio realizzato in modo da confondere le idee ed agli spaventi causati solo dalla variazione del volume del sonoro è lo sbagliato doppiaggio italiano. Si segnalano tra i peggiori del film le voci del protagonista, Tom, e della sua bella, Sarah.

Non consigliato a chi vuole vivere la tensione del film horror classico, giusto qualche scena splatter che non può compensare le aspettative. Il film si rivela visibile anche da chi di solito rifiuta a priori certe pellicole, giusto per farsi qualche risata.

La nota positiva è che la visione in 2D è particolarmente "profonda" grazie al fatto che la realizzazione sia in 3D nativo.
Chi odia, come me, il 3D cinematografico ha la possibilità di godere un 2D più intenso.

Titolo originale My Bloody Valentine 3D

Paese USA

Anno 2009

Durata 101 min

Genere horror, slasher, thriller
Regia Patrick Lussier
Casa di produzione Lionsgate

Interpreti e personaggi

Jensen Ackles: Tom Hanniger
Jaime King: Sarah Palmer
Kerr Smith: Axel Palmer
Edi Gathegi: Deputato Martin
Andrew Larson: Noah Palmer
Betsy Rue: Irene
Kevin Tighe: Ben Foley
Megan Boone: Megan
Karen Baum: Ferris
Joy de la Paz: Rosa
Marc Macaulay: Riggs
Todd Farmer: Frank

Doppiatori italiani

Roberto Certomà: Tom Hanniger
Daniela Calò: Sarah Palmer
Giorgio Borghetti: Axel Palmer
Gianfranco Miranda: Deputato Martin
Gilberta Crispino: Irene
Franco Zucca: Ben Foley
Lidia Perrone: Megan
Barbara Sacchelli: Ferris
Raffaele Palmieri: Riggs

Charlie Bartlett

Charlie è un ragazzo di 17 anni obbligato a crescere troppo in fretta dalla sua situazione familiare. Arrabbiato con il padre per essersi fatto arrestare, deve badare alla madre giovane e psicologicamente insicura. La situazione economica agiata non lo lascia immune dagli effetti delle responsabilità che gravano sulle sue spalle. Espulso da tutte le scuole private limitrofe viene iscritto alla scuola pubblica. Escluso, isolato ed intimorito dai compagni bulli e avversi non riesce ad inserirsi. Il punto di svolta cade quando decide di vendere psicofarmaci ai suoi compagni ed a tenere sedute di psicoterapia nel bagno dei maschi.
La sua popolarità cresce, minando l'autorità di un preside dai nervi più fragili dei suoi. Quando, poi, si mette insieme alla figlia di quest'ultimo lo scontro diventa aperto.

Una commedia originale sulle nevrosi, le necessità ed i problemi della società giovanile americana. L'uso degli psicofarmaci e della psicoterapia sono all'ordine del giorni negli Stati Uniti ed in questa rappresentazione vediamo quanto possano essere inutili. Tante volte per essere più confidenti in se stessi non sono necessari medicinali, ma l'avere vicino un amico che ti ascolti, anche senza comprenderti, può rivelarsi il migliore aiuto.

Un film tendenzialmente inutile e che dice poco, ma godibile e divertente. Un'opera prima senza infamia né lode per Jon Poll ed una apprezzabile performance di Anton Yelchin (futuro Chekov nello Star Trek di J.J. Abrhams).

Se capita da vedere.

Titolo originale Charlie Bartlett

Anno 2007
Durata 97 min

Regia Jon Poll
Sceneggiatura Gustin Nash

Interpreti e personaggi
Anton Yelchin: Charlie Bartlett
Robert Downey Jr.: Il Preside
Hope Davis: Marilyn Bartlett
Kat Dennings: Susan Gardner
Tyler Hilton: Murphey Bivens
Mark Rendall: Kip Crombwell

Addio a Kon Satoshi

Con sconsolato stupore navigando nell'internet sono venuto a conoscenza della triste notizie del decesso di Kon Satoshi, maestro del cinema d'animazione giapponese considerato l'erede di Miyazaki Hayao.

Avevamo parlato di lui in queste pagine digitali recentemente. Ne avevamo apprezzato il lavoro svolto in una serie tv originale e sperimentale come Paranoia Agent. Avevamo accennato, nel medesimo post, a sue opere con cui ciascuno di noi sarebbe dovuto entrare in contatto, come "Perfect Blue", “Millennium Actress”, “Tokyo Godfathers” ed il suo capolavoro “Paprika” . Eravamo in attesa del suo nuovo lavoro, di cui non si conosce ancora alcunchè, “The Dreaming Machine”, ormai completato ed in attesa di ritocchi finali e della distribuzione. Ci accontenteremo di godere degli effetti che la sua arte , con "Paprika" appunto, ha avuto su registi occidentali nel tanto atteso "Inception" di Christopher Nolan, in uscita a breve.

Satoshi Kon muore alle 6:20 del 24 agosto 2010 per un tumore al pancreas, diagnosticatogli allo stadio terminale il 18 maggio.
A 47, stroncato da una di quelle malattie che non ti guardano in faccia per sapere chi sei e cosa ha da dire, lascia un mondo al quale avrebbe regalato ancora stupore e meraviglia.

Questo l'ultimo messaggio da lui pubblicato su suo sito internet:

"Sayonara.

Pieno di gratitudine per tutto ciò che di buono c'è nel mondo, poso la mia penna. Bene, è ora di andare. Kon Satoshi."

mercoledì 25 agosto 2010

Arthur e la vendetta di Maltazard

Sono passate le 10 lune tanto attese da Arthur per rivedere la bella Principessa Selenia. Nel frattempo lui, grazie all'aiuto dei Bogo Matassalai, ha elevato il suo spirito alla comunione con la natura ed il rispetto che prova è ricambiato.
A seguito di uno screzio con il nonno di Arthur, il padre decide di partire un giorno prima del previsto. Un evento catastrofico: se realmente avvenisse Arthur non potrebbe tornare nel paese dei Minimei e reincontrare tutti i suoi amici. Non essere presente sarebbe significato lasciare i Minimei nei guai, infatti, poco prima della partenza, un ragno gli aveva recapitato un chicco di riso con incisa una richiesta d'aiuto.
Grazie ad un sotterfugio, ostacolato dalla mancanza della luna, aiutato dai Bogo Matassalai riesce a trovare il modo di entrare nel mondo fantastico ospitato dal suo giardino.
Dopo molte peripezie, accompagnato da Bethamel, raggiunge il palazzo reale dove Maltazard tiene in ostaggio la principessa Selenia.
Il Malvagio "M" aveva fatto pervenire la falsa richiesta d'aiuto ad Arthur per assicurarsi la sua presenza ed una via di fuga dal mondo del giardino. Il suo unico scopo era sempre stato quello di utilizzare il telescopio per entrare nel mondo reale e dominarlo.

Primo capitolo di due film. Se il primo era stato un mix di tecnica, freschezza, citazioni ed originalità questo è un lungo nulla introduttivo ad un terzo (ed ultimo?) film sulla saga dei Minimei. Vengono delineati meglio i personaggi dei genitori, non così menefreghisti come nel primo, ma iperprotettivi per egoismo e comodità, e poco altro. La Principessa Selenia da irruente guerriera viene dipinta come teenager patita della forma fisica e talmente innamorata da non riuscire a pensare ad altro (ma non doveva succedere al padre avendo compiuto i mille anni?). La corte di personaggi secondari poco varia, si riscontra l'assenza di Mino, la piccola talpa.

Di 93 minuti che lo compongono se ne salvano si e no 40/45. Un film molle da vedere solo se si ha intenzione di sperare in un terzo film migliore, ancora in fase realizzativa, anche perché il finale è estremamente aperto.

Titolo originale Arthur et la vengeance de Maltazard

Anno 2009
Durata 93 min

Regia Luc Besson

Distribuzione (Italia) Moviemax

Interpreti e personaggi
Selena Gomez: Selenia
Fergie: Replay
Freddie Highmore: Arthur
Mia Farrow: Granny
Penny Balfour: la madre di Arthur
Doug Rand: il padre di Arthur

martedì 24 agosto 2010

Arthur e il popolo dei Minimei

Connecticut del 1960. Facciamo la conoscenza di un ragazzino sveglio e sognatore di nome Arthur e del suo cane Albert, che vivono nella casa, in aperta campagna, della nonna. I genitori, assenteisti ed egocentrici, lo hanno lasciato li a passare le vacanza nonostante non lo vedano quasi mai durante l'anno.
Arthur è ben contento di restare con la nonna ed il nonno ad ascoltare le storie di quando vivevano in Africa ed insegnavano alle tribù locali trucchi per sopravvivere. La nota triste è che il nonno, quasi tre anni prima, è scomparso senza lasciare tracce. La tegola che sta per cadere addosso a nonna e nipote è molto pesante: un immobiliarista senza scrupoli vuole rilevare il terreno, avendo già riscattato l'ipoteca dalla banca, per costruire palazzi. Entro 48 Arthur e la nonna devono trovare i soldi per pagare il debito altrimenti perderanno tutto.
L'unica loro speranza è ritrovare il tesoro di rubini, avuti in ricompensa dal popolo degli infinitamente alti Bogo-Matassalai, che il nonno stesso ha nascosto in giardino. Il solo indizio che hanno a disposizione è legato al mitico popolo dei Minimei, creature alte circa 2 millimetri e mezzo, che vivrebbe nel medesimo giardino e potrebbe sapere dov'è nascosto.
Seguendo enigmi e riti lasciatigli in appunti sparsi dal nonno, Arthur, riesce a trovare il modo di entrare in contatto con il mitico popolo.
Insieme alla principessa Selenia ed al di lei fratellino Betameche partono alla volta del regno di "M" il Malvagio Maltazard e del tesoro.
La compagine affronterà pericoli di ogni genere, incontrerà alleati fuori di testa e avversari confusi, ma determinati. Soccomberanno a Maltazard che sceglierà per loro la morte per annegamento, ma la speranza non li abbandonerà.

Un favola semplice. Realizzata con delicatezza e fantasia da Luc Besson, basandosi sui libri scritti da lui. Citazioni da film famosi, come la scena dei combattimenti a tempo di musica, e battute sagaci si muovono in un mondo Minimeo realizzato completamente in computer grafica. Scelte azzeccate ne l character design dei personaggi lascia appassionare anche lo spettatore più esperto.
Non mancano gli errori e le incongruenza narrative:
- nella scena in cui i tre protagonisti sono in pericolo in una barca di fortuna, Arthur chiede a Betameche se ci sia una corda nel suo coltellino multiuso a trecento funzioni, ricevendo una risposta negativa. Per salvarsi utilizzano il laccio del corpetto si Selenia, che ne risulta molto indispettita. Al giungere della notte, però, per trovare un riparo dove dormire, Selenia, utilizza il coltellino multiuso per lanciare un arpione che le permetta di fare di un papavero il loro rifugio.
- nel film ambientato nel 1960 suono futuristica l'affermazione di Arthur mentre è alla guida della macchinina a carica,: «Spero che non ci siano autovelox, o siamo fatti!». ma il film è ambientato nel 1960. L'invenzione dell'autovelox è di molto successiva.
- la macchinina che riproduce, a detta dello stesso Arthur, una Ferrari 250 GTO è anche lei anacronistica in quanto entrerà in produzione nel 1962.

Gustoso, inoltre, l'inizio dei titoli di coda durante i quali sfilano tutti i Minimei del film affiancati dal nome del loro doppiatore. L'ultimo personaggio a sfilare nella sua versione "minimea" sarà il regista, Luc Besson.

Curioso e divertente da vedere, per grandi e piccini.

Titolo originale Arthur et les Minimoys

Anno 2006
Durata 103 min

Regia Luc Besson

Distribuzione (Italia) 01 Distribution

Interpreti e personaggi
Freddie Highmore: Arthur
Mia Farrow: Granny Suchot, la nonna di Arthur
Ron Crawford: Archibald Suchot, il nonno di Arthur
Penny Balfour: Rosie Suchot, la madre di Arthur
Doug Rand: il padre di Arthur
Adam LeFevre: Ernest Davido
Jean Bejote Njamba: capo Bogo-Matassalai
Saul Jephcott: poliziotto
Lee Delong: Lee de Long (venditrice)
Christian Erickson: antiquario

Doppiatori originali
Mylène Farmer: Principessa Selenia
Cartman: Principe Betameche
Jacques Frantz: Re dei Minimei
Christian Erickson: Maltazard
Marc Lavoine: Darkos
Stomy Bugsy: capo Bogo-Matassalai
Tonio Descanvelle: Miro
Adam LeFevre: Ernest Davido

Doppiatori italiani:
Jacopo Castagna: Arthur
Melina Martello: Granny Suchot, la nonna di Arthur
Sandro Pellegrini: Archibald Suchot, il nonno di Arthur
Francesca Draghetti: Rosie Suchot, la madre di Arthur
Massimo Wertmuller: il padre di Arthur
Antonio Palumbo: Ernest Davido
Timothy Martin: capo Bogo-Matassalai
Domitilla D'Amico: Principessa Selenia
Corrado Conforti: Principe Betameche
Luciano De Ambrosis: Re dei Minimei
Massimo Lodolo: Maltazard
Vittorio Stagni: Miro
Edward Zengeni: capo Bogo-Matassalai
Roberto Draghetti: Darkos
Ruggero Valli: Milo
Vittorio Congia: traghettatore napoletano
Francesco Vairano: Agente viaggi
Nanni Baldini: Max

venerdì 20 agosto 2010

Nathan Never - Memorie del passato

Nathan Never n. 231, mensile
Memorie del passato

Soggetto e sceneggiatura: Michele Medda, Antonio Serra, Bepi Vigna, Stefano Piani, Stefano Vietti
Disegni: Giuseppe Barbati e Paolo Di Clemente, Mario Jannì , Valentina Romeo, Romeo Toffanetti, Giancarlo Olivares, Ivan Calcaterra
Copertina: Roberto De Angelis

Sfogliando un anacronistico album delle fotografie, Nathan rivive alcuni momenti dimenticati del suo passato. Piccole storie che sono servite a definire la sua vita e le sue scelte. Ricordi amari ma anche divertenti che fanno di Nathan Never l'uomo che è oggi.

Un albo palesemente inutile con disegnatori ed autori svogliati che si alternano a riempiere pagine di un nulla mensile che sta iniziando a stancare.

Speriamo che inizi prima o poi una saga interessante.

giovedì 19 agosto 2010

L'apprendista stregone

Britannia. Pieno Medioevo. Il regno di re Artù di Camelot è tramontato. Il mago Merlino insegna i suoi segreti a tre discepoli Balthazar Blake, Veronica e Maxim Horvath. Avrebbe dovuto fidarsi di soli due di loro.
Maxim Horvath lo tradirà alleandosi con la fata Morgana per impossessarsi di un potentissimo incantesimo, ed ucciderlo.
Balthazar riceverà dal maestro morente la consegna di trovare il Sommo Merliniano, una ricerca che durerà secoli, erede del suo potere. Veronica sacrificherà la sua vita per salvare quella di Blake ed imprigionare Morgana in una bambola incantata.
New York. 2000. Un bambino di dieci anni, David Stutler, entra, per caso, in un negozio di incantesimi. Il negozio è gestito dallo stesso Blake, non invecchiato di un giorno, che non credendo alle coincidenze lo mette alla prova. Gli pone tra le mani un piccolo drago d'argento, donatogli da Merlino per riconoscere colui nel quale albergano i suoi poteri. Il drago si anima e si avvolge intorno al dito di David, rivelandone la discendenza. Il risveglio di Horvath ed una serie di inconvenienti non permettono a Blake di prendere il ragazzo sotto la sua ala protettiva.
New York. 2010. David è diventato un ottimo studente di fisica ed ha dimenticato i fatti di dieci anni prima. Nella sua vita, però, riappaiono sia Balthazar Blake e Maxim Horvath, l'uno per guidarlo sulla strada della magia ed uno alla ricerca della bambola in cui è imprigionata Morgana.

Alla produzione Jerry Bruckheimer, in cabina di regia Jon Turteltaub, sulla scena Nicolas Cage, Alfred Molina e Jay Baruchel.
Si prospetta un blockbuster annunciato e lo sarà. Storia semplice, bene contro il male, effetti speciali grandiosi e convincenti, ottima prova recitativa del cast, regia fluida e dinamica. Un mix di amore e magia , con l'aggiunta di un filo di tecnologia, che prendono lo spettatore dall'inizio alla fine. Battute sagaci e, ammettiamolo, qualche scelta un po' scontata in termine di copione si alternano sullo schermo. Nicolas Cage in grande spolvero ed un Molina cattivo coi guanti si rimbalzano l'ottima prestazione di Jay Baruchel (pressoché sconosciuto in Itala ). Sullo schermo con loro Teresa Palmer (conosciuta in Italia forse solo per Grudge 2), è la ragazza di cui è innamorato Jay fin dalla quarta elementare.
Nel cast, ad interpretare Morgana, troviamo la sempre ottima Alice Krige (la regina Borg in Star Trek: First Contact) a. La sua presenza, gradita, è pur sempre quello che può essere considerato un cameo (si è no 10 minuti del film, sparsi qua e la). La nota dolente è il suo contraltare: la pessima, inespressiva, inudibile, semplicemente inutile: Monica Belluci ( i cui film di punta sono La Riffa del 1991 e Irreversible del 2002, nei quali da il massimo di se; e chi li ha visti sa cosa intendo). Ci si chiede come tale modella possa lavorare in produzioni di così alto livello (ricordiamo i disastri recitativi visibili nei due seguiti di Matrix, 2003, per i quali è nota al modo).
Da notare come il cast sia internazionalmente eterogeneo Alice Krige Sud Africa, Teresa Palmer Australia, Alfred Molina Inghilterra, Nicolas Cage Americano, Jay Baruchel Canada, Monica Belluci cittadina francese.

La pellicola è tutto sommato una storia gradevole, divertente che permette di passare due ore spensierate in allegria. Non manca la scena classica presente nel film d'animazione del 1940, Fantasia, a cui è ispirato, che strappa sempre un sorriso, così come una, sottolineata, citazione dal primo Star Wars.
Gli attori sono tutti all'altezza del ruolo richiesto, con piacevoli sorprese. L'unica nota negativa è la presenza di quell'attrice franco-italiana.

Titolo originale The Sorcerer's Apprentice

Anno 2010
Durata 117 min

Regia Jon Turteltaub

Soggetto Johann Wolfgang Goethe (poema)

Produttore Jerry Bruckheimer
Casa di produzione Walt Disney Pictures, Jerry Bruckheimer Films, Saturn Films

Interpreti e personaggi

Nicolas Cage: Balthazar Blake
Jay Baruchel: David Stutler
Teresa Palmer: Becky
Alfred Molina: Maxim Horvath
Toby Kebbell: Drake Stone
Monica Bellucci: Veronica
Alice Krige: Morgana

mercoledì 18 agosto 2010

Martin Mystère - Il carcere degli esseri impossibili

Martin Mystère n. 310, bimestrale
Il carcere degli esseri impossibili

Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Franco Devescovi
Copertina: Giancarlo Alessandrini

Il Drago dal soffio infuocato, il Basilisco che uccide con lo sguardo, l’Anfisbena dalle due teste, il gigantesco uccello Roc: sono solo alcuni esemplari della fauna immaginaria e spaventosa che dimorava nelle lontane terre descritte dai “Bestiari” medioevali. Si tratta soltanto di fantasia, o quegli “esseri impossibili” erano gli ultimi sopravvissuti di specie che avevano popolato la Terra in tempi dimenticati? In un’impervia gola tra le montagne della Valacchia sorge un complesso segreto in cui da secoli vengono imprigionati gli ormai rari rappresentanti di quelle leggendarie creature. E da quell’inaccessibile luogo qualcuno invoca l’aiuto del Detective dell’Impossibile...

Bella. Anche quando il Buon Vecchio Zio Alfredo concede l'onore di redigere le biografie del Buon Vecchio Zio Marty a suoi collaboratori il risultato è ottimo. Stefano Vietti crea una storia intensa e ricca di spunti. Dialoghi serrati ed intensi tra Martin e Nast rendono avvincente le "logorroiche" spiegazioni necessarie alla comprensione della storia. Un misto di tecnologia, magia e fantascienza che tengono attaccato il lettore all'ultimo respiro. I disegni di Devescovi, con le classiche atmosfere ed il tratto pulito e deciso, anche se un po' statico, contribuiscono all'alchimia. Un grande lavoro dietro ogni tavola, per un veterano del fumetto italiano, vent'anni di Bonelli non sono uno scherzo.
Evocatica ed intrigante la, sempre tanto attesa, copertina di Giancarlo Alessandrini.
La, ormai stabile, formula bimestrale, nonostante l'appuntamento mensile fosse sacro, permette agli autori di costruire storie più complesse ed organiche, che raramente deludono. Consente anche di recuperare, come in questo caso, soggetti e idee abbozzate su collane alternative alla serie regolare (il Maxi) e tirarne fuori soggetti interessanti.

Plaudo.

sabato 14 agosto 2010

Pandorum - L'unverso parallelo

Nel 2009 una sonda viene inviata al di fuori del sistema solare alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile dalla specie umana.
123 anni dopo la sonda invia le immagini di un pianeta, battezzato Tanis, del tutto simile alla Terra con distese d'acqua e forme di vita. E' un momento critico per il nostro pianeta che ha raggiunto la quota di 24 miliardi di abitanti.
Viene costruita una immensa astronave, l'Elysium, destinata a portare 60000 persone ed embrioni di specie viventi su Tanis per iniziare la colonizzazione. Nel 2029 la nave lascia l'orbita del pianeta madre ed inizia il suo viaggio.
Il caporale Bower si sveglia improvvisamente dall'ipersonno in cui era stato sospeso per affrontare la missione. Confuso riesce a ricostruire, grazie ad una serie indizi, la sua identità ed i suoi compiti. Una volta analizzata la situazione risveglia il suo comandante, il tenente Payton.
Gli evidenti malfunzionamenti che si manifestano nella sala di controllo portano Bower a dover uscire e cercare di riavviare il nucleo energetico della nave, Payton rimane a sorvegliare la situazione.
L'esplorazione lo porta a contatto con la vera situazione: la nave cade a pezzi e strane creature, velocissime e affamate, si muovono liberamente e cacciano i pochi esseri umani risvegliatisi.
In compagnia della biologo Nadja, dell'agricoltore Mahn, e di uno sciroccato superstite dovrà sopravvivere per portare a compimento la sua missione.

Il film rischia di essere uno dei più sottovalutati del 2010. Uscito nel finire del 2009 negli USA è giunto solo in questo piovoso Agosto nelle nostre sale.
Un horror thriller fantascientifico che tiene sulla corda per tutta la durata della pellicola, che non è proprio corta.
Atmosfere alla Event Horizon (1997) e cattivi in stile The Descent (2005) combinati con una regia adrenalinica ed una doppia ottima interpretazione da parte di Ben Foster (Bower) e Dennis Quaid (Payton). Due storie che si muovono in sincrono una per i corridoi della nave ed una in una stanza chiusa, senza intralciarsi l'un l'altra e senza spezzare il ritmo grazie ad una sceneggiatura ben costruita.

Da vedere assolutamente.


Titolo originale Pandorum

Anno 2009
Durata 108 min

Regia Christian Alvart

Produttore Paul W.S. Anderson
Casa di produzione Constantin Film Produktion

Interpreti e personaggi
Dennis Quaid: Ten. Payton
Ben Foster: Cap. Bower
Cam Gigandet: Cap. Gallo
Antje Traue: Nadia

venerdì 13 agosto 2010

Dylan Dog Color Fest n. 5

Dylan Dog Color Fest n. 5, semestrale
Copertina: Milo Manara

Il grido muto
Soggetto: Pasquale Frisenda e Luigi Mignacco
Sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni e colori: Pasquale Frisenda

Chi è la misteriosa ragazza che Dylan ha trovato sepolta viva in un piccolo parco in via di demolizione? Da dove viene e quale segreto nasconde? Per scoprirlo, l'Indagatore dell'Incubo dovrà seguire la misteriosa fanciulla in un viaggio attraverso una strana Londra, vista con gli occhi di chi non ha voce per urlare la propria paura.

Frisenda e Mignacco si mettono in due per creare la storia più inutile e scontata di questo albo. Se fosse stata una storia a se stante, pubbilcata per un qualche evento speciale, forse, non si avrebbe avuto nulla da ridire. In questo ambito l'ovvietà della trama non permette di partire col piede giusto al lettore per apprezzare l'albo. I disegni sono di ottimo livello, colori cupi che ben si adattano alla storia, vignette alternate in modo ritmico ed apprezzabile permettono un lettura scorrevole

Lacrima di stella

Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Marzano
Disegni: Daniele Caluri
Colori: Chiara Fabbri Colabich e Cristina Toniolo

Un desiderio espresso alle stelle conduce l’Indagatore dell’Incubo su di un mondo lontano dove stanno per svolgersi gli ultimi atti di una tragedia da tempo dimenticata. Per il Nostro si prepara una lotta disperata tra coloro che vivono nella luce e le fameliche creature delle tenebre.

Un deja vu. Per chi avesse avuto la fortuna di vedere la prestazione interpretativa di Patrick Stewart nei panni del Capitano Jean Luc Picard nell'episodio di Star Trek Next Generation, della quinta stagione il numero 25, "Una Vita per Ricordare" questa non è altro che una parziale copia. I disegni di Caluri ed i colori di Colabich e Toniolo sono una gioia per gli occhi. Il loro stile si avvicina molto a quello utilizzato da Alex Ross per realizzare Marvels e Kingdom Come. L'unico neo che gli si può rimproverare, simpaticamente, è l'eccessiva ottima forma fisica di Bloch.

Cattiva sorte

Soggetto, sceneggiatura: Diego Cajelli
Disegni e colori: Daniele Bigliardo

Un incredibile incidente conduce Groucho in bilico tra la vita e la morte, spingendo l’inquilino di Craven Road alla ricerca di una verità celata tra realtà e superstizione. Un’indagine pericolosa, nell’ambiente degli scomettitori incalliti e della loro eterna guerra contro la malasorte.

Cajelli e Bigliardo, con una storia intrigante e curiosa, ci portano a a vivere attimi di tensione per Groucho. I disegni sono contigui allo stile della storia precedente, anche se meno nitidi ed avvolti da una costante "nebbiolina" cromatica. Un effetto originale che non pregiudica nè la riuscita nè la qualità della storia.

L’uomo che non c’è

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni: Marco Nizzoli
Colori: Fabio D’Auria

Quale modo peggiore di cominciare la giornata che quello di svegliarsi già morti? È ciò che pare essere accaduto a Dylan Dog che, una mattina, si ritrova ridotto a uno spettro senza neppure sapere come ciò sia potuto accadere e con nella mente il solo ricordo di una strana fidanzata che non lo vuole più vedere.

Incipit classico per questa storia di Gualdoni che, però, alla fine stupisce il lettore con un bel colpo di scena. Disegni classici e puliti, come i colori luminosi, per una storia di Dylan Dog, ma che non mantengono costante lo stile per tutta la narrazione.

Se il precedente Dylan Dog Color Fest mi aveva fatto passare la voglia di acquistare questa pubblicazione (ed il fatto di averla resa semestrale era una ragione in più) questa uscita mi ha fatto ricredere. Nonostante la non eccessiva originalità delle storie, l'alta qualità del colore e dei disegni degli artisti giustificano l'immersone in questo albo. Si legge con piacere e gusto, permette di passare un po' di tempo in più con l'Investigatore dell'Incubo rispetto alla sola uscita mensile.
La copertina di Manara è il valore aggiunto che aiuta a spingere all'acquisto gli indecisi.

I riassunti pubblicati sono quelli ufficiali che trovare su www.sergiobonelli.it

giovedì 12 agosto 2010

Tron

Alan Bradley è un creativo di una società di software, la Encom, che sta sviluppando un programma autonomo, TRON, per la ricerca di problemi all'interno di sistemi comandati da un programma centrale.
Ed Dillinger è il direttore generale della società. La sua carriera è costellata di truffe e di appropriazione indebita di programmi di suoi sottoposti per creare la sua aura di esperto informatico. Con le sue, seppur scarse, conoscenze tecniche è riuscito a creare una intelligenza artificiale, il Master Control Program (MCP), che si è sviluppata a dismisura.
Il giorno in cui Dillinger si accorge di Tron chiude la sezione 7 nella quale viene sviluppato.
Alan e la sua collega, e compagna, Lora non si danno per vinti e chiedono aiuto ad un loro ex collega: Kevin Flynn.
Kevin Flynn è stato per anni un programmatore di punta della Encom, giovane, a cui Dillinger ha rubato cinque giochi con i quali ha scalato le posizioni societarie. Dopo il fatto Flynn è stato licenziato ed ha aperto una grande sala giochi.
I tre si introducono nottetempo negli uffici della Encom, al livello 6, per permettere ad Alan di lanciare Tron contro la MCP e smascherare Dillinger.
Nel tentativo di hackerare il sistema Flynn viene scoperto dall'MCP e, grazie ad una strumentazione inventata da Lora, digitalizzato e catturato all'interno dei computer della Encom.
Flynn farà conoscenza con RAM e TRON e riuscirà a sfuggire ad i programmi di controllo dell'MCP, grazie ad un gioco di moto virtuali creato da lui stesso anni prima, per permettere a TRON di scontrarsi con l'entità dominante.
I programmi di cui Flynn farà conoscenza avranno le fattezze fisiche dei loro creatori. Quindi Tron è l'alter-ego virtuale di Alan, Yori quello di Lora, Sark, invece, è l'alter ego creato, umiliato e dominato dall'MCP al suo interno con le fattezze di Dillinger.
Nel duello finale TRON dovrà vedersela prima con Sark e dovrà riuscire anche a mettere fuori combattimento l'MCP, ripristinando il corretto funzionamento della rete.

Nel 1982 la Disney realizza questo film sperimentale. Un insieme di tecniche antiche e futuristiche. Uno dei primi film a parlare alla massa di problematiche di IA (intelligenza artificiale), programmi informatici, programmazione e tutto il resto in modo semplice ed intrigante. Uno dei primi film a fare uso massiccio della computer grafica e con effetti speciali tradizionali di alto livello.
Il film ha il merito di lanciare definitivamente Jeff Bridges tra gli attori di successo e si avvale di un ottimo cattivo come David Warner.
La trama semplice e l'uso limitati di termini tecnici permettono a chiunque di seguirlo senza farsi troppe domande su come funziona e sul perché di certi accadimenti.
Curiosa la tecnica di realizzazione delle scene in realtà virtuale, quelle nel mondo di Tron, girate interamente in bianco e nero e poi colorata a mano fotogramma per fotogramma.
L'animazione si avvale di un, allora, collaboratore Disney che farà strada e mieterà successi in solitaria negli anni a venire: un certo Tim Burton.
Il regista del film, Steven Lisberger, dopo l'ottima prova, si è poi perso sulla strada, ha diretto 4 film dall'80 all'89 del secolo scorso, per tornare a fine di quest'anno come attore, sceneggiatore, produttore di Tron Legacy.

Il film è da vedere almeno una volta, e se poi si ha intenzione di andare al cinema a Natale, per gustarsi il seguito, la visione è d'obbligo.

Titolo originale Tron

Anno 1982
Durata 96 min
Genere fantascienza

Regia Steven Lisberger

Animatori Tim Burton, Rick Moore

Jeff Bridges: Kevin Flynn / Clu
Bruce Boxleitner: Alan Bradley / Tron
David Warner: Ed Dillinger / Sark
Cindy Morgan: Lora / Yori
Barnard Hughes: Dr. Walter Gibbs / Dumont
Dan Shor: Ram
Peter Jurasik: Crom

mercoledì 11 agosto 2010

This Is It

Kenny Ortega, socio amico di MJ, dedica questo film sul concerto mai realizzato ai tre figli del re del pop.
111 di pura professionalità, spirito di sacrificio, talento, genio e musica di Michael Jackson. Dopo aver visto il Blue Ray Disc ci si chiede come un tale genio della musica possa aver fatto una fine tanto, spiace dirlo, stupida. L'incoscienza e la passione per i medicinali hanno privato il mondo troppo presto delle folgorazioni e della presenza artistica di colui che rimarrà per sempre un grande. La sua professionalità è ora nota a tutti.
La track list del concerto, fino ad allora provato prevedeva:

Wanna Be Startin' Somethin' (Thriller, 1982)
Jam (Dangerous, 1991)
They Don't Care About Us (HIStory, 1995)
Human Nature (Thriller, 1982)
Smooth Criminal (Bad, 1987)
The Way You Make Me Feel (Bad, 1987)
Shake Your Body (Down to the Ground) (Canzone dei The Jacksons, Destiny, 1978)
I Just Can't Stop Loving You (Bad, 1987)
Thriller (Thriller, 1982)
Beat It (Thriller, 1982)
Black or White (Dangerous, 1991)
Earth Song (HIStory, 1995)
Billie Jean (Thriller, 1982)
Man in the Mirror (Bad, 1987)
This Is It (inedito, 2009)

Scenografie imponenti, effetti speciali mirabolanti, ballerini, artisti, musicisti, tutti coinvolti in un rodaggio puntuale per giungere alle 50 date da luglio 2009 in poi (una ogni due e giorni) al massimo, in una serie di concerti che avrebbe stupito il mondo della musica.
Grandi rimpianti accompagnano lo spettatore che assiste alla crescita di questo embrione, la cui crescita sarà stoppata troppo presto in una casa di Los Angeles il 25 Giugno 2009.
Un minimo di conforto ci viene dalla traccia raccolta da Kenny Ortega. Tracce di magia che non andranno perse.

Da vedere periodicamente, anche se non si era fan di Micheal Jackson, per raccogliere gli stimoli e crescere di fronte alle difficoltà che la vita ci para davanti.

martedì 10 agosto 2010

Le Cronache dei morti viventi

Il compito di 8 ragazzi ed un professore per la fine dell'anno è quello di realizzare un cortometraggio. Jason, il regista, opta per il genere horror e di notte in un bosco sta filmando la scena clue: una ragazza in abito ottocentesco è inseguita da una mummia.
Lo stop del ciak è il momento in cui Eliot, il ragazzo che si occupa della registrazione del suono, richiama l'attenzione dei suoi amici per una notizia trasmessa dai notiziari: i morti risorgono dalle tombe ed aggrediscono i vivi.
Inizia un'avventura on the road attraverso la Pennsylvania per raggiungere la casa dei genitore di Debra , ragazza di Jason, in ansia per loro. Gli intoppi sulla strada non mancheranno: auto di traverso, frotte di zombie che tentano di aggredirli, ospedali svuotati da esseri umani caduti nelle mani dei risorti.
Constata la situazione disperata a casa di Debra l'unico posto sicuro sembra essere la casa di un amico che si era separato da loro sin da subito: un maniero isolato e ben difeso.
Arrivati sul posto i ragazzi non possono che constatare come nessun luogo della Terra si possa reputare al sicuro dalla minaccia.

George Romero, libero dai paletti e dalle censure delle grandi case di distribuzione, realizza un nuovo inizio per la sua saga dei morti viventi dal 1968. Questa sua opera non si può ne definire un prequel né un sequel o null'altro, ma solo un nuovo inizio contestualizzato nei nostri giorni. Non molti soldi, un mese di lavoro in Canada, un cast di esordienti, fidati collaboratori alle spalle gli permettono di realizzare un film convincente e fresco. L'introduzione della tecnica in soggettiva delle riprese può, forse, risultare, a volte, fastidiosa, ma è posta in atto con metodologie originali. La telecamera che documenta gli avvenimenti è in primis quella del regista/studente Jason alla quale si aggiungono quella trovata da Debra nell'ospedale, quella amatoriale di Tracy. Il tutto arricchito con finti/veri filmati recuperati dall'Internet mondiale. Tutte queste fonti vengono montate, commentate e sonorizzate da Debra prima dell'inizio del film. Un tocco di classe del re degli Zombie è quello di farci iniziare la visione della sua creatura in un momento imprecisato dopo la fine della stessa. In breve vediamo quello che è successo ai ragazzi nelle 24 ore in cui sono stati in giro per le strade americane, ed affrontato i pericoli, non in tempo reale, ma soltanto dopo che Debra ha raccolto e montato il tutto per proporcelo. Il tutto avviene in un luogo del quale si capirà la natura solo che si sarà vista tutta la pellicola.
Ci consola che il finale è meno pessimistico di quello di altri film dell'autore, il quale, per abitudine, non è amante di finali tranquilli. Secondo una sua stessa dichiarazione "I film partono da un presupposto, ribaltano la concezione della realtà sconquassandola e scuotendola. Che senso ha alla fine riportare il tutto al punto di partenza?". Cosa chiedere di più ad un regista che ha creato un genere e che decide di reinventarlo?

Da vedere sebbene se non si sia amanti dell'horror per apprezzare l'opera di un grande maestro, da recuperare anche l'originale "La notte dei morti viventi" del 1968.
Titolo originale Diary of the Dead

Anno 2007
Durata 95 min

Regia George A. Romero
Soggetto George A. Romero
Sceneggiatura George A. Romero

Interpreti e personaggi
Michelle Morgan: Debra
Joshua Close: Jason
Shawn Roberts: Tony
Amy Ciupak Lalonde: Tracy
Joe Dinicol: Eliot
Scott Wentworth: Maxwell
Philip Riccio: Ridley
Chris Violette: Gordo
Tatiana Maslany: Paduma

lunedì 9 agosto 2010

Il Cacciatore di Ex

Milo è un ex poliziotto riciclatosi come cacciatore di taglie.
Nicole è una giornalista sulla cresta dell'onda che sta indagando su un misterioso caso di suicidio, ma che deve anche presentarsi in tribunale per essere giudicata a seguito di un piccolo reato commesso: il giorno dell'udienza non si presenta.
Rientrato da una caccia, Milo, incassa la sua ricompensa e riceve il suo nuovo incarico: arrestare l'ignara, incosciente, fuggitiva Nicole che, per ironia della sorte, è anche la sua ex moglie.
Si aggiungono a questa avventura on the road americana un tatuatore spacciatore, due riscossori di debiti di gioco ed uno spasimante di Nicole.

Andy Tennant dirige una commediola simpatica in cui Gerard Butler e Jennifer Aniston non si sprecano molto per caratterizzare i personaggi: sono come sono stati in film precedenti (la dura verità, per lui, e friends, per lei) senza nulla aggiungere e senza nulla togliere. L'eccessiva presenza di sottotrame anziché arricchire il film toglie qualcosa, forse un pizzico di brillantezza, forse un tocco di originalità. Azzeccata e felice la scelta di Christine Baranski (apprezzata conquistatrice in Mamma Mia del 2008) nei panni della madre di Nicole.

Leggera e (non eccessivamente) brillante, una commedia per una serata estiva in cui c'è troppo caldo fuori ed il divano è un buon rifugio.

Titolo originale The Bounty Hunter

Anno 2010
Durata 113 minuti

Genere commedia, romantico, azione
Regia Andy Tennant

Interpreti e personaggi
Gerard Butler: Milo Boyd
Jennifer Aniston: Nicole Boyd
Christine Baranski: Kitty Hurley

sabato 7 agosto 2010

Soul of Chogokin - parte 3


GX-09 Minerva X


GX-09MB Minerva X Mazinger Angels Black Siren


GX-09MB Minerva X Mazinger Angels

venerdì 6 agosto 2010

Visitors - La serie Tv

Diana scampa all'esplosione della sua navetta (avvenuta alla fine della seconda miniserie). La figlia delle stelle, l'ibrido umano alieno nato dalla gravidanza di Robin, cresce in poche settimane dagli otto a diciotto anni. La polvere rossa che intimoriva ed uccideva i visitatori perde di efficacia nelle zone a clima caldo, mentre la mantiene in quelle a clima freddo. Una resistenza sempre più sparuta si oppone con tutte le sue forze sia agli alieni che al reggente della città libera di Los Angeles Nathan Bates. Gli accordi che quest'ultimo ha stretto con gli alieni permettono loro di circolare liberamente per la città e reprimono l'esistenza degli esseri umani.
Storie d'amore ed azione sono presenti in ogni avventura.

Trama breve per una serie di 19 episodi da non vedere. Temi aperti che non trovano risposta, cattivi ridotti a macchiette di se stessi, scontri a fuoco con mira da orbi, resistenza disorganizzata e pressapochista.
Temi aperti che non trovano risposta, Nathan Bates minaccia nelle prime puntate Diana che se fosse morto la città sarebbe esplosa: alla sua morte non succede nulla. La storia tra Juliet e Mike, florida nella seconda serie, subisce un arresto inspiegato. Elisabeth, che cresce di 10 anni in una notte, da messaggera divina, con il marchio del dio, diventa messaggera del Superiore degli invasori nell'ultima puntata e poco altro. Alla fine della prima serie i primi ribelli inviavano un messaggio nello spazio a dei possibili avversari alieni dei Visitatori, che ne è stato?
Se le prime due serie erano qualcosa da assolutamente non perdere, quest'ultima è un tedio continuo. Si procede nella visione solo nella speranza che, con un colpo di reni, gli sceneggiatori trovino la via giusta. Speranza vanificata. La serie, nel 1985, è stata interrotta negli Stati Uniti per eccessivo calo degli ascolti e se ne ben capisce il motivo.
Peccato che buone premesse siano andate in frantumi solo per sfruttare per un altro anno i personaggi e le atmosfere che ne avevano decretato il successo.

Se volete mantenere vivo il mito dei Visitor non inserite i dvd di questa serie nel vostro lettore.

mercoledì 4 agosto 2010

Paranoia Agent (妄想代理人)

Tsukiko Sagi è la giovane creatrice di Maromi, il nuovo personaggio dell'animazione giapponese, sotto pressione per le scadenze ravvicinate, e l'astio con il quale i suoi colleghi la trattano.
Una sera, al rientro a casa da lavoro, viene aggredita da quello che lei riesce a ricordare come un ragazzino delle elementari con mazza da baseball e rollerblade.
Due investigatori vengono incaricati di fare luce sul caso, Keiichi Ikari e Mitsuhiro Maniwa, ma tra di loro c'è chi propende per una falsa aggressione e chi per una vera.
L'indagine li porterà ad incontrare altri casi di persone aggredite dal misterioso "Shonen Bat", come è stato chiamato da popolino e stampa. Le vittime sono tra le più varie: un giornalista invadente, due ragazzini delle elementari, un'assistente universitaria, un polizziotto corrotto. Il numero delle vittime continua a salire. Anche quando i due polizziotti arresteranno un ragazzo che dichiarerà di essere il colpevole. Una storia assurda di come lui sia un cavaliere destinato a sconfiggiere il male che si annida all'interno di persone ignare. Chiuso in cella viene trovato morto, ennesima vittima del vero "Shonen Bat". Il delitto costo il posto a Maniwa e Ikari.
Nel frattempo Maromi si è diffuso in tutto il Giappone, grazie a pupazzi, anime e gadget vari. Chi ne entra in possesso riesce ad ottenere un po' di sollievo dai turbamenti quotidiani.
"Shonen Bat" miete sempre più vittime, l'improvvisa scomparsa da Tokyo di tutti i pupazzi di Maromi lo rende un'invincibile marea nera che travolge tutti e tutto ciò che incontra. Gli unici a resistergli sono Maniwa, che nel frattempo si è messo ad indagare da solo tra realtà e dimensione onirica, e Tomoko, la moglie di Ikari, affetta da una grave malattia, ma tremendamente legata alla vita.
Rifugiatisi in una Tokyo bidimensionale, in una dimensione alternativa, Ikari e Sagi, con il pupazzo di Maromi, si credono padre e figlia e negano l'esistenza di "Shonen Bat". La loro vita si svolge tranquilla fino alla morte di Tomoko che riporta Ikari alla realtà.
Il ritorno di Maromi e l'impegno di Maniwa sconfiggono "Shonen Bat" lasciando una Tokyo distrutta che impiegherà due anni ad essere ricostruita.

Paranoia Agent (妄想代理人, Moso Dairinin del 2004), anime televisivo composto da 13 episodi di circa 23 minuti ciascuno, è creato e diretto da Satoshi Kon.
Le opere di Satoshi Kon sono sempre un po' particoalri ed anche questa non fa eccezioni. Vi troviamo una forte critica alla società consumistica, falsa e frenetica che pervade la Tokyo di inizio millennio. Ci imbattiamo in tematiche importanti quali, come sottolineato nell'episodio 8 Happy family planning il suicidio, visto come una via di fuga dalla societa opprimente, oppure la frenesia al limite dello sfruttamento, come nell'episodio 10 Maromi dolce-sonno, in cui viene descritto nei dettagli il superlavoro al quale sono sottoposti gli artisti che stanno dietro alla creazione di un anime (una critica coraggiosa dall'interno dell'ambiente). Le responsabiltà dell'animazione nella fuga della realtà e nella costruizione di rapporti di finta sincerità sono evidenziati dal risultato dell'equazione conclusa da Maniwa negli ultimi istanti dell'anime. Ereditata dal vecchietto fuori di testa del "Sogno Premonitore", alla fine di ognuno dei 13 episodi, Maniwa la porta a termine ottenendo come risultato ア・ ニ・ メ(A-NI-ME).
Sotto il profilo puramente critico. L'anime si presenta di ottima fattura, con fondali di ottimo livello, trama intrecciata su più piani narrativi e definizione di personaggi incrementata in ogni episodio. Gli episodi di pura critica alla società rallentano molto la narrazione, così come l'episodio 11, Senso Vietato, in cui Tomoko Ikari monologa con Shonen Bat e non si vede l'ora che lui la colpisca per farla stare un po' zitta.

Tutto sommato una buona opera. Da vedere, anche per il numero ridotto degli episodi che la compone, anche se produzioni migliori di Kon sono: Perfect Blue (Perfect Blue, film, 1997), Sennen joyu (Millennium Actress, film, 2001), Tokyo Godfathers (Tokyo Godfathers, film, 2003), Paprika (Paprika - Sognando un sogno,film, 2006).

Titolo originale Moso Dairinin

Regia Satoshi Kon

Character design Masashi Ando
Studio Madhouse

Rete WOWOW
1a TV 2 febbraio 2004 � 18 maggio 2004
Episodi 13 (completa)
Durata ep. 23 min
Genere Thriller

lunedì 2 agosto 2010

Dylan Dog - I nuovi barbari

Dylan Dog n. 287, mensile
I nuovi barbari

Soggetto e Sceneggiatura: Roberto Recchioni
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano


Il viaggio di Dylan Dog, Groucho e Calista – l’ennesimo eterno amore dell’inquilino di Craven Road – verso una vicina meta vacanziera, si tramuta in un’odissea sulle strade della paura quando, fermi in uno spaventoso ingorgo stradale, i tre assistono impotenti al crollo della civiltà umana e al sorgere di un regno di violenza e sopraffazione!

Una coda infinita è l'incubo di ogni automobilista, se poi la si incontra il giorno in cui si è deciso di partire per le vacanze è ancora peggio.
Una storia realistica ben raccontata, ed ideata da Recchioni, e disegnata con i tratti ed i toni giusti da Brindisi. Un'occhiata particolare è da offrire alle citazioni a tema inserite dei due artisti lungo la narrazione, ed anche della interessante nuova catena di autogrill aperta per l'occasione.

Una lettura da conservare per il week end di esodo agostano scelto per partire per le ferie.