venerdì 27 maggio 2011

Danze dall'inferno

Premessa: Danze dall'inferno è un libro di racconti di diverse autrici. Ciascun racconto narra della sera del ballo di fine scuola e degli eventi, extra ordinari, che si susseguono.

La figlia dell’ammazzavampiri di Meg Cabot.
Mary, l'ultima arrivata alla Saint Eligius non si è mai molto integrata. La sua vita extra scolastica ha contribuito a questo: fare la cacciatrice di vampiri ti lascia poco tempo per ridere e scherzare con eventuali amici. Quando durante una caccia si ritroverà in un esclusivo club di NYC, a difendere la sua migliore amica, con tra i piedi un compagno di scuola, alle prese con il figlio di Dracula allora ci sarà da divertirsi.

Il mazzolino di Lauren Myracle.
Frankie, ragazza in attesa dell'invito al ballo da parte del suo grande amore Will, si reca da una cartomante, Madame Zanzibar, insieme allo stesso Will ed un'amica. Tra rivelazioni e miscredenze la ragazza riesce a farsi consegnare un mazzolino di fiori secchi capace di esaudire tre desideri. Attenzione a desiderare qualcosa, la si potrebbe ottenere.

Madison Avery e la F.a.l.c.e.
Madison va al ballo scolastico con un ragazzo che non le sta a genio, solo per fare un favore al padre. Durante la festa incontra uno straniero misterioso che la inviterà ad andare a casa con lui. Verrà uccisa, ma per un errore burocratico la sua anima non verrà prelevata. Le discussioni tra i messi della morte la manterrà in vita fino a quando, per mezzo di uno strano amuleto non riuscirà a riacquisire consistenza e tornare "viva". Ma niente è così facile.

Provaci ancora, signorina Kiss
Miranda non è solo una studentessa. Ha anche un lavoro come chauffeur part-time, ma ha anche un segreto: è dotata di super poteri. Da quando ne ha preso coscienza ne fa uso nel tempo libero per salvare gente in pericolo e lottare contro il crimine. Il giorno che come cliente le viene affidata Sibby Cumana, ragazza alquanto particolare, ansiosa di baciare ragazzi, che viene rapita da una banda di strani tizi, capirà più cose su se stessa.

Ballo infernale di Stephenie Meyer.
Gabe è al ballo con la sua ragazza ed i suoi amici quando qualcosa sembra andare storto per tutti, tranne che per lui. Coppie storiche che si spezzano, ragazzi e ragazze che diventa promiscui, il tutto senza apparente motivo. La colpa è di Sheba, all'apparenza una ragazza normale effettivamente un demone di 186 anni. Il suo compito è quello di portare sofferenze nella vita delle persone.

Un libro del quale si può francamente fare a meno. L'unico racconto interessante è Madison Avery e la F.a.l.c.e. di Michele Jaffe, dal quale, a quanto pare, verrà tratto un ciclo di libri da parte dell'autrice. Ricorda un po' la serie tv Dead Like Me andata in onda qualche tempo fa anche su Rai4.
Il primo racconto è la, poco originale, scopiazzatura del personaggio di Buffy l'ammazzavampiri di Joss Whedon nell'omonimo telefilm andato in onda in Italia a cavallo tra gli anni '90 e '00. Qui non è lei ad agire, ma una figlia di cacciatori. Inutile.
Il secondo è la rivisitazione della classica storia su come sia pericoloso avere tre desideri da esaudire ed esprimerli senza pensare alle conseguenze. Banale.
Il quarto è un mix tra paranormale, mitologia, spy story, e fumetto dei supereroi. La lettura è scorrevole e piacevole anche se la storia è tendenzialmente ovvia e banale.
L'ultimo racconto, quello della più nota in Italia delle cinque scrittrici, è anche il peggiore. Noioso, lento, apatico, si fa veramente fatica a raggiungere il finale. Anche se qualche spunto può essere interessante si perde nel marasma generale.

Da quando la Meyer ha fatto scoprire, a modo suo, alle ragazzine il mondo dei vampiri si sono moltiplicate in libreria le offerte di questo genere. Talvolta valide, talvolta meno. Io sono ancora per i mostri tradizionali: i vampiri che col sole svampano, che temono la luce, gli zombi lenti che si mangiano la gente, i lupi mannari senza coscienza che scannano chiunque. Questo genere di horror non è nelle mie corde, ma se avvicina giovani alla lettura ben venga. Sperando poi che i nuovi lettori evolvano scoprendo i classici. Non tanto perché sono "i Classici dell'orrore", ma perché possano capire la vera natura del mito da cui i nuovi autori hanno preso spunto per i loro libri.

Libro horror per neofiti, giovani, curiosi. Per tutti gli altri un libro d'avventura per passare un paio d'ore.

Titolo originale Prom Nights from Hell
Autore Meg Cabot, Kim Harrison, Michele Jaffe, Lauren Myracle, Stephenie Meyer
1ª ed. originale
1ª ed. italiana 2009
Genere racconti
Sottogenere fantasy
Lingua originale Inglese

giovedì 26 maggio 2011

Scelgo la libertà - Libro

Joe viene invitato dalla sorella a partecipare ad un corso di Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) tenuto dal fondatore del movimento Richard Bandler.
Tre giorni di full immersion in cui imparerà a gestire la sua vita, a cogliere le opportunità che gli vengono offerte e troverà una che gliela da.

Una palese finta storia di uno che va la corso (visto che tra i tre autori non c'è un Joe che sia uno) scritta dal fondatore del movimento, dall'editore, e da un'altro, per introdurre alla PNL nuovi adepti.
Alcune tecniche spiegate nel libro possono sicuramente aiutare nella vita di tutti i giorni, ma per riuscire a comprenderne l'impiego pratico sul lavoro, con le persone sarà necessario approfondire l'argomento con altri testi o con i corsi organizzati dai mentori della PNL in Italia.
Sul sito dell'editore/autore ci viene detto che apprenderemo come:
assumere un maggior controllo sui tuoi pensieri e sulle tue emozioni;
cambiare le convinzioni limitanti;
sostituire comportamenti improduttivi;
sfruttare maggiormente le tue risorse interne;
rendere più efficace la comunicazione con te stesso e con gli altri;
definire obiettivi di qualità per la tua vita personale e professionale;
e testimonianze di imprenditori famosi e professionisti del settore ne parlano bene.

Quello che posso dirvi io è di non prendere tutto per oro colato, ma neanche di essere diffidenti a priori. Ci sono persone a cui queste tecniche possono essere utili. L'importante è non vederla come una religione e diventarne integralisti sostenitori. Certo è che come trama del "finto libro" potevano trovarne una un po' più originale. Ma ve bene così.

Richard Bandler, Alessio Roberti, Owen Fitzpatrick
SCELGO LA LIBERTÀ
Perché alcune persone vivono felicemente e altre no

ISBN: 978-88-6552-000-0 | Pagine: 192
Prezzo: € 18,60

mercoledì 25 maggio 2011

Katsu


Satoyama Katsuki e Kawakami Kyota hanno diverse cose in comune. Hanno entrambi quindici anni, frequentano entrambi la stessa scuola, ma soprattutto hanno entrambi preso una sbandata per la stessa ragazza, la compagna di classe Mizutani Katsuki, che per uno strano caso porta lo stesso nome di Satoyama. Quando i due giovani scoprono che la bella ma schiva Katsuki è figlia di un ex campione di boxe, decidono di iscriversi alla palestra da questi gestita nella speranza di aumentare le loro chances di avvicinarla, e, magari, di riuscire anche a far colpo su di lei!
Ma le cose, come spesso capita, non sono affatto come sembrano. Immaginatevi la sorpresa e la delusione dei due quando scoprono, infatti, che non solo la ragazza non vive più col padre, ma che addirittura odia la boxe con tutta sé stessa! E ora? Riusciranno i due malcapitati a risolvere quest’ingarbugliata situazione? Sboccerà la loro passione per la boxe? Riusciranno a fare colpo su Katsuki?

Il fato vuole che a distanza di poche settimane dal precedente Cross Game finisca la pubblicazione italiana anche di Katsu, Una serie di 16 volumi che ripercorre la tipica storia sportivo romantica giovanile del Maestro Adachi. Il nostro non è nuovo a trattare la tematica sportiva della boxe, l'aveva già fatto in Slow Step, ma questa volta lo sport non è il contorno alla vicenda. Lo sport è la vicenda attraverso la quale si sviluppa l'intreccio ed anche il motore di crescita dei personaggi coinvolti. Oltre ad essere un passione, più o meno inconscia, per ognuno di loro è un modo diverso di vivere la vita. La nobile arte viene odiata, amata, difesa, attaccato, subita da ogni personaggio che vive nel manga. Raccontato con classe e sentimento, come tutte le opere di Adachi, trasmette emozioni e stati d'animo anche solo attraverso il disegno. Lui ed il suo staff sono realmente nel rappresentare graficamente il Giappone contemporaneo. Ritroviamo sia le situazioni classiche scolastiche, ma non vengono tralasciate le atmosfere cittadine e le ambientazioni classiche.
L'invasione costante, in fumetteria, dei manga di Adachi ((L'arcobaleno di spezie, QandA e presto ne usciranno altri: Quest'allegra gioventù) rischia di saturare il mercato e non permettere all'autore di essere apprezzato: non dimentichiamoci che il grosso limite di quest'autore è la realizzazione di plot spesso ovvi e con personaggi sempre uguali a cui cambia solo il nome. Limite, ma anche pregio che permette a ciascun lettore di identificarsi (nonostante la differenza di età) con i, graficamente semplici, personaggi.

Forse un po' troppo lungo, si sarebbe potuto sviluppare in meno numeri, e sacrificato dall'uscita in contemporanea con Cross Game, ma un manga che merita di essere letto ed apprezzato. Da sottolineare l'ottima edizione italiana ad opera di Flashbook che, oltre all'ottima carta, la sovraccoperta a colori, l'inchiostro che non sbava, ha inserito per alcuni numeri articoli in collaborazione con mondoboxe.com atti a spiegare ai profani il mondo della boxe.

Titolo originale: Katsu
Anno: 2002
Sceneggiatore: Mitsuru Adachi
Disegno: Mitsuru Adachi
Ed. Italiana: Flashbook
Ed. Giapponese: Shogakukan Inc
Genere: Shonen (Romantico/Sportivo)
Numero Tankōbon: 16

martedì 24 maggio 2011

Dark Reign - Volume 3

Con una battaglia spettacolare, forze di tutti gli schieramenti in campo s conclude la saga dedicata a Ms. Marvell. Moonstone, Ms. Marvell e Catherine Donovan (che crede di essere Carol Darvers) dovranno trovare la soluzione per decidere chi sarà la vera Ms. Marvell. Il dio dei Vendicatori Oscuri di Norman Osborn, Ares, sarà impegnato ad addestrare una squadra di esseri umani che gli possano tenere testa e l'accompagnino in una pericolosa missione di recupero in una ex base S.H.I.E.L.D.. Sua madre, Era, gli suggerisce come il suo disperso figlio sia ivi tenuto prigioniero. Ma non sempre le madri vogliono il meglio per i figli. Sempre Ares si troverà sulla strada Hercules ed Atena in una battaglia per il dominio dell'Olimpo che verrà interrotta da Iron Patriot (Osborn) ed i suoi Vendicatori. Infine, vicende di piccoli criminali che si ritrovano sulla strada il potente Osborn e cercano di cavarsela riportando meno danni possibili.

La storia di Brian Reed compre la maggior parte del volume che ho tra le mani. Una trama intensa, ben gestita, anche se a volte mette in testa dei dubbi con tutte le Ms. Marvel che vi appaiono. Ai disegni ed ai colori si alternano abili artisti come Sana Takeda, Sergio Arino e Philippe Briones (questi ultimi coadiuvati dall'Ikari Studios). Tutti ci offrono una storia omogena sia come resa grafica che cromatica, certamente ognuno con il suo stile. Il vantaggio è che il distacco da un artista all'altro non è estremo come in altri casi di cicli americani.
Ares: su una storia di Kieron Gillen troviamo al lavoro un team articolato. Manuel Garcia si sobbarca le matite, Josè Villarrubia i colori e Gaudiano, Pennington, Southworth le chine. Devo dire che anche questo ciclo, di un personaggio che non ho mai considerato, si è rivelato piacevole. Il brutto impatto con Villarrubia ai colori avuto nel balenottero precedente qui svanisce (era evidentemente colpa del disegnatore). Il coloratore riesce a dare la giusta luce e tonalità alle tavole, creando il giusto mix per la storia. Commento che varrà anche per la storia dedicata ad Hercules: certo che vedere americani alle prese con la mitologia classica greca fa proprio sorridere. Hercules appunto, oltre al commento nella frase precedente, merita di essere assimilato alle altre storie brevi presenti nel volume, per far corpo e giustificare il prezzo, ed essere definite piacevoli ed intriganti.

Un trittico di Monster adatto ad introdurci a personaggi nuovi e vedere come si muove il personaggio filo conduttore della saga, Norman Osborn, nell'era oscura da lui inaugurata.
Tutto sommato una buona lettura.

lunedì 23 maggio 2011

Tex - A sud del Rio Grande

Tex n. 506 , mensile
A sud del Rio Grande

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Guglielmo Letteri
Copertina: Claudio Villa

Juan Raza ha tradito il suo stesso sangue, o forse vi ha riconosciuto la voce di altre ragioni che non siano quelle dell’assassinio e del furto. Figlio di un leggendario bandolero, e bandito egli stesso, è passato sotto le insegne della Legge, arruolandosi nel corpo dei Rangers del Texas, grazie all’incontro con Tex. Per questo, molti suoi ex compari lo vogliono morto, ma anche tra i nuovi compagni c’è chi diffida di lui. Ladro una volta, ladro per sempre, come si dice… Così, quando il convoglio con l’oro scortato da Raza e un altro ranger viene attaccato e depredato, gli uomini di scorta tutti massacrati eccetto Juan Raza, per molti è facile tirare le somme. Meno male che Tex e Carson non sono disposti a credere a un’aritmetica così elementare…

Ok, il riassunto è quello ufficiale Bonelli. Leggo così sporadicamente Tex che non sarei stato in grado di usare termini corretti per i personaggi che compaiono nell'albo. A prescindere da questo la storia fila via bene. Il lettore occasionale, come me, si inserisce senza problemi nelle vicende dei protagonisti, entra nell'atmosfera del west e vive con pathos l'avventura scritta da Boselli. I disegni di Letteri ricalcano quello che l'inconscio collettivo è lo "stile Tex Willer". Stupisce l'alternanza tra china e matita, nel susseguirsi delle pagine, ma il tutto è fluido e ben reso, L'avventura si svolge prevalentemente di notte e, nonostante la luminosità necessaria per rendere comprensibile il fumetto, la tecnica adoperata dall'artista permette di cogliere i frutti di un buon lavoro.

Un'apparizione di Tex su questo blog, sicuramente una storia che mi fa ricredere sulla difficile leggibilità, per me, del personaggio. Una collana tra le mie non preferite, ma che ogni tanto mi coinvolge.

venerdì 20 maggio 2011

Cross Game


Sono gli anni della scuola elementare Kō Kitamura e Tsukishima Wakaba, terza di quattro sorelle (Ichiyō, Aoba, e Momiji sono i nome delle altre) sono inseparabili. Il giorno in cui Wakaba partecipa ad una gara di nuoto per non tornare più Kō ne soffre senza darlo a vedere.

Passano gli anni Kō ed Aoba, coetanei frequentano le scuole medie. L'una adora il baseball alla follia l'altro lo snobba. Per uno strano scherzo del destino, per realizzare il sogno di Wakaba e per mille alti motivi però, lo stesso Kō si troverà a fare da lanciatore della squadra di riserva della sua scuola. Un vecchio allenatore e amici sinceri che si allenano insieme senza sogni particolari fin quando non battono in allenamento la squadra ufficiale obbligando alle dimissioni dell'allenatore in prima.

Comincia il loro sogno: la scalata al Koshien primaverile.

Non illudiamoci: è la solita storia che Adachi ci ripropone da decenni. Due ragazzi, due ragazze, chi starà insieme con chi alla fine del fumetto?, il baseball di mezzo. Il fatto è che il suo modo di raccontare, lo stile dei suoi disegni, la poesia che ci mette la rendono originale ogni volta. L'evento tragico scatenante della crescita sentimentale, umana e sportiva del protagonista è simile a quello di Touch, opera degli anni '80 del maestro giapponese, ma ciò non toglie originalità alla storia. Il suo stile di disegno caratteristico, con i personaggi dai tratti somatici sempre uguali a loro stessi, l'intrinseca comicità della loro raffigurazione, le atmosfere tipiche giapponesi ti entrano nell'animo. Sfondi curati, retini adoperati con la solita maestria completano l'opera.

Se vi capita di trovarlo in serie completa tra i banchi dell'usato di qualche fiera del fumetto non disdegnatene l'acquisto, l'aspettare 3 anni e l'aperiodicità della pubblicazione rende più ostico la lettura. Ogni tanto mi chiedo come facciano i giapponesi, con tutto quello che leggono, a seguire le trame dei loro manga.

Titolo originale Cross Game
Autore Mitsuru Adachi
Editore Shogakukan
1a edizione 2005/2010
Collana 1a ed. Shōnen Sunday
Periodicità Settimanale
Tankōbon 17 (completa)
Editore it. Flashbook
1a edizione it. 15 marzo 2008
Tankōbon italiani 17 (completa)
Formato it. 12 cm × 18 cm
Testi italiani. Paolo Faresi, Yupa
Genere Shōnen(Sportivo/Sentimentale)

giovedì 19 maggio 2011

Nathan Never - Il tempio delle telepati

Nathan Never n. 240, mensile
Il tempio delle telepati

Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Fabio Jacomelli
Copertina: Roberto De Angelis

Alla fine la ricostruzione della città da parte di Atticus Kane è cominciata. L'Imperium Enterprise ha ottenuto gli appalti ed i suoi robot sono impegnati a ridare splendore a ciò che era stato distrutto dalla caduta di Urania.
Mentre sulla Terra l'inchiesta dell'Agenzia Alfa su Kane ed i suoi affari, però, ha dovuto arrestarsi, su Marte il governo Pretoriano assume più solidità e procede spedito nei suoi piani di conquista.
Il Presidente Abraham di ritorno da una visita su Melopomene contatta Nathan e Branko per chiedere l'aiuto delle figlia di quest'ultimo Kay, per trovare il tempio delle telepati, dove Resya e le sue adepte risiedono isolate dal mondo. La sua necessità scaturisce dal capire come mai una telepate accompagnasse una delegazione commerciale su Melopomene.
Telepati naturali e telepati artificiali saranno messe a confronto. Un tragico evento spingerà Resya a valutare e rivalutare la proposta di Abraham.

A Stefano Vietti viene affidato questo albo interlocutorio. Senza scene d'azione, la storia raccontato mette sul campo nuove tessere del domino interplanetario che si sta andando a creare. Un racconto necessariamente pesante, senza alcuno spunto di alleggerimento. Quello che stupisce, per il fatto di essere senza spiegazione, sono le intuizioni esatta che hanno sia i buoni che i cattivi nelle 98 pagine dell'albo. Come per magia i buoni intendono chi sono i cattivi che tramano nell'ombra ed i cattivi individuano, gli unici, che sospettano di loro. Peccato, Vietti era promettente, ora, sta calando vistosamente la qualità dei suoi intrecci. Mi chiedo come sia possibile non poter utilizzare qualche pagina in più per sostenere le deduzioni dei protagonisti in un'arco narrativo che durerà quasi 12 mesi.
I disegni di Jacomelli. L'artista è bravo. Gli vengono affidate tavole da realizzare in penombra e lui si metti di buzzo buono ed o con la computer grafica o con i retini riesce a realizzare l'effetto con bravura (anche se, sinceramente, alla lunga è stancante). Si alterna su più set, che siano lo spazio aperto, il tempio bajoriano, la città con abilità (piazzando un po' troppe volte il suo nome nelle tavole), ma cede qualche punto nella resa grafica dei personaggi secondari. Mantiene caratteristiche fisiche molto simili per tutte le new entry ,sopratutto donne, tanto da costringerti a chiederti se sono tutte sorelle.
La copertina di De Angelis di questo numero è alquanto al di sotto del suo standard abituale.

Sembra quasi che questa saga che dovrebbe cambiare per sempre il mondo di Nathan Never sia stata presa dagli autori leggermente sottogamba. Probabilmente ben studiata negli anni dai tre sardi non sta ottenendo la resa migliore, il fattore preoccupante è che il grosso della storia è già scritto/disegnato/stampato/in attesa della data di uscita nei magazzini Bonelli.3
Oltretutto questo numero era anche il 240: vent'anni di pubblicazione. Avrebbe dovuto essere a colori e contenere una storia importante. Il verdetto è: celebrazione dell'anniversario fallita. A questo proposito si scopre che sarà pubblicato un albo speciale a colori contente tre storie per celebrare il compleanno, sarà all'altezza?

Speriamo in bene per il prossimo numero.

mercoledì 18 maggio 2011

Dark Reign - Volume 2

Deadpool ho ricattato Norman Osborn ed ora ne sta scontando le conseguenze. Dopo essersi disimpegnato brillantemente da Squalo Tigre adesso ha alle costole il nuovo Occhio di Falco, l'ex supercriminale ora negli Oscuri Vendicatori Bullseye. Riuscirà a scamparla anche questa volta?
Ms Marvel, la nuova Ms Marvel Karla Sofen, s'impegna a mettere in buona luce i Nuovi Vendicatori di Norman Osborn salvando la popolazione dalle minaccie. Durante un suo intervento viene in contatto con una dozzina di piccoli cloni de il Narratore che cercano di mettersi in contatto con Ms Marvel. Tratti in salvo si rendono conto che Karla non è la Ms Marvel che stavano cercando. Forme di energia guidano i Vendicatori di Cap sulle tracce di Karla e dei cloni. Come mai?
Una nuova formazione Zodiaco di supercriminali in disaccordo con le strategie di Norman Osborn decide di mettere a soqquadro gli Stati Uniti, cominciando con la distruzione dell'H.A.M.M.E.R.
Legione Letale, come Zodiaco, raduna supercriminali per rapire ed uccidere Norman Osborn. Il Mietitore arruola l'ex Vendicatore, e suo fratello, Wonder Man, Nekra, Squalo Tigre, Gargoyle, Hyde e l'Uomo Assorbente. Un inconveniente: qualcuno tradisce e tutti finiscono in galera, nel Raft. Un avvocato cerca di scoprire chi è il traditore.

Secondo balenottero dedicato alle serie meno note della Marvel coinvolte nel ciclo Dark Reign.
Se Deadpool si sta rivelando una piacevole sorpresa, un Uomo Ragno cattivo, ma molto comico e semplice, ben disegnato e curato e Ms. Marvel si conferma interessante altrettanto non si può dire dei capitoli dedicati ai "gruppi di cattivi". La storia, per quanto interessante e ben tessuta, dedicata al nuovo Zodiaco paga uno scriteriato stile grafico. I disegni, pessimamente, aggressivi e disordinati di Nathan Fox sono ulteriormente affossati dai colori a tratti cupi di Josè Villarrubia. Peccato, avrebbe potuto essere più godibile essendo una storia dark/horror. Per quanto riguarda la sorpresa Legione Letale, si tratta di una storia ben congegnata. Un classico giallo alla ricerca del traditore. Vengono gradatamente introdotti i personaggi e noi veniamo a conoscenza degli eventi che li hanno portati in prigione. Storia di Frank Tieri, disegni di Mateus Santolouco e matite di Chris Sotomayor: un trio che si combina molto meglio del precendete.
Tornado a fare complimenti citiamo gli autori di Deadpool (Daniel Way, storia, Paco Medina, matite, Marte Gracia, colori) che con la loro storia leggera e con colori luminosi apre il volume.
Non dimentichiamo la buona storia di Brian Reed che si coadiuva di diversi artisti del disegno per Ms. Marvel. Le mie parti graficamente preferite sono quelle centrale, come disegni e colori con l'ausilio del computer, e quella finale per la luminosità dei colori su disegni di buon livello.
In attesa spasmodica del finale di queste storie vi lascio col consiglio di leggere anche il secondo tomo.

martedì 17 maggio 2011

Assassin's Creed Brotherhood

Fine 1400. Monteriggioni, piccolo feudo toscano, è sotto attacco. Ezio Auditore si risveglia nel suo letto accanto a Caterina Sforza sotto attacco dalla famiglia Borgia. Cesare Borgia e le truppe papali sono alle porte e rivogliono il Frutto dell'Eden sottratto a Rodrigo. Cesare riesce nel suo intento e nell'uccidere Mario, lo zio di Ezio. Il resto della famiglia Auditore riesce a fuggire nei sotterranei di Monteriggioni ed a raggiungere Roma.

La città eterna è in uno stato di completo dissesto. Curia e politica corrotta la dominano sotto l'influenza della famiglia Borgia. Ezio si carica sulle spalle il peso del restauro e della restaurazione della città. Con le sue imprese accanto alla setta degli assassini, ai mercenari, i ladri e le cortigiane cercherà di ridare alla città un clima vivibile eliminando la famiglia Borgia. Accanto a lui Machiavelli, Leonardo, il capo dei mercenari Bartolomeo e sua moglie Pantasilea, la Volpe a capo dei ladri. Anche la sorella di Ezio, Claudia, ricoprirà u ruolo importante nella vicenda, prima fornendo informazioni e poi entrando a far parte della setta degli Assassini. Altre a loro importante alleata sarà la stessa Caterina Sforza, catturata da Cesare Borgia a Monteriggioni ed ora nelle prigioni di Castel Sant'Angelo sotto la custodia di Lucrezia Borgia, suo fratello e suo padre, il Papa.

Ai giorni nostri Shuan, Lucy e Rebecca devono inventarsi ogni giorno metodi diversi per alimentare l'animus permettere a Desmond di continuare a sincronizzare il suo DNA con quello di Ezio. Fuggiti dall'Abstergo sono ricercati e sotto attacco. Si rifugiano a villa Auditore a Monteriggioni nella sala degli Assassini, nascosta nei sotterranei, e da li proseguono la loro opera.

Questa la trama principale del gioco che nasconde ulteriori colpi di scena e missioni aggiuntive. Proseguendo nella storia si viene a conoscenza del grande amore di Ezio: Cristina. Attraverso 5 ricordi riviviamo la loro travagliata storia d'amore e viviamo l'importanza che la ragazza ha avuto nella vita dell'assassino.

Altro gioco nel gioco sono i Cluster che permettono di ricostruire la memoria del Soggetto 16, ovvero colui che ha preceduto Ezio negli esperimenti dell'Abstergo. Dieci cluster sbloccabili scoprendo su palazzi storici della Roma del 1500 glifi che permettono di accedere ad enigmi. Questi enigmi a loro volta sbloccano una parte dell'accesso ai ricordi nascosti.

Tra storia e finzione troviamo i personaggi conosciuti sin nel primo Assassin's Creed che qualche nuova conoscenza:

Presente

Desmond Miles: discendente di Ezio, il tramite attraverso il quale si entra a vivere le gesta del suo avo.

Lucy Stillman: assassina infiltrata nell'Abstergo che permetta la fuga di Desmond alla fine del primo capitolo. Ora è il capo progetto che segue le incursioni del ragazzo nel passato

Shaun Hastings: storico e studioso del gruppo, benché giovane ricorda molto il signor Giles di Buffy.

Rebecca Crane: un'Assassina esperta di computer che grazie alla sua creatura, l'Animus 2.0, permette a Desmond di accedere al suo DNA.

Passato

Alleati

Ezio Auditore da Firenze: Colui attraverso il quale viviamo l'avventura.

Leonardo da Vinci: no ha bisogno di spiegazioni. Nel gioco è amico di Ezio Auditore

Claudia Auditore: sorella minore di Ezio. Diventa la tenutaria del bordello La Rosa in Fiore passando le informazioni raccolte ad Ezio. Diventerà un'Assassina.

Maria Auditore: madre di Ezio.

Mario Auditore: fratello maggiore di Giovanni e zio di Ezio. Signore di Monteriggioni, viene ucciso da Cesare Borgia durante l'assedio del suo borgo il 2 gennaio 1500.

Cristina Vespucci: fidanzata di Ezio, che apparirà nei citati "Ricordi di Cristina".

Niccolò Machiavelli: grande politico e scrittore del 1500 a capo della setta degli Assassini, le sue idee divergono spesso da quelle di Ezio.

Caterina Sforza: signora di Imola e Forlì, amante di Ezio, catturata a Monteriggioni, imprigionata a Roma.

Giovanni Auditore: padre di Ezio, banchiere e Assassino. Appare in un ricordo di Cristina.

Federico Auditore: fratello maggiore di Ezio. Compare brevemente nelle missioni di Cristina Vespucci, che sono i ricordi di Ezio.

Petruccio Auditore: fratellino di Ezio, per il quale bisognerà trovare 10 piume d'aquila in memoria delle 100 del capitolo precedente.

Oltre a loro Ezio potrà aumentare i suoi seguaci reclutandoli nelle strade e creare 10 nuovi assassini per aiutarlo nelle missioni difficili od inviarli in giro per il mondo ad assolvere contratti.

Avversari

Il Carnefice: Personaggio misterioso coperto da una maschera, alleato dei Borgia.

Malfatto: Un uomo che si traveste come un dottore, che assassina le proprie prede senza un motivo, infatti uccide alcune cortigiane.

Silvestro Sabbatini: operatore dei Borgia per migliorare il proprio stato sociale.

Lanz: un ragazzo che ruba per le strade di Roma, il cui vero nome non è conosciuto.

Gaspar De La Croix: alleato dei Borgia, rappresenta la prima forma di cecchino conosciuto nella storia.

Donato Mancini: soldato al soldo dei Borgia, viene ucciso da Ezio per limitare le truppe di Cesare.

Augustine Oberlin: fabbro al servizio dei Borgia.

Fra Ristoro: monaco appartenente all'ordine dei Minimi, folle e spietato che non praticava la vita religiosa.

Lia De Russo: Una donna spietata che utilizza il contrabbando per comunicare con le aziende Templari.

Fiora Cavazza: Una delle cortigiane della "Rosa in Fiore", passa al servizio di Cesare perché attratta da lui, successivamente lo tradirà passando al fianco di Ezio.

Cesare Borgia, la nemesi di Ezio in questo capitolo. Secondo lui non può morire per mani degli uomini ed Ezio deve ingegnarsi per eliminarlo.

Juan Borgia il Maggiore: il banchiere, viene eliminato per creare problemi economici alla famiglia.

Octavien De Valois: Alleato Francese di Cesare, commette l'errore di rapire Pantasilea, moglie di Bartolomeo e viene ucciso da Ezio.

Micheletto Corella: Amico di infanzia e successivamente braccio destro di Cesare. Viene risparmiato da Ezio, e fugge da Roma dopo l'arresto di Cesare.

Rodrigo Borgia: il Papa. Dalla vita lussuriosa ha rapporti incestuosi con la sua bella figlia Lucrezia e tenta di uccidere l'altro figlio Cesare, avvelenandolo con una mela. Rimane vittima lui stesso di Cesare e della mela.

Lucrezia Borgia: Cinica e forte, temprata dal sesso con il padre Rodrigo ed il fratello Cesare, quando viene tradita da entrambi rivela ad Ezio dove si trova la mela ed ha in cambio salva la vita.



Oltre che con i personaggi si potrà interagire con vari tipi di armi, che vanno dal coltello alla pistola, passando per la spada e la balestra, con le invenzioni di Leonardo, dal cannone al carro armato, dalla macchina volante al paracadute, e con le città.

Abitate da cittadini, clero, guardie, nobili e cortigiane, le città sono il vero motore di Assassin's Creed. Roma è tre volte più grande della Firenze creata per AC2, anche se meno coinvolgente di Venezia. Si possono visitare Monteriggioni, Viana e nei ricordi di Cristina Firenze e Venezia. Grazie alle missioni per Leonardo si andrà anche sui colli Albani, in Valnerina, a Napoli e sul monte Circeo.

Un gioco vasto, pieno di sfaccettature, che a volte risulta un po' troppo lungo o troppo breve. Se si sceglie di seguire la storia per filo e per segno e di procedere lungo il filo dei ricordi di Ezio il gioco termina in un attimo. Il ritmo delle 9 sequenze genetiche è sostenuto e ben organizzato. Se si decide di percorrere le molteplici strade che si presentano tra un ricordo e l'altro, come i contratti da assassino, le missioni delle cortigiane e dei mercenari, i ricordi di Cristina, le macchine di Leonardo, le sfide dei ladri, le tane di Romolo ed i rifugi templari e tanto altro, il gioco diventa molto più lungo, ma a volte un po' ripetitivo. Se poi aggiungiamo che ciascuna missione si intraprende può essere risolta con il 100% di sincronia, portando a termine il ricordo con i metodi richiesti, o solo con il 50% per i pignoli diventerà ancora più lungo. Giusto per mettere un po' di carne al fuoco ancora ci sono le sfide di Gilda, una decina di compiti per ciascuna gilda da portare a termine, ed i classici obiettivi dell'XBox, per un totale di 1000G (800 in single player e 200 in multiplayer).

Come se tutto questo fosse poco, Ubisoft, ha pensato di aggiungere un DLC a pagamento, "La scomparsa di Da Vinci", che aggiunge altra carne al fuoco. Comprende per il single player 8 nuovi ricordi, 2 scenari, 2 caratteristiche di gioco, e 10 obiettivi/trofei, per un totale di 250G su XBox, (per il Multiplayer, invece, sono previste 2 modalità di gioco, una mappa, e 4 personaggi).



Come sempre il lavoro del team franco - canadese della Ubisoft è impeccabile, se si escludono un paio di bugs che ho riscontrato giocando: il primo in una delle ultime sfide dei ladri (se fatta troppo presto non mostra il secondo obiettivo dopo aver messo fuori combattimento il primo), il secondo durante la sequenza finale con Desmond (se l'ultimo meccanismo non si posiziona nel modo giusto per essere attivato bisogna ricaricare il salvataggio e ricominciare). Una grande ambientazione con la ricostruzione della Roma del 1550, che sembra nettamente migliore di quella dei giorni nostri anche nella possibilità di eliminare fisicamente i personaggi scomodi (cosa giudicata ad oggi inopportuna ed illegale). Talmente vasta che ce la si gode un po' poco. Però scalare il Colosseo, Castel Sant'Angelo ed altri monumenti storici di questo livello non ha prezzo. Molto apprezzato il fatto di poter acquistare le mappe per trovare le bandiere dei Borgia nella città, caccia alla cieca che ho odiato profondamente, e mai completato, nel primo AC.

In aggiunta al gioco classico, ACB, presenta un grande scenario per il gioco online con molteplici mappe caricate e DLC da scaricare. A questa sezione del gioco non ho ancora avuto accesso, ma appena potrò farlo vi parlerò delle mie impressioni.

Il gioco è disponibile in Italia in due versioni: il disco classico e, quella che ho preso io, la Codex edition. La versione Codex, è per malati collezionisti come me, comprende: la copia del gioco, lo scrigno Rinascimentale, un Dvd del cortometraggio Lineage, la mappa di Roma, l'esclusivo Codex in pelle, un DVD bonus, delle carte da gioco raffiguranti i personaggi della modalità multiplayer, la colonna sonora del gioco, 2 mappe esclusive per il Single Player: Giochi d'acqua ed I Mercati di Traiano, 2 esclusivi personaggi per il multiplayer: l'Arlecchino e l'Ufficiale, 1 codice per sbloccare un'armatura chiamata Helmschmied Drachen per Ezio Auditore.

Non c'è che dire. Imprendibile titolo da vivere fino in fondo. Ho preferito AC2, le ore passavano senza che me ne accorgessi, ma questo ne è un degno erede.

lunedì 16 maggio 2011

Machete

Il Messico è terra di frontiera, il confine per entrare in Texas ed entrare negli Stati Uniti. Alla vigilanza regolare per evitare l'immigrazione clandestina si aggiungono i Vigilantes spietati guidati dal razzista Tenente Stillman, sul libro paga del Senatore del Congresso degli Stati Uniti McLaughlin in piena campagna elettorale. Dietro di loro tira le fila un ex federale messicano ed ora signore della droga, Torrez. L'unico che ha il coraggio di mettersi di traverso hai suoi progetti è un agente federale tutto di un pezzo: Machete Cortez. Chi si oppone al male ha vita breve e, catturato, viene bruciato vivo in una casa nel deserto.
Sopravvissuto ed emigrato clandestinamente negli USA, senza lavoro, viene assoldato da Michael Booth per uccidere il Senatore McLaughlin. L'attentato si rivela essere una trappola. Uno scagnozzo di Booth tenta di uccidere prima lui e poi spara al senatore, ferendolo ad una gamba.
I media riprendono solo la scena di Machete che scappa dal palazzo su cui si era appostato e viene incolpato e ricercato. Attorno a lui inizia a muoversi una Rete di personaggi che lo aiuteranno a tentare di attuare la sua vendetta, sopratutto dopo aver scoperto che la macchinazione è ordita dal suo vecchio nemico Torrez.

Machete è un Grindhuose, clicca e vedi che ne avevamo già parlato, e come tale va visto. Non aspettarti una trama troppo complicata, ne prove registiche virtuose, ma aspettati sangue, donne e divertimento. Tutto questo lo hai. Hai la faccia monolitica di Danny Trejo che ti accompagna per tutta la pellicola, hai le sue battute stile "Hulk spacca" ed hai la convinzione che sia un tipo pericoloso. Hai belle donne nude, una già nei primi minuti, e tre belle attrici: Michelle Rodriguez, bella come non mai e tremendamente convincente, Jessica Alba, che non sia da Oscar è ovvio (ah e quando la vedrete nuda sotto la doccia non illuderti: è computer grafica), ma la svampita le viene bene, e Lindsay Lohan, una di quelle nude. Un guest star d'eccezione come Robert De Niro si trova a suo perfetto agio nei panni del senatore razzista e fornisce una prova di livello che era un po' di anni che mancava, sarà perché si è divertito su questo strano set? Per gli amanti dei serial abbiamo Jeff Fahey, Lapidus di Lost, come diavolo ex machina e per gli amanti dei monoliti abbiamo Steven Segal.
Ecco nota a parte merita questo eroe dei film d'azione degli anni 80 e 90. Parliamoci Steven. Steve, Stewe, senti. Hai bisogno della controfigura per camminare, la tua faccia sembra una maschera di cera, ti muovi lento come un bradipo morto, non ti sembra ora di darti una regolata? O sei talmente pieno di Viagra che ti sei indurito tutto od è il caso che inizia a seguire una dieta che ti permetta di tornare a muoverti, alternativa è che impari a recitare.
Nel complesso il film è grandioso. Belle trovate, musica adatta (canzoncina Machete Machete inclusa), una sceneggiatura adatta al genere, con battute ironiche e perfette per i personaggi. Anche i comprimari sono caratterizzati ampiamente e contribuiscono al divertimento (grandiose le quattro guardie del corpo di Booth).
Le scene migliori? Il primo quarto d'ora, non per deboli di stomaco, l'ospedale, la piscina a casa di Booth, Michelle Rodriguez in generale.
Al di la di tutto quello che si vede sullo schermo non dimentichiamoci il messaggio di fondo del film. Un messaggio che dovremmo avere le orecchie bene aperte per ricevere sopratutto in questo momento. Un messaggio d'accoglienza ed accettazione delle persone meno fortunate che tentano, a costo della vita, di emigrare dal loro paese in un'altro per trovare fortuna. Non dimentichiamo che tanti di loro arrivano nel nuovo Stato grazie alla criminalità organizzata del luogo che vuole servirsene come manovalanza di basso costo, sia per operazioni lecite ed illecite, illusi di cambiare la loro vita ed aiutare le loro famiglie.
Siano essi Messicani, cubani o nordafricani.

Da vedere e da aspettare l'exetend version in DVD per assistere alle scene tagliate che vedono protagonista la moglie del regista, Rose McGowan.

Titolo originale Machete
Paese Stati Uniti
Anno 2010
Durata 105 min

Genere Grindhouse
Regia Robert Rodriguez, Ethan Maniquis
Sceneggiatura Robert Rodriguez, Rebecca Rodriguez
Produttore Elizabeth Avellan, Quentin Tarantino, Robert Rodriguez
Distribuzione (Italia) Lucky Red
Fotografia Jimmy Lindsey
Scenografia Christopher Stull
Costumi Dorothy Harrigan
Trucco Susan Benson

Interpreti e personaggi
Danny Trejo: Machete Cortez
Jessica Alba: Sartana Rivera
Robert De Niro: Senatore McLaughlin
Michelle Rodriguez: Luz
Cheech Marin: Padre Cortez
Lindsay Lohan: April Benz
Don Johnson: Tenente Stillman
Steven Seagal: Torrez
Jeff Fahey: Michael Booth
Tom Savini: Osiris Amanpour
Daryl Sabara: Julio

Doppiatori italiani
Claudio Fattoretto: Machete Cortez
Myriam Catania: Sartana Rivera
Stefano De Sando: Senatore McLaughlin
Perla Liberatori: Luz
Angelo Nicotra: Padre Cortez
Alessia Amendola: April Benz
Mario Cordova: Tenente Stillman
Michele Gammino: Torrez
Massimo Lodolo: Michael Booth

mercoledì 11 maggio 2011

Playmate dell'anno 2011


19 anni. Città natale Los Angeles. Claire Sinclair è stata eletta, come riportato dai massimi media nazionali (Studio Aperto), nuova "Playmate dell'anno 2011". Niente da ridire. Siccome sapevo che non sareste riusciti a dormire se non ve l'avessi detto ed ora sogni d'oro.

Insomnia

Carolyn, la moglie del giovanile settantenne Ralph Roberts, muore per cancro. A lui dopo qualche settimana cominciano a manifestarsi problemi sempre più gravi d'insonnia. Ogni notte qualche minuto di sonno gli viene sottratto ed è proprio durante una delle tante notti passate da sveglio che si accorge di qualcosa di particolare. Dalla casa della sua vicina, prossima alla morte, escono, senza aprire la porta, due ometti calvi in uniforme da medico e muniti di strane forbici lucenti. Il passo seguente è quello di rendersi conto di vedere "auree colorate", di captare lo stato d'animo e di salute delle persone e percepire la durata della loro vita sotto forma di filo da palloncino, che si protende al di sopra del loro capo.
Pur di scoprire di più sulla sua situazione si confida con la sua vecchia amica Lois e durante la visita al capezzale si un amico si trovano faccia a faccia con gli ometti calvi. Loro si rivelano essere i fautori della situazione in cui sono Ralph e Lois. Cloto e Lachesi, questi i nomi dei dottorini, li hanno dotati di poteri per affidargli una missione: fermare Ed Deepneau. anche lui dotato dei medesimi poteri, ma soggiogato dalle forze del male. Ed ha come scopo quello di compiere una strage durante la visita alla cittadina di Derry della templare per i diritti delle donne Susan Day.
Ralph e Lois faranno fatica a trovare la strada per compiere la loro missione. Non sarà affatto facile, ma sopratutto faticoso.

Leggere un libro di King i cui i protagonisti sono dei settantenni non è da tutti i giorni. Resta una piacevole sorpresa.
Un'altra sorpresa sono i molteplici riferimenti all'importante saga della Torre Nera inseriti in questo romanzo. Oltre a personaggi presenti anche in altri romanzi dello stesso King ( il romanzo è ambientato a Derry; stessa ambientazione di It e del racconto Finestra segreta, giardino segreto della raccolta di Quattro dopo mezzanotte, Mike Hanlon, personaggio di It, dirige la biblioteca di Derry, "La scarpa di un bambino di nome Gace Creed, travolto da un'autocisterna lanciata sulla Route 15 a Ludlow" è un riferimento a Pet Sematary, Ray Joubert è l'assassino e necrofilo citato anche nel libro Il gioco di Gerald, il cognome Deepneau ricompare nella serie della Torre Nera al personaggio Aaron Deepneau, Ralph Roberts e Joe Wizer riappaiono anche in Mucchio d'ossa) Cloto, Lachesi e Atropo sono i nomi delle tre Parche, sono presenti molte citazioni tratte da Il Signore degli Anelli.
Tutto questo, però, non fa di Insomnia un'opera degna di nota di King. Troppa carne al fuoco, troppe auree, troppe parole, troppo fatti secondari dimenticati appesi o peggio introdotti senza alcuno scopo. Un romanzo di 770 pagine delle quali utili saranno si e no 200/250.
Nonostante tutti i difetti del romanzo, tra cui il difficile scorrere della lettura è il più significativo, bisogno citare in positivo l'epilogo del libro. L'unica parte dell'opera capace di trasmettere emozioni e sentimenti. In poche pagine King ritrova la sua abilità nello scrivere e nel trasferire sensazioni, tutto quello che è mancato prima appare magicamente nelle ultime 70 pagine del romanzo. Non vale la pena di affrontare tutta la maratona per arrivare a questo punto, ma se vi dovesse capitare il romanzo tra le mani leggetene almeno questa parte.

Una cartuccia sprecata, un mese sprecato, di King c'è tanta altra roba tanto migliore che non vale la pena accanirsi su questo romanzo. Se dopo le prime venti pagine non vi ha preso, prendete voi lui e donatelo alla biblioteca di quartiere.

Titolo originale Insomnia
Autore Stephen King
1ª ed. originale 1994
Genere Romanzo
Sottogenere Fantastico
Lingua originale Inglese

martedì 10 maggio 2011

Spawn

Killer professionista, mercenario di eccezionale livello, Al Simmons è stato scelto dai servizi segreti americani per distruggere uno stabilimento nord coreano dove si producono virus letali. La missione si rivela essere una trappola mortale creata ad arte dal suo superiore Jason Wynn. Wynn è agli ordini dell'Inferno e manovrato da uno strano personaggio di nome Clown.
Nell'istante della sua morte Simmons viene trasportato nel regno degli inferi dove il demone Malebolgia lo incarica del comando delle sue truppe per la conquista del mondo dei mortali.
Dopo cinque anni di sofferenze viene rimandato sulla Terra con le sembianze di un barbone bruciato ed affidato alle cure di Clown. Impara ad usare la necropelle (un'armatura demoniaca che nei momenti di bisogno gli ricopre il corpo e lo dota di armi invincibili), diventando così Spawn, una creatura ultrapotente, ma la sua segreta aspirazione è quella di tornare insieme a sua moglie. Gli anni sono passati e dalla sua morte lei si è messa insieme al migliore amico di Al ed ha avuto una figlia con lui, sorella della figlia avuta dallo stesso Al.
L'unico scopo della sua vita ora è l'uccisione di Wynn. Uccisione pianificata dagli inferi stessi. Infatti per facilitare l'entrata dei demoni nel mondo a Wynn è stato impiantato un radiocomando nel cuore che al cessare dei battiti, quindi alla sua morte, invierà un segnale a delle testate chimiche disseminate per il mondo che le farà esplodere.
Spawn sarà combattuto tra i suggerimenti di Clown e dalle remore di Cagliostro, combattente immortale del medioevo, e dalla voglia di ribellarsi a Malebolgia.

Il film è del 1997 e in quegli anni fece un grande effetto vederlo sugli schermi dei cinema. Alcuni personaggi sono rimasti nell'immaginario collettivo, come Clown, e gli effetti speciali hanno fatto storia. Il morphing che caratterizza la vestizione del giustiziere è di alto livello ancora adesso. Le eccessive scene in CGI con location gli inferi sono a volte ridicole, lo stesso Malebolgia sembra essere un muppets computerizzato. La trasformazione di Clown nell'avversario di Spawn ricorda profondamente un Gremilis cattivo troppo cresciuto.
I dialoghi si dimostrano a tratti sagaci e divertenti. La caratterizzazione dello stesso Clown è ben delineata e molte sue battute strappano sorrisi divertiti.
La trama è tendenzialmente insulsa. Non ci si spiega come mai Malebolgia necessiti dello scoppio del virus per invadere il mondo reale e l'introduzione forzata di un cane ed un bambino accanto al supereroe sembra abbastanza forzata.
La nota tremendamente positiva è l'accuratezza del costume di Spawn, veramente ben fatto e realistico.

Tutto sommato un film divertente con quale passare un'ora e mezza senza pensieri. Si può considerare l'apripista ai cinecomics della Marvel e questo non gli può fare che onore.

Titolo originale Spawn
Paese USA
Anno 1997
Durata 96 min
Genere azione, supereroi

Regia Mark A.Z. Dippé
Soggetto dal fumetto di Todd McFarlane
Sceneggiatura Alan B. McElroy, Mark A.Z. Dippé
Produttore Clint Goldman
Produttore esecutivo Alan C. Blomquist, Todd McFarlane
Casa di produzione New Line Cinema, Pull Down Your Pants Pictures, Todd McFarlane Entertainment
Effetti speciali Chris Brenczewski, Jon Thackery
Scenografia Philip Harrison
Costumi Daniel J. Lester
Trucco Howard Berger, Robert Kurtzman

Interpreti e personaggi
Michael Jai White: Al Simmons / Spawn
John Leguizamo: Clown / Violator
Martin Sheen: Jason Wynn
Nicol Williamson: Cogliostro
D.B. Sweeney: Terry Fitzgerald
Melinda Clarke: Jessica Priest
Miko Hughes: Zack

Doppiatori italiani
Fabrizio Pucci: Al Simmons / Spawn
Ennio Coltorti: Jason Wynn
Elio Pandolfi: Clown / Violator

lunedì 9 maggio 2011

Stay Alive

La versione beta del videogioco "Stay Alive", del genere "survival horror", è nelle mani di un esperto collaudatore di videogiochi, Loomis Crowley. Dopo aver salutato il suo vecchio amico, Hutch McNeil, la prosecuzione della partita porta il suo alter ego digitale alla morte per impiccagione. Un senso di inquietudine pervade Loomis che si sveglia nella notte. Vagando per casa scopre che i suoi due coinquilini sono stati massacrati ed a lui stesso toccherà una brutta fine: morire impiccato.
Il giorno dopo Hutch viene informato della morte di Loomis e ne rimane scioccato. Partecipa al funerale dopo il quale la sorella di Loomis gli fa dono si una borsa contenente alcuni affetti del fratello, tra i qual una copia di "Stay Alive" il gioco con cui si stava svagando la notte della sua morte.
In onore del suo amico, lui ed altri due affetti del defunto, Phineus e sua sorella October, e due amici Swink e Abigail ed anche Miller (capufficio di Hutch ed appassionato di videogiochi) decidono di onorare la memoria con una partita multiplayer online a "Stay Alive".
Caricato il gioco gli viene chiesto di recitare ad alta voce la "La preghiera di Elizabeth", dopo della quale inizia la creazione dei personaggi e l'avventura vera e propria.
Il primo avatar a morire è quello di Miller, sgozzato da una donna in rosso. Il giorno dopo viene trovato sgozzato nel suo ufficio.
Hutch inizia a sospettare un legame tra il gioco e le morti. Lui si incarica di cercare notizie dagli sviluppatori del progetto ed October sul passato del loro nemico del gioco Elizabeth Bathory (la Elizabeth della preghiera del gioco), una assassina seriale e nobile ungherese del XVI secolo. La nobildonna era deceduta nella torre nella quale era stata segregata dalle autorità locali, una volta venuti alla luce i suoi efferati crimini. Dalle apparenze ora lei è risorta nel mondo virtuale e sta usando il videogioco per mietere vittime.
Lo scopo dei ragazzi dietro i loro terminali e nella vita vera è ora quello di impedire ad Elizabeth di sterminarli tutti ed eliminarla, riusciranno nel loro intento?

Una storia vera, modificata per esigenze di copione, quella di Erzsébet Báthory, che visse dalla fine del XVI secolo, all'inizio del XVII secolo. Alcune incongruenze storiche sono presenti nel film;(viene detto che la Contessa Erzsébet Báthory visse negli USA, mentre abitò in Ungheria, il tutto spiegato inventando un espatrio, in quanto perseguitata in patria.
Curiosa ed intrigante la costruzione del film per il quale sono stati realizzati ambienti virtuali in cui si muovono gli avatar dei personaggi in concomitanza degli attori in carne ed ossa. Un alternanza dei due media, film e videogioco, sullo schermo che ben si completano l'uno con l'altro. Realizzazione molto intrigante.
Una trama ben costruita portata sullo schermo da attori bravi (tra i quali il futuro Heroes e figlio di Stallone, Milo Ventimiglia), giovani e spigliati.
Tante citazioni dal mondo dei videogiochi (Fatal Frame, Forbidden Siren, Silent Hill 4, Unreal Championship 2: The Liandri Conflict, Killzone e Area 51) e dei film d'animazione giapponese ( lo Steamboy di Katsuhiro Otomo) lo rendono piacevole ancor di più per gli appassionati del genere.

Un film le cui riprese sono durate nemmeno un mese, costato relativamente poco 9 milioni di dollari e che ne ha incassati quasi 30 milioni. Tutto sommato i dati fanno di "Stay Alive" un successo ed un intrattenimento piacevole.

Ps: la locandina non gli rende onore.

Titolo originale Stay Alive
Paese USA
Anno 2005
Durata 85 min (100 min Unrated Version)
Genere Horror, Thriller
Regia William Brent Bell
Soggetto William Brent Bell, Matthew Peterman
Effetti speciali David Nash
Musiche John Frizzell
Scenografia Bruton Jones

Interpreti e personaggi
Jon Foster: Hutch McNeil
Sophia Bush: October Bantum
Samaire Armstrong: Abigail Davis
Adam Goldberg: Miller Banks
Frankie Muniz: Swink Sylvania
Jimmi Simpson: Phineus Bantum
Milo Ventimiglia: Loomis Crowley
Wendell Pierce: Detective T.
Maria Kalinina: Elizabeth Bàthory, la Contessa Sanguinaria
Billy Louviere: Fidget
Jim Bishop: Mr. Crowley
J. Richey Nash: Ragazzo
Billy Slaughter: Rex
Nicole Oppermann: Sarah
Cynthia LeBlanc: Donna nel parco (Scena tagliata)
Elton LeBlanc: Uomo nel parco (Scena tagliata)
Alice Krige: Autrice
James Haven: Jonathan Malkus

venerdì 6 maggio 2011

Dylan Dog - La seconda occasione

Dylan Dog n. 296, mensile
La seconda occasione

Soggetto e sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Giampiero Casertano
Copertina: Angelo Stano

Una fidanzata bipolare non è facile da gestire, ma Dylan è talmente innamorato che è pronto ad aiutarla ad affrontare il suo problema. Però se chi si vuol aiutare non aiuta se stesso, almeno prendendo le medicine, tutto è più difficile. Uscendo da casa di lei, dopo una lite, e la minaccia di un suicidio, ritorna sui suoi passi per essere sicuro che lei non commetta pazzie. La porta è chiusa dall'interno. Una volta sfondata la ragazza ha un coltello nel cuore. Qualcuno fugge dalla finestra del bagno. Inizia un inseguimento che porterà Dylan a volere un cieca vendetta, chiedere aiuto ad una vecchia avversaria e mettere in moto meccanismi temporali pericolosi.

Paola Barbato, per due volte in un mese, da sfogo a sentimenti di inadeguatezza. Una storia tragica, semplice semplice, scritta per riempire la cronologia che porterà al numero 300 ed alle sue rivelazioni. Un plot scontato, una corsa nel tempo e contro il tempo allo stesso momento che ha il merito di riportare alla nostra attenzione un avversario di Dylan Dog scomparso da molto tempo: Mastro Hora.
Giampiero Casertano realizza disegni mirabili, ritma la storia da maestro e dona importanza ad un albo poco interessante con il suo tratto pieno ed avvolgente. Un maestro.
Angelo Stano fa un passo indietro rispetto alle ultime tre copertine (Maxi incluso) con questo suo quarto esperimento nella nuova tecnica. Sempre apprezzabile, ma un po' meno del solito.

Una storia da un quarto d'ora. Ci si mette così tanto a leggerla per gustarsi i disegni di Casertano, altrimenti si sarebbe potuto correre un po' di più e finirla molto prima.

giovedì 5 maggio 2011

Thor

Il giorno della proclamazione a re degli dei di Thor, figlio di Odino, tre giganti di ghiaccio riescono ad irrompere nel palazzo reale. Sono alla ricerca dello Scrigno degli antichi inverni, un'arma potente che secoli addietro Odino aveva loro sottratto per impedirgli di conquistare e sottomettere i Nove Mondi, durante lo scontro finale su Midgard (la Terra). La cerimonia viene interrotta, Thor non viene proclamato successore di Odino, ma la minaccia viene sventata.
Irruente ed arrogante Thor si reca con suo fratello Loki ed un manipoli di amici a cercare spiegazioni e vendetta sulla terra natale dei giganti di ghiaccio, Jotunheim. In un attimo la situazione volge al peggio e, nonostante il potere immenso del dio del tuono e del suo Mjonir, sembra che i giganti abbiano la meglio. Solo l'intervento di Odino mette fine alla battaglia. Ritornati ad Asgard, loro terra natale, Odino esilia Thor sulla Terra, dove manda anche il suo martello.
Thor precipita nel deserto del New Mexico, durante una misteriosa turbolenza studiata da tre scienziati, gli astrofisici Jane Foster e Eric Selvig e la stagista Darcy Lewis. Viene dapprima investito dalla loro vettura e poi portato in ospedale. Quando i tre si accorgono, studiando i dati acquisiti, che Thor potrebbe essere qualcosa di più di un barbone ubriaco nel deserto tornano a prelevarlo dall'ospedale.
Quando poi lo S.H.I.E.L.D. interviene per sequestrare tutti computer, i dati e gli appunti della dottoressa Foster l'importanza di avere spiegazioni da quell'individuo misterioso si fa più pressante. Solo che Thor ha in mente di recuperare il martello, già sotto osservazione dello stesso S.H.I.E.L.D. per riacquistare i poteri che ha perso.
Durante il suo esilio sulla Terra nel suo mondo gli eventi si succedono rapidi. Odino è in fin di vita e Loki prende il potere. Agli amici di Thor Volstagg, Sif, Hogun e Fandral viene vietato dal nuovo re di cercare di aiutare il dio del tuono. Loki tesse una tela studiata per anni per conquistare il potere assoluto, ma non ha fatto i conti con la sagacia del padre morente e le risorse del fratello esiliato.

Ammetto che pensavo di andare a vedere un film che non mi avrebbe stupito. Non conoscevo nulla della mitologia del Thor della Marvel poichè non mi ero mai avvicinato prima di ieri sera al personaggio. Reputavo eccessivo e anacronistico includere un eroe mitologico nordico nella continuity supereoistica americana della casa delle idee. Dico subito che questa mia ultima convinzione non è ancora stata vinta. Il vero motivo per il quale mi sono speso a recarmi al cinema per vedere questo film, rigorosamente in 2D e non rompiamo con la boiata del 3D, è stata la presenza alla regia di Kenneth Branagh. Il regista attore inglese mancava da molto dalle sale cinematografiche. La sua caratteristica era quella di portare sullo schermo i drammi e le commedie shakespeariane in produzioni a non elevato bugdet. Qui gli è stata messa tra le mani una mappata di soldi, un cast importante ed un personaggio marvelliano difficile. Le prime fotografie pubblicate sui siti di settore mi avevano mostrato scenografie plasticose assolutamente irrealistiche e la cosa mi aveva preoccupato. Dando a Kenneth quel che è di Branagh posso solo dire che è riuscito a realizzare uno dei migliori film di supereroi da dieci anni a questa parte. Con i suoi sceneggiatori ha messo in piedi una piece dove, alternando avventure sui tre mondi, ha dato spazio al personaggio di Thor per cresere realisticamente in poco più di due ore di spettacolo. Il cast, con la presenza di due premi Oscar, Natalie Portman e Anthony Hopkins, caratteristi di intenso spessore, un protagonista fisicamente adatto ad incarnare l'eroe, un cattivo credibile, e Stellan Skarsgard è stato diretto al meglio. Forse solo la parte dello stesso Stellan Skarsgard è un poco approfondita, avrà sviluppi nei film futuri? Per quanto riguarda la scelta del protagonista in Chris Hemsworth, che fatico ancora a credere sia lo stesso che ha interpretato il padre di James Kirk nell'ultimo film di Star Trek, credo che sia stata azzeccata. Sullo schermo rende il suo personaggio un bel ragazzone arrogante, ma simpatico. Il Sir fa la sua figura brillante, ormai può permettersi di interpretare di tutto e tutto gli riesce al meglio. Natalie Portman dipinge una ragazza smaniosa di avere successo nel suo lavoro, ma sensibile e determinata.
Gli effetti sonori sono incredibili. Trasmettono la potenza delle armi degli dei e la loro forza. La CGI utilizzata per la creazione di Asgard (che a dir la verità è una via di mezzo tra Eternia di He-Man e le città Bajoriane di Star Trek) ed il mondo dei giganti di ghiaccio (che ricorda la nuova terra creata da Lex Luthor nel finale di Superman Returns) è stata impiegata in modo proficuo. La nota negativa è la poca sensazione di realtà che trasmettevano alcune armi dei guerrieri asgardiani. Lo scudo e la spada di Sif sembravano molto plasticosi e, talvolta, persino il martello di Thor sembrava essere di polistirolo.
Stando ben attenti si notano una notevole quantità di camei. Tre di personaggi "intorno" al personaggio di Thor: Stan Lee, che a questo giro interpreta il guidatore del camioncino che tenta di estrarre Mjolnir dal cratere usando delle catene, J. Michael Straczynski (lo sceneggiatore che ha dato nuova linfa al fumetto di Thor ed autore della storia del film) interpreta il camionista che per primo trova e tenta di estrarre Mjolnir dal cratere, ed Eric Allan Kramer, il primo Thor televisivo apparso nel film TV "La rivincita dell'incredibile Hulk". Un altra apparizione fuori dai crediti è quella di Jeremy Renner, nei panni di Clint Barton, futuro Occhio di Falco, già membro dello S.H.I.E.L.D. reclutato da Nick Fury. Samuel L. Jackson fa la sua apparizione dopo i titoli di coda, per mostrarci un frammento di futuro del mondo Marvel introducendo il Cubo Cosmico.

Considerando il cinema vecchio stile (sala 10 dell'Odeon), con uno schermo da 100 pollici, ottimo sonoro e poltroncine comode le due ore del film sono volate via in fretta (anche avendo saltato la cena). Appassionati e non dei supereroi andate a vederlo. Vale solo la pena anche il trailer ufficiale italiano di Capitan America - Il primo Vendicatore in uscita il 27 di Luglio di quest'anno.

Rigorosamente in 2D che con l'altra versione perdete in luminosità e dettagli.

Titolo originale Thor
Paese Stati Uniti
Anno 2011
Durata 130 min
Genere supereroi, fantastico, azione
Regia Kenneth Branagh
Soggetto J. Michael Straczynski, Mark Protosevich (dai fumetti Marvel Comics)
Sceneggiatura Ashley Miller, Zack Stentz, Don Payne
Produttore Kevin Feige
Produttore esecutivo Stan Lee
Casa di produzione Marvel Studios
Distribuzione (Italia) Universal Pictures

Interpreti e personaggi
Chris Hemsworth: Thor
Natalie Portman: Jane Foster
Tom Hiddleston: Loki
Anthony Hopkins: Odino
Stellan Skarsgard: Professor Eric Selvig
Kat Dennings: Darcy Lewis
Clark Gregg: Agente Phil Coulson
Colm Feore: Laufey
Ray Stevenson: Volstagg
Idris Elba: Heimdall
Jaimie Alexander: Sif
Tadanobu Asano: Hogun
Joshua Dallas: Fandral
Rene Russo: Frigga
Jeremy Renner: Clint Barton
Samuel L. Jackson: Nick Fury

Doppiatori italiani
Massimiliano Manfredi: Thor
Valentina Mari: Jane Foster
David Chevalier: Loki
Dario Penne: Odino
Ambrogio Colombo: Professor Eric Selvig
Alessia Amendola: Darcy Lewis
Pasquale Anselmo: Agente Phil Coulson
Franco Mannella: Laufey
Roberto Draghetti: Volstagg
Alberto Angrisano: Heimdall
Stella Musy: Sif
Alberto Bognanni: Hogun
Andrea Mete: Fandral
Emanuela Rossi: Frigga
Christian Iansante: Clint Barton
Paolo Buglioni: Nick Fury

mercoledì 4 maggio 2011

Dylan Dog Color Fest n. 6

Dylan Dog Color Fest n. 6, semestrale
Copertina: Laura Zuccheri

La villa degli amanti
Soggetto, Sceneggiatura e Disegni: Vanna Vinci

Accettare un caso che ha come teatro una magione isolata nella foresta è proprio da Dylan Dog. Una coppia, che si sente in pericolo , assume l'Old Boy per tenere alla larga misteriosi fantasmi.

Ok è uno schifo. Diciamolo chiaramente e ci togliamo qualsiasi pensiero. Vanna Vinci in veste di autrice completa delude su tutta la linea. La sceneggiatura è ovvia come un piccione che si butta sul pane secco per mangiarlo. Alla quarta pagina sai già come andrà a finire e te ne rammarichi. Al tutto aggiungiamo il carico di disegni ridicoli che sembrano realizzati da una bambina di quattro anni e colorati da una di sei (almeno sta dentro ai bordi) e ci troviamo di fronte ad una delle peggiori storie di Dylan Dog di sempre. In un albo speciale, dal costo non proprio contenuto, dovuto soprattutto dalla buona carta, il colore, la copertina patinata, non trova il motivo di esistere

La camera chiusa
Soggetto e Sceneggiatura: Rita Porretto & Silvia Mericone
Disegni: Simona Denna

Una giovane ragazza assume Dylan per investigare su un misterioso personaggio che la spia ogni sera dal palazzo di fronte che dovrebbe essere disabitato.

Miglioriamo. La sceneggiatrice si ritrova in un vicolo cieco cercando di ripetere l'exploit realizzato da Stephen King con 1408, ma non sa come uscirne. Il colpo di scena finale è un espediente per creare una storia dalla quale poi sarà impossibile proseguire a scrivere Dylan Dog. Per fortuna il fumetto in questione è un seriale in cui ogni vicenda è slegata dalle altre, altrimenti avremmo chiuso. I disegni, facilitati dalla minima location utilizzata sono di buono spessore. Di buono c'è che vengono ripresi, almeno in alcuni dialoghi, i temi cari a Sclavi al momento del debutto del fumetto in edicola.

La predatrice
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Lola Airaghi

Dylan ha una nuova fidanzata: Thelma. Bella, simpatica, intraprendente, amante dell’horror e della pizza è la donna ideale per l'Indagatore dell'Incubo. Anche i suoi amici di sempre, Bloch e Groucho, l’adorano e la trovano adatta a lui. Quella che sembra essere la donna perfetta per Dylan si rivelerà però essere più pericolosa di molti suoi altri avversari.

Una storia sull'inadeguatezza scritta bene, ma senza quella marcia in più che l'aveva contraddistinta in passato, da Paola Barbato. Una follia minuziosa di una donna malata cresciuta nel mito di Dylan e di CSI quella mostrata in Thelma. Grazie ai disegni di Lola Airaghi la storia riesce essere più gradevole e leggibile.

Tagli aziendali
Soggetto e Sceneggiatura: Chiara Caccivio
Disegni: Valentina Romeo

Dylan Dog ha una famiglia, moglie e figlia, abita nella tranquilla cittadina di Stepford e lavora come impiegato in una ditta di elettronica locale: tutto ciò da cui il vecchio Dylan rifuggiva in passato. Un incubo quotidiano. Ma non tutto è quello che sembra.

Chiara Caccivio, partendo da un plot scontato, costruisce una storia che richiama numeri, e momenti , storici della vita editoriale dell'eroe bonelliano. Valentina Romeo li realizza con bravura disinvolta.

La copertina di Laura Zuccheri, dedicata alle Femmes Fatale, del titolo è un bell'affresco, ma un'esperienza che sarà bella se resterà unica.

Un albo che parte male, malissimo facendo rimpiangere la cifra appena sborsata all'amico edicolante. Si evolve nel modo migliore, ma recuperare una così falsa partenza è dura. Raggiunge la sufficienza giusto sullo sprint finale. Tutto sommato una buona lettura da vasca da bagno, senza bisogno di concentrarsi troppo.

Un'invocazione a Sergio Bonelli: gli albi contenitore come questo non devono essere usati come riciclo per le storie che non trovano sviluppi in altro formato. Non renda alla stregua dei Maxi o dei Giganti di Nathan Never anche questa pubblicazione che era partita bene. Tiziano Sclavi si è speso tanto, ricordiamocelo.

martedì 3 maggio 2011

Due - Gianni Morandi e Roberto Vecchioni


Oggi sarebbe il giorno nel quale parlare almeno di uno dei due albi di Dylan Dog usciti ad Aprile, ma ieri sera è passato in tv uno spettacolo interessante.
Una serata particolare quella di ieri sera su Rai2. Per la prima volta insieme sullo schermo, in un programma tutto loro, il presentatore dell'ultimo Festival di San Remo ed il vincitore della manifestazione canora: Gianni Morandi e Roberto Vecchioni. Insieme per la trasmissione 2.
Il programma si apre con il Professore che canta il primo verso di Un mondo d'amore ed introduce il Gianni nazionale. Seguono il duetto dei ragazzi su Stranamore (pure questo è amore) ed i convenevoli di rito. Morandi chiede al Prof informazioni su dove si trovi e cosa sia Samarcanda, l'interloquito non si fa pregare e gliela canta tutta.
Come ogni programma televisivo che si rispetti anche questo 2 non si esime da accogliere ospiti per valorizzare il contenuto. In questo caso, però, è il contenitore a valorizzare gli ospiti. Entrano le nuove leve del panorama musicale Emma (la famosa Afònia di San Remo), Raphael Gualazzi (il Michele Bubbole di casa nostra), Nathalie ed i Modà, tutti si accomodano sulle sediole loro assegnate.
Il duetto di Morandi e Nathalie su Se perdo anche te, del cantante di Monghidoro, mette in risalto la tenerezza canora della ragazza, ma, anche, la sua bella voce.
Riconquista il palco Vecchioni in compagnia del suo trasognato e disilluso Bandolero stanco. Nella prima mezz'ora abbiamo già sparato dentro un "coglione" ed una "puttana", il Moige sarà in delirio.
Mi son perso la collocazione nell'esatto periodo storico, ma Vecchioni si esibisce in un canto in greco antico di cui aveva già fatto sfoggio al concerto stile jazz all'Università Bicocca di Milano.
Il palco è per Morandi e la sua Dentro era buio, ero distratto lo ammetto e non me la sono goduta bene, ma ho avuto la possibilità di ascoltare la piacevole versione della strana formazione Emma Vecchioni Nathalie di Scende la pioggia. Sempre una canzone d'effetto.
Sul palco resta solo il Professore di Milano che si butta in un piccolo medley di successi da Donna Felicità a Vorrei, passando per la versione completa di Luci a San Siro con Emma fino a Voglio una donna (canzone caricata di polemiche dai media nell'anno in cui è uscita).
Gli zii sono stanchi e cedono il posto alla prima nipotina: Emma. Si esibisce con una sua canzone, che non conosco. Ricorda un po' i movimenti della Nannini. Certo che ha su un taccazzo del 22 ed è più bassa di Vecchioni. Son cose che fanno riflettere.
Una dedica a Gianni Bella, paroliere storico di Morandi che sta affrontando un duro periodo, e Mogol con Rinascimento, già presentata a San Remo dallo stesso Morandi che la canta con passione anche questa sera.
Si rientra dalla pubblicità con le immagini della premiazione di San Remo ed i complimenti a Vecchioni da parte dell'amico Morandi. Segue il brano vincitore cantato per il nuovo pubblico da Vecchioni, Chiamami ancora amore.
Un colpo di scena di Morandi che si cimenta in una canzone di qualche anno fa scritta da Lorenzo Cherubini, all'epoca dedicata alla figlia appena nata, A te. Bella versione.
Tocca a Nathalie ed il suo piano proporci il brano che l'ha fatta conoscere al grande pubblico come cantautrice completa e colta con Vivo sospesa.
L'erotismo e lo sfruttamento della donna e dei sentimenti fanno capolino con il brano dei Modà Non chiamo mai, lasciandomi perplesso.
Per fortuna torna Roberto con la title track del suo album, a mio parere, più bello: Sogna ragazzo sogna.
Finalmente anche Morandi e la sua chitarra hanno la possibilità di farsi valere in un medley: Canzoni stonate, Vita, Dimmi adesso con chi sei, Bella signora e la versione completa di 1 su 1000.
Svernano anche il povero Gualazzi. Lo mettono al piano, virtuoso, e lui ci delizia con una bella Georgia on my mind. Non tiene il palco per molto cedendolo a Modà e Morandi per un duetto su In ginocchio da te, ma lo riconquista subito dopo per cantare la sua canzone vincitrice di San Remo Giovani Follia d'amore con strofe in inglese.
Si seguono due canzoni, in duetto tra Vecchioni e Morandi, accomunate dal tema della perdita dell'amore. La prima è Lontano lontano di Tenco, continua a non attirare la mia attenzione come la versione presente nell'ultimo album del Professore, la seconda è La Fisarmonica di Morandi, meglio.
Avendo casualmente sia Emma che i Modà possiamo non far loro cantare la canzone presentata a San Remo? Diamogli due microfoni e preghiamoli di guadagnare diritti SIAE con Arriverà. Non c'è bisogno di pregarli molto.
Siamo vicini al finale. Vecchioni presenta il suo secondo inedito presente nell'ultimo album, Mi porterò. Bella canzone il cui incipit ne ricorda però un'altra sua di qualche anno prima. Chi di voi sa quale?
Si chiude. E' ora di smontare il baraccone, ma c'è tempo per un'ultima canzone. Partono i due protagonisti della serata alternandosi sulle strofe di C'era un ragazzo, vengono seguiti da tutti i ragazzi e dal piano di Gualazzi.

Una bella serata di musica che ha portato a conoscenza di un pubblico maggiore le canzoni di Vecchioni ed ha ospitato giovani cantanti che necessitano di visibilità per poter conquistare pubblico. Morandi ha escluso dal suo repertorio la classica Fatti mandare dalla mamma, tutti se l'aspettano e lui non la fa. Concordo con lui.
Qualche nota negativa c'è. Sono gli stessi appunti che si possono fare a tutte le puntate del format presentato fino ad oggi da Rai2, ma il principale è quello sul montaggio dello spettacolo. Tagli netti e decisi, innesti di pubblico quando non c'è bisogno, una regia poco attenta. Ok è in differita. Questo però vi da tutto il tempo di sistemare, tagliare e ripetere in modo corretto le scene. Vi offre la possibilità di montare con miglior garbo il tutto. Peccato. Non trovo neanche opportuno che in una serata dedicata a due importanti cantanti/cantautori italiani siano presenti così tanti ospiti. Bravi, per carità, ma a questo punto il programma non lo chiami più 2, ma 2 + 4, o direttamente 5 (visto che Gualazzi ha fatto veramente poco). Speriamo in un cambiamento di rotta repentino degli autori, anche se ormai il danno è fatto.

Due ore godibili che, se fosse possibile videoregistrare dal digitale terrestre, si potrebbero mettere come sottofondo musicale ogni tanto in casa.

lunedì 2 maggio 2011

L'Ancora del Tempo


AVVISO - AUTOPUBBLICITÀ

In un mondo che non è il nostro. In un'epoca che non è la nostra, dove strane creature sono all'ordine del giorno.
L'elfo druido Faerios, il nano ladro Rollo, l'umana strega Rowan, la mezz'elfa chierico Ecate, l'umano monaco J, l'halfing druido Tamiel, l'umana guerriera Valis si troveranno ad incrociare le loro vite, per scopi diversi, ed influenzare la storia di Deimos, il continente in cui vivono.
Il risveglio di una creatura malvagia da un sonno secolare. La ricomparsa di un oggetto dal potere straordinario, di cui si era dimenticata la memoria. Un gioco tra divinità. La genesi di misteriose e terribili creature assetate di sangue e dominio. Eroi, dei due schieramenti, inconsapevoli attori in una rappresentazione che segnerà la loro vita per sempre. Attirati da un luogo preciso sulle mappe, dal quale tutti vorrebbero stare alla larga.

Quello di cui ho cercato di riassumere la trama, senza dare indizi precisi, è il libro di debutto di un nuovo scrittore del panorama Fantasy italiano, genere di nicchia, già nel mondo, che fatica a trovare estimatori al di fuori della classica cerchia di appassionati del genere.
"Un manufatto dai poteri straordinari è entrato in possesso di un essere che chiede solo vendetta. Le forze della natura ne sono sconvolte. Le razze che popolano Deimos hanno mandato i loro campioni ad investigare sull'origine di tale turbamento. Le schiere del male tenteranno di fermare con ogni mezzo quelle del bene. Uno scontro all'ultima risorsa che vedrà impegnate in una lotta senza quartiere creature mortali e creature immortali. " Testuale incipit della tagline di vendita.
Il romanzo prende spunto dalle sessioni di Gioco di Ruolo di Dungeon's and Dragons (il più famoso nel mondo) che l'autore ed i suoi amici tenevano al sabato sera in antri tenebrosi. Ai personaggi originali, creati da ciascun giocatore (Faerios, Rollo, Rowan, Ecate, J, Valis e Tamiel) viene costruito un forte retaggio passato, anche su indicazione di quanto emerso durante le ore di gioco, e vengono affiancati da nuovi attori sulla scena. Un'interazione curiosa, ma che crea, secondo i lettori che hanno riportato i loro pareri all'autore, una storia gustosa ed intrigante.
Il ritorno alla vita di una creatura misteriosa e la sua ricerca di un manufatto arcaico è il motore usato come spunto per far incrociare i destini dei personaggi. Ciascuno di loro inizia il viaggio dai punti più disparati del continente per raggiungere la meta comune, il fulcro della storia. Storia intorno alla quale ruotano, in capitoli alternati, i destini, le passioni ed il passato degli otto protagonisti. Ognuno entrerà nel meccanismo, architettato dall'autore al momento opportuno per mettere in moto, nuovi ingranaggi.

Un modo intrigante per dar vita a personaggi creati dai giocatori nell'arco degli anni e non lasciarli dimenticare.

Spero che vi appassionerete ed affezionerete a loro come ho fatto io nello scrivere l'avventura e come hanno fatto i miei amici mettendoli al mondo e coccolandoli per anni.

Un consiglio, e non sono avvezzo a darne: acquistatelo!

titolo originale: L'Ancora del Tempo
autore: Flavio Salvatori
genere: romanzo fantasy
edizione: autopubblicazione su ilmiolibro
pagine: 384
prezzo: 15€ online + spese di spedizione/ 23€ libreria (ma non lo trovate)
dove acquistarlo: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=579788