lunedì 28 febbraio 2011

Innocenti bugie

Roy e June si scontrano casualmente e ripetutamente all'aeroporto di Wichita e si ritrovano sullo stesso volo verso Boston. Durante la traversata, in un volo semivuoto soggetto a turbolenze, cresce la confidenza tra i due tanto che June va a rinfrescarsi in bagno per provarci con lui. Nel frattempo Roy mette fuori combattimento la decina, tra passeggeri, piloti ed hostess, che attentano alla sua vita. Quando June esce dal bagno è tutto finito. Le spiega la situazione, fa atterrare l'aereo e mette in guardia, dopo averla drogata per addormentarla, June dalla possibilità che uomini corrotti possano cercarla per rapirla ed ucciderla.
June si risveglia nel suo letto, a Boston, convinta quasi che tutto fosse un sogno, ma durante la prova dell'abito da damigella per il matrimonio della sorella viene effettivamente rapita da uomini della CIA e del FBI. Durante lo scambio di informazioni gli agenti le spiegano che Roy è un uomo pericoloso, un pazzo, che ha sottratto loro un congegno incredibile: Zefiro, una batteria inesauribile, che potrebbe rivoluzionare il consumo delle risorse planetarie. Roy interviene per salvarla e ci riesce. Inizia così un giro del mondo tra intrighi, infatuazioni, situazioni comiche e surreale che porterà allo svelarsi del mistero.

Tom Cruise e Cameron Diaz in forma sono i protagonisti assoluti del film. Una sceneggiatura ricca di situazioni esasperate, quasi parodie dei film d'azione degli ultimi anni (sopratutto dei Mission Impossible interpretati dal buon Tom). La faccia ironica e sicura del paradossale personaggio Roy Miller infonde sicurezza e sgomento nella sua improvvisata compagna d'avventura,, che altro non chiederebbe se non di essere nel suo garage a sistemare macchine d'epoca. Regia dinamica e fluida di James Mangold, che non permette al ritmo di assentarsi e porta sullo schermo sparatorie e scazzottamenti ben orchestrati. Un buona colonna sonora, senza spunti eccezionali ne cadute deprecabili accompagna tutta la commedia.
Questo film doveva essere, per Tom Cruise, il banco di prova per finanziare il nuovo MI:IV da parte delle majors del cinema americano. Tra critiche non esaltanti, ma incassi buoni ed elevata soddisfazione del pubblico il test è stato superato.

Da vedere per divertirsi con una leggera storia di spionaggio (a tutti gli effetti migliore del primo Mission Impossible).

Titolo originale Knight and Day
Lingua originale Inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2010
Durata 110 min

Genere commedia, azione
Regia James Mangold
Sceneggiatura Patrick O'Neill

Distribuzione (Italia) 20th Century Fox
Interpreti e personaggi
Tom Cruise: Roy Miller
Cameron Diaz: June Havens
Peter Sarsgaard: Fitzgerald
Paul Dano: Simon Feck
Jordi Mollà: Antonio
Maggie Grace: April Havens
Marc Blucas: Rodney
Viola Davis: Isabel George

Doppiatori italiani
Roberto Chevalier: Roy Miller
Eleonora De Angelis: June Evans
Alessandro Quarta: Fitzgerald
Flavio Aquilone: Simon Feck
Diego Suarez: Antonio
Maria Letizia Scifoni: April Havens
Nanni Baldini: Rodney
Alessandra Cassioli: Isabel George

Femmine contro Maschi

Anna e Piero, androloga lei e benzinaio lui, sposati da vent'anni vivono un matrimonio di alti e bassi. I loro caratteri sono ormai l'opposto l'uno dell'altro: lui rozzo, unico interesse il calcio ed in aggiunta fedifrago, lei amante del balletto, musica classica, poesia francese. Il giorno in cui Piero perde la memoria, causa una botta in testa, Anna prende al volo l'occasione per riformattarlo e creare un uomo nuovo che rispecchi il suo ideale.

Rocco e Valeria, bidello e maestra nella stessa scuola elementare, sono fidanzati da sei anni, ma lui non si decide a crescere: scambia figurine con i bambini, gioca al fantacalcio nelle ore lavorative, ma colpa ancora più grave suona in una cover band dei Beatles con il suo amico Michele. Michele a sua volta è sposato con Diana che aspetta un figlio da lui. La situazione crolla quando Valeria sbatte fuori di casa Rocco. L'uomo sfrattato si rifugia a casa di Michele alimentando i dissapori tra lui e Diana. Tra un equivoco e l'altro i due amici si preparano al concerto dell'anno : Beatlemania.

Marcello e Paola , chirurgo plastico lui impiegata lei, hanno due figli e sono divorziati da anni, ma ogni anno a Pasqua, quando vanno a trovare la mamma di lui, ottantenne malata di cuore, fingono di essere una famiglia felice. Un attacco di cuore sorprende l'anziana donna ed il medico comunica a Marcello che la madre ha non più di un mese di vita. La nuova condizione la mette nella posizione di poter chiedere a Marcello di passare gli ultimi giorni insieme alla sua famiglia e non nel suo casolare isolato. Dato che dopo il divorzio la casa è rimasta a Paola ed ai bambini, la donna dovrà sfrattare il suo nuovo compagno e riprendersi in casa l'ex marito. A tutto questo si aggiunge che Lorenzo, il figlio piccolo della ex coppia, si innamora di una sua compagnia di scuola. Caso vuole che la scuola sia la stessa in cui lavorano sia Rocco che Valeria.

Tre storie principali, ben articolate, caratterizzano questo secondo capitolo dell'opera di Brizzi, dopo "Maschi contro Femmine". Lo stile rimane quello del primo capitolo, anche se le storie di questo risultano meno articolate e divertenti rispetto a quello uscito l'anno scorso. Un eccesso di Ficarra e Picone, l'episodio che riguarda Rocco e Michele, sullo schermo, che non smettono mai di fare loro stessi come se fossero ancora a Zelig, non giova alla pellicola. La storia che coinvolge Bisio e la Brilli, Marcello e Paola, è un po' scontata e lenta. Quella che riguarda loro figlio Lorenzo e la sua compagna Giada è la più tenera e, forse, riuscita. Quella della Littizzetto e Solfrizzi supera appena il livello minimo d'impegno.
Da sottolineare la perla del film: il ritorno sullo schermo di Wilma de Angelis nei panni della madre di Marcello, una prova divertente, una scelta del regista fuori dagli schemi premiata.
Insomma se il primo film permetteva allo spettatore di ridere bene per tutta la sua durata, questo permette di sorridere per gran parte e strappa qualche risata.

Se "Maschi contro Femmine" avevo consigliato senza remore di vederlo al cinema, questo vi invito ad aspettare l'uscita in dvd (noleggio od acquisto nel double pack con il primo) e di vedervelo a casa con gli amici.

Lingua originale Italiano
Paese Italia
Anno 2011
Durata 96 min

Genere commedia romantica
Regia Fausto Brizzi
Soggetto e Sceneggiatura Fausto Brizzi, Marco Martani, Massimiliano Bruno, Valeria Di Napoli
Distribuzione (Italia) Medusa Film

Interpreti e personaggi
Claudio Bisio: Marcello
Nancy Brilli: Paola
Emilio Solfrizzi: Piero
Luciana Littizzetto: Anna
Salvatore Ficarra: Rocco
Valentino Picone: Michele
Serena Autieri: Diana
Francesca Inaudi: Valeria
Wilma De Angelis: Nonna Clara
Fabio De Luigi: Walter
Chiara Francini: Marta
Giorgia Wurth: Eva
Nicolas Vaporidis: Andrea
Paolo Ruffini: Ivan
Lucia Ocone: Monica
Carla Signoris: Nicoletta
Paola Cortellesi: Chiara
Alessandro Preziosi: Diego
Giuseppe Cederna: Renato
Hassani Shapi: Pakistan
Armando De Razza: Roberto

Dylan Dog - Piovono Rane

Dylan Dog n. 294, mensile
Piovono rane

Soggetto e Sceneggiatura: Andrea Cavaletto
Disegni: Luigi Piccatto
Copertina: Angelo Stano

Craven Road è diventato un luogo di piogge misteriose: vermi, rane, meduse. Che sia per via dell'aura che circonda l'Indagatore dell'Incubo? Questo però non è il maggiore dei problemi. Infatti, alla sua porta bussa uno strano barbone che lascia nelle mani dell'Old Boy un foglio con una misteriosa sequenza numerica che potrebbe sconvolgere l'equilibrio climatico del mondo. Qualcuno vuole impossessarsene e farà di tutto per ottenerla.

Simpatiche le bibliche piaghe che si abbattono sulla casa del nostro, ma la storia pro ecologia fino al midollo è un po' noiosa ed eccessivamente scritta. La sceneggiatura non lascia la possibilità al disegnatore di rendere i dialoghi sulla situazione climatica, e su tutte le conseguenze possibili di un'alterazione della stessa, con sequenze di vignette. Assistiamo, perciò, a lunghi monologhi di personaggi secondari che nulla hanno da inviare alla logorrea del BVZM dei giorni migliori (o peggiori, a seconda dei punti di vista). I disegni di Piccatto si fanno guardare con piacere e fanno il possibile per salvare la situazione, rendendo meno pesante il leggere il fiume di parole. Simpatica la resa delle strane piogge su Craven Road.
Il nuovo corso colori di Stano è qualcosa di diverso che rende ancora più piacevoli le sue copertine. Sarebbe bello poterne sceglierne una ed appenderla in casa. Bravo.

Da leggere, ma con molta pazienza.

Oscar 2011 - Premiazione


Post extra per celebrare i vincitori dei Premi Oscar 2011.
Ecco l'elenco completo

MIGLIOR FILM
Il Discorso del Re

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Colin Firth (Il Discorso del Re)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Natalie Portman (Il Cigno Nero)

MIGLIOR REGIA
Tom Hooper (Il Discorso del Re)

MIGLIOR CANZONE
Randy Newman (Toy Story 3)

MIGLIOR MONTAGGIO
Angus Wall e Kirk Baxter (The Social Network)

MIGLIOR EFFETTI SPECIALI
Inception

MIGLIOR DOCUMENTARIO
Inside Job

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
God of Love

MIGLIOR CORTO DOCUMENTARIO
Strangers No More

MIGLIORI COSTUMI
Colleen Atwood (Alice in Wonderland)

MIGLIOR MAKE-UP
Rick Baker e Dave Elsey (The Wolfman)

MIGLIOR SONORO
Richard King (Inception)

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Lora Hirschberg, Gary A. Rizzo e Ed Novick (Inception)

MIGLIOR COLONNA SONORA
Trent Reznor e Atticus Ross (The Social Network)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Christian Bale (The Fighter)

MIGLIOR FILM STRANIERO
In un Mondo Migliore (Danimarca)

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
David Seidler (Il Discorso del Re)

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Aaron Sorkin (The Social Network)

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
Toy Story 3

MIGLIOR CORTO ANIMATO
The Lost Thing

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Melissa Leo (The Fighter)

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Robert Stromberg e Karen O'Hara (Alice in Wonderland)

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Wally Pfister (Inception)

Non sono proprio nell'ordine migliore per leggerli, ma d'altronde.
"Il discorso del re" che doveva fare sfaceli alla fine ne vince 4, ma i tre più importanti: regia, attore protagonista e film oltre a sceneggiatura originale.
"The social network" ne porta a casa tre minori: montaggio, colonna sonora e sceneggiatura non originale.
"Inception" rimane sottovalutato, nonostante il grande successo di pubblico e critica e porta a casa quattro Oscar minori: effetti speciali, sonoro, montaggio sonoro, fotografia,
"Alice in Wonderland" di Tim Burton si porta a casa zitto zitto due Oscar minori: costumi e scenografia, meritati.
Non stupisce il premio per miglior attrice a Natalie Portman, per "Il cigno nero" mentre esce dal cilindro il "Attore non protagonista" a Christian Bale.
Due Oscar anche a "Toy's story 3" con miglior film d'animazione (sembra un obbligo darlo ogni anno alla Pixar) e canzone.
E adesso tutti in attesa per le candidature agli Oscar del 2012.

giovedì 24 febbraio 2011

Planet 51


Il Capitano Charles 'Chuck' Baker atterra su un pianeta creduto disabitato, ma le cose non sono come lui si aspetta. Il suo atterraggio avviene proprio nel giardino di una famiglia di autoctoni verdi, bipedi, che si stanno organizzandosi per il barbeque della fine di settimana. Sia il terrestre che gli abitanti del pianeta rimangono sconvolti. A questo aggiungiamo che i nativi hanno instaurata una cultura della paura dell'invasore alieno sviluppatasi per mezzo di televisione, cinema e fumetti.
La vita del pacifico Capitano Baker, in un mondo alieno che ricorda gli anni '50 del secolo scorso negli Stati Uniti, non sarà facile. Per fortuna verrà aiutato da un gruppo di giovani amici (Lem, Skiff e Neera) a cercare di ritrovare il suo modulo di atterraggio sequestrato dall'esercito per tornare all'astronave in tempo all'astronave, prima che faccia da sola ritorno sulla Terra.

Divertente film di animazione spagnolo, originariamente proiettato in 3D nei cinema, arriva in dvd. Fondali curati, personaggi ben animati (spassoso Rover, un Wall-e all'ennesima potenza), ma sopratutto: citazioni. Il film è una continua citazione di film di fantascienza dagli anni '50 agli anni '90. Vi troviamo Alien, Ritorno al Futuro, Stargate, Apollo 13, Wall-e, Ultimatum alla Terra, ET, Indipendence Day, Mars Attacks. Star Wars, Cantando sotto la pioggia e tanti altri film che appartengono alla memoria collettiva degli appassionati di fantascienza. Non dimentichiamoci, inoltre, la sigla finale che è un fiorire continuo di locandine di film classici degli anni '50 e '60 rivisitati in chiave aliena.

Bel film, ben realizzato, che val la pena di essere visto da bambini ed adulti.

Titolo originale Planet 51
Paese Spagna
Anno 2009
Durata 91 min

Genere animazione, fantascienza
Regia Jorge Blanco, Javier Abad, Marcos Martínez
Sceneggiatura Joe Stillman
Casa di produzione Ilion Animation, HandMade Films, Antena 3 Films, DeA Planeta Home Entertainment
Distribuzione (Italia) Moviemax

Doppiatori originali
Dwayne Johnson: Cap. Charles 'Chuck' Baker
Justin Long: Lem
Seann William Scott: Skiff
Jessica Biel: Neera
Gary Oldman: General Grawl
John Cleese: Professer Kipple
Freddie Benedict: Eckle
Alan Marriott: Glar

Doppiatori italiani
Luca Ward: Cap. Charles 'Chuck' Baker
Alessandro Tiberi: Lem
Corrado Conforti: Skiff
Maria Letizia Scifoni: Neera
Rodolfo Bianchi: General Grawl
Vittorio Stagni: Professer Kipple
Manuel Meli: Eckle
Massimiliano Alto: Glar

mercoledì 23 febbraio 2011

Nathan Never - Il Margine


Nathan Never n. 236, mensile
Il margine

Soggetto e sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Romeo Toffanetti
Copertina: Roberto De Angelis


Grazie al Senatore Wayne, il Margine, un settore della Terra a lungo conteso, sembrava finalmente vivere un periodo di tranquillità. Ma l’omicidio di Wayne e l’ascesa di Ralph Stonhenge hanno fatto precipitare la situazione, scatenando una nuova guerra tra la Federazione terrestre e i ribelli del Margine. Nella loro base all’Hotel Esperanza, i ribelli trovano Nathan Never, che si è sostituito al cuoco Deiguin, spia dei rivoltosi morto in un bombardamento. L'Agente Speciale Alfa, aiutato da Lisette, una giovane donna dal passato misterioso, dovrà far luce sui loschi piani del Comandante Stonhenge, che possiede la chiave per accedere ad antiche armi nucleari!

Nathan Never n. 237, mensile
Minaccia nucleare

Soggetto e sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Romeo Toffanetti
Copertina: Roberto De Angelis

Nei territori del Margine infuria la guerra tra la Federazione terrestre e i ribelli, dalla cui base, un albergo in mezzo al deserto, Nathan Never e la sua guida, Marlowe, riescono a fuggire impadronendosi di un flyer. Nel frattempo, Lisette, cameriera nell’albergo, riesce a inserirsi nel computer del Comandante Stonhenge per attivare un virus e trasmettere i dati contenuti nella macchina all’Agenzia Alfa. Nathan dovrà riuscire a impedire che il Comandante scateni l'inferno facendo esplodere i depositi nucleari e trasformando il Margine in un deserto radioattivo!

Sinceramente. Speravo che l'avvento di Bepi Vigna, storico papà di Nathan Never insieme agli altri due sardi Medda e Serra, riuscisse a svecchiare un po' una seria al palo.
Sinceramente. Mi sbagliavo, ed è per questo che non perdo nemmeno tempo a riassumere le storie, ma lo faccio fare alle parole ufficiale della Sergio Bonelli Editore.
Abbiamo assistito ad una storia doppia che non ha portato alcun sconvolgimento al mondo Neveriano, come ormai è prassi, se non alla nascita di un nuovo cattivo fuggitivo. 180 pagine per imbastire una storia di ribelli, ribellione, minacce nucleari, che poi si conclude nel nulla. Nessun mutamento, nessuna repressione, nessuna evoluzione. Come da un po' di mesi a questa parte anche la storia della quale abbiamo fruito per questi due mesi sembra essere solo un inutile riempitivo per quello che dovrà succedere con, la tanto promessa, guerra dei mondi, che dovrebbe partire a breve.
I disegni di Toffanetti, stesso disegnatore per entrambi gli albi per fortuna, ricalcano lo stile originario della testata, dall'avvento di Casini in poi. Tratti decisi, pochi toni di grigio e nessun eccesso di nero.
Ciò che dispiacerà, quando rimuoverò la serie dai miei acquisti mensili, sarà perdermi le buone copertine di Roberto De Angelis (anche se devo ammettere che le mie preferite rimangono sempre quelle del buon vecchio Castellini, passato a miglior vita sui comics Marvel).

Se volete avvicinarvi a Nathan Never aspettate ancora qualche mese che questo non è proprio il periodo migliore.

martedì 22 febbraio 2011

Piovono polpette

Flint Lockwood, si da bambino è stato un inventore geniale ed incompreso. Sin da quando ha inventato le scarpe spray, la tv che cammina, i topuccelli qualcosa è andata storta. La sua nuova invenzione, però, sarà motivo di riscossa: una macchina il FLDSMDFR (Flint Lockwood Diatonic Super Mutating Dynamic Food Replicator) in grado di produrre cibo dall'acqua. Il primo tentativo non ha successo, ma il secondo (che sfrutta maggiore energia) spedisce il congegno al di sopra delle nubi ed inizia a far piovere hamburger.
Gli abitanti della piccola isoletta di Swallowmarina, andata in crisi dopo la chiusura dell'unica azienda presente (produttrice di sardine) e costretti a mangiare da mesi sardine, ne sono estasiati. L'economia del posto inizia a girare attorno alla sua invenzione e per merito della debuttante meteorologa Sam Sparks anche il resto del Paese viene a conoscenza dell'invenzione di Flint. La fortuna smette di girare nel giorno dell'inaugurazione del parco a tema, voluto dal sindaco, quando la macchina, sovraccaricata di lavoro, impazzisce e l'eccesso di cibo mette in pericolo abitanti e turisti.
Solo un atto disperato di Flint e Sam potrebbe riportare tutto alla normalità.

La quantità di cibo sullo schermo è impressionante. Qualsiasi leccornia possiate immaginare c'è. Il che è veramente disgustoso dopo 90 minuti di spettacolo. Tratto da un romanzo per bambini viene traslato sullo schermo con abilità e bravura da tecnici della Sony. Immagini luminose e colorate danno forma a quella che è la classica storia dello scienziato incompreso, geniale, single e sfortunato che trova comprensione, amore e fortuna prima di subire le conseguenze della sua invenzione. Tocchi geniali come il castello di gelatina, l'attacco degli orsetti gommosi rendono gradevole la visione della pellicola.
Omaggi al cinema del genere catastrofico, citando film come Jurassic Park, Twister, Armageddon - Giudizio finale, Independence Day e The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo, ne vuole essere parodia. Altre provengono da Minority Report, ma quella più sottile e divertente, secondo me, è tratta da Indiana Jones e il tempio maledetto.

Non al cinema. Non da acquisto del DVD. Non da noleggiare. Ma se ve lo prestano guardatelo per una serata all'ingrasso

Titolo originale Cloudy with a Chance of Meatballs
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2009
Durata 90 min

Genere animazione 3D /2D
Sceneggiatura e Regia Phil Lord, Chris Miller
Soggetto Judi Barrett, Ron Barrett
Casa di produzione Sony Pictures Animation
Distribuzione (Italia) Sony Pictures

Doppiatori originali
Bill Hader: Flint Lockwood
Anna Faris: Sam
James Caan: Tim Lockwood
Andy Samberg: Brent
Bruce Campbell: sindaco Shelbourne
Bobb'e J. Thompson: Cal Deveraux
Mr. T: Earl Devereaux
Benjamin Bratt: Manny
Neil Patrick Harris: Steve

Doppiatori italiani
Oreste Baldini: Flint Lockwood
Domitilla D'Amico: Sam
Angelo Nicotra: Tim Lockwood
Stefano Crescentini: Brent
Massimo De Ambrosis: sindaco Shelbourne
Roberto Draghetti: Earl Deveraux

lunedì 21 febbraio 2011

Grindhouse - A prova di Morte

In un bar di Austin, Texas, Stuntman Mike e la sua macchina raccolgono la necessità di una ragazza di vedersi offerto un passaggio. Un passaggio su una macchina a prova di morte. A prova di morte per il guidatore. Perchè stuntman Mike non è una persona normale, ma uno che necessita di vivere di brivido anche fuori dal set. Lo scopo della sua serata è quello di uccidere e le sue prede sono quattro ragazze ubriache e drogate, che si mettono al volante per raggiungere la casa al lago di una di loro.
Libanon, Tennesse. Stuntman Mike addocchia quattro ragazze. Quando tre di loro decidono di provare una macchina sportiva particolarmente veloce, e fare delle bravate da stuntman con una di loro sdraiata sul cofano a 200 km/h, decide di divertirsi. Inizia un inseguimento all'ultimo sangue tra le strade di campagna dove, alle velocità folli a cui sfrecciano, ogni errore può costare la vita.

Un omaggio di Quentin Tarantino ai B-movie degli anni '70 con cui si è formato ed è cresciuto. Il film nasce come secondo spettacolo a seguire il Grindhuose - Planet Terror di Robert Rodriguez. Ma per capire meglio cosa si intende bisogna fissare dei punti:
- Le grindhouse sono note per le maratone non-stop di B-movie, di solito con due film mostrati di seguito, la cui diffusione ha avuto inizio negli anni '60 ed ha conosciuto il suo apice negli anni '70 del secolo scorso:
- film d'exploitation si posso identificare come: « Film fatti con poca o addirittura nessuna attenzione alla qualità o al merito artistico, ma con un interesse mirante al guadagno veloce, di solito attraverso tecniche di pubblicità che enfatizzino qualche aspetto sensazionale del prodotto. » come osservato da Ephraim Katz, autore della "enciclopedia dei film".
Assistiamo, quindi, ad una messa in opera di tecniche di ripresa d'epoca, montaggio fintamente impreciso, finti difetti di pellicola, omissioni di colore create ad arte, ed un incalcolabile numero di citazioni d'epoca. Alla pagina dedicata su Wikipedia trovate molti dei riferimenti al cinema degli anni '70 a cui strizza l'occhio Tarantino con il suo film. So già che non molti di voi si prenderanno la briga di curiosare fin là ed io ve li riporto qui
- In Le iene di Quentin Tarantino, i sei individui protagonisti si riuniscono a colazione in un piccolo ristorante della città e la macchina da presa ruota loro intorno mentre essi dialogano del più e del meno. La stessa cosa accade in A prova di morte: Kim, Lee, Zoë ed Abernathy fanno colazione e, mentre parlano del più e del meno, la macchina da presa compie un giro a trecentosessanta gradi.
- In Pulp Fiction, Butch Coolidge (Bruce Willis) investe Marsellus Wallace (Ving Rhames) e la macchina da presa inquadra il suo piede: in A prova di morte viene mostrata un'inquadratura simile durante un'accelerata di Stuntman Mike (Kurt Russell). Anche in Kill Bill vol. 1 viene inquadrato il piede di Sofie Fatale (Julie Dreyfus) che pigia sull'acceleratore.
- All'inizio di Pulp Fiction viene chiarito il significato di "pulp" con la definizione da dizionario. All'inizio del trailer di Grindhouse viene chiarito il significato di "grindhouse" con una tecnica quasi uguale.
- L'auto di Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier) è una Honda Civic, la stessa che Butch (Bruce Willis) guida in Pulp Fiction, Jackie Brown (Pam Grier) nell'omonimo film e Norman (Paul Calderon) in L'uomo di Hollywood.
- Tra i titoli del juke-box nel bar di Warren (Quentin Tarantino) si nota anche Misirlou di Dick Dale & the Del-Tones, traccia presente nella colonna sonora di Pulp Fiction.
- Stuntman Mike dice di avere visto un cartello di Jungle Julia davanti al Big Kahuna Burger: la stessa catena dove Brett aveva comprato i cheeseburger in Pulp Fiction.
- Poco prima dell'incidente con Stuntman Mike (Kurt Russell), Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier) viaggia in auto con la gamba fuori dal finestrino; anche Richard Gecko (Quentin Tarantino) viaggia in quel modo in Dal tramonto all'alba di Robert Rodriguez.
- Abernathy (Rosario Dawson) fuma le sigarette Red Apples, il marchio fittizio inventato dal regista e già presente in Le Iene, Pulp Fiction, L'uomo di Hollywood, Kill Bill e Dal tramonto all'alba.
- Nel negozio dove Abernathy (Rosario Dawson) compra la rivista di moda è presente un manifesto raffigurante la locandina di Sepolto vivo, l'episodio di CSI diretto da Quentin Tarantino.
-La vettura guidata dalla Sposa (Uma Thurman) in Kill Bill vol. 1 di Quentin Tarantino si chiama "Pussy Wagon". La vettura guidata da Kim (Tracie Thoms) in A prova di morte presenta, sul paraurti posteriore, un adesivo che sfoggia la scritta "Lil' Pussy Wagon".
- Lo sceriffo Earl McGraw (Michael Parks) e suo figlio Edgar (James Parks) sono personaggi presenti anche in Kill Bill vol. 1, e interpretati in entrambe le pellicole dagli stessi attori.
- Il pestaggio finale di Stuntman Mike (Kurt Russell) ricorda molto il pestaggio che la D.V.A.S. compie ai danni di Beatrix (Uma Thurman) in Kill Bill.
Lee (Mary Elizabeth Winstead) indossa una maglia da cheerleader su cui è stampato "Vipers": sembra un riferimento alla D.V.A.S. di Kill Bill.
- Il personaggio di Vanessa Ferlito si chiama Arlene, come il nome fittizio della Sposa in Kill Bill vol. 2, cioè Arlene Machiavelli.
- L'auto guidata da Kim (Tracie Thoms) è colorata con lo stesso schema grafico della tuta che la Sposa (Uma Thurman) indossa in Kill Bill vol. 1. Inoltre, un'auto identica era usata da Marie (Cécile De France) in Alta tensione di Alexandre Aja.
- L'anatra di gomma metallica presente sul cofano delle vetture di Stuntman Mike (Kurt Russell) è la stessa che adorna il cofano dell'autotreno di Martin "Anatra di gomma" (Kris Kristofferson) in Convoy - Trincea d'asfalto di Sam Peckinpah.
- L'auto che Kim (Tracie Thoms), Abernathy (Rosario Dawson) e Zoë (Zoë Bell) prendono in prestito da Jasper è la stessa usata da Kowalski (Barry Newman) in Punto zero di Richard Sarafian.
- I caratteri utilizzati nei titoli di testa di A prova di morte sono gli stessi utilizzati nei titoli di testa di Le colline hanno gli occhi II di Wes Craven.
- Quando Lee (Mary Elizabeth Winstead) viene lasciata da sola, in balia di Jasper, esclama «Gulp!». Nonostante possa sembrare inizialmente un riferimento ai fumetti della Disney, è un collegamento al film Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Castellari. Lì, Nick Colasanti (Michael Pergolani) esclama «Gulp!» ogni qualvolta capita qualcosa di inusuale.
- Jasper è interpretato da Jonathan Loughran, già apparso in Kill Bill vol. 1 nel ruolo del pervertito che cercava di violentare la Sposa in coma. Poiché nei due film la psicologia dei personaggi è molto simile, si può ipotizzare che, come per lo sceriffo e il figlio, Tarantino intenda con Jasper rappresentare lo stesso personaggio.
- La pellicola omaggia più volte Faster, Pussycat! Kill! Kill! di Russ Meyer: Shanna (Jordan Ladd) indossa una maglietta raffigurante Tura Satana; inoltre il pestaggio finale di Stuntman Mike (Kurt Russell) ricorda le gesta violente del trio protagonista del film di Meyer.
- Il finale del film ricorda anche il feroce pestaggio finale ai danni di Ray Lovelock, da parte di un gruppo di ragazze, in La settima donna, diretto da Franco Prosperi nel 1978.
- Nei titoli di testa viene utilizzata la canzone The Last Race tratta dal film Village of the Giants di Bert I. Gordon.
- Il tema di Stuntman Mike (Kurt Russell) altro non è che un estratto da Paranoia prima di Ennio Morricone: la canzone era già stata il tema di L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento.
- Quando Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier) manda il messaggio a Chris Simonson viene utilizzata la canzone Sally and Jack di Pino Donaggio, tratta dal film Blow Out di Brian De Palma.
- La canzone It's So Easy di Willy De Ville era già stata usata nella colonna sonora di Cruising di William Friedkin.
- L'attrice e stuntwoman Zoë Bell, che nel film interpreta se stessa, era già stata controfigura di Uma Thurman in Kill Bill.
- Quando Zoë (Zoë Bell) esegue lo "ship's mast" sul cofano della Dodge Challenger viene utilizzata - di sottofondo - Riot in Thunder Alley, estratto dalla colonna sonora del film Thunder Alley di Richard Rush.
- Durante l'inseguimento in campagna tra Stuntman Mike (Kurt Russell) e le ragazze viene utilizzato il tema principale di Italia a mano armata di Franco Micalizzi.
- Quando Stuntman Mike (Kurt Russell) spia Zoë, Kim, Lee ed Abernathy, viene utilizzato il tema principale di La polizia incrimina, la legge assolve di Guido e Maurizio De Angelis.
- L'assassino di Alta tensione colleziona le foto delle vittime nel parasole del suo camioncino, proprio come fa' Stuntman Mike (Kurt Russell).
Kim (Tracie Thoms) accenna diverse volte a Rollercar sessanta secondi e vai!, il film che ha ispirato Fuori in 60 secondi, poi definito dalla stessa «una cagata con Angelina».
- La suoneria del cellulare di Abernathy (Rosario Dawson) riproduce il tema della colonna sonora di I nervi a pezzi, composto da Bernard Herrmann. Lo stesso pezzo era stato usato in una scena chiave di Kill Bill vol. 1.
- Le sequenze di corsa con l'auto di Stuntman Mike (Kurt Russell) ricordano le sequenze del "viaggio del piacere" presenti in Velluto blu di David Lynch.
- La targa della vettura di Stuntman Mike (Kurt Russell), JJZ 109, è la stessa dell'auto guidata da Steve McQueen in Bullitt.
- La targa dell'auto di Kim (Tracie Thoms) recita Brand X, probabile riferimento al veleno utilizzato da Joker (Jack Nicholson) in Batman di Tim Burton.
- Nel cartellone pubblicitario del fake film Potheads Two, che Stuntman Mike distrugge con la sua vettura, si riconoscono diversi nomi di collaboratori di Tarantino: Sarah L. Driver (che ha ispirato il nome di Elle Driver), Helen Kim (l'attrice che impersona Karen Kim Kill Bill vol. 2 ed RZA, creatore della score originale di Kill Bill.
- Nella parete del bar gestito da Warren (Quentin Tarantino), dietro il tavolo dove bevono le protagoniste è appesa la canottiera indossata da Jack Burton (Kurt Russell) in Grosso guaio a Chinatown di John Carpenter.
- La poesia Stopping by Woods on a Snowy Evening, recitata da Stuntman Mike (Kurt Russell) ad Arlene (Vanessa Ferlito) è un omaggio al film Telefon ("Don" Siegel, 1977).
- Kurt Russell (qui nel ruolo di "Stuntman" Mike) aveva già interpretato piloti provetti nel corso della sua carriera cinematografica: l'ormai cult Jena Plissken in 1997: fuga da New York (1981) e Rudy Russo in La fantastica sfida (1980).
- La scena dell'inseguimento finale è un omaggio visivo e sonoro all'inseguimento di Italia a mano armata: le inquadrature delle vetture sulle due sponde del lago sono le stesse dell'inseguimento sui Navigli di Milano presenti nel film di Girolami.
- L'elicottero di Kilgore (Robert Duvall) in Apocalypse Now (Francis Ford Coppola, 1979) riporta, sul fronte, una scritta che recita Death from Above, scritto nello stesso carattere con cui è scritto Death Proof nel poster originale del film: inoltre, vi sono, sopra la scritta, due saette incrociate, come nell'auto di Stuntman Mike.
- Kim (Tracie Thoms) e Zoë (Zoë Bell) citano Bella in rosa (John Hughes, 1986) quando prendono in giro Lee (Mary Elizabeth Winstead) ed Abernathy (Rosario Dawson).
- Stuntman Mike colpisce con la macchina il cartellone di un drive-in. I film in programmazione del cinema erano Scary Movie 4 e Wolf Creek.
- Arlene (Vanessa Ferlito) mentre è in macchina con le altre ragazze sta bevendo da un bicchiere di carta con sopra scritto "Acuña Boys", proprio come la banda costituita dai figli delle prostitute di Esteban Vihaio in Kill Bill vol. 2.
- L'auto con cui Stuntman Mike insegue Kim e le altre ragazze nella seconda metà della pellicola è la stessa auto che insegue Steve McQueen in Bullitt.
- Nella prima parte del film, quando Stuntman Mike è fuori dal locale gestito da Warren (Quentin Tarantino), si avvicina a Jungle Julia, e le dice di aver visto un cartello in cui è raffigurata lei. Questa fa notare lui che c'è uno di quei cartelli proprio davanti a loro e soprannomina Stuntman Mike «Zatoichi», (in riferimento all'omonimo film di Takeshi Kitano) dato che questi è non vedente, a sottolineare il fatto che Stuntman Mike sembra quasi cieco.
- Dopo l'incidente compare la dottoressa Block, interpretata da Marley Shelton, che è presente anche in Grindhouse - Planet Terror.
- In uno dei cartelloni pubblicitari raffiguranti Jungle Julia questa indossa la stessa tuta gialla della Sposa di Kill Bill.
Particolare interesse ha suscitato tre le donne l'accuratezza dei dialoghi femminili. Le stesse attrici hanno sottolineato come si sono ritrovate in quelli che Tarantino, creandoli, ha definito "i dialoghi delle amazzoni".

Sicuramente non uno dei film più immediati di Tarantino. Vedibile, ma non necessario.

Titolo originale Death Proof
Lingua originale inglese
Paese USA
Anno 2007
Durata 127 min
Colore colore, B/N
Genere thriller, horror, slasher
Regia, Soggetto, Sceneggiatura, Fotografia Quentin Tarantino
Produttore Quentin Tarantino, Robert Rodriguez, Elizabeth Avellan, Erica Steinberg
Produttore esecutivo Bob Weinstein, Harvey Weinstein
Casa di produzione A Band Apart, Dimension Films, Rodriguez International Pictures, Troublemaker Studios
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Tema musicale The Last Race (Jack Nitzsche)

Interpreti e personaggi
Kurt Russell: Stuntman Mike McKay
Sydney Tamiia Poitier: "Jungle" Julia Lukai
Vanessa Ferlito: Arlene "Butterfly"
Jordan Ladd: Shanna Banana
Rose McGowan: Pam
Rosario Dawson: Abernathy
Tracie Thoms: Kim
Mary Elizabeth Winstead: Lee
Zoë Bell: Zoe
Marcy Harriell: Marcy
Monica Staggs: Lanna Frank
Quentin Tarantino: Warren
Michael Parks: Earl McGraw
James Parks: Edgar McGraw
Marley Shelton: dottoressa Dakota Block
Eli Roth: Dov

Doppiatori italiani
Francesco Pannofino: Stuntman Mike McKay
Chiara Colizzi: "Jungle" Julia Lukai
Emanuela Rossi: Arlene "Butterfly"
Alessandra Korompay: Shanna Banana
Domitilla D'Amico: Pam
Francesca Fiorentini: Abernathy
Ludovica Modugno: Kim
Francesca Manicone: Lee
Liliana Sorrentino: Zoë
Luciano Roffi: Warren
Claudia Catani: dottoressa Dakota Block
Francesco Prando: Dov

Brendon . Il Segreto di Monna Lisa

Brendon n. 77, bimestrale
Il segreto di Monna Lisa

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Esteban Maroto
Copertina: Massimo Rotundo

Il passare dei secoli ha reso più fitto il velo misterioso che aleggia sullo sguardo della Monna Lisa ritratta da Leonardo. Un segreto, una maledizione celata negli occhi del ritratto di Lisa Gherardini nelle sale di un museo di Old London. Brendon dovrà scoprire quale legame c'è tra il ritratto del 1500 e le morti misteriose, legate ad opere d'arte, nel villaggio in cui è ospite.

Questo mese tra Nostradamus (con Martin Mystère) e Leonardo la Bonelli indaga nei misteri classici che, con ogni probabilità, mai verranno risolti.
La storia di Chiaverotti, che continuo ad ammirare per la sua prolificità, è di buon livello. Un intreccio classico, un giallo nel mistero, cenni storici e biografici interessanti, tutto per realizzare una buona storia.
Maroto non è tra i miei disegnatori preferiti. Stile eccessivamente sud americano, tratti decisi, visi spigolosi. Opportuno l'utilizzo della computer grafica per la realizzazione del quadro vinciano all'interno della storia.
La copertina di Rotundo è azzeccata come sempre. Bisogna dire che il panorama bonelliano degli illustratori è veramente ben assortito.

Per farsi un'idea dei possibili misteri che si celano attorno alla Gioconda.

sabato 19 febbraio 2011

61° Festival di Sanremo - La Finale


Partiamo male. Son arrivato a casa tardi e il quintetto base è già schierato a presentare i cantanti ed i loro numeri associati al televoto. A quanto pare ci sono ancora in giro delle palle, ma com'è sta storia quest'anno. La Canalis non riesce a camminare nel vestito in cui è intubata, mi sa che è ancora possibile la rimonta beleniana, siamo 8-5.
Apre le danze Van De Sfroos con il suo "Yanez". Nel suo classico look da concerto, con il quale hanno imparato ad amarlo i suoi fan, chiude la sua partecipazione al Festival con la stessa energia con la quale aveva debuttato, ma con un viso più rilassato. Mi piacerebbe sentirla anche per radio tra qualche giorno; sarebbe un bel successo.
Roberto Vecchioni gli succede sul palco, con la sua carica di energia e simpatia. Una esibizione con cuore e la forza di credere nelle parole che canta. Con una coralità di strumenti trasmette emozioni.
Lady "Mortisia" Tata appare nel suo tubone nero, dimenticandosi il reggiseno sulla spalliera della sedia in camerino. Crede nelle sue parole e la forza della canzone è proprio l'interpretazione che ne da. Brava. Bistrattata per la sua parentela, mette in gioco la sua trentennale esperienza musicale e si gioca la meglio le sue carte.
Ma vogliamo parlare dei capelli della Canalis? E' lei od il suo cocker, il Cagnalis? Ma come puoi permettere che ti concino in quel modo tu che sei donna e che hai fatto della presenza estetica un punto di forza? Va beh se ti piaci tu, l'importante che per snack in camerino non ti mettano del Ciappi.
Barbarossa e Del Rosario, vestita col domopack, cantano la loro canzone "Fino in fondo", senza che nessuno li interrompa. Orecchiabile, ma non tra le mie preferite. Hanno preso confidenza con lo svilupparsi delle serate e si sente. Bravi entrambi.
HA L Bano o Al Bano o Albano, comunque sia il secondo ripescato, guadagna il centro del palco e comincia la performance. Come già detto un testo di denuncia cantato da una voce forte, ma che non favorisce la mia concentrazione sulle parole per tutto il brano. Orchestra usata a modo, ricama armonie arabeggianti con intarsi di carillon.
Posso dire che Belen mi sfantumanto le castagne con la sua argentinità? Canta più lei dei cantanti veri. Si impegna, e se poi ha cantato Bonolis a Sanremo possono cantare tutti, però, per la prossima volta: ma anche no. Siamo ai limite dell'intonazione, ma non possiamo crocifiggerla dai, poi canta col papà. Brava figliola.
E per non perderci nessun parente tiriamo sul palco anche il marito della Del Rosario: Fernando Alonso.
La Crus di Yuri Chechi riporta la platea a indietro di quaranta anni. Ma la Vergine di Norimberga che ululà (mentre il castello Ululì) sulle strofe finali della canzone, pur brava, ma perché? Grazie e arrivederci.
Giusy Ferreri, il mulettista che scaricava i bancali dai camion alla Slunga, incede col suo passo leggero e sia appropria del microfono. Ma perchè quando canta non toglie dalla bocca i pomodori sottratti al reparto ortofrutta? Arroterebbe di meno le vocali. Sarà un caso che sopra di lei scorrano ben due palle e non una come per gli altri? Grazie di tutto ed in bocca al lupo.
Nathalie e la sua anima rock, ed una variante in nero del suo solito vestito, "Vivo sospesa". Molto ricercata si candida alla vittoria del premio della critica.
Modà ed Afònia sono pronti a vincere il Festival (dando così la terza vittoria consecutiva ad Amici dopo Scanu e Carta) con "Arriverà". Solo io ho dovuto mettere la tv praticamente in bianco e nero per attenuare, di poco, il rosso del vestito di Afònia? Il bello è che la gonna è trasparente e ci permette di vedere le chiappe della giovin cantante. Sarà arrivato qualche sms in più a favore loro per questo dettaglio? Non lo sapremo mai.
A chiudere le esibizioni in gara tocca a Madonia ed il suo rimorchio Battiato. Una buona canzone che avrebbe avuto più speranze se il cantautore si fosse presentato da solo, o con uno sconosciuto. Con loro si chiude la gara, ma non il televoto.
Luca e Paolo mettono in scena un dialogo sui valori della sinistra. Tra guerra in Iraq, Fiat, immigrazione, Berlusconi mettono in piazza tutte le contraddizioni di un movimento politico con poche idee confuse.
Ora è il momento dei riempitivi per arrivare alle 00.43 per la premiazione. E' il momento del balletto della Canalis. Ottima in costume da bagno, ma un po' arruginita rispetto alla collega, anche se la spaccata mette i brividi.
Il secondo è il vincitore della categoria giovani Raphael Gualazzi, che ci ricanta la sua canzone "Follie d'amore". Strano sentire jazz italiano al Festival, in gara oltretutto. E' un genere particolare, piacevole, molto di pancia, che però è stato inflazionato da Bubblè e viene visto con sospetto.
Luca e Paolo si cimentano con la canzone napoletana con l'ausilio di Massimo Ranieri. Lo stesso Ranieri omaggia la canzone genovese in compagnia dei due comici.
Cambio d'abito per Elisabetta e Belen. Tra questi due abiti pareggio.
rOspite internazionale musicale, dal Canada: Avril Lavigne. Bella e delicata come sempre con il suo pop rock ed un microfono brillantinoso ci intrattiene per cinque minuti.
23.10. Inizia la seconda parte.
Riempiamo il tempo con un'intervista a Ranieri e con qualche canzone per scaldare un pubblico che dopo cinque serate sta crollando come Pompei.
23.37. Ci accingiamo a conoscere il nome dei tre finalisti, ma non è detto che lo siano veramente vista la cavolata della golden share. Quindi Al Bano, Modà ed Emma, Roberto Vecchioni sono i primi tre. I secondi tre sono: La Crus, Madonia e Battiato, Davide Van De Sfroos. 23.43. Capiamo bene come la golden share sia una truffa: i giornalisti che assegnano uno dei tre posti della finale ad uno che dicono loro, spodestando il risultato deciso dal televoto durante il quale chi ha partecipato spendendo soldi. Il tutto dopo aver saputo il risultato del televoto. La sala stampa vota e sceglie come finalista Roberto Vecchioni.
23.50. Quindi i veri finalisti sono quelli decisi dal televoto Al Bano, Modà ed Emma, Roberto Vecchioni.
23.59. Belen dice a Gianni che gliela da e lui chiede ad Elisabetta se gliela da o no. Il tutto per fare il markettone a Milly Carlucci ed al suo programma "Ballando con le stelle".
00.11. Nuovo cambio d'abito 8-6. Ricominciamo con i tre finalisti.
Roberto Vecchioni apre le danze. Una parola per questa canzone: Cuore.
Modà ed Emma, detta Afònia (e sto giro le hanno alzato il volume del microfono). Una parola per questa canzone: Energia.
Albano. Una parola per questa canzone: Impeto.
Riempiamo qualche buco con un markettone per la prossima fiction di Raiuno con Nino Frassica e Giulio Scarpati e del disco del Maestro Saviu. 00.40 Stop al televoto.
L'ultimo omaggio ai comici di Luca e Paolo a Cochi e Renato con "Finchè c'è la salute". Fiori ed irriverenza comica da parte dei due.
Prima del finale diamo qualche giudizio.
Belen 7: bella, s'impegna. Penalizzata dai vestiti nelle prime puntate si rifà nelle ultime due.
Canalis 7: problemi con l'inglese, ma dinamica e spontanea.
Luca e Paolo: 9: sono il filo che collegata i pezzi di spettacolo quando si slegano. Brillanti ed irriverenti. Meglio che con le Iene e, forse, addirittura più liberi quei che nel loro programma.
Gianni Morandi: 10: un Festival meno ingessato, forse meno professionale, di altri. Per questo più godibile ed alla mano, forse quei il segreto dei grandi ascolti e dell'alto tasso di gradimento.
Meccanismi di voto: 5: la cavolata inutile della Golden Share rende poco credibile il tutto. La fortuna è che non ha spostato di una virgola il giudizio popolare.
Canzoni: 8: grande varietà di stili, argomenti e sensazioni trattate.
00.56. Dopo i ringraziamenti viene dichiarato il vincitore del 61° Festival di Sanremo.
Terzo: Al Bano (12% delle preferenze)
Secondo: Modà e Emma (40%)
Primo: Roberto Vecchioni con "Chiamami ancora amore" (48%).
Premio Città di San Remo a Gianni Morandi.
01.10. Finisce il Festival. Dopo l'ultima esibizione del Professore, felice come uno scolaretto, con un grande successo personale per Morandi sottolineato dallo stesso Vecchioni: "E' una vittoria tua. Se non mi venivi a prendere tu io non ci venivo qui." In questa frase c'è tutto lo spirito che ha caratterizzato la manifestazione.
Io, mi son divertito a scriverne su queste pagine digitali e spero voi a leggerne. Devo dire che questa esperienza mi ha aiutato a seguirlo meglio.

Grazie Gianni, Grazie Roberto.

venerdì 18 febbraio 2011

61° Festival di Sanremo - quarta serata


E quattro. Ma cosa succederà questa sera? Io, sinceramente, non lo so non ho la più pallida idea del perchè ci sia anche questa serata. Le canzoni le abbiamo ascoltate due volte. Abbiamo celebrato il 150° dell'Unità d'Italia, ed adesso? Voci mi parlano di super ospiti come i Tic Tac o Robert De Niro e donne sopravvalutate come la Belluci. Vedremo. Sopratutto speriamo di finire ad un'orario decente. Inizio a perdere i pezzi e domani devo andare a far la spesa all'Slunga che, come ogni uomo sa, è un trauma ogni volta. Vecchiette impazzite per le promozioni, 5x1 su prodotti in scadenza il giorno dopo ed ogni altro tranello che il marketing possano concepire aspettano al varco l'umano essere. Detto ciò capofittiamoci in questa serata festivaliera.
21.15. La mitica sigletta dell'Eurovisione, e la sfilza di sponsor, ci introducono alla penultima serata. Si inizia con un'escursione all'esterno del Teatro Ariston von villici e ballerini che danzano il valzer in piazza. Il Morandi viene rapito da una stangona di 1,70 e sparisce. Intanto all'interno le due gnocche ufficiali danzeggiano alla bell'e meglio vestite di metallizzato. Voto sempre per gli abiti della Canalis (7-1) anche se Belen mette in mostra più centimetri e morbidezza.
Qualcuno mi spiega perchè il maestro ufficiale non capisce ancora, dopo due anni, da che parte viene inquadrato, ma è simpatico.
Scopro che le canzoni in gara verranno cantate in duetto. Domanda Battiato canta in quattro? Boh, chi vivrà vedrà.
Giusto per confondere le idee agli spettatori, dopo aver dato i numeri del televoto si parte non dal numero uno, ma dal numero due. Quindi Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario accompagnati da Neri Marcorè. Si introducono simpaticamente i due uomini raggiunti poi dalla ragazza. Tre una battuta e l'altra iniziano a cantare raccolti nell'orchestre ed accompagnati alla chitarre da Marcorè. E sono arrivati "fino in fondo al cuore" per citarli con Marcorè divertente all'inizio, ma poco utile ne proseguio.
Scopro anche che due big verranno segati definitivamente grazie ai voti dell'orchestra e degli spendaccioni da casa con sms e telefonate. Certo che quest'anno son proprio belli i fiori di quest'anno, che a vederli viene il mal di stomaco.
La Crus accompagnati da Nina Zilli, rivelazione del Festival scorso, giocano le loro carte. Yuri Chechi arriva a stento alle ascelle della Zilli. Si amalgamano bene; lui anni 60 lei anni 40. Non aggiungono ne tolgono alcunché a brano.
21..4 Morandi va a fuoco! Cosa succede alle sue spalle? Niente, è l'atmosfera per introdurre la Tata accompagnata da Loredana Errore. Guardatevi stupiti. Ma chi minchia è Loredana Errore? E scusate il francesismo. Tanto bella quanto brava e vestita bene sta qui. Già la Tata non riscuote grandi simpatie se poi si tira dietro questa vuol dire che ha impegni a casa per il week end. Ieri l'ha chiamata Gigi che ha finito la cremeria e di tornare a casa. Lei gli ha risposto "Bastardo". Peccato, mi mancheranno i vestiti ed i capelli di Lady. Canalis e Morandi inquadrati sono sconvolti dal suicidio ai Anna Tatangelo.
Max Pezzali si fa fare il coro da Lillo e Greg. Vi stimo fratelli. Vi voglio bene. Applaude anche Yoda. Partono i due con uno swing sinatriano. Grandi, Ottimi. Mi piace l'energia di questa canzone. Ma allora Pezzali ce l'ha uno smoking, riesce ad essere elegante e quasi bello. Greg immobile per tutta la canzone è geniale!
Tricarico con il coro SiLaSol, lui vestito dalla prima comunione, in turchese, il coro in bianco/rosso/verde.
Non vedovo l'ora che arrivasse sul palco Monica Belluci: mi scappa la pipì. Ehi, ma sei ingrassata anche tu, hai le bracciotte da allevatore di maiali e la pancetta. Senza photoshop siamo tutti umani, eh? Torno in tempo dall'espletamento fisiologico per veder entrare in scena un pimpante Robert De Niro, che più invecchia assomiglia più a Richard Gere. Sembra proprio infastidito di guadagnare il cachet della serata dovendo rispondere alle domande. Che noia, che barba sto marchettone. Ma si canta o no?
Finita! Scendono dalla scala con due nuovi abiti (7-3).
Giusy Ferreri decide di complicarsi la vita al Festival, già non semplice, cantando la sua canzone con Francesco Sarcina delle Vibrazioni. Vestita da sadomaso, accompagnata dall'Uomo Basetta (che non è il nuovo super cattivo nemico di Batman) fa danni a se stessa. Fuori sincrono, voci che non si armonizzano. Sono in tanti che ci tengono a tornare a casa stasera.
Madonia e la delusione Battiato aggregano al gruppo dei siculi la sicula Carmen Consoli. Musica un po' troppo alta rispetto alle parole, ma i due (Madonia Consoli) son bravi, una col basso l'altra con la chitarra. Nosferatu esce dalla bara per chiudere la canzone, come di consueto, con la sua spocchia, il suo iPod, ma senza mini tv a led sugli occhi.
In attesa del prossimo cantante entra un mazzo, finalmente uno bello, di fiori bianchi per Belen e presentano Nathalie e L'Aura. MonBoot e vestito rosa Nathalie si siede al piano contrapposto a quello di una L'Aura in vestito maschile e tette di fuori. Armoniche, brave. Con gli ascolti la canzone guadagna in orecchiabilità.
Come, ma torna davvero De Niro? Ne aveva già le balle piene lui prima e noi ancora di più adesso. Potrebbe essere un buon momento per tagliare le unghie al gatto. Ma perchè perdere la manificente eloquenza della lingua inglese della Canalis. Ely è la dimostrazione di come non basta essere fidanzata con un lingua madre per capire tutto ciò che dice un americano. Alla fine il buon Robert si dimostra simpatico.
Roberto Vecchioni canta con la PFM il suo brano "Chiamami ancora amore". Nuovo arrangiamento. Forse un attacco impreciso. Un tappeto musicale in stile PFM che non si armonizza benissimo con la voce e lo stile di Vecchioni, ma che crea un'esperienza sonora unica. La canzone è più forte di qualsiasi contrattempo grazie al suo testo importante.
23.10. Il vero ospite internazionale i Tac Tac (faranno diagnosi diagnosi). Eleganti come solo gli inglesi sanno essere eseguono "Flood" dall'ultimo album. Con coraggio si esibiscono Live, sempre ad un pelo dalla stecca. Spingono la regia ad azzardare composizioni di inquadrature mai viste finora nelle quattro serate. Fanno la loro bella figura. Con gli anni sono migliorati, ed alla fine dell'esibizione vengono raggiunte delle due gnappe che si mettono "in mezzo a loro". Intervista di rito con risposte brillanti da parte di tutto il gruppo.
Davide Van De Sfroos con Irene Fornaciari, che riesce ad imbucarsi anche in questo Festival: non si rassegna proprio. Comunque una energica canzone che piace al pubblico.
Luca e Paolo fuori concorso cantano una canzone dedicata ai fantastici artisti del circo: il PD. Con colbacco dalla stella rossa cantano una parodia di "Uno su mille" che diventa "Uno tra mille". Son bravi e ben divertente. Da cercare su youtube appena disponibile.
Cambio d'abito 8-3.
Al Bano si accoppia con Michele Placido (senza la barba degli ultimi anni) per la sua "Amanda è libera". Placido narra la prima strofa, Al Bano interviene col ritornello, cambio e di nuovo. Applausi. Ho capito più parole stavolta. Bel testo.
Mancano solo Afònia e i Modà con Francesco Renga, l'ho detto io che diversi cantanti si vogliano affondare da soli invitando gente strana. La solita allegria investe l'ascoltatore poi Afònia lascia il microfono a Renga, che in confronto a lei sembra bravo. Quando cantano tutti e tre insieme Afònia sembra addirittura in playback. Renga si diverte e chiude la canzone con stile.
23.45. Mi aspettavo la conclusione della gara. Stolto. Dimenticavo i quattro giovini che si giocheranno la vittoria di San Remo Giovani 2011.
Si parte con la minorenne Micaela, elegante, "Fuoco e cenere". Era buona ieri sera e lo resta stasera, anche se la voce è un po' imprecisa.
Raphael Gualazzi, il Michele Bubbole di Urbino, canta la sua "Foliia d'amore". Leggere stonate, ma bravo pianista.
Roberto Amadè canta "Come pioggia". Se non sbaglio già non m'era piaciuta e confermo, ma lui è stato bravo.
Serena Abrami, con vestio di pizzo e calze nere spesse, canta "Lontana da tutto". Coinvolgente, piacevole, introspettivamente semplice. La mia preferita dall'inizio e che avrei visto volentieri al posto di alcune dei big.
In attesa del verdetto dei giovani Luca e Paolo chiacchierano davanti ad una scacchiera ed un fiasco di vino, giocando sulla mentalità italiana e l'attualità politica. Poi Belen danza un Bolero intenso.
Uno strano meccanismo stila una classifica provvisoria che vede dal quarto al primo Serena Abrami, Roberto Amadè, Micaela, Raphael Gualazzi. Ma non ha vinto ancora nessuno. Con un meccanismo astruso ed inutile dichiarano vincitore Raphael Gualazzi. Sinceramente una stupidata senza pathos. Comunque complimenti al vincitore della categoria giovani, che si porta a casa anche il premio Mia Martini per la critica. Premiazione alle 00.34.
00.42. Nuovi vestiti e continua la rimonta di Belen 8-4. Silvia porta la busta ed un microfono di emergenza e poi partono le clip dei qualificati alla finale: La Crus, Giusy Ferreri, Davide Van De Sfroos, Madonia, Nathalie, Anna Tatangelo, Modà e Emma, Al Bano, Roberto Vecchioni, Barbarossa e Del Rosario. Uno dei miei favoriti esce dalla gara: Max Pezzali. A lui si aggiunge Tricarico con la sua canzone patriottica. Gli sms falsano molto, ma Pezzali venderà perchè è proprio orecchiabile.
Saluta così la quarta puntata. Tra meno di 21 ore saremo di nuovo qui a San Remo con la finale.
E speriamo che sia una cosa seria.

giovedì 17 febbraio 2011

61° Festival di Sanremo - terza serata


Grandi attese per questa sera. La più grande riguarda l'esibizione, e per i più polemici, la retribuzione, di Roberto Benigni. A che ora sarà? Quanto durerà? Cosa dirà? Su Luca e Paolo hanno potuto esercitare pressione e rabbonirli nella serata di ieri, ma con lui come faranno?
Si parte alle 20.40, in anticipo rispetto al solito, ma a che ora finiremo? Puntuale come le tasse arriva la sigla dell'Eurovisione e la lista degli sponsor. Sigla ispirata ai festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia, durante la quale leggo che uno degli autori e Federico Moccia (e mi preoccupo), con un Mazzini piacione. Non male.
Il Morandi non ha la giacchetta sbarluccicante e già un po' mi manca. Ricordiamo i defunti artisti (4) eliminati nelle prime puntate (2), loro non mi mancano. Purtroppo due ci toccherà risorgerli, la domanda è: ma perchè?
Va beh, accantoniamo la tristezze e cominciamo il terzo match tra le stangone. Ely vestita da sposa (come lo spera) e Belen da sposo: questo non vale ai fini del punteggio finale (che ieri si è fermato a 5-1 per l'italica). Entrano Luca e Paolo con un omaggio a Gaber.
L'onore di aprire questa puntata speciale spetta a Davide Van De Sfroos che canta "W l'Italia" di De Gregori, in italiano, ma con il suo stile. Cavoli è vestito persino da persona normale. Strana, ma buona.
L'esclusa della prima serata Anna Tatangelo, che si decide a far valere la sua femminiltà, canta "Mamma". Lei è bella, sciantosa anni 60, rilassata (forse un pelo troppo). Ma se la cava molto bene con la canzone interpretata da Claudio Villa.
Luca e Paolo si ritagliano qualche minuto per scherzare con la prima fila (Masi, Meloni e La Russa) prima di presentare Anna Oxa che si cimenta con "O sole mio". Capelli da pazza e vestito che pare viola. Credo che stia andando a prendere la voce dallo sfintere, ma forse anche da più dentro. C'è una ragione se ti hanno segata alla prima puntata. La parte più significativa della canzone è stata quando mi sono tagliato le unghie.
Al Bano ci spara giù il "Va pensiero" in compagnia di lirici stranieri. Ho già paura per quello che succederà a Giuseppe Verdi. Ok, han sbagliato l'attacco e vanno ognuno per i fatti suoi, ma credo possa peggiorare. Non è peggiorata, ma neanche migliorata peccato, il potenziale lo avevano.
Sorpresona. Gianni Morandi canta una canzone scritta da Mogol e che avrebbe dovuto cantare Gianni Bella, colpito qualche tempo fa da un ictus, "Rinascimento". Professionalità. Classe. Il miglior Gianni Morandi, interprete della musica leggera italiana. Momento serio e difficile premiato con una standig ovation e dalla commozione dello stesso Morandi.
Patty Pravo, vestita da donna bella, canta "Mille lire al mese". Col suo stile di palato, ma piacevole, anche se rimane spesso senza fiato.
Luca Madonia canta "La notte dell'addio" di Memo Remigi, con un pianista e, uno scazzato, Battiato a dirigere l'orchestra (con il suo iPod). Non so a voi, a me fa pena Madonia. Non come cantante, ma per il fatto di essersi voluto/dovuto portare Battiato appresso. Testo intenso, lui abile, ma, purtroppo, una canzone che non rimane.
Si entra negli anni 60 con "il cielo in una stanza" Giusy Ferreri, più vestita del solito. Una canzone che dovrebbe starle a pennello. Ammetto la voce della cassiera dell'esselunga non mi piace, anche quando jazzeggia non fa per me.
Nathalie si cimenta con "il mio canto libero", imbarazzatissima in un mini vestito nero, senza lingerie sotto. La scuola interpretativa di X Factor si sente. Affronta questo brano meglio di altri professionisti che l'hanno preceduta. Con una canzone più forte in gara avrebbe potuto competere per i primi posti, perchè per essere brava è brava.
Una canzone del 1848 "Addio mia bella addio" cantata da Barbarossa e Del Rosario. Una canzone di sofferenza e di sacrificio, come solo in tempi difficili si possono scrivere, forte e intensa. Bravi, più bravi che con la loro canzone in gara.
1923, la storia di Sacco e Vanzetti, Emma e i Modà cantano "Here's to you" su musica di Ennio Morricone. Lei è afona, l'ho già detto? Lui è bravo, anche se grida un po' troppo, l'ho già detto? Comunque, con una canzone movimentata, se la cavano bene.
Max Pezzali si porta Arisa per cantare "Mamma mia dammi cento lire", ed è vestito decentemente. Si, ma la canzone non fa per loro. Base troppo alta, voci basse. Un giro a vuoto, peccato.
"O surdato innamurato" canta Roberto Vecchioni. Napoletano di origine, milanese di nascita. Si tira dietro la platea grazie al ritmo ed alla notorietà della canzone ed un arrangiamento originale. Ma a me non piace un granchè.
I nuovi vestiti meritano un pareggio (rimaniamo sul 5-1).
Alle 22.27 il momento più atteso della serata. Un mazziniano Roberto Benigni fa il suo ingresso in sala su un cavallo bianco e col tricolore in mano, al grido di W l'Italia. Un grande intervento comico sull'attualità, grande le battute su Silvio Pellico e "Le mie prigioni" e Cavour con la nipote di Metternich. E poi si entra nel vivo dell'esegesi dell'Inno d'Italia. Un'esegesi di 40 minuti che è un modo per percorrere i 150 anni del nostro paese scoprendo uomini, donne, luoghi, aneddoti che rendono la nazione in cui abitiamo un grande paese. Finisce alle 23.18 un intervento che risveglia nei cuori di chi lo ha ascoltato l'orgoglio di essere italiani. Peccato che poi ti accorgi di come sono gli italiani contemporanei, presi dai loro affari, che non morirebbero per un ideale, rischiando di perdere la partita in tv, che vorresti tornare nel 1861 e vivere i momenti in cui quel sentimento infervorava le coscienze. Grande Roberto Benigni, chi lo teme è solo l'ignorante, chi lo apprezza è colui che è pronto ad aprire la sua mente.
Ma lo spettacolo ha una rigorosa scaletta da seguire e continua con Yuri Chechi La Crus che si esibiscono con "Parlami d'amore Mariù". Romantica canzone nelle corde del rosso del Festival, anche se dopo l'energico Benigni non è valorizzata.
Tricarico porta sul palco "L'italiano", presentata in concorso proprio a Sanremo da Cotugno. Tricarico con la sua energia spiazza tutti, ma la vera sorpresa è il redivivo Toto che lo affianca a metà canzone. Ai due artisti si aggiunge un coro composto da nuovi italiani per chiudere la canzone.
Manca ancora un ora, sul programma originale, e io sto già per crollare. Mancano ancora due serate, ma per fortuna domani è l'ultima alzataccia lavorativa e nel week end si può recuperare.
Gramsci letto da Luca e Paolo ci accoglie al rientro della pubblicità. Ci scuotono per risvegliare il nostro senso civico.
Ora i quattro giovani di cui due da segare. Micaela con "Fuoco e cenere" apre le danze, dopo uno stallo di Morandi (ma questo Festival è bello perchè spontaneo), ma anche no grazie puoi andare. Un cantautore, Roberto Amadè, è il secondo ed esegue la sua "Come pioggia", un plauso per il coraggio ma torna pure a pitturare le tele che i solventi ti han estirpato la voce. Ragazzi io ho sonno e se andiamo avanti così non arrivo in fondo. Speriamo che gli autoditatti chiusi nella loro cameretta diano una sferzata: i Btwins cantano "Mi rubi l'amore". Canzone giovanile con un po' di energia, ma con poca verve, comunque la migliore fin'ora (ed ho detto tutto). Il cantante attore prodigio Marco Menichini canta "Tra tegole e cielo" per chiudere il gruppo. Efebico, passerà il turno, ricorda i Bee Hive da bravi, pian piano tira fuori la voce. Si gioca la vittoria finale, per me, con la prima di ieri sera. Comunque sia io continuo a preferire Nevruz!
In attesa del risultato del televoto usiamo come riempitivo un balletto di Belen dedicato al cinema di Fellini. In playback ricorda la Yespica del Bagaglino (vista negli scorci di Blob anni fa). Alla fine arriva Morandi con un mazzo di insalata che dovrebbero rappresentare i fiori di San Remo.
Stop al televoto ed annuncio del vincitore della serata è Al Bano con i suoi tre amici. Raccolti 511520 € a favore della Olnus.
Ora seghiamo due giovani. Ma prima una telepromozione, giusto per aumentare un po' il caos. Al rientro compare la busta dell'eliminazione. Passano il turno: Roberto Amadè e Micaela. Ok ho toppato, questo dimostra quanto ne capisca di musica.
Ma in un quarto d'ora riusciamo a ripescarne due facendone cantare quattro? Ma se vogliamo chiudere prima a me va bene uguale, tanto le canzoni fuori non è che mi manchino poi molto. Seduti in fila per la fucilazione son pronti i quattro cantanti. La Tata si è cambiata ed ha un abitino nero che la valorizza. Parte Patty Pravo, a ruota Anna Tatangelo (questa sera ci mette più energia che nella prima esibizione), Al Bano (ammetto che son prevenuto, perchè il testo è intenso), stiamo già sforando mi sa che prima dell'una non finiamo, ed infine Anna Oxa.
Aiuto il divano mi sta inglobando! Quando finisce il tutto? E' l'alba, sento il gallo cantare, vedo il gatto che mi guarda male che vuole venire a dormire sul divano e non mi sopporta più.
Una canzone di Gaber in attesa della busta e quando arriva vediamo le clip dei ripescati.
Come da pronostico Al Bano ed Anna Tatangelo.
Morandi chiude cantando con il cuore l'Inno d'Italia, vale la pena spendere qualche minuto in più per ascoltarlo.
Ora preparo la colazione e poi vado al lavoro, ma forse prima riesco a dormire dieci minuti.
Per ora è tutto, ma domani mattina ci rivediamo.
Restiamo uniti.

Maxi Dylan Dog n. 14

Maxi Dylan Dog n. 14, semestrale
Copertina: Angelo Stano

La capanna nel bosco
Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Marzano
Disegni: Corrado Roi

Uno sperduto bivio nella campagna inglese. Il maggiolone di Dylan viene tamponato da un furgoncino con a bordo quattro ragazzi in vacanza. Affranti per il danno arrecato si offrono di rimorchiare la macchina dell'Indagatore dell'Incubo al più vicino paese in cerca di un'officina. Come potrebbero capitare in un paese normale? Sul retro del benzinaio officina c'è una baracca prigione per una giovane ragazza. Uno dei ragazzi le permette di fuggire, gli abitanti del villaggio se ne accorgono e Dylan ed i suoi compagni di disavventura son costretti a rifugiarsi nel bosco per cercare di salvare la pelle.

Paranoia
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Corrado Roi

E' ferragosto anche nella città di Londra. Groucho è partito per qualche giorno di ferie. A rimanere solo in casa è Dylan. Forse il caldo, forse il sonno, qualcosa, però, lo turba. Strane visioni, città deserta, un'oscura presenza lo turbano. Sarà la sola altra anima viva, una ragazza, in città a salvarlo, od a precipitarlo in un nuovo incubo?

Gita fuori porta
Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Corrado Roi

L'Old Boy ed il suo assistente Groucho son talmente persi nella campagna inglese che neanche il navigatore satellitare, vinto con i punti del supermercato, riesce a rimetterli sulla retta via. Anzi, qualcosa di anomalo sta succedendo. Strani personaggi, fanciulle in pericolo, draghi e serial killer rendono lo smarrirsi ancora più pericolo.

Buttiamo sul mercato un Maxi ogni sei mesi. Con questo slogan la Bonelli ci sottopone questo balenottero con tre storie dylaniate.
La prima cosa in comune che hanno è la copertina che li racchiude. Evocativa, intrigante, spaventosa ed azzeccata. E' da un po' di tempo che Stano azzecca il mio gusto in fatto di copertine e questa più di tutte. I Dylan zombie che aggrediscono quello vivente ha qualcosa di tanto inquietante che fai fatica a staccarne gli occhi.
Seconda caratteristica comune: il disegnatore: Corrado Roi. Uno dei maestri del brivido disegnato si lancia in tre storie rilegate assieme, o manca per troppo tempo dalla serie regolare o si sfoga su quelle parallele. Tranne la prima parte di "Paranoia" le storie non permettono al suo lato oscuro di invadere completamente le tavole. Le storie richiedono luce (tra campagne e boschi) e lui non si tira indietro. Il suo tratto caratteristico ci accompagna piacevolmente per tutta la lettura, dimostrando che se uno è un grande lo resta anche quando nel leggi tre storie di fila senza assuefarti.
Gli autori sono tre, invece, uno per ogni storia. Giancarlo Marzano con la prima storia non stupisce. Un senso di profondo "ma io sta storia l'ho già vista" pervade tutta la narrazione. Piacevole, ma non originale. Pasquale Ruju sfoga, nella seconda, le paure recondite di ognuno di noi con abile maestria mettendoci scarafaggi in primo piano e sconvolgendo la mente di Dylan come non mai. Luigi Mignacco affronta il mondo della fiaba per creare mostri e difficoltà all'Old Boy in modo abbastanza originale. La sensazione che abbia preso lo spunto generale della storia da "Cornelio" di Lucarelli, però, è forte.
Siamo ad un buon livello. Il lettore smaliziato troverà le storie piacevole (anche se con qualche deja vu) mentre il novizio ne sarà preso. Tutto sommato un buon albo che vale i suoi soldi. Un Roi in forma è sempre un piacere, a poter avere delle sue illustrazioni originale a far da quadro in casa ci metterei la firma.

Un albo di buon livello. Da leggere.

mercoledì 16 febbraio 2011

61° Festival di Sanremo - seconda serata


Ed eccoci alle soglie della seconda serata del Festival. Anticipata, come molte delle sere in cui posso, da una serie di partite a Pes 2010 dove, vinto campionato e coppa Italia i miei giocatori han perso la Champions League in finale con il Real Madrid peccato.
Nello scrivere mi son scampato l'antemprima sponsorizzata dall'acqua gassata, ma mi sto beccando i milionari spot pre serata.
Le canzoni le conosciamo. Stasera cosa studieremo? Punteremo i fanali sui 4 giovani in gara? Addrizzeremo le orecchie per rinfrescarci i testi e le musiche di ieri sera? Assisteremo allo scontro Canalis/Rodriguez? Rideremo di e con Luca e Paolo? Morandi sarà meno impacciato? Nel mentre di queste domande è passata la "magica sigletta", come direbbe il piccolo Creti, dell'Eurovisione e Sandokan da il via alla puntata in stile Fantasia di Walt Disney, il primo. Ok è un momento alto, ma nel mentre per evitare di annoiarmi mi infilo aghi intinti nella candeggina sotto i le unghie dei piedi. Oh è finito.
Il Gianni esce da una palla (il fatto che ricorra spesso questa immagine delle palle un po' inizia a preoccuparmi) da flipper con la sua bella giacchetta sbarluccicante tutto gaio e felice annunciando il programma della serata.
Rivedendo la clip la Tata mi ricorda l'efebico cantate dei Tokyo Hotel, è solo una mia impressione? Per la Oxa ribadisco che se non gridasse e basta, ma facesse capire qualche parola forse forse...
Ma vai con la gnocca! Entra Belen con indosso un vestito che neanche da H&M a 10€ coi saldi. Elisabetta fasciata in bianco con mega spacco e schiena nuda 3-0. Simpatico siparietto e si parte con Nathalie che ufficialmente ha un solo vestito. Inevitabile il pargone con il Mengoni e, purtroppo, non ne esce bene; peccato, un rock che non esplode.
Ma se son 15 volte che vieni a Sanremo, su 61 edizioni, perchè non lasci spazio un po' anche agli altri. Vediamo se al secondo ascolto la canzone di Al Bano migliora. Il gatto inizia a farsi le unghie sul divano e non mi sembra un buona auspicio. Stavo mettendo su il tè che è successo? Ah, ha finito Al Bano. Forse è anche un bel testo, è lui che non mi convince.
Luca e Paolo omaggiano con un medley delle sue canzoni Morandi in versione simpaticoremix.
I Modà con Emma, per verificare se l'afonia della cantante è cronica o episodica. L'allegrezza già mi prende. Se passano è perchè lui ha voce e per il controluce del vestito di lei, non per la sua voce/orecchino/capelli.
La Pravo piacente stasera canta la sua "Il vento e le rose" senza la cotonatura di ieri sera (non saranno riusciti a produrre abbastanza lacca sia per lei che per la Montalcini che stasera aveva un raveparty con gli atomi di Cesio). Stessa impressione di ieri, non mi piace il suo stile, ma è meglio di tante altre volte.
Tricarico ha sempre questa faccia rassicurante di chi ha parcheggiato un attimo in doppia fila con le chiavi ne cruscotto ed il motore acceso per scendere a prendere il giornale e, quando torna, non ritrova più la macchina.
Dopo il siparietto dei fiori ci troviamo di fronte alla riproposizione delle presa dei fondelli di ieri sera. Madonia che si scrive la canzone e se la canta e si fa fregare il finale da Battiato che ascolta la radiocronaca di Roma-Shaktar in cuffia (e forse la vede anche su 16:9 che ha sugli occhi).
Uno dei miei favoriti: Max Pezzali che si gioca "il mio secondo tempo" vestito come un lavavetri d'inverno. Si, lo so, è la sua classica canzone, più adulta forse, ma mi piace: è energicamente introspettiva.
Mica mi ricordavo che Yuri Chechi facesse parte dei La Crus, o non è lui? Devo resistere, non devo cambiare. Ok mando sms agli amici per sapere se Battiato gli ha detto cosa fa la Roma, così mi distraggo e non implodo. Non mi sembrava così male ieri, triste.
Oh mamma, ma è ancora vivo Andy Garcia? Ma che fine aveva fatto? Ma è sempre Sanremo o siamo all'Isola dei Famosi? Prepariamoci ad un'intervista pistolotto e magari canta pure. Ve lo avevo detto che cantava e suonava. Apparse le due stanghe (Belen recupera un punto 3-1) e si parte con la canzone. Ok a suonare, ma a cantare no grazie.
Oh, ma quanti me ne sono dimenticati da ieri sera? E' vero che c'è Barbarossa con la spagnola seminuda. Beh, sono affiatati e con un buon ritmo, anche se non mi convincono del tutto.
Ecco finalmente il coraggioso "Yanez" di Davide Van De Sfroos, vestito come se dovesse arrivare da un momento una tormenta di neve, ma d'altronde è il suo stile. Per chi lo conosce è un classico, ma sorprende il pubblico non abituato. Lodevole, come Vecchioni, ieri sera, anche lui usa tutta l'orchestra al meglio.
Luca e Paolo un po' più scarichi rispetto a ieri sera satireggiano su persone che non sono lui.
Canalis e Morandi presentano Roberto Vecchioni. Forse non perfetto come la prima sera, ma con la canzone dal testo più profondo. Ovazione dalla platea.
Quasi nel giorno nuovo facciamoci anche la Ferreri sempre denudata anche se in modo diverso da ieri sera. Passa e va, buona canzone, più energica di ieri.
Guadagnamo tempo facendo cantare, discretamente, Belen, che balla pure, se no come arriviamo a Ferragosto.
Quattro giovani in gara di cui due passeranno il turno: Serena Abrami con "Lontano da tutto", ragazza carina canzone semplice ed orecchiabile, Anansi con "Il sole dentro", tipo trecciuto che parte male con l'effetto grammofono (ok, anche no questo finto reggae a quest'ora). Ok ammetto che ho svuotato la lavastoviglie e mi devo essere perso qualcosa, tipo la terza giovane, e se ci mettevo un po' di più mi perdevo anche il Michele Bubbole italiano. Stasera ne posso eliminare tre e tenermi il bonus per domani?
E siamo a mezzanotte, l'ho già detto che domani lavoro? Quando eliminano i 2 big?
Finalmente un delicato omaggio vero a dei comici da Luca e Paolo: Lo spogliarello di Ric e Gian.
Ma com'è che gli ospiti sono tutti in fondo alla puntata? Arriva la starlette Eliza Doolittle, che dovrei conoscere? Non la conosco, ma me la ricorderò grazie al suo corto abitino. Canzone jingle di una pubblicità, se non vado errato.
Incominciamo con le eliminazioni e seghiamo due giovani emozionati e ne teniamo altri due: Serena Abrami e Raphael Gualazzi passano il turno.
Nuovi vestiti Canalis 5 Belen 1.
Ma perchè infarcire il finale di puntata con tutti questi numeri? Cosa mi centra la Pole Dance adesso? Vogliamo ricordare il burlesque dell'altro anno con Dita Von Teese? Maperpiacere!
Come ieri sera la busta non serve. Vediamo le clip di chi passa. Davide Van De Sfroos. La Crus. Nathalie (sorpresa, non l'avrei detto). Tricarico. Madonia farsa Battiato. Giusy Ferreri. Roberto Vecchioni (e mi stavo preoccupando). Barbarossa e Del Rosario. Max Pezzali (e con questo i miei tre son dentro). Modà ed Emma. Quindi son fuori, con giustizia, Al Bano e Patty Pravo, forse canzoni troppo difficili?
Anche per questa sera chiudiamo il post e ci aggiorniamo a domani che dalle 20.40 si comincia a soffrire.
Buona notte o buon mattino a chi leggerà.

Yanez - Davide van de Sfroos


Sale scende la marea e riporta la sua rudeera
un sèdell e una sciavata e una tuletta de Red Bull
Sandokan cun’t el mohito e’l bigliett cun soe l’invito
Sandokan che ha imparato a pilotare le infradito…
e la geent che la rüva al maar taant per dì che l’è staada
che cul getton de la sala giochi
el càvall el moev un zicch el cüü
uduu de fritüüra de pèss e de piza de purtà via
Kamammuri l’è de sessant’ann che sta
soel dondolo de la pension…
Yanez de Gomera se regordet cume l’era?
adess biciclett e vuvuzela e g’ha el Suzuki anca Tremal Naik…
Yanez de Gomera se regordet de James Brook?
El giüga ai caart giò al Bagno Riviera
e i hann dii che l’è sempru ciucch
stuzzichini, moscardini e una bibita de quartu culuur
abbronzati, tatuati i henn pirati vegnüü de Varees
la pantera, gonna nera, canottiera, cameriera
moev el cüü anca senza i gettoni
ma l’è che dumà per cambiàtt el büceer
Sandokan in soe la spiaggia cui müdand della Billabong
G’ha l’artrite e g’ha el riporto,
partiss per Mompracem cul pedalò
e i Dayki cun scià la Gazzetta
g’hann mea teem per tajatt el coo
i lassen la spada suta l’umbrelon e fan piu danni con l’iPhone
Yanez de Gomera l’eet vevndüda l’otra siira?
pussee che la Perla de Labuan,
Marianna adess la me paar un sass…
Yanez de Gomera cünta soe ammò cume l’era
Ho vedüü che s’è rifada i tètt, l’ha mea pudüü rifàss el coer
la sirena l’è incazzada che po’ mea giügà al balòn
pulenta e cuba libre per i granchi in prucession
cumincia l’eppi auar, la tigre di malesia
finiss all’usteria cul riis in biaanch e la magnesia
ustionati, pirati senza prutezion,
barracudas cun soe i rai ban che giüghen a ping pong
Sandokan che’l vusa deent in pizzeria…
el vusa e canta Romagna Mia…
Yanez de Gomera se regordet cume l’era?
adess biciclett e vuvuzela e g’ha el Suzuki anca Tremal Naik…
Yanez de Gomera se regordet del colonnello Fitzgerald?
l’ho vedüü in soe la curriera che ‘l nava a Rimini a vedè i Delfini
____

Chiamami ancora amore - Roberto Vecchioni


e per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare
Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero
Per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole
Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di dio
in questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
chiamami ancora amore
Perchè noi siamo amore.

Il mio secondo tempo - Max Pezzali


Finchè un bel giorno non mi sono accorto che
bisognava decidere
finchè un bel giorno la carta d’identità
non mi ha rivelato la verità
non è il momento, non è il momento di scherzare
qui c’è un casino, un casino di cose da fare
ho superato, ho superato la metà
del mio viaggio e mi devo sbrigare
che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perchè io un po’ mi sento come all’inizio dello show
però è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, io spero tanto che sia splendido.
Finchè un bel giorno io non ho capito che
era l’ora di scegliere
cose e persone che mi succhiavano via
anche soltanto un grammo di energia
buttare tutto, buttare quello che fa male
o perlomeno buttare quello che non vale
non vale niente o non vale almeno un’emozione
se non vale mi devo sbrigare
che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perchè io un po’ mi sento come all’inizio dello show
perchè è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, io spero tanto che sia splendido.
Quanti armadi da svuotare
quante cose da buttare
che sembrano importanti e invece non mi servono
quante occasioni perse da recuperare
quante carta da giocare.
Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perchè io mi sento come all’inizio dello show
perchè è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, io spero tanto che sia splendido.

martedì 15 febbraio 2011

61° San Remo - Prima serata


Si parte. Alle 21.10 arriva l'anteprima di San Remo, che, girata giorni prima, non è altro che uno spottone per l'acqua che sgancia di dindi. Per fortuna dopo due minuti arriva altra pubblicità e poi via.
21.15. Un lenzuolo bianco vola via e l'Antonellona nazionale e sua figlia, imbottita di valium, passano il testimone al Giannone nazionale che appare in mezzo al pubblico. Avanza stringendo le mani della folla indossando una giacca improponible, neanche Elton John non la avrebbe mai consigliata a Ray Charles. Manfrine.
All'uscita di scena della Clerici, Morandi da il via al Festival e fanno la loro comparsa sul palco due palle (sarà profetico?).
Senza gnoccolone in vista si parte con la gara e sale sul palco Giusy Ferreri che, quasi biotta, dall'alto dei suoi tacchi, canta "Il mare imenso". Un po' trattenuta, forse emozionata, incrocia il suo stile con quello di Patty Pravo. Non mi convince.
A sorpresa niente gnocche, Luca di Luca e Paolo, raggiunto poi da Paolo che presenta Barbarossa e Del Rosario (com'è che è mezza nuda anche lei?) che cantano "Fino in fondo" (ci arriveranno?). Non ho già sentito qualcosa di simile? Mmhh, non so, ma le manca un po' di verve.
Ecco il momento clue del Festival, per me, Roberto Vecchioni che canta "Chiamami ancora amore", diretto da Beppe Vessicchio. Pathos, energia, carisma: perfetto!
Quarto cantante: Lady Tata, Anna Tatangelo, "Bastardo" (dedicato a Gigi?), vestita da uomo con cresta punk e schiena nuda tatuata. Non proprio allegra, vendicativa, ho la sensazione che sia un po' trattenuta anche lei, ma sarà una mia impressione. Non so, non male, ma "si può dare di più".
Sempre senza donne si procede introducendo La Crus, il primo gruppo, in gara con "Io confesso" (Silvio segui il loro consiglio". Molto anni '60 sia come voce che come musicalità.
Ma ora via col primo ingresso delle sgnoccolone di quest'anno. Si respira amicizia durante la discesa dalle scale e durante il siparietto.
Le pupe presentano un Max Pezzali, elegantissimo vestito con la stoffa della coperta dell'hotel, con "Il mio secondo tempo". Un suo classico, bello, energico. Dopo quella di Vecchioni è la più convinta che ho sentito fin'ora.
Davide Van De Sfross, abbigliato al suo classico, canta in dialetto comasco la sua "Yanez". Vivace e malinconica canzone sulla decadenza dei miti della giovinezza dei nostri zii, che potrebbero essere anche i nostri tra qualche anno. Coinvolgente.
Intermezzo comico di Luca e Paolo che rendono omaggio ad una coppia comica italiana: Silvio e Gianfranco. Simpatici in una parodia di "In amore", di Morandi, che diventa "Ti sputtanerò".
Morandi affronta il pubblico per introdurre Anna Oxa, una Ippy con le tette nuove che sembra avere sempre vent'anni, "La mia anima d'uomo" è la sua canzone. Ma perchè per fare gli esperimenti musicali non rimani a casa tua? Per metà della canzone non si capisce una parola. Forse abbiamo un indizio sulla prima eliminata.
Un artista estroso si avvicenda a lei: Tricarico, elegante per la cresima. Canta "Tre Colori". Compunto canta l'unità d'Italia. Non lo capisco come cantante, ma piace.
I Modà ed Emma si presentano sul palco per cantare la loro "Arriverà" (la fine della puntata?). La prima domanda che mi pongo è: ma lei è afona? Per fortuna il cantante dei Modà tiene la canzone sui giusti binari: un urlato da balera degli anni '60.
Ma quanti ne sono usciti, ,a sopratutto quanti ne mancano? Sono le 23.00 ed inizia la seconda parte, con il primo cambio d'abito delle ragazze e di giacca per Morandi. Canalis 2 Belen 0.
Luca Madonia e Franco Battiato si presentano alla sala con "L'alieno" (quello che abita nei capelli di Paolo?). La domanda: dov'è Battiato? Ah era in bagno ed arriva a metà canzone con le cuffie dell'iPod (credo con della musica New Age) giusto per una strofa e per pestare i tasti del pianoforte per venti secondi. La canzone non è male, ma la sceneggiata li penalizza.
Entra la mummia di Patty Pravo con i capelli della Montalcini in testa e canta una canzone di cui mi sfugge il titolo dallo shock. Delle volte che ho seguito San Remo, questa e la meno peggio e meno incomprensibile che le ho sentito cantare. Una storia di vita quotidiana romantica e dolce. Non il mio genere, ma ascoltabile.
Mancano due canzoni!!! E mi chiedo: perchè devo veder ballare Belen? Non posso sentire le ultime due canzoni e poi stramazzare nel letto che domani lavoro?
E bravi che ora arriva Nathalie, vestita anche discretamente e coi capelli rossi, canta "Vivo sospesa", suo componimento. Raffinata, sia di voce che di testi, parte piano e poi cerca di crescere e coinvolgere il pubblico. Bisogna dire che questa, come altre, è abbastanza triste al primo ascolto. Ammirevole esordio per la vincitrice ci X Factor di quest'anno. Chissà come sarebbe stato vedere su quel palco Nevruz.
E chi chiude la kermesse? Pensare che non sapevo nemmeno chi fossero i cantanti prima di sentirli cantare mentre scrivo. O ciumbia mi tocca Albano (che non so neanche come si scrive) come dessert. Canta "Amanda è libera" (a Perugia c'è stata la sentenza del processo e ce lo dice lui adesso?). Ah no, una sconvolgente (è ironico) romanza sulla prostituzione e di una ragazza finita male. Non mi sturba.
Finiti. Seghiamone due andiamo a nanna. Eh no sarebbe troppo bello, ma che è sta finta gara di twist? Ma a chi è venuta in mente?
No le giovani promesse no, mica canteranno adesso sul serio, dai facciamoli cantare domani. Non per sfiducia, ma per sfinimento.
Nonostante lo sfinimento Luca e Paolo sono simpatici. Lo ammetto, durante il secondo tango son andato a toelettarmi per la notte. Con soddisfazione al ritorno mi trovo altra pubblicità, olè!
Busta blue per l'eliminazione, trullo di tamburi. Partono le immagini delle canzoni rimaste in gara. Tricarico, Madonia (quello che tira la carretta di Battiato). Ferreri. VECCHIONI! Emma e I Modà. Barbarossa e Del Rosario. Al Bano (lo scrivo diverso da prima che magari lo azzecco). Ce la fa anche Natalie. La Crus. E passa pure la Pravo. Sopresa Van De Sfroos. Pezzali è dentro anche lui! Bella li. Facendo due conti sono fuori Anna Oxa e Lady Tata, non erano entrambe le peggiori. Ci sarà un ballottaggio giovedì (forse) sera tra queste due e le prossime due eliminate di di martedì e mercoledì che ne ripescherà due e le porterà alla serata finale.
Siamo giunti, all'alba, alla fine della prima serata. Passata senza troppo patema d'animo, con buon piglio, anche se con momenti inutili e riempitivi che potevano essere evitati. D'altronde capita una volta all'anno il Festival e bisogna che si ritagli il suo spazio su Rai1. Morandi è stato un bravo padrone di casa ben coadiuvato dalle spalle che si è scelto, sopratutto da Luca.
Ed ora a nanna!