Era nell'ombra sei anni fa. Sfruttava le ambizioni di Loki per avere in suo possesso il Tesseract, rinvenuto, sulla Terra, durante la Seconda Guerra Mondiale dal Teschio Rosso, arrivando a combattere la Battaglia di New York, divenendo a sua insaputa la causa della formazione degli Avengers. Dopo sei anni ha trovato la collocazione di tutte e sei le Gemme dell'Infinito, ha forgiato il Guanto per accoglierle e comandarle, ha in suo possesso la Gemma del Potere. Ora, lui ed i suoi seguaci, stanno tirando le somme. Le Gemme devono essere recuperate e Thanos deve diventare l'essere più potente del Cosmo. Sulla sua strada, però, si schierano gli eroi più potenti della Terra, un manipolo di pirati spaziali ed il Dio del Tuono. Ognuno con destino fortemente legato a quello degli altri, anche se non ancora sanno che sarà così. Avengers Assembled!
Il primo tempo della battaglia del la salvezza dell'Universo Marvel dura due ore e mezza. In questo lasso di tempo, nella sala cinematografica, tra panini, caramelle, pop corn, bibite che frizzano, telefonini che squillano e messaggi salvavita da inviare durante la proiezione, succede di tutto.
Dieci anni di cinematografia Marvel si trovano sullo scherno. I fratelli Russo dopo, ammettiamolo, la debole sceneggiatura di Civil War dove già avevano a disposizione un numero abbondante di eroi in calzamaglia, girano e ritmano la sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely. Ai secondi il merito di aver pensato la storia, ai primi quello di averla portata sul grande schermo, a Jeffrey Ford e Matthew Schmidt il gran merito di aver montato il tutto in modo spettacolare. Forse ad una seconda visione, più intima, avrò la possibilità di ricredermi, ma il lavoro dei due montatore, per me, è stato fondamentale per il giudizio finale su questo film così articolato.
Si pensi che, ad oggi, i film della Casa delle Idee, Disney inclusa, stanno avendo toni decisamente differenti. Gli ultimi successi, al botteghino, erano all'opposto della scala emozionale: Black Panther si tingeva di politico e spingeva a riflessioni importanti, Thor Ragnarock è stato un buddy movie in compagnia di Hulk. Senza dimenticare il tono leggero e canzonatorio dei Guardiani della Galassia e quello di frattura che ha visto coinvolti Cap e Iron Man.
Ora. Chi si è messo a tirare le fila di tutte le trame e tutti i mood in cui ci siamo stati immersi fino a ieri ha dovuto dosare tutti gli ingredienti. Poco importa se nello spazio, all'inizio della pellicola, succedeva quello che succedeva, in un'altra zona si rideva e scherzava sparando battute: è quello che succede su questo nostro, piccolo, pianeta ogni giorno. La ricerca delle Gemme è il modo migliore per mettere in contatto tutti i punti narrativi già visitati, ma agevola l'introduzione di nuovi ambienti. La linea narrativa di Thor è un ottimo esempio di quanto accade, ovviamente non posso dire nulla di più (anche se quando entra in azione ci offre emozioni paragonabili a quelle del Cap ed esce, definitivamente, dalla macchietta di Zio del Tuono che gli era stata dipinta addosso nella sua ultima avventura). Il film ha una sua struttura ed un suo senso narrativo. La prima parte esplora i rapporti tra i personaggi, ridefinisce alleanze grazie ad un grosso, verde, filo conduttore.
Per tanti che siano, ognuno di loro, principalmente i capisaldi, riescono ad avere il loro spazio ed a dare soddisfazione ai fan che li attendevano. Steve Rogers con barba e capello lungo dipinge "culi sulle strisce" come non mai, Iron Man è tormentato dall'apparire del suo demone, Peter Parker è irriverente e giovane, Scarlet e Visione godono di un ampio respiro narrativo, Hulk/Banner risultano fondamentali, Thor, come detto, diventa veramente il Dio del Tuono che il suo carisma merita di rappresentare, Gamora ha un ruolo fondamentale, la Vedova un po' meno, i Guardiani si integrano in questa avventura che riesce essere al tempo stesso molto spaziale e planetaria.
Poi arriva lui: Thanos. All'inizio è dipinto come un sovrano folle, con la sua corte di sgherri malvagi, poi, quando si approfondisce il suo profilo si scopre che ha uno scopo ben preciso sostenuto da una motivazione importante, per lui. Josh Brolin è colui che interpreta il folle Titano, attorialmente non è a livello dello Spader di Ultron, ma la CGI lo aiuta molto. Conoscendo le motivazioni ed passato fumettistico di Thanos il suo comportamento è più facile da giustificare. Viene a mancare, per creare più empatia con il pubblico, lo scopo egoistico dell'opera che il folle vuole portare a termine. Se questo aspetto fosse stato mantenuto, per me, Thanos sarebbe stato un cattivo ancora migliore di quello che è stato fino ad adesso. Ed è un gran cattivo! Probabilmente il migliore dell'UCM fino ad ora. La seconda parte del film approfondisce la battaglia, il Wakanda è il perfetto terreno di scontro per poter contenere i danni collaterali, e ci offre un finale di quelli che lasciano a bocca aperta: quanti "No!!!" stupiti avete sentito in sala? Quanto avete sperato per uno o per l'altro? Io, ad ogni inquadratura, tenevo il fiato.
Trame su trame convergono verso un punto preciso della narrativa dell'universo creato da Kevin Feige, al quale bisognerebbe fare un monumento in piazza. La sua visione, con Iron Man come primo cardine e con Steve Rogers (più che Capitan America) come suo contraltare, si è rivelata naturalmente, nel senso di "come natura avrebbe voluto" azzeccata. Ora Ant Man e Wasp (luglio 2018) e Capitan Marvel (marzo 2019) ci proietteranno verso il gran finale della Fase Tre, ancora noto come Avengers 4 (maggio 2019). Dopo questo tutto sarà rimesso in discussione.
Quindi? Team Cap rules! Da questo film i supporters del Capitano ne escono con il morale alle stelle, nonostante tutto quello che è successo. Il film funziona. Narra una follia già vista recentemente al cinema (Inferno), ma in un contesto grandioso. I fratelli Russo dimostrano di essere gli unici, tra i registi a disposizione della Marvel, a riuscire ad elevare con pari dignità ciascun eroe hanno tra le mani.
C'è da aspettare il 2019 per sapere come va a finire, ma ne vale la pena.
Ci sono tante cose che vorresti dire ancora, ma rischierei di spoilerare qualcosa e proprio non ve lo meritate. Vorrei essere al cinema, poter mettere pausa e gioiosamente discutere con tutti di quello che sta succedendo sullo schermo. Un film da vedere al cinema in una sala importante.
Titolo originale Avengers: Infinity War
Lingua originale inglese Paese di produzione Stati Uniti d'America Anno 2018 Durata 155 min Rapporto 2.39:1 Genere Cinecomic
Regia Anthony e Joe Russo
Soggetto Vendicatori creati da Stan Lee e Jack Kirby Sceneggiatura Christopher Markus & Stephen McFeely Produttore Kevin Feige Produttore esecutivo Victoria Alonso, Louis D'Esposito, Jon Favreau, James Gunn, Alan Fine, Stan Lee Casa di produzione Marvel Studios Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures Fotografia Trent Opaloch Montaggio Jeffrey Ford, Matthew Schmidt Effetti speciali Gerardo Aguilera, Russell Earl, Ashraf Ghoniem, Swen Gillberg, Jamie Hallett, Darren Hendler, Andrew Morley, Greg Steele Musiche Alan Silvestri Scenografia Charles Wood Costumi Judianna Makovsky Trucco Mary Castor, Chris Diamantides, Benji Dove, Ashley McGuire, Valerie Patterson, Aida Scuffle, Matthew Silva
Interpreti e personaggi
Robert Downey Jr.: Tony Stark / Iron Man Chris Hemsworth: Thor Mark Ruffalo: Bruce Banner / Hulk Chris Evans: Steve Rogers / Capitan America Scarlett Johansson: Natasha Romanoff / Vedova Nera Benedict Cumberbatch: Stephen Strange Don Cheadle: James Rhodes / War Machine Tom Holland: Peter Parker / Spider-Man Chadwick Boseman: T'Challa / Pantera Nera Paul Bettany: Visione Elizabeth Olsen: Wanda Maximoff / Scarlet Anthony Mackie: Sam Wilson / Falcon Sebastian Stan: Bucky Barnes / Soldato d'Inverno Danai Gurira: Okoye Letitia Wright: Shuri Tom Hiddleston: Loki Idris Elba: Heimdall Peter Dinklage: Eitri Benedict Wong: Wong Pom Klementieff: Mantis Karen Gillan: Nebula Dave Bautista: Drax il Distruttore Zoe Saldana: Gamora Gwyneth Paltrow: Virginia "Pepper" Potts Benicio del Toro: Taneleer Tivan / Collezionista Josh Brolin: Thanos Chris Pratt: Peter Quill / Star-Lord
Doppiatori originali
Vin Diesel: Groot Bradley Cooper: Rocket Raccoon
Doppiatori italiani
Angelo Maggi: Tony Stark / Iron Man Massimiliano Manfredi: Thor Riccardo Rossi: Bruce Banner / Hulk Marco Vivio: Steve Rogers / Capitan America Domitilla D'Amico: Natasha Romanoff / Vedova Nera Francesco Bulckaen: Stephen Strange Fabrizio Vidale: James Rhodes / War Machine Alex Polidori: Peter Parker / Spider-Man Paolo Vivio: T'Challa / Pantera Nera Mauro Gravina: Visione Gemma Donati: Wanda Maximoff / Scarlet Nanni Baldini: Sam Wilson / Falcon Emiliano Coltorti: Bucky Barnes / Soldato d'Inverno Rachele Paolelli: Okoye Erica Necci: Shuri David Chevalier: Loki Alberto Angrisano: Heimdall Pino Insegno: Eitri Carlo Cosolo: Wong Eleonora Reti: Mantis Francesca Manicone: Nebula Nino Prester: Drax il Distruttore Letizia Scifoni: Gamora Massimo Corvo: Groot Christian Iansante: Rocket Raccoon Francesca Fiorentini: Virginia "Pepper" Potts Massimo Lodolo: Taneleer Tivan / Collezionista Alessandro Rossi: Thanos Andrea Mete: Peter Quill / Star-Lord
Quest'anno mi sa che mi sono perso le nominations dei Raspberry Awards. Adesso che sono passati gli Oscar è il momento di vedere come, il 2 marzo, sono andate le cose.
Per la prima volta da quando li seguo, un film d'animazione ha fatto il pieno. Si tratta di Emoji. Il film dedicato alle faccine che aggiungiamo ai testi scritti coi nostri telefoni vince in tutte le categorie in cui era candidato: 4. Due star di Hollywood portano a casa il premio per il peggior attore protagonista e non protagonista: Tom Cruise, il primo, non riesce a risollevare un film che ha avuto il torto di essere sopravvalutato, e Mel Gibson, il secondo, vince per il sequel inutile di un film inutile.
Non potevano mancare i premi per le Sfumature dell'anno. Cinquanta sfumature di nero costano una macchia sulla carriera di Kim Basinger e promuovono tutto il film a peggiore dei cinque candidati. Portare via il premio a Michael Bay è un'impresa non da poco. Curioso il premio per peggior attrice. Tyler Perry. Un omone afroamericano, che si è costruito una carriera divenendo nel 2008 uno dei cinque uomini pagati a Hollywood, interprete della terribile Madea, da lui stesso creata.
Peggior Film · Emoji: Accendi le Emozioni · Baywatch · Cinquanta sfumature di nero · La Mummia · Transformers: L’ultimo Cavaliere Peggior Attrice · Tyler Perry - Boo! 2: A Madea Halloween · Katherine Heigl - L’amore Criminale (Unforgettable) · Dakota Johnson - Cinquanta sfumature di nero · Jennifer Lawrence - Madre! · Emma Watson - The Circle Peggior Attore · Tom Cruise, La Mummia · Johnny Depp, Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar · Jamie Dornan, Cinquanta Sfumature di Nero · Zac Efron, Baywatch · Mark Wahlberg, Daddy's Home 2 e Transformers: L’ultimo Cavaliere Peggior Attore non Protagonista · Mel Gibson - Daddy's Home 2 · Javier Bardem - Madre! e Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar · Russell Crowe - La Mummia · Josh Duhamel - Transformers: L’ultimo Cavaliere · Anthony Hopkins - Autobahan - Fuori Controllo (Collide) e Transformers: L’ultimo Cavaliere Peggior Attrice non Protagonista · Kim Basinger - Cinquanta Sfumature di Nero · Sofia Boutella - La Mummia · Laura Haddock - Transformers: L’ultimo Cavaliere · Goldie Hawn - Snatched · Susan Sarandon - A Bad Moms Christmas Peggior Combo · Qualsiasi due odiosi Emoji per Emoji - Accendi le Emozioni · Qualsiasi combinazione di due personaggi, due giocattoli sessuali o due posizioni sessuali - Cinquanta sfumature di nero · Qualsiasi combinazione di due esseri umani, due robot o due esplosioni - Transformers: L’ultimo Cavaliere · Johnny Depp e il suo essere sempre ubriaco - Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar · Tyler Perry e o i logori vecchi vestiti o la parrucca consumata, Boo! 2: A Madea Halloween Peggior Remake, Rip-off o Sequel · Cinquanta sfumature di nero · Baywatch · Boo! 2: A Madea Halloween · La Mummia . Transformers - L'ultimo cavaliere Peggior Regista · Anthony Leonidis - Emoji: Accendi le Emozioni · Darren Aronofsky - Madre! · Michael Bay -Transformers: L’ultimo Cavaliere · James Foley - Cinquanta sfumature di nero · Alex Kurtzman - La Mummia Peggior Sceneggiatura · Emoji - Accendi le Emozioni · Baywatch · Cinquanta sfumature di nero · La Mummia · Transformers: L’ultimo Cavaliere
Premi speciali
Barry L. Bumsted Award CHiPs per il peggior rapporto budget / incasso
Razzie Rotten Tomaoes Award Baywatch per il peggior film più brutto ma amato dal pubblico
BATMAN 27 (140) (contiene Batman #26, Detective Comics #960, Nightwing #24) di T. King, J. Tynion IV, T. Seeley, M. Janìn, A. Martinez, M. Medonca 16,8×25,6, S, 72 pp, col. 9788833044354 € 3,50
A letto con Selina, Bruce rimembra gli eventi sanguinosi della Guerra degli Scherzi e degli Enigmi che Joker e Edward Nigma hanno dato vita, nel passato, per decidere chi avrebbe ucciso il Cavaliere Oscuro. Ciascuno di loro ha reclutato alcuni dei più pericolosi criminali di Gotham, per formare il suo piccolo esercito. Chi ne paga le conseguenze sono i cittadini.
Numero di transizione di King. dove vengono presentate le figure di contorno. Janin ci offre, anche, una rappresentazione giovanile e sana del Pinguino. Che anche lui abbia pagato pegno in questa guerra?
Batman e Zatanna stanno avendo una discussione seria. Lei non vuole acconsentire all'uso della magia per dargli risposte; potrebbe essere più dannoso che efficace. Lui non vuole sentire ragioni, convinto di essere nel giusto ed abbastanza forte. Come si risolverà questa situazione di stallo.
Dick Grayson, con molta originalità, è alle prese problemi personali e sentimentali. Nightwing, invece, con un'agguato mortale su uno yacht privato ed una bomba che gli sta per esplodere tra le mani.
BATMAN 26 (139) (contiene Batman #25, Detective Comics #959, Nightwing #23) di King, Tynion IV, Seeley, Janin, Martinez, Jung 16,8×25,6, S, 72 pp, col. 9788833042084 3,50 €
Bruce Wayne ha compiuto il passo: ha confessato il suo amore a Selina Kyle e le ha chiesto di sposarlo. La risposta si farà attendere perché, prima, colui che è, Batman vuole raccontarle una vicenda che ha segnato la sua vita. Uno scontro tra suoi acerrimi nemici che lo ha portato a prendere una decisione ancora inconfessata. L'odio di Joker e dell'Enigmista nei suoi confronti ha portato Gotham in guerra: la Guerra degli Scherzi e degli Enigmi.
Era tanto che non si vedevano due dei più iconici nemici del Crociato Incappucciato. Per farli tornare, King si è inventato una storia ambientata nel passato e che li vede uno di fronte all'altro. Uniti dalla voglia di uccidere il Pipistrello, non riescono, però, a mettersi d'accordo su come e chi. Questo conduce allo scontro, disegnato da Janin, tra i due criminali. Come andrà a finire, al momento, non è dato saperlo.
Detective Comics continua a narrare la vicenda della squadra di Batman. La squadra è alle prese con l'Ordine di San Dumas e la nuova intelligenza artificiale, creata per sterminare gli infedeli. Azrael, avendone fatto in passato, è il più coinvolto. Intanto, Batman cerca risposte presso una vecchia amica: Zatanna. La maga ha accesso a poteri immensi e sconosciuti e Bruce sa che ha un modo per aiutarlo.
Dick a Bludhaven cerca lavoro: Nightwing l'avventura ed il modo di spazzare via la criminalità. Shawn vorrebbe che il suo fidanzato mettesse la testa a posto ed iniziasse a cercare un lavoro.
Se Detective Comics propone storie interessanti (anche se queste avventure con intelligenze artificiali intelligenti hanno un po' rotto) altrettanto non si può dire di Nightwing. Magari al cinema sarà un personaggio migliore, ma qui, spesso, regna la noia.
L'idea mi intrigava. Una serie antologica di telefilm basati sui racconti di Philip K. Dick: cosa ci potrebbe essere di meglio per un appassionato di fantascienza?
The Hood Maker Impossible Planet The Commuter Crazy Diamond Real Life Human Is The Father Thing Autofac Safe and Sound Kill All Others
Sono i racconti che Amazon Video, dopo l'abbandono di AMC, e Sony hanno deciso di includere in questa prima stagione.
Ovviamente non mancano cast ricchi di attori di talento. In Italia, dove gli episodi hanno seguito un ordine diverso di pubblicazione rispetto alla programmazione americana, siamo partiti con Anna Paquin/ Terrence Howard ed abbiamo, poi, incontrato Bryan Cranston, Vera Farmiga, Steve Buscemi, Timothy Spall, Jack Reynor, Benedict Wong, Geraldine Chaplin, Georgina Campbell (questi quattro tutti in un unico episodio). Ognuno di loro offre, nell'episodio in cui è coinvolto, una prestazione di alto livello. Sulla qualità attoriale di questa produzione, infatti, non si può dire nulla.
Anna Paquin lesbo poliziotta in una vacanza particolare
Il difetto, a mio parere, è riscontrabile nella scrittura degli episodi. Se il soggetto di Philip K. Dick è intoccabile è la trasposizione per il piccolo schermo che gli adattatori di ogni singolo episodio che lascia a desiderare. Se pensiamo alla vicenda che ci viene raccontata, infatti, non possiamo fare a meno di dire: interessante (The Hood Maker) , mi è piaciuto (The Commuter), mi ha fatto riflettere (Kill All Others), ecco dove... (The Father Thing) e tante altre espressioni di stupore ed interesse, è per la messa in scena che ci possiamo sentire a disagio. La maggior parte delle produzioni le ho, personalmente, trovate prive di pathos. Ho seguito la vicenda, ma, alla fine, non mi è rimasto nulla dentro. Non mi ha coinvolto emotivamente. Giungevo alla fine dell'episodio e mi dicevo: "quindi?".
Bryan Cranston tra alieno ed umanità
Lo scopo di serie come queste potrebbe essere quello di spingere lo spettatore a recuperare i romanzi, racconti, originali per leggerli. Credo che certi messaggi passerebbero meglio e certe storie si possano rivelare più comprensibili (io ad Impossible Planet fatico a dare un'interpretazione).
Cappelli e cappucci
Se siete di passaggio, se non avete altre serie in corsa, se volte, poi, leggere.
Un buon episodio.
Titolo originale Philip K. Dick's Electric Dreams
Paese Regno Unito, Stati Uniti d'America Anno 2017 – in produzione Formato serie TV Genere fantascienza Stagioni 1 Episodi 10 Durata 60 min (episodio) Lingua originale inglese Rapporto 16:9
Crediti
Ideatore Ronald D. Moore, Michael Dinner Soggetto racconti di Philip K. Dick Musiche Harry Gregson-Williams, Ólafur Arnalds, Cristobal Tapia de Veer Produttore Lynn Horsford, Rupert Ryle-Hodges, Dan Winch Produttore esecutivo Ronald D. Moore, Michael Dinner, Bryan Cranston, James Degus, Isa Dick Hackett, Kalen Egan, Christopher Tricario, Maril Davis, David Kanter, Matt DeRoss, Lila Rawlings, Marigo Kehoe, Kate DiMen Casa di produzione Channel 4, Sony Pictures Television
Prima visione Distribuzione originale Dal 17 settembre 2017 Distributore Channel 4
Distribuzione in italiano Data 12 gennaio 2018 Distributore Amazon Video
C'è chi i fantasmi li vuole scacciati dalla sua casa e c'è, sempre più spesso, chi rimpiange la persona tragicamente scomparsa e la vorrebbe rivedere, come ectoplasma, per poter passare insieme un ultimo minuto, chiudere un conto in sospeso, chiedere spiegazioni o solo scambiare uno sguardo e tornare a vivere senza tormenti. Paul Morris ha trovato suicida, impiccata, nella loro casa la sua Lara. Condividevano la vita insieme, dal lavoro alla passione per il tango. Vorrebbe ballare un'ultima volta con lei e, dopo averle provate tutte, la sua ultima carta, la più disperata, da giocare è Dylan Dog. L'Indagatore dell'Incubo si appoggerà a Maria Trelkovski per richiamare lo spirito di Lara ed offrire l'ultimo tango a Paul.
Simeoni a volte ha picchi d'ingegno, altri cadute banali. In questo numero guadagna pagine approfittando del giochino alla Black Panther (ripropone la stessa sequenza di eventi, non tre, ma, solo, due volte), ma lo fa in modo giudizioso. Non si approfitta del lettore e lo guida verso lo snodo narrativo della sua immaginazione. Non ricordo, in ogni caso, ma sarà la mia mente a vacillare, numeri della serie regolare in cui l'Old Boy sia così accondiscendente verso il paranormale ed accetti un simile accadere degli eventi. Un po' Dylan Dog, un po' Brendon di Chiaverotti, questo soggetto (e sceneggiatura) di Simeoni si dipana, pur non rendendosi indimenticabile.
Bruno Brindisi ai disegni è sempre una garanzia, che piaccia o meno, offre un quadro chiaro del personaggio con il quale è cresciuto. A disegnare tavole si trova più a suo agio che a realizzare illustrazioni e, di questo, lo ringrazio. Cura le ambientazioni, la tecnologia con la quale Dylan cerca di entrare in contatto, le carampane amiche di Madame Trelkovski (da questo numero semplicemente Maria, per Dylan). La somma genera un totale interessante per un Dylan Dog piacevole, dove la mano di Recchioni poco si vede.