I Guardiani della Galassia hanno salvato l'Universo da Ronan e da Thanos, ma non si sono fermati lì. Pochi mesi dopo l'impresa vengono assoldati dal popolo dei Kree per terminare un mostro arrivato sul loro pianeta natale. Le cose sembrano andare bene, ma Rocket ne combina una delle sue ed, ora, i Guardiani sono invisi ai Kree che hanno deciso di eliminarli fisicamente. La fuga porta Starlord e i compagni ad incontrare Ego, il padre di Peter, che li salva. Ma, i Kree, che non sono affatto rancorosi, assumono Yondu e la sua ciurma di Ravegers spaziali per catturare ed eliminare i Guardiani. Da queste premesse non può scaturire la necessità di salvare l'Universo un'altra volta.
Al netto degli spoiler, questo è quello che si può raccontare del Vol.2 de I Guardiani della Galassia.
Il film ricalca, almeno all'inizio, le orme narrative del suo predecessore, anche se, per forza di cose, questa volta, l'avventura è già in partenza corale e non incentrata su Peter Quill. In ogni caso, la pellicola prende la decisione, come già visto in Civil War, ma qui senza metterli contro, di dividere in due gruppi gli eroi e fargli affrontare un percorso diverso per giungere alla, classica, battaglia finale.
La narrazione si regge, sopratutto nella parte centrale, su lunghi, verbosi, dialoghi tra coppie di protagonisti, Gamora/Peter, Drax/Mantis, Rocket/Yondu. Il tutto è utile per approfondire la psicologia dei personaggi e far conoscere agli spettatori i nuovi entrati. Se di Nebula sapevamo qualcosa dal primo film e di Yondu avevamo scalfito la superficie, Ego, Mantis ed i Kree hanno bisogno di essere introdotti. Certo, a volte, gli espedienti utilizzati per far partire la conversazione sono stucchevoli e banali, ma tant'è.
I nuovi personaggi. Ego ha la faccia di Kurt Russel, in forma e spavaldo come sempre, perfettamente adatto ad incarnare il padre di Peter Quill. Intelligente la spiegazione scelta da James Gunn per giustificarne la presenza in forma umana. Funziona, anche se alcuni sprazzi del suo spiegone introduttivo non convincono, neanche a bocce ferme. Mantis, Pom Klementieff, è un elemento di alleggerimento nel film. Si aggiunge a Baby Groot e Drax e raggiunge il suo scopo. L'ingenuità narrativa ed espressiva che l'attrice riesce a trasmettere allo spettatore sono tanto sconcertanti quanto realistiche. La sorpresa è Elizabeth Debicki, Ayesha, che sotto la lamina d'oro che la ricopre riesce ad essere minacciosa e sensuale allo stesso tempo; un'ottima aggiunta al panel dei cattivi (che poi tanto cattiva non è, lei persegue senza gratuità un scopo, giusto dal suo punto di vista).
Presenze minori, come quella di Stallone ed i Howard il Papero, sono ben gradite, ma, sopratutto il primo, avrei voluto vederlo per più minuti. Assenza inaspettata, per quanto letto durante la produzione, quella di Glenn Close.
Decisamente convincente, simpatica ed azzeccata la prova di Sean Gunn nei panni di Kraling. Sempre un piacere rivederlo dopo gli anni passati sul set di Una Mamma per Amica.
Il cast originale è in forma. Chris Pratt si diverte, Zoe Saldana anche di più, Dave Bautista come non mai e Rocket (doppiato in italiano) ha il suo perché costante. Punto di forza di James Gunn in questo Vol. 2 è Baby Groot. Seppure ne abusi in alcuni casi a quel tenero faccino non si può resistere e si perdona tutto.
Le scenografie (che sono parte integrante degli effetti speciali) sono curate e realistiche. Il film spazia per una miriade di ambienti e tutti rendono l'idea di ciò che voleva essere trasmesso. Ego il Pianeta Vivente è uno spettacolare trip lisergico originario degli anni '60/'70 del secolo scorso mischiato con un'indigestione di tacchino arrosto. Unica nota di "già visto" è l'ambientazione iniziale: sembra di essere su Asgard, all'interno della piattaforma d'accesso per il ponte generato da Heimdal.
La colonna sonora è importante, forse, persino di più di quella del Vol.1. La scelta delle canzoni della mamma di Peter è un percorso formativo per il giovane figliolo e le musiche originali sottolineano nel modo corretto i momenti salienti.
Importanti nel contesto narrativo e per gli sviluppi delle trame delle UCM alcuni dialoghi e dettagli disseminati tra film e scene (5) post crediti:
- Nebula che confessa a Kraling la sua intenzione di smembrare Tanhos;
- Stan Lee che dialoga con Uato ed altri Osservatori;
- la nascita di Adam (Warlok?) per mano di Ayesha.
Visto in 3D, di cui, come al solito, avrei fatto volentieri a meno, questo film mantiene le premesse di disimpegno e di leggerezza, così come getta altri indizi per la Guerra dell'Infinito che ci attende a maggio del 2018. Piacevole cavalcata galattica senza pretese.
Titolo originale Guardians of the Galaxy Vol. 2
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 2017
Durata 137 minuti
Rapporto 2.35:1
Genere Cinecomic
Regia James Gunn
Soggetto Guardiani della Galassia di Dan Abnett e Andy Lanning
Sceneggiatura James Gunn
Produttore Kevin Feige
Produttore esecutivo Nikolas Korda, Stan Lee, Victoria Alonso, Jonathan Schwartz, Louis D’Esposito
Casa di produzione Marvel Studios
Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures
Fotografia Henry Braham
Montaggio Fred Raskin, Craig Wood
Effetti speciali Chris Townsend
Musiche Tyler Bates
Scenografia Scott Chambliss
Costumi Judianna Makovsky
Interpreti e personaggi
Chris Pratt: Peter Quill / Star-Lord
Zoe Saldana: Gamora
Dave Bautista: Drax il Distruttore
Michael Rooker: Yondu Udonta
Karen Gillan: Nebula
Pom Klementieff: Mantis
Elizabeth Debicki: Ayesha
Chris Sullivan: Taserface
Sean Gunn: Kraglin
Sylvester Stallone: Stakar
Kurt Russell: Ego
Doppiatori originali
Vin Diesel: Baby Groot
Bradley Cooper: Rocket
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