Dylan Dog N° 373
La fiamma
Soggetto e sceneggiatura: Emiliano Pagani
Disegni: Daniele Caluri
Copertina: Gigi Cavenago
Periodicità: mensile
uscita 29/09/2017
Prezzo: 3,50€
Scontri a Londra. La decisione, da parte dell'amministrazione centrale, di concedere i permessi per espandere una discarica ha generato un'ondata di violente proteste nel quartiere periferico interessato.Coinvolto dalla sua nuova, esagitata, ragazza Dylan si troverà proprio al centro di questi scontri. Sarà protagonista di diversi incontri con il mortale poliziotto "407" e cercherà di salvare dalle sue cure più persone possibile.
I Paguri debuttano su Dylan Dog. Dopo i lavori per Il Vernacoliere ed il loro maggior successo Don Zauker Emiliano Pagani, testi e sceneggiatura, e Daniele Caluri, disegni colgono l'occasione della gestione Recchioni per tratteggiare un aspetto delle vita del sempre più ex Indagatore dell'Incubo. Troviamo il nostro alle prese con un poliziotto malvagio, che mena i manifestanti e che insegue Dylan in giro per quartieri ed ospedali.
La storia ha ritmo, è disegnata in modo convincente, ma è ovvia ed inutile come tante altre del nuovo corso (nuovo si fa per dire visto che son più di tre anni che vi navighiamo in questo corso). Pagani riprende le tematiche a lui care, esasperazione del comunismo, retorica spiccia, frasi fatte, nutre la nemesi dei criminali (il poliziotto) con i peggiori aspetti del suo lavoro (li abbiamo visti recentemente in azione a Barcellona, picchiare anziani, buttare dalle scale uomini e donne, spezzare dita a donne indifese) e frulla tutto insieme. Ne esce un punto di vista che pretendere di descrivere l'intimità del protagonista, ma che nasconde una carica sociale opaca, senza spunto e con colpi di scena talmente telefonati che prima di chiamare ti mandano un sms.
La copertina di Cavenago è l'aspetto migliore di questo albo.
Onestamente, ormai, mi chiedo quanti leggano ancora Dylan Dog perchè gli piace, quanti perchè sperano che migliori e quanti perchè è un appuntamento mensile che hanno da decenni. Io per adesso appartengo ancora alle ultime due categorie. Dovessi scendere ancora di una sarebbe una tristezza epocale.
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