giovedì 15 settembre 2016

Indipendence Day: Risurrezione

Sono passati venti anni da quel quattro di luglio nel quale gli alieni tentarono di conquistare la Terra e vennero sconfitti grazie ad un virus informatico.
La civiltà umana ha fatto passi da gigante grazie alla tecnologia sottratta agli invasori e riconvertita in ogni settore, dalle armi ai trasporti. Sono passati venti anni e gli alieni hanno avuto il tempo di preparare una nuova invasione. Arrivano e ci ribaltano come dei calzini. Poi però...

Eh, sì. Questa è l'elaborata trama pensata dagli sceneggiatori capitanati dal regista di questo, e dell'originale, capitolo della lotta alieni vs terrestri: Roland Emmerich. Il regista è un vero esperto dei disaster movie ed ha rotto molti schemi in passato, offrendoci momenti di onesto divertimento spensierato. Oggi, dopo qualche flop di troppo, torna dietro alla macchina da presa per dirigere il secondo (dei tre) capitoli della sua saga fantascientifica preferita. Gli riesce bene? Mica tanto.
Nel senso che durante le due ore di questa pellicola sono ricche di avvenimenti, informazioni, nozioni, colpi di scena (per quanto prevedibili) e graditi ritorni, ma il pathos è completamente assente. 


Certo le scene di disastro sono sconvolgenti, ci mancherebbe altro da Emmerich, ma è a tensione sempre alleggerita che viene a mancare. Ciò che succede è un innanellamento di stereotipi, che peraltro lo stesso cineasta ha contribuito a consolidare, con nessuna vera innovazione, se non in campo visivo. Ciò che vediamo sullo schermo è un ripetersi degli avvenimenti del primo film mescolati ad effetti alla Alien, Predator e tanti altri film di fantascienza che ci sono passati davanti negli ultimi venti anni.



Ciò che salva la baracca dall'oblio e la rende scorrevole è il cast scelto. Sebbene i ruoli siano ovvi e Jessie Usher negli ereditati panni di Dylan Dubrow-Hiller faccia pesantemente rimpiangere l'assente Will Smith, gli altri, tra nuovi e vecchi, portano a casa la missione. Rivedere l'invecchiato presidente Withmore, con barba e faccia di Bill Pullman, Jeff Goldblum e Judd Hirsh, padre e figlio Levinson è stato veramente un piacere (anche se la sottotrama di quest'ultimo è veramente inutile in oltre ogni concepibilità). Una buona aggiunta è stata Charlotte Gainsbourg, la dottoressa Catherine Marceaux, Sela Ward, dopo aver lasciato il lavoro come avvocato presso l'ospedale in cui opera il Dott. House, suo ex-marito, è diventata Presidente degli Stati Uniti d'America e non ne fa una giusta. Tendenzialmente inutile Maika Monroe, la figlia Pullman nel film. Risolleva un po' il morale il piccolo Thor, Liam Hemsworth, che se non lo guardi bene quasi ti convince di essere suo fratello. 

Si chiama davvero così!
Infine, si sa, ormai, che il mercato cinese è diventato il secondo in ordine di incassi a livello mondiale doverosa, quindi, la presenza di Angelababy. Chi è? Rain Lao la pilota cinese dello squadrone anti-alieni. Bel sorriso, minuta e simpatica. Fa specie comunque che tutti i più abili top-gun interstellari siano dei ventenni alle prime esperienze di volo.

Un gradito ritorno.
Ultima menzione per Brent Spiner. Io l'avevo creduto morto durante il primo film, invece, sorpresa, risorge dal coma proprio a venti anni di distanza. La sua storia è piacevole, divertente grazie al pizzico di follia che riesce ad iniettare in ogni sua apparizione. Mi fa piacere (piccolo spoiler) che sia suo la battuta che chiude il film.

La pellicola è guardabile. Non segnerà un'epoca come è accaduto per il suo predecessore, non trasmette emozioni, non eccelle nel divertimento. In ogni caso è un buon disaster movie.


Titolo originale Independence Day: Resurgence 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2016 
Durata 120 minuti
Rapporto 2,35 : 1 
Genere fantascienza

Regia Roland Emmerich 

Soggetto Roland Emmerich, Dean Devlin, James A. Woods, Nicholas Wright
personaggi creati da Dean Devlin e Roland Emmerich 
Sceneggiatura Roland Emmerich, Dean Devlin, James A. Woods, Nicholas Wright, James Vanderbilt 
Produttore Dean Devlin, Roland Emmerich, Harald Kloser 
Produttore esecutivo Ute Emmerich, Carsten H.W. Lorenz, Larry J. Franco 
Casa di produzione 20th Century Fox 
Distribuzione (Italia) 20th Century Fox 
Fotografia Markus Förderer 
Montaggio Adam Wolfe 
Musiche Harald Kloser, Thomas Wanker 
Scenografia Barry Chusid 
Costumi Lisy Christl 
Trucco Stuart Gordon Tribble 

Interpreti e personaggi

Liam Hemsworth: Jake Morrison
Bill Pullman: Thomas J. Whitmore
Jeff Goldblum: David Levinson
Jessie Usher: Dylan Dubrow-Hiller
Maika Monroe: Patricia Whitmore
Sela Ward: presidente Lanford
Charlotte Gainsbourg: dottoressa Catherine Marceaux
Joey King: Sam
Judd Hirsch: Julius Levinson
Vivica A. Fox: Jasmine
William Fichtner: generale Adams
Brent Spiner: dott. Brakish Okun
DeObia Oparei: Dikembe
Gbenga Akinnagbe: agente Travis
Samantha Logan: Anissa
Angelababy: Rain Lao

Doppiatori italiani

Andrea Mete: Jake Morrison
Sandro Acerbo: Thomas J. Whitmore
Massimo Corvo: David Levinson
Simone Crisari: Dylan Dubrow-Hiller
Joy Saltarelli: Patricia Whitmore
Laura Boccanera: presidente Lanford
Carlo Valli: Julius Levinson
Angelo Maggi: generale Adams
Marco Mete: dott. Brakish Okun
Veronica Puccio: Rain Lao

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