Mercurio Loi N° : 13
Tempo di notte
Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Sergio Ponchione
Colori: Nicola Righi
Copertina: Manuele Fior
Periodicità: bimestrale
uscita: 25/09/2018
Prezzo: 4,90€
La notte, un unico nome per raccogliere ogni tempo che va dal tramonto all'alba ogni giorno della settimana. La notte un tempo senza tempo dove accadono eventi che il nostro cervello rischia di distorcere. La notte, quel momento che Mercurio Loi apprezza per saltellare di tetto in tetto ed andare a parlare con Galatea ed i membri di Sciarada. La notte che riporta alla mente del Colonnello Belforte i momenti, truci, passati con Il Contrappasso e che gli impedisce di agire con prontezza di fronte ad un omicidio. La notte dei due amanti Diana e Ottone, ma che non è sempre così serena e romantica come potrebbe essere.
Una storia decisamente intima quella che ci propone l'autore unico della serie Bilotta. Riflettere sul concetto di notte e sulle sue influenze sull'animo umano è da sempre passione nascosta, poco, di poeti e narratori. Perchè non lasciar cadere nella riflessione anche Mercurio Loi? Anche se Mercurio ben poco centra con questa storia. Lo sentiamo nominare, ma, praticamente, non lo si vede in azione fino a pagina 70 dell'albo. In compenso, Bilotta lascia ampia libertà di azione ai comprimari della storia, quasi appaiono tutti coloro che abbiamo incontrato fino ad oggi. Diana, che Ponchione ci mostra sia nelle vesti, poche, di amante di Ottone, che di generosa direttrice di orfanotrofio, Ottone stesso, tormentato dal suo errore imperdonabile, Belforte che non riesce ad essere chi dovrebbe essere e commette un errore fatale. Persino di Galatea si scopre qualcosa di più.
Si accennava a Ponchione (asitgiano, classe 1975) torna dopo aver disegnato il mitico numero 6, A passeggio per Roma. Come sempre vivere le sue tavole è entrare nella Roma di Loi. Mi è piaciuta molto la scelta di creare griglie semplici e dai bordi spessi. Lo stile di disegno, quasi grottesco ha permesso di rendere l'anima granguignolesca che percorre sotto traccia tutto l'albo. Grande anche l'accostamento dei colori di Nicola Righi, il colorista maschio più attivo sulla testata. Mi è piaciuto l'uso delle ombre, indispensabile in un numero del genere, e quella sensazione che a tratti mi è presa di vedere vignette colorate come a carboncino.
Quella di Manuele Fior è un'altra di quelle copertine che, pur nella sua semplicità, lascia ammirato il lettore.
Un numero sperimentale nel quale succede quanto e di più è possibile. Un nuovo inizio delle avventure di Mercurio Loi per il quale, forse, Roma non sarà più la stessa.
Sempre una gioia l'acquisto in edicola di questa collana.
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