Herry Pym è un geniale scienziato che negli anni '80 del secolo scorso aveva inventato le particelle Pym, capaci di ridurre lo spazio vuoto tra le molecole della materia e, quindi, a rimpicciolire la gente. Si era così trasformato nel piccolo, mitologico, eroe Ant-Man.
Hope Van Dyne è la figlia di Harry Pym e Janet Van Dyne. Ansiosa di aiutare il padre, dopo un errore commesso, non vede l'ora di indossare il costume di Ant-Man e diventare un'eroina.
Darren Cross è stato il delfino di Hank Pym alle industrie Pym ed è ansioso di superare il genio del suo maestro. Crea la tuta del Calabrone, dotata degli stessi poteri di quella di Ant-Man, ed è pronto a venderla al miglior offerente, chiunque egli sia. L'unico modo per impedirglielo è che Scott Lang accetti di indossare la tuta di Ant-Man e che gli sottragga tuta, formula, dati sperimentali. Insomma che sia faccia coinvolgere in un altro furto con scasso.
Il regista Edgar Wright ha lavorato alla sceneggiatura per anni poi, in divergenza con alcune idee dei Marvel Studios, ha deciso di lasciare ed il testimone è passato a Peyton Reed ( cinquanta anni e pochi film sulle spalle, l'ultimo del 2008). La storia travagliata della produzione e del personaggio (è dagli anni '80 del secolo scorso che Stan Lee vuole vedere realizzato un film su questo suo figlio di carta) lasciava presagire il disastro. Un film su un personaggio che si rimpicciolisce. Un "Tesoro mi si è ristretto il supereroe" nei tempi di giganti di giada, robot senzienti e scudi di vibranio poteva essere un grosso rischio. Quindi il film è andato male?
"Son figo, non l'avresti detto. Vero?" |
"Fammi arrabbiare. Dai. Dai." |
C'è una sola scena che non funziona: è quella con quell'Avenger li. Ok serve per qualcosa di più, ma ciò che vi succede è abbastanza anomalo e rallenta il ritmo narrativo.
Chi vivacizza il tutto è la squadra di piccoli criminali che affianca l'eroe nelle sue missioni. A tratti ricordano i lone gunners di X-Files, a tratti i tre marmittoni. Sono divertenti e la vera spalla comica della produzione.
"Dici a noi?" |
Quindi sì. Ant-Man, per quanto strano, è un film che funziona e diverte. Un film che lancia spunti per la Fase 3 dell'Universo Cinematografico Marvel, piantando radici solide nella Fase 2 grazie alla presenza di Hayley Atwell, Anthony Mackie e John Slattery, senza tralasciare la possibilità di un salto nel passato, prima o poi.
A farci caso, vero? |
Titolo originale Ant-Man
Lingua originale inglese
Paese di produzione USA
Anno 2015
Durata 117 min
Audio Dolby Digital
Rapporto 1.85:1
Genere Cinecomic
Regia Peyton Reed
Soggetto Stan Lee, Larry Lieber, Jack Kirby (fumetto), Edgar Wright & Joe Cornish (storia)
Sceneggiatura Edgar Wright & Joe Cornish e Adam McKay & Paul Rudd
Produttore Kevin Feige
Produttore esecutivo Louis D'Esposito, Alan Fine, Victoria Alonso, Michael Grillo, Edgar Wright, Stan Lee
Casa di produzione Marvel Studios
Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures
Fotografia Russell Carpenter
Montaggio Dan Lebental, Colby Parker Jr.
Effetti speciali Dan Sudick, Jake Morrison
Musiche Christophe Beck
Scenografia Shepherd Frankel, Marcus Rowland
Costumi Sammy Sheldon
Trucco Chris Diamantides, Fawn Ortega, Valerie Patterson, Melanie Steele, Ariane Turner
Interpreti e personaggi
Paul Rudd: Scott Lang / Ant-Man
Evangeline Lilly: Hope Van Dyne
Corey Stoll: Darren Cross / Calabrone
Bobby Cannavale: Paxton
Michael Peña: Luis
Tip "T.I." Harris: Dave
Wood Harris: Gale
Judy Greer: Maggie
David Dastmalchian: Kurt
Michael Douglas: Hank Pym
Doppiatori italiani
Niseem Onorato: Scott Lang / Ant-Man
Daniela Calò: Hope Van Dyne
Carlo Scipioni: Darren Cross / Calabrone
Roberto Draghetti: Paxton
Gianluca Crisafi: Luis
Simone Crisari: Dave
Enrico Di Troia: Gale
Georgia Lepore: Maggie
Francesco Venditti: Kurt
Rodolfo Bianchi: Hank Pym
Nessun commento:
Posta un commento