mercoledì 19 agosto 2015

Ant-Man - senza spoiler

Scott Lang è un artista nei furti con scasso. Peccato che sia anche sfortunato e che la giustizia lo abbia arrestato. Scontata la sua pena, Luis, suo ex compagno di cella, lo accoglie a casa sua e gli propone subito un altro furto.
Herry Pym è un geniale scienziato che negli anni '80 del secolo scorso aveva inventato le particelle Pym, capaci di ridurre lo spazio vuoto tra le molecole della materia e, quindi, a rimpicciolire la gente. Si era così trasformato nel piccolo, mitologico, eroe Ant-Man.
Hope Van Dyne è la figlia di Harry Pym e Janet Van Dyne. Ansiosa di aiutare il padre, dopo un errore commesso, non vede l'ora di indossare il costume di Ant-Man e diventare un'eroina.
Darren Cross è stato il delfino di Hank Pym alle industrie Pym ed è ansioso di superare il genio del suo maestro. Crea la tuta del Calabrone, dotata degli stessi poteri di quella di Ant-Man, ed è pronto a venderla al miglior offerente, chiunque egli sia. L'unico modo per impedirglielo è che Scott Lang accetti di indossare la tuta di Ant-Man e che gli sottragga tuta, formula, dati sperimentali. Insomma che sia faccia coinvolgere in un altro furto con scasso.

Il regista Edgar Wright ha lavorato alla sceneggiatura per anni poi, in divergenza con alcune idee dei Marvel Studios, ha deciso di lasciare ed il testimone è passato a Peyton Reed ( cinquanta anni e pochi film sulle spalle, l'ultimo del 2008). La storia travagliata della produzione e del personaggio (è dagli anni '80 del secolo scorso che Stan Lee vuole vedere realizzato un film su questo suo figlio di carta) lasciava presagire il disastro. Un film su un personaggio che si rimpicciolisce. Un "Tesoro mi si è ristretto il supereroe" nei tempi di giganti di giada, robot senzienti e scudi di vibranio poteva essere un grosso rischio. Quindi il film è andato male?
"Son figo, non l'avresti detto. Vero?"
Al contrario. Il film è riuscito, forse non perfettamente, ma il tono ironico, non spaccone come I Guardiani della Galassia, e la trama che prende l'eroismo alla larga mettendo al centro il classico furto lo rendono veramente godibile. Il punto di forza è proprio la scelta di concentrare lo sviluppo dei personaggi attorno a queste malefatte a fin di bene. Lo Scott Lang di Paul Rudd (che ha partecipato alla stesura della sceneggiatura) è un bravo ragazzo che per necessità si trova a fare ciò che fa. Grazie all'aiuto della famiglia Pym cresce e matura trovando una sua via. Lo stesso attore (niente di particolarmente rilevante prima di questo film nella sua ventennale carriera) si diverte ed è a suo agio nei panni del più piccolo eroe del mondo. Al suo fianco il caschetto da Valentina di Evangeline Lilly, brava e bella come sempre, e Michael Douglas. 
"Fammi arrabbiare. Dai. Dai."
Un Michael Douglas abbastanza in forma in un ruolo nuovo per lui. Il lupo di Wall Street era tempo che cercava un ruolo in un cinecomic, per bullarsene con i nipoti (vera verità), e, finalmente c'è riuscito. Non è carismatico come il Robert Redford di Winter Soldier, ma, accidenti, lui è stato il primo Ant-Man ed ha fatto la differenza. Corey Stoll è il cattivone ed è pelato. Dotato di una mente psicolabile, disposto a tutto per i soldi, non ha grande spessore, ma un bel costume quello sì.
C'è una sola scena che non funziona: è quella con quell'Avenger li. Ok serve per qualcosa di più, ma ciò che vi succede è abbastanza anomalo e rallenta il ritmo narrativo.
Chi vivacizza il tutto è la squadra di piccoli criminali che affianca l'eroe nelle sue missioni. A tratti ricordano i lone gunners di X-Files, a tratti i tre marmittoni. Sono divertenti e la vera spalla comica della produzione.
"Dici a noi?"
Capitolo a parte è quello riguardante gli effetti speciali. Potevano essere una boiata. Poteva notarsi lontano un miglio la finzione in cui ci si trovava, ma non è stato così. Le scene di combattimento sono state ben coreografate, il mondo in miniatura delle formiche è stato rappresentato con grande accuratezza. Non c'è niente da dire: gli effetti speciali curati da Dan Sudick (praticamente in tutte le produzioni Marvel da Iron Man in poi) e Jake Morrison funzionano alla grande (ahahahah).

Quindi sì. Ant-Man, per quanto strano, è un film che funziona e diverte. Un film che lancia spunti per la Fase 3 dell'Universo Cinematografico Marvel, piantando radici solide nella Fase 2 grazie alla presenza di Hayley Atwell, Anthony Mackie e John Slattery, senza tralasciare la possibilità di un salto nel passato, prima o poi.
A farci caso, vero?
Ah: sono due le scene post credits. Dont'move. E no...SPOILER... Non c'è Samuel.

Titolo originale Ant-Man 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione USA 
Anno 2015 
Durata 117 min 
Audio Dolby Digital 
Rapporto 1.85:1 
Genere Cinecomic

Regia Peyton Reed 

Soggetto Stan Lee, Larry Lieber, Jack Kirby (fumetto), Edgar Wright & Joe Cornish (storia) 
Sceneggiatura Edgar Wright & Joe Cornish e Adam McKay & Paul Rudd 
Produttore Kevin Feige 
Produttore esecutivo Louis D'Esposito, Alan Fine, Victoria Alonso, Michael Grillo, Edgar Wright, Stan Lee 
Casa di produzione Marvel Studios
Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures 
Fotografia Russell Carpenter 
Montaggio Dan Lebental, Colby Parker Jr. 
Effetti speciali Dan Sudick, Jake Morrison 
Musiche Christophe Beck 
Scenografia Shepherd Frankel, Marcus Rowland 
Costumi Sammy Sheldon 
Trucco Chris Diamantides, Fawn Ortega, Valerie Patterson, Melanie Steele, Ariane Turner 

Interpreti e personaggi

Paul Rudd: Scott Lang / Ant-Man
Evangeline Lilly: Hope Van Dyne
Corey Stoll: Darren Cross / Calabrone
Bobby Cannavale: Paxton
Michael Peña: Luis
Tip "T.I." Harris: Dave
Wood Harris: Gale
Judy Greer: Maggie
David Dastmalchian: Kurt
Michael Douglas: Hank Pym
 
Doppiatori italiani

Niseem Onorato: Scott Lang / Ant-Man
Daniela Calò: Hope Van Dyne
Carlo Scipioni: Darren Cross / Calabrone
Roberto Draghetti: Paxton
Gianluca Crisafi: Luis
Simone Crisari: Dave
Enrico Di Troia: Gale
Georgia Lepore: Maggie
Francesco Venditti: Kurt
Rodolfo Bianchi: Hank Pym

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