In un ospedale di Firenze si risveglia, con una ferita alla testa, Robert Langdon. La dottoressa Sienna Brooks se ne sta prendendo cura quando una donna carabiniere inizia a sparare all'impazzata in corsia. Il suo obiettivo sembra essere proprio l'arguto professore universitario. La dottoressa non esita un attimo a metterlo in salvo e grazie ad una fuga in taxi riescono arrivare a casa sua. Qui Langdon scopre di essere in possesso di un proiettore laser tascabile. Un'unica immagine è in esso contenuta: l'inferno disegnato dal Botticelli. Grazie a questo dipinto inizierà la corsa dei due fuggiaschi, ricercati da organizzazioni misteriose e dall'OMS, per individuare il posto dove un visionario ha nascosto un virus in grado di decimare la popolazione mondiale: Inferno.
Ammettiamo che il soggetto iniziale di Dan Brown, sto giro, non era malvagio. Tutto filava e c'erano sia delle location interessanti che dei comprimari di spessore. Con qualche anno di, colpevole, ritardo, dovuto ad impegni pregressi di Ron Howard e Tom Hanks ecco quindi sullo schermo Inferno. Un film che, a mio parere, in alcuni punti invecchierà male, visti i particolari effetti speciali utilizzati.
La regia dell'amico di Fonzie ci presenta sempre soluzioni piacevoli, grazie anche ad un montaggio capace, senza eccedere in originalità né peccare di superbia.
Rispetto alla vicenda cartacea, però, offre enormi differenze riscontrabili. Se la prima è anche l'ultima, il finale, che era stato l'atto coraggioso di Brown, quei produttore esecutivo che si è rimangiato decine di pagine di narrazione, altre minori hanno sì snellito gli eventi, ma, anche, privato lo spettatore di personaggi interessanti. Il povero Duomino è finito ad essere solo una mail, una visione di pochi secondi ed una figura in una telecamera di sicurezza: peccato.
Gli stravolgimenti tra le relazioni dei personaggi portano a scelte diverse la dottoressa Brooks ed introducono un retaggio inesistente tra Langdon e la dott.sa Sinskey.
Sidse Babett Knudsen (Elizabeth Sinskey) mi ha ricordato per molti versi Diane Lane, espressioni e modo di recitare, ed ha ben incarnato il ruolo che le è stato affidato.
Tom Hanks, protagonista sullo schermo con il suo faccione simpatico, ci ha presentato un Langdon un po' invecchiato ed appesantito, anche per via della condizione in cui è per tutta la pellicola. Il ruolo è il suo ed è un peccato non vederglielo interpretare più spesso.
La conferma della buona caratura di Omar Sy è piacevole, sarebbe ora di rivederlo come protagonista anche se qui ha goduto di un minutaggio decisamente ampio. Bene.
La rivelazione, un puntello in più nei 120 minuti di proiezione, è stato Irrfan Khan nei panni del Rettore (che nel libro era addirittura senza nome). Il casting è stato decisamente azzeccato. Sangue freddo, faccia simpatica, decisionista carismatico, perfetto.
La delusione è stata Felicity Jones. La prossima star di Rogue One: A Star Wars Story si è presentata per tutta la lunghezza del film con una sola espressione. Dotata di mobilita mandibolare ed della capacità di introdurre dei sorrisi si è dimostrata statica dal naso in su. Gli occhi non hanno mai espresso nulla di sincero e la sua fronte non ha mai mostrato segni espressivi: sembrava botulata. Speriamo che non sia una zavorra anche per l'evento Disney natalizio. Delle tre attrici che hanno accompagnato Hanks in questa saga lei, di certo, si trova al quarto posto; dietro, anche, a Sidse Babett Knudsen.
Il libro non era un capolavoro, ma era più soddisfacente in termini di trama, colpi di scena e nello giostrare le spiegazioni culturali tra Botticeli, Vasari, Dante e tanto altro.
Il film è un buon thriller di una durata importante. Forse è stato confezionato al meglio possibile, ma certe scelte poco coraggiose lo hanno privato di originalità.
Un interessante diversivo.
Titolo originale Inferno
Lingua originale Inglese, Italiano, Francese
Paese di produzione USA, Italia
Anno 2016
Durata 121 min
Rapporto 2,35 : 1
Genere thriller
Regia Ron Howard
Soggetto Dan Brown (dal romanzo Inferno)
Sceneggiatura David Koepp
Produttore Ron Howard, Brian Grazer
Produttore esecutivo Dan Brown, William M. Connor, Anna Culp, David B. Householter
Casa di produzione Imagine Entertainment, Columbia Pictures, LStar Capital
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Pictures
Fotografia Salvatore Totino
Montaggio Tom Elkins, Daniel P. Hanley
Effetti speciali Franco Ragusa, David Watkins, Michael Grobe, Jody Johnson, Double Negative, Instinctual VFX, Territory
Musiche Hans Zimmer
Scenografia Peter Wenham
Costumi Julian Day
Trucco Rita Balla, Móni Csomós
Interpreti e personaggi
Tom Hanks: Robert Langdon
Felicity Jones: Sienna Brooks
Irrfan Khan: Harry "il Rettore" Sims
Omar Sy: Christoph Bouchard
Ben Foster: Bertrand Zobrist
Sidse Babett Knudsen: Elizabeth Sinskey
Ida Darvish: Martha Alvarez
Ana Ularu: Vayentha
Jon Donahue: Richard Savage
Fausto Maria Sciarappa: Parker
Francesca Inaudi: Guida turistica
Fortunato Cerlino: Guardia nel museo
Vincent Riotta: Guardia nel museo
Christian Stelluti: Rogue Bruder
Vincenzo Tanassi: capo della polizia
Doppiatori italiani
Roberto Chevalier: Robert Langdon
Valentina Favazza: Sienna Brooks
Antonio Sanna: Harry "il Rettore" Sims
Frederick Lackhar: Christoph Bouchard
Edoardo Stoppacciaro: Bertrand Zobrist
Patrizia Burul: Elizabeth Sinskey
Gemma Donati: Vayentha
Angela Brusa: Martha Alvarez
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