lunedì 27 novembre 2017

Mercurio Loi - La testa di Pasquino

Mercurio Loi n°7
La testa di Pasquino

Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta 

Disegni: Massimiliano Bergamo 
Colori: Nicola Righi 

Copertina: Manuele Fior 

Prezzo: 4.90€

Scovare l'identità di Pasquino e portare la sua testa al Papa è la priorità per le autorità di Roma. I suoi misteriosi epigrammi satirici, contro la situazione romana del momento ed a favore di una maggiore libertà di pensiero, sono scomodi e fastidiosi per molti. Assicurarsi la collaborazione della mente di Mercurio Loi per risolvere l'enigma potrebbe essere la mossa giusta. Magari lui già sa chi è, magari potrebbe aiutare le forze dell'ordine, magari potrebbe agevolare la fuga dello stesso Pasquino.

Speravo nel botto dopo il numero scorso, ma sono stato deluso.
Dopo il divertente escursus da LibroGame del numero sei, Bilotta torna alla narrazione classica portando a soluzione in mistero che circonda Pasquino. In effetti l'identità ne viene svelata nelle prime venti pagine e la dissertazione prosegue sulle motivazioni di chi lo ha impersonato ed i sensi di colpa di chi crede di essergli stato accanto. Mercurio Loi, in tutto questo, vi entra di striscio ed in terza persona,.
Forse sono io, forse no, ma temo di avere il bisogno di una ulteriore lettura dell'albo per capire bene la dinamica di certi eventi accaduti e della loro motivazione. Per essere onesto, però, nonostante l'ottima scrittura, fatico a capire l'utilità di almeno cinquanta pagine di albo.
A complicarmi la lettura anche i disegni di Massimiliano Bergamo, al debutto sulla collana di casa Bonelli. Bilotta, o chi per lui, sta cercando di mantenere una linea grafica costante, pur non avendo mai consumato, ad ora, una collaborazione ripetuta con i disegnatori che si sono alternati sulle pagine della sua creatura. Bergamo l'ho trovato sì in tono con gli altri, ma eccessivamente inciso nella carta. Una caratteristica che gli è stata utile per ben riuscire negli sfondi e negli ambienti, ma che lo ha danneggiato nella realizzazione degli attori. Forse non è stata solo colpa sua. Forse tale condizione si è ingenerata anche per via della colorazione di Nicola Righi.  Il colorista ritengo abbia raggiunto eccessi oscuratori nelle ombre come raramente ricordo di avergli visto fare nel numero precedente. A ciò si aggiunga anche il difetto del quale avevo già accennato in precedenza: le vignette colorate il cui sfondo è colorato di un unico colore pastello: le trovo inguardabili.

Mercurio Loi continua ed essere un fumetto ricercato che raggiunge le nostre edicole. Gli editoriali di Bilotta non sono buttati lì, ma hanno un loro perché e spingono il lettore alla riflessione. La sua creatura, nel complesso, però, non sempre riesce a soddisfare le alte attese che crea.

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