venerdì 1 febbraio 2019

Titans - La serie

Titans è un progetto curioso. Si sviluppa su undici episodi e non chiude neanche il cerchio che narrativo che ci propone.

Titans è un progetto curioso perchè è gestito, anche, da Greg Berlanti, colui che ha dato vita all'Arrowerse televisivo. E' colui che ha preso il clone povero di Batman, Green Arrow, e, ormai, da sette anni sta espandendo il suo universo narrativo grazie a Flash, Supergirl (ad ora, per me, la sua creazione più interessante) e Legend's of Tomorrow. I tre solisti, inoltre, godono della possibilità, una volta all'anno, di incrociare le loro strade in crossover tra le tre serie, che stanno iniziando a dare vita ad una serie nelle serie decisamente interessante.

Titans è un progetto curioso perchè ha un compito difficile: estirpare dalle menti di almeno due generazioni di telespettatori l'immagine che hanno dei Titans.


Questa.
Titans è un progetto che ha come fulcro il fondatore del gruppo: Dick (mai nome fu più appropriato) Grayson. Nella pianificazione degli sceneggiatori l'ex Robin è diventato un violento giustiziere che adora far sanguinare a cazzotti i cadaveri degli avversari che ha steso, tanto da ritrovarsi più volte con il viso e la bocca imbrattati di sangue di sconosciuti (che non è né molto igienico né molto salutare). E' un personaggio complesso, orfano, praticamente, come tutti i protagonisti di questo primo esperimento televisivo ufficiale della Warner Bros., che si accompagnerà ad altri personaggi con altri problemi.
Rachel, Raven, è il moto narrativo della serie. Lei è il fulcro dell'avventura, lei è colei che ha un padre misterioso per il quale c'è chi vuole ucciderla e chi vuole salvarla. Lei, in fin dei conti, è colei che rende un po' troppo prevedibile la serie. Sopratutto quando vedi che sei a metà dell'ultimo episodio e non è ancora "in salvo".
Kori, Stafire, paga il look con la quale hanno deciso di rappresentarla. Senza memoria è alla ricerca di Rachel, ma è costantemente vestita da prostituta anni '80 del secolo scorso. Devo essere sincero: la scelta di questo look è stata il freno principale che mi ha ostacolato nella visione di questa serie.
Gar, Beast Boy, è un personaggio inutile già nei fumetti, nei cartoni e qui non può che confermare il suo ruolo. Serve per completare la cromia variopinta delle chiome dei protagonisti, col suo verde si abbina al viola acceso di Starfire ed al neroazzurro di Raven.



Ciò che c'è di buono in questa serie è che gli autori hanno potuto pescare a mani basse dagli dei minori della mitologia DC. Da questo lavoro di recupero lo spettatore può godere di personaggi come Jason Tood (già con le caratteristiche che ne segneranno il futuro), Donna Troy (Conor Leslie, una Wonder Woman in tono minore), ma, sopratutto Hawk and Dove (Falco e Colomba). Se i primi due personaggi si innestano nella narrazione, a parte per il gancio iniziale la coppia di eroi ornitologici si vede dedicato quasi il venti per cento del minutaggio totale della serie. Geoff Johns, uno degli sceneggiatori di punta della DC, ha da sempre molto a cuore questi due personaggi ed ha scritto per loro due episodi di spessore. Anche gli attori che sono stati scelti per ricoprire i ruoli li ho visti bene. Hank, Alan Ritchson, è quello reso meglio, sia per fisicità che per grugno e carattere. Dawn, Minka Kelly, in carne ed ossa si rispecchia molto in quella dei fumetti, ma paga il colore dei capelli obbligatoriamente decisamente forzato.


Poco igienico dire.
Andando a dare un'occhiata al cast dei personaggi principali, io personalmente, ho trovato una flotta di emeriti sconosciuti. Brenton Thwaites è Robin. Come detto un Robin travagliato da un misfatto che lo ha allontanato da Batman e che lo fa sentire in colpa per essere diventato quello che è diventato. L'attore è bravo, ha la giusta faccia da Dick per il ruolo.

Anna Diop è Starfire. E' un personaggio che nei fumetti ho visto sempre troppo poco in azione, ma che mi è sempre piaciuto. C'è chi si è scandalizzato perché è stata scelta una ragazza nera per interpretarla. A me poco importa chi vi sia sotto un'aliena arancione, quello che mi scoccia è che non sia arancione se non in alcuni momenti dello spettacolo.



Ryan Potter, lineamenti asiatici per dare ad ogni etnia il suo eroe e vendere meglio il prodotto nei Paesi ad est, è Beast Boy. Come detto, indipendentemente dall'attore, capelli verdi, la possibilità di trasformarsi solo, spero temporaneamente, in una tigre verde è un personaggio che mi dice poco. Carne da macello per attirare Raven in trappola.
Teagan Croft, è la Raven di cui sopra, quindicenne di belle aspettative. Occhi azzurri profondi, ruolo difficile da interpretare, tante aspettative per uno dei personaggi mistici più temuti nell'Universo DC. Devo dire che la ragazzina, con il suo personaggio, se la cava bene sullo schermo. Di sicuro non è aiutata dai piccoli buchi lasciati, consapevolmente, nella sceneggiatura dagli autori. Lo spettatore capisce presto quello che lei non ha ancora capito alla fine della serie. Rachel sembra essere un personaggio sveglio, ma, a volte, ignora indizi palesi che potrebbero svoltare la narrazione.



La serie, come si diceva, è un primo capitolo di qualcosa. E' come un fumetto americano che per via della serializzazione protrae una storia per un arco esteso di tempo (vedi il ciclo di Tynion IV su Detective Comics, per rimanere in tema). Si vuole costruire qualcosa di così ampio che negli ultimi minuti della serie vengono introdotti due personaggi che terranno impegnati sceneggiatori e spettatori nella prossima stagione. E, in ogni caso, non è detto che gli eventi siano lineari.

Unica nota negativa. Lo spettatore deve accettare, nel primo ventennio del nuovo secolo, un concetto vecchio di ottanta anni: la spalla. Non intesa come insaccato meno nobile del prosciutto cotto, ma come aiutante dell'eroe. Qui abbiamo Robin, l'altro Robin, Wonder Girl che sono spalle di Batman e Wonder Woman. Questo concetto serviva per rendere più vendibile il fumetto, per aumentarne la platea e per rendere le storie un po' meno cruente in quegli anni lì. Il quegli anni in cui c'era la Seconda Guerra Mondiale, in quegli anni in cui gli orfani, per un motivo o per l'altro, solo di padre o anche di madre, aumentavano in modo molto rapido. Anche per loro, dicevano in fumetti, c'era un possibilità. In un'epoca in cui il futuro non era che coperto dalle macerie, il ruolo di spalla poteva offrire ai piccoli lettori un sogno nel quale fuggire. Oggi gli eroi o sono tutti di un pezzo o si avvalgono di un team composto da altri eroi mascherati, tutti allo stesso livello. Ecco. Questo può essere un limite: un telefilm pieno di spalle.

Su Netflix. In italiano. Ne vale la pena.

Titolo originale Titans 

Paese Stati Uniti d'America 
Anno 2018 – in produzione 
Formato serie TV 
Genere telecomics
Stagioni 1 
Episodi 11 
Durata 41-55 min (episodio) 
Lingua originale inglese 

Crediti

Ideatore Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti 
Soggetto Robert Haney e Bruno Premiani (fumetto) 

Interpreti e personaggi

Brenton Thwaites: Richard "Dick" Grayson / Robin
Anna Diop: Koriand'r / Starfire
Teagan Croft: Rachel Roth / Raven
Ryan Potter: Garfield "Gar" Logan / Beast Boy

Doppiatori e personaggi

Emanuele Ruzza: Richard Grayson/Robin
Benedetta Ponticelli: Korlandìr/Starfire
Lucrezia Marricchi: Rachel Roth/Raven
Stefano Broccoletti: Garfield Logan/Beast Boy

Produttore Robert Ortiz 
Produttore esecutivo Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti, Sarah Schechter 
Casa di produzione Weed Road Pictures, Berlanti Productions, DC Entertainment, Warner Bros. Television 

Prima visione

Distribuzione originale
Dal 12 ottobre 2018 
Al in corso 
Distributore DC Universe 

Distribuzione in italiano
Dall' 11 gennaio 2019 
Al in corso 
Distributore Netflix 

Opere audiovisive correlate
Spin-off Doom Patrol 

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