mercoledì 12 dicembre 2018

Maxi Martin Mystère - L'abisso del male

Maxi Martin Mystère  N° : 10 
L'abisso del male

Soggetto: Carlo Recagno 

Sceneggiatura: Carlo Recagno, Alfredo Castelli 

Disegni: Giovanni Freghieri, con la partecipazione di Giulio Camagni e Sergio Giardo, e con i contributi di Giancarlo Alessandrini, Luca Enoch, Lucio Filippucci, Nicola Genzianella, Giuseppe Matteoni e Giuseppe Palumbo. 

Copertina: Angelo Stano 
  
Uscita: 28/11/2018 
Prezzo: 6,90€ (9€ con supermegaposter ripegabile) 

Due sono stati gli incontri principali tra Dylan Dog e Martin Mystère. A distanza di due anni ed entrambi hanno scatenato eventi che avrebbero potuto portare alla fine del mondo. Perchè nel 2018 dovrebbe essere diverso? Infatti i due si trovano ad affrontare una malvagia, e nota, figura, emersa, sfuggita, dagli inferi a causa di un rito druidico che ha avuto luogo in Germania.
Tra mille difficoltà e mille incontri il Detective dell'Impossibile e l'Indagatore dell'Incubo dovranno venire sia a patti con loro stessi che cercare di ricacciare la demoniaca presenza nelle viscere dimensionali da cui è sorta.

Inaspettato tanto quanto richiesto, in un periodo in cui in casa Bonelli i team-up sfociano come fiumi nel mare, torna l'accoppiata BVZM DYD. Torna con un soggetto di Recagno che scrive la sceneggiatura a quattro mani con Castelli. Ai disegni Giovanni Freghieri. Copertina, dopo tanto tempo, di Angelo Stano.
 Partendo giusto da questa, a Stano, riescono linee molto più dure del solito (o forse non sono più abituato io a vederlo dopo che è stato ostracizzato dalla serie regolare di Dylan Dog), uno sfondo fin troppo omogeneo, i due protagonisti decisamente rigidi ed una gran bella bionda, che assomiglia fin troppo a Diana, a tener loro compagnia.
Recagno si diletta un storia in cui le citazione provenienti dall'Universo Bonelli sono all'ordine della pagina, si passa da Mister No si arriva da Creepy Past senza dimenticare Dragonero e Gea. Una storia decisamente lunga, articolata e fin troppo ricca. Tanto che ho avuto la sensazione che alcuni personaggi secondari siano stati dimenticati in luoghi dove non dovevano essere e che certe soluzioni siano risultate un po' troppo forzate. Essendo l'erede dell'ancor vivo Castelli, Recagno si diverte a gestire dialoghi, necessariamente, prolissi ed a generare, fin troppa, acredine tra i due protagonisti. Nella sua gestione della storia ho trovato fronzoli eccessivi, ma, anche, una modo interessante di affrontare il "momento introspezione" di Dylan e Martin. L'averli catapultati tra le matite di Camagni, il primo, e Giardo, il secondo, ci ha offerto respiro dal tratto di Freghieri ed un parallelismo, ovvio e del quale il lettore era già a conoscenza, tra i due non-eroi che servirà da svolta per gli eventi.
Giovanni Freghieri. Il disegnatore piacentino, classe 1950, è al suo terzo incontro su tre tra i due colossi bonelliani, ricordiamo che il primo è stato scritto da Castelli ed il secondo da Sclavi, ed ha lavorato, con soddisfazione dei lettori, per entrambe le testate, riscuotendo sempre un grande successo ad ogni apparizione. Ovviamente qui fa il suo e non è discutibile, però, personalmente, ho trovato i disegni tanto spigolosi, più del solito. Forse è solo una mia impressione dovuta alla perenne espressione corrucciata che Martin si porta dietro ed all'antipatia che Dylan riversa su di lui. Alla prima lettura non mi sono trovato a mio agio con questo stile accoppiato alla verbosità di Recagno (che trovo diversa e meno briosa di quella di Castelli).

Ovviamente non farò spoiler, anche se i più smaliziati lettori Bonelli hanno già intuito chi sia il cattivone di turno e chi troveremo come suo avversario ad un certo punto della storia, perché un ritorno così è stato atteso da tanti anni. Quello che non capisco, però, è perché non sia stata creata attesa per l'albo, non sia stata messa in piedi una campagna pubblicitaria sulle testate principali dei due protagonisti e sia stato lanciato nel buio a Lucca. Certo, ovviamente, un fumetto del genere si vende da solo. Io l'ho acquistato ma non l'ho vissuto con quell'interesse spasmodico che mi avrebbe potuto generare sensazioni diverse e più intense durante la lettura, dei primi due.

Non so. Sicuramente un albo interessante, che vale i quasi 7€ che chiede e che offre una lettura prolungata, ma lanciato in edicola così, senza stimolare le papille gustative del lettore, a mio parere, gli ha fatto perdere qualche punto.

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