martedì 8 novembre 2011
Riflessioni
E' di questi giorni sui siti internet di news, sui quotidiani e sulle reti televisive la notizia che il 25% dei giovani tra i 15 ed i 29 non studia e non lavora. Il problema è in aumento sopratutto nelle regioni del nord e del centro. In quelle del sud la situazione è stabile, perché era già grave dal passato.
Di questa situazione ci si stava accorgendo anche tra persone comuni, confrontando i racconti di genitori di ragazzi in quella fascia di età (più intorno ai 20 anni) e, sopratutto di ragazze. Quello che colpisce è che comunque non si vedono molti "neet" (not in education, employment or training, odioso acronimo inglese) sprovvisti di cellulari, scarpe di marca, autovettura, vestiti nuovi griffati. Sembrerà un discorso banale e qualunquista, ma per ora, nel nostro Bel Paese, io per primo, nessuno rinuncia a niente. Forse è un bene. Aiutando a muovere l'economia, nonostante le difficoltà che creano le riforme del Governo, evitiamo di ristagnare in una recessione continua. I giapponesi lo fanno, spendono in continuazione convinti che il loro Paese risorgerà anche da questa crisi. Loro dal 1945 hanno vissuto in una situazione bene peggiore, ed ancora se la ricordano. Forse è un male, perché il giorno che avremo bisogno dei soldi spesi in baggianate per qualcosa di serio quelli non ci saranno più.
Ma possiamo sempre vivere nella paura del domani e non goderci il presente?
Combattuti andiamo avanti per la strada che riteniamo migliore.
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