Joe è un ragazzo che svolge molti lavori in giro per il mondo. Pescatore su pescherecci in pieno oceano, cameriere in una tavola calda nel nord degli Stati Uniti, uomo di fatica in una base artica. Quello che la gente non sa quando incontra Joe è che lui è alla ricerca di se stesso sin da quando è piccolo.
Nel suo passato, quando era in fasce, c'è un viaggio interplanetario come ultimo superstite di una razza estinta ed un'infanzia difficile, ma tutto sommato felice, su un mondo che l'ha adottato. Cresciuto nel Kansas in una famiglia di agricoltori, i Kent, Clark, questo il suo vero nome, cerca in giro per il mondo spiegazioni su perchè è così diverso dal resto del genere umano. L'incontro con l'ologramma del suo padre biologico, Jor-El, gli svelerà molti arcani. L'arrivo sulla Terra del generale Zod, avversario di Jor-El sul pianeta Krypton, gli aprirà gli occhi e gli permetterà di compiere il suo destino.
Visto? Visto? Senza spoiler! Mi sono limitato a darti un'idea della trama senza rivelarti niente che tu non abbia già sospettato o letto sull'Internet.
Per prima cosa te lo dico: che che ne parlino sui vari siti, non c'è alcuna scena post crediti. Quindi, finito il film esci pure dalla sala senza remore.
Ora parliamo serenamente di questa pellicola.
Man of Steel è il reboot di Superman. Dopo la pellicola di Singer del 2006, omaggio devoto e fedele ai primi due Superman girati da Richard Donner, questo è il punto di partenza per una nuova generazione.
Come ovvio David S. Goyer, Zack Snyder, Kurt Johnstad e Christopher Nolan narrano la nascita del Supereroe. Sì, è inutile che ci giriamo intorno, può piacere o non piacere l'idea, ma Superman è IL Supereroe per eccellenza. E' colui che ha dato inizio a tutto e colui dal quale, per necessità, gli altri autori hanno preso spunto per creare suoi nuovi simili o di tanto diversi da stravolgerne l'idea.
La prima parte della pellicola è ponderata. Scene d'azione che vedono affermarsi un Clark Kent adulto vedono alternarsi flashback di un'infanzia difficile. La guida che il piccolo Clark trova nel suo padre terrestre, con velati ma profondi valori cattolici, è decisiva per la sua formazione culturale. Sacrificio ed altruismo sono quello che lui impara, la parte difficile è gestirli nei modi giusti, senza rivelarsi al mondo.
La seconda parte è la manifestazione al mondo dell'esistenza di un alieno sulla Terra. Il canovaccio della sceneggiatura è tratto direttamente dal Nuovo Testamento. Dopo aver compiuto azioni eccezionali, per anni, in incognito ora viene richiesta la sua rivelazione per salvare il mondo Clark, così, si svela a 33 anni e viene convocato davanti alle autorità per svolgere il suo compito. Ne segue una Passione di dolore e sofferenza, una crocifissione spirituale a sacrificio e beneficio per la salvezza dell'umanità ed una resurrezione, per sconfiggere la parte più debole di sé. Poi c'è altro, ma non te lo dico.
Per chi ha una certa età, come me. ed ha sognato con il Superman di Chirstopher Reeve la prima parte può risultare ridondante. La seconda, però, la compensa e soddisfa le aspettative più esigenti toccando punti di pura commozione.
Questo Superman tanto deve all'interpretazione di Henry Cavill, attore a me sconosciuto. Nel suo nuovo costume, la cui origine e la sua indistruttibilità acquisiscono un senso preciso, strizza, è inutile negarlo, l'occhio al Classico di Reeve. In alcune scene sembra, addirittura, di rivedere in azione l'uomo che ci ha fatto credere che si potesse volare veramente. Cavill oltre a farci credere di poter volare ci fa anche vivere il dolore e lo sforzo di questa azione. La manifestazione dei super poteri è sofferenza per il piccolo Clark e volare, che verrà appreso solo in seguito, non sarà un passeggiata per il Clark adulto. La grandezza di chi ha studiato la nuova genesi del padre di tutti i supereroi è stata quella di rendere, sullo schermo, lo sforzo fisico sul volto dell'attore e l'inerzia delle sue azioni. Come una legge fisica vuole, ad ogni azione corrisponde un'azione uguale e contraria. Se Superman vola allora la pelle del suo volto si tira ed il suo pugno sfonda bang supersonici. Se Zod scaglia per terra Marta Kent allora la sua spalla, quando colpisce il terreno erboso, scava un solco. La realtà, quella di tutti i giorni entra nel mondo degli invincibili.
Accanto al protagonista troviamo due padri eccezionali: Russell Crowe, il suo padre biologico, e Kevin Costner, quello terrestre. Entrambi hanno ruoli di maggior rilievo rispetto a quelli che altri attori hanno ricoperto negli stessi nel passato. A me Crowe non è piaciuto altro che ne Il Gladiatore, anche se l'ho apprezzato in altri ruoli. Qui è convincente, ironico, aggressivo; uno scienziato combattivo che forza le regole di un mondo morente per donargli un futuro. Costner, negli alti e bassi della sua carriera, è da sempre uno degli attori che apprezzo di più (un po' meno nel film che gli ha regalato una montagna di Oscar, sai di quale parlo vero?, ed un po' di più negli altri). Da quando è invecchiato e gli vengono assegnati ruoli un po' più paterni ha trovato una nuova dimensione. Riesce a rendere epica la figura di un agricoltore del Kansas che ha cresciuto un figlio bisognoso di un grande esempio.
Diane Lane è la mamma di Clark, Marta, donna forte ed affettuosa, che è motore di alcune azioni dell'eroe, ma non ha una caratterizzazione profonda. La scelta caduta su un'attrice giovane e bella come la Lane è segno di volerla mantenere a lungo in possibili seguiti e farla crescere a poco a poco. Certo che fa effetto vedere Diane Lane con i capelli grigi.
Amy Adams è Lois Lane. Non è che mi abbia convinto più di tanto. Lei è brava, ma non l'ho vista a sua agio nel ruolo. Sarà anche colpa del doppiaggio italiano? Io ha fatto fatica a far coincidere il viso della Adams con la voce di Ilaria Latini, che pure l'aveva doppiata in Come d'Incanto.
Il cast è azzeccato anche nelle scelte che hanno coinvolto i personaggi secondari e gli antagonisti. L'imbolsito Laurence Fishburne è un ottimo Perry White, primo afroamericano ad interpretarlo, Michael Shannon, la cui faccia d'ora in poi mi rimarrà impressa, è un grandioso, fanatico, Zod e Antje Traue, anche lei a me sconosciuta seppure l'avevo vista in Pandorum qualche anno fa, è una convincete Faora.
Zack Snyder è dietro la macchina da presa. Il regista di Green Bay ci ha preso gusto a girare adattamenti dai fumetti. Dopo l'ottimo lavoro di 300 e l'eccezionale trasposizione di Watchmen non sbaglia il colpo neanche con Man of Steel. La, coraggiosa, scelta di girare quasi la totalità del film con la camera a spalla paga. Riesce a non ottenere l'effetto vomito che altri suoi, pure illustri, predecessori avevano raggiunto, ma calibra gli spostamenti di macchina ed i suoi sobbalzi in maniera precisa. L'effetto è di aumentare la credibilità delle situazioni in cui veniamo catapultati. Le scene di volo sono stupefacenti. Lasciate perdere qualsiasi ricordo che la vostra memoria conserva: questo è volare! I combattimenti, poi, sono epocali. Qui alieni dalla forza spropositata si prendono a cazzotti. E' come lanciare palline da golf in un negozio di cristalli. L'effetto ottenuto è lo stesso: distruzione totale! Gli investimenti per ricostruire Metropolis dovranno essere economicamente ingenti e rapidi per portare la vita alla normalità nella città sconvolta.
Gli effetti speciali rendono. Le scene di volo sono il capolavoro, ma anche i combattimenti ad alta velocità regalano emozioni. La distruzione della città, la concussione della minaccia, la vita su Krypton, le navi spaziali. Tutto il reparto effetti speciali ha dato il massimo.
Come non parlare dei costumi. Le tenute dei kryptoniani sono tante. Nel senso che sono composte da molti pezzi e danno senso di pesantezza. Il costume di Superman è qualcosa di nuovo. Slegato dall'azzurro cielo e dalla mutanda rossa si identifica maggiormente con la visione di Jim Lee e dei New 52! che la DC ha inaugurato da quasi due anni. Blu scuro, quasi metallizzato, con il simbolo della speranza rosso sangue ed un mantello epico: il supereroe ideale.
In ultimo la colonna sonora. Hans Zimmer dimentica il motivo classico di John Williams, che tanto a furoreggiato dal 1978 ad oggi, persino come suoneria di cellulare, e dona una nuova dimensione musicale all'eroe. Scelta corretta ed insindacabile. Un nuovo inizio necessita di nuova musica per differenziarsi dal passato.
Chissà quanto con una visione del futuro mondo cinematografico della DC Comics, gli sceneggiatori hanno inserito citazioni di altri eroi e villain della casa editrice. Se la Lexcorp, compagnia di Lex Luthor, appare più volte non possiamo fare a meno di notare il satellite della Wayne Enterprise, l'accenno ai laboratori S.T.A.R. (nei quali vedrà la luce Cyborg) e qualche altra strizzatina d'occhio. Qualche base per il film sulla Justice League tanto richiesto dai fans?
Man of Steel è un film da vedere. E' un film da seguire ed apprezzare. E' diverso dal Batman di Nolan e dona una dimensione nuova all'eroe creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1932. Certo gli toglie un po' di quella ingenua semplicità che non lo avrebbe reso credibile ai giorni nostri, ma proprio per questo è un lavoro che merita la nostra attenzione.
Un consiglio: evitate il 3D. Snyder ha studiato, pensato e girato questo film per il cinema classico ed infatti ha, come detto, scelto di usare molto la camera a mano. La conversione in 3D l'ha voluta la Warner a film finito. Sarebbe un delitto non seguire la strada tracciata dal regista.
Non mi viene da dire Gran Bello come per Into Darkenss - Star Trek, ma agli animi più sensibili strapperà più di una lacrimuccia.
Titolo originale Man of Steel
Lingua originale inglese
Paese di produzione USA, Canada, Regno Unito
Anno 2013
Durata 143 minuti
Genere Cinecomic
Regia Zack Snyder
Soggetto David S. Goyer, Christopher Nolan
Sceneggiatura David S. Goyer, Zack Snyder, Kurt Johnstad
Produttore Emma Thomas, Christopher Nolan, Charles Roven, Deborah Snyder
Produttore esecutivo Lloyd Phillips, Thomas Tull, Jon Peters
Casa di produzione Warner Bros., Legendary Pictures, Cruel and Unusual Films, DC Entertainment, Syncopy, Atlas Entertainment, Third Act Productions, Moving Picture Company
Distribuzione (Italia) Warner Bros.
Fotografia Amir Mokri
Montaggio David Brenner
Effetti speciali Michael Ahasay, James Paradis, W.A. Andrew Sculthorp, Corie Tornack, John D. Milinac, Allen Hall, Scott Kodrik, Anthony Julio
Musiche Hans Zimmer
Scenografia Alex McDowell
Costumi James Acheson, Michael Wilkinson
Trucco Veronica Lorenz, Francisco X. Pérez, Vicki Vacca
Interpreti e personaggi
Henry Cavill: Clark Kent/Superman
Amy Adams: Lois Lane
Russell Crowe: Jor-El
Kevin Costner: Jonathan Kent
Diane Lane: Martha Kent
Michael Shannon: Generale Zod
Ayelet Zurer: Lara Lor-Van
Laurence Fishburne: Perry White
Harry Lennix: Generale Swanwick
Antje Traue: Faora
Christopher Meloni: Colonnello Hardy
Richard Schiff: Dr. Emil Hamilton
Doppiatori italiani
Gianfranco Miranda: Clark Kent/Superman
Ilaria Latini: Lois Lane
Luca Ward: Jor-El
Michele Gammino: Jonathan Kent
Roberta Pellini: Martha Kent
Pasquale Anselmo: Generale Zod
Massimo Corvo: Perry White
Roberto Pedicini: Colonnello Hardy
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