Speciale Brendon N° : 16
Nel tempo e nello spazio
Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Max Bertolini
Copertina: Lola Airaghi
Colori: Arancia Studio
uscita: 22/08/2018
Prezzo: 3.50€
Brendon sta cercando di provare l'innocenza di Silke, ma è prigioniero delle Tenebre in un luogo misterioso. Deve uscirne vivo per dare un senso alle parole di Slina, la sua carceriera, e per cercare di salvare la vita alla ragazza, confusa, che ha preso sotto la sua al protettiva. Potrebbe essere una missione senza via d'uscita.
Per la seconda volta in due giorni mi trovo a leggere pagine uscite dalla mente di Claudio Chiaverotti da Torino. A venti anni di distanza dal primo numero (io c'ero, fino all'ultimo, perdendone, ma poi recuperando come arretrato, solo uno degli ultimi numeri; 94 o 96 non ricordo) di Brendon eccoci a leggere la seconda parte dello Speciale a colori di quest'anno.
Parte bene, dal numero scorso, questa storia di Chiaverotti. Qui, però l'eccessiva somiglianza con Hostel, delle prime pagine, guasta un po' il gusto della lettura. L'espediente del prisma, Slina e Silke sono elementi che funzionano, insistere, ancora, sull'amore per Anja lo trovo eccessivamente ridondante. Sono state delle belle storie, era topa, è morta, chiusa lì.
Le matite di Bertolini sono quelle che erano il mese scorso: coinvolgenti, ricche di dettagli e con personaggi ben caratterizzati. Sempre duro e realistico fotografa l'azione momento per momento.
Colorarlo è fargli perdere qualcosa, l'ho già detto e scritto. In Bonelli si è deciso così e non abbiamo altro modo per leggere la storia.
La copertina. Onestamente non riesco a capire se mi piace o meno. Il lavoro di Lola Airaghi è affascinante, ma questo suo disegno non mi coinvolge come hanno fatto tanti altri. In ogni casa: grande artista.
Personalmente mi sarei giocato un albo unico in bianco e nero, al prezzo di uno de Le Storie, o ad un euro in più a colori, e l'avrei chiusa così. Spezzare questa storia non aveva senso, se non marginare un po' di più, Avrei aggiunto in copertina un logo per i vent'anni della vita editoriale del personaggio e avrei fatto felice i lettori. Dividerla in due ha scontentato parecchi e, a mio parere, non ha valorizzato nè la storia stessa nè i disegni di chi vi ha lavorato.
Un paio di errori di strategia in Bonelli, questo e questo, potranno essere rimediati col nuovo anno.
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