Sanremo 2013 è finito. E' finito sabato scorso ed io, pur vedendone più di quanto mi aspettassi, mi son perso quasi tutta la finale. Poco di male. Ero in una bella città, in compagnia di amici simpatici e devo dire che non ero minimamente preoccupato di sapere cosa stesse succedendo nella cittadina ligure. Il caso ha voluto che rientrassi in albergo proprio durante la proclamazione, da parte dei presentatori, del terzetto sul podio. Sia come sia son rimasto sbalordito a sentire il nome di Elio nel terzetto che si sarebbe giocato la vittoria finale: loro, che puntavano al quarto posto, ci saranno rimasti più male di me. Non mi ha sorpreso Mengoni, mi ha messo tristezza la presenza dei Modà, che sono un gruppo che proprio non capisco.
Sappiamo chi ha vinto, ma non come. Quindi ecco le percentuali che hanno ottenuto i primi tre della classifica: Marco Mengoni ha ottenuto il primo posto con il 36% delle preferenze, gli Elio e le Storie tese il secondo con il 33%, seguiti dai Modà col 31%.
Ma gli altri come sono arrivati. Unendo le classifiche del televoto di giovedì e sabato e quella della giuria di qualità ecco la classifica finale:
1. Marco Mengoni;
2. Elio e Le Storie Tese;
3. Modà;
4. Malika Ayane;
5. Raphael Gualazzi;
6. Daniele Silvestri;
7. Max Gazzè;
8. Chiara;
9. Annalisa;
10. Maria Nazionale;
11. Simone Cristicchi;
12. Marta sui tubi;
13. Simona Molinari e Peter Cincotti;
14. Almamegretta.
Classifica del Televoto (sommatoria dei voti di giovedì e sabato):
1. Marco Mengoni;
2. Modà;
3. Annalisa Scarrone;
4. Chiara Galiazzo;
5. Raphael Gualazzi;
6. Elio e Le Storie Tese;
7. Maria Nazionale;
8. Daniele Silvestri;
9. Simone Cristicchi;
10. Simona Molinari e Peter Cincotti;
11. Malika Ayane;
12. Max Gazzè;
13. Marta sui Tubi;
14. Almamegretta.
Classifica della Giuria di Qualità:
1. Elio e Le Storie Tese;
2. Malika;
3. Gualazzi;
4. Daniele Silvestri;
5. Gazzè;
6. Mengoni;
7. Modà;
8. Chiara -Marta sui Tubi (pari merito);
10. Maria Nazionale;
11. Simone Cristicchi;
12. Annalisa;
13. Molinari – Cincotti e Almamegretta (pari merito).
Ad Elio e Le Storie Tese, oltre al secondo posto in classifica generale, sono andati anche il Premio della Critica "Mia Martini", il Premio per il miglior arrangiamento ed il Premio della Giuria "Lucio Dalla", sicuramente tutti meritati.
E' curioso, però, vedere come la Giuria di Qualità abbia assegnato anche alla band milanese la vittoria nella sua classifica provvisoria. A conti fatti, però, la classifica finale uscita dall'unione di quella della Giuria di Qualità e del pubblico a casa è la migliore sintesi del gradimento delle serate. Dispiace vedere sul podio i Modà, che ci hanno ammorbato per tre sere con i loro inutili Se, e solo nona una delle più belle voci della settimana: Annalisa. Spiace vedere al 12° e 14° posto Marta sui tubi e Almamegretta. Spiace perchè capisci che non sono stati squalificati per orrendezza, ma sono stati tenuti in considerazione fino alla fine. Tutti gli altri han fatto la loro gara, senza pretese, e poche delle canzoni presentate rimarranno.
Un complimento a parte meritano gli Elii. Il loro secondo posto è giusto, non un'infamata come quella di 17 anni fa. La loro Canzone Mononota è simpatica ed artisticamente valida, ma Marco Mengoni, finalmente, ha meritato la vittoria. I ragazzi delle Storie Tese ed il loro vocalist si sono messi in gioco ogni sera, stupendo il pubblico anche sotto il punto di vista visivo. Mi chiedo come abbiano fatto a resistere per sei, sette, ore con il trucco da uomini obesi (una soluzione di peso per recuperare terreno) ed a cantare per bene tre volte, senza schiattare sul palco.
Della serata finale mi rimangono solo alcune istantanee su internet o qualche spezzone televisivo: la farfallina di Luciana, un giovane direttore d'orchestra che apre la kermesse con Wagner, una frase di Bisio letta in rete e la descrizione della performance di Bocelli.
Quello che si può dire è che la 63a Edizione del Festival della musica italiana di Sanremo è stata una rivelazione. Fabio Fazio ha riletto la manifestazione storica in una chiave nuova ed aggiornata. Ha elevato il ruolo della donna da semplice valletta a presentatrice a tutti gli effetti (attenzione però! La donna deve essere brava e pronta, non pensate che la stessa operazione possa essere ripetuta con una Gregoraci od una Fico di turno). Si è messo in gioco e si è sciolto un po' rispetto all'impettito e, tante volte, prostrato presentatore domenicale di Rai3. Luciana Littizzetto è stata lei. Brava per molti tratti dello spettacolo, a volte eccezionale (il monologo a favore della lotta contro la violenza sulle donne e la seguente danza) ed a volte, rare, eccessivamente sopra le righe.
Rimarranno Maurizio Crozza, Rocco Siffredi, alcuni duetti inopportuni nella Serata Storica, Verdi, Wagner e la musica classica in prima serata, Mengoni che canta Tenco, i costumi di Elio, la voce di Annalisa, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto su tutto e forse poco altro, perchè abbiamo la memoria corta.
Chi l'ha visto ha potuto godere di serate leggere e divertenti, anche se arrivare alla una di notte in settimana è deleterio per molti, che hanno proposto spunti riflessivi conditi da musica a volte buona a volte no.
Chi non l'ha visto avrà avuto le sue buone ragioni, ma per criticarlo pesantemente anche quest'anno non basta appellarsi alle memorie di quando si era bambini. Dalla prima edizione targata Gianni Morandi le cose sono cambiate. La libertà di uscire dagli schemi, seguendo la liturgia che questa manifestazione storica richiede, è aumentata. Con l'edizione di quest'anno si è esplorato qualche nuovo territorio sconosciuto.
Chissà che la mentalità da reality, da tv commerciale, da "ti interrompo mentre parli, perchè così ottengo visibilità", non sia stata scalfita da una televisione educata e pacata. Io me lo auguro.
Da domani si torna a parlare di amenità varie, tranquilli.
Grazie a chi ha letto queste deliranti righe di metà Febbraio e grazie a chi mi ha permesso di scriverle.
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