Dopo un'anteprima con i conduttori de il Ruggito del coniglio, Dose e Presta, solita pantomina di un finto dietro le quinte pre serata ed un mappozzo di pubblicità, ecco Fabio Fazio, per gli amici Strazio, appollaiato, come un condor nei suoi tre migliori giorni, sugli scalini del palco introduce il Va Pensiero di Verdi. Il grido Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia apre il sipario nero sul coro dell'Arena di Verona e le luci cadono sull'orchestra diretta da Mauro Pagani. Da ignorate in materia devo dire che l'esecuzione mi è piaciuta molto, ma, per il pubblico a casa, non sarebbero guastati dei sottotitoli. Il pensiero va a chi di questa canzone vuole fare un inno per una sola parte d'Italia quando Verdi la scrisse per tutto il popolo dell'allora Regno d'Italia.
Tempo qualche minuto ed ecco apparire ed ecco arrivare su carrozza bianca, come Ceneretola, la donna del Festival: Luciana Littizzetto, che già ne butta lì due tanto per gradire alla Fornero ed alla De Filippi. La scenografia, abbastanza futurista, mette subito in evidenza un palco isola dal pavimento trasparente che si mangia le prime dieci file della platea. Ancora non mi immagino a cosa possa servire, ma spero di scoprirlo prima di andare a dormire.
Luciana è grande! Veramente,. Si ride e si sorride con i suoi buoni propositi e con la sua letterina a San Remo.
Spiegazione del regolamento. I quattordici cantanti si esibiranno in due brani, consecutivi, subiranno il televoto ed uno solo dei loro brani passerà alla fase successiva.
21.11. La pubblicità lascia spazio. Il primo cantante. Marco Mengoni. L'essenziale. Allampanato e ben vestito nel suo completo carta da zucchero usata. Il brano non permette di apprezzare tutta l'estensione vocale dell'eroe dell'ultima edizione di X-Factor per i poveracci che non possono permettersi Sky (come me), ma è orrecchiabile. Il suo secondo brano è Bellissimo, scritta da Giana Nannini e Pacifico. Il ritmo già prende di più. Più e lui, infatti, è meno composto, anche vocalmente, e sembra divertirsi cantando. Gli indiani che cucivano palloni nel suo stomaco sembrano essere scomparsi. Buona prova senza esercizi vocali al limite. La canzone che passa la sapremo subito, ma prima un piccolo omaggio a Lucio Dalla da parte del suo compagno Alemanno. Lo stesso Alemanno annuncia la canzone che passa il turno: L'essenziale.
21.25. Secondo cantante. Raphael Gualazzi. Senza ritegno. L'uomo si abbarbica al suo attrezzo, musicale, il piano. Cavoli come sono passati gli anni sul suo volto ed i suoi capelli, sembra che gli abbiano dato la calce dei muratori bergamaschi. Un inizio stentato, ma poi grazie agli ottoni prende uno sprint e va, peccato che le parole non si capiscano proprio bene. Comunque: grande fiato. Secondo brano. Sai (ci basta un sogno). Se non avesse fatto quelle due tirate nella canzone di prima, dopo questa, dire che ha l'enfisema polmonare. Passa: Sai (ci basta un sogno), risultato annunciato dai polpacci di una Ilaria d'Amico in splendida forma.
21.42. Felix Baumgartner in uno stupendo completo vinaccia. Intanto per liberare, dalla sua posizione sopraelevata, ecco una fantastica stile Edward mani di forbice quasi partorita dalla mente di Tim Burton.
21.48. Terzo cantante. Daniele Silvestri (era sparito da un po', effettivamente). A bocca chiusa. Accompagnato da un interprete per i sordi, seduto al pianoforte, una canzone di denuncia sulla condizione sociale contemporanea con cadenza romanesca. Testo interessante, ma un po' lenta. Seconda canzone. Il bisogno di te (ricatto d'onor). Maniche di camice per una classica canzone di Silvestri, ritmata, semplice, dedicata all'amore. Colpisce più la prima. A proclamare quale passa il turno è Valeria Bilello, in stupendo abito bianco e ampio spacco. Tutti sperano che passi A bocca chiusa e ci azzeccano.
22.04. Quarto cantante. Simona Molinari e Peter Sincotti. Una canta l'altro suona il piano. Dottor Jekill, Mister Hyde. Una voce che va e che viene, un viso, quello di lei, meno espressivo di Kristen Stewart, per una canzone anni '60 del secolo scorso, simpatica, carina. Secondo brano. La felicità. Questa se la scrivono, se la cantano e se la suonano. Partenza jazz, voce costante e squillante. La canzone di Bella ed Edward che passa, dopo l'annuncio di Flavia Pennetta, è La felicità.
22.23. Maurizio Crozza con Silvano Belfiore. Canta una canzone nelle vesti di Silvio B. Coraggioso e contestato da qualche voce dal pubblico. Un pezzo forte, come quelli che propone a Crozza nel Paese delle Meraviglie, ma in un contesto anche ostile. Ma si son accorti in platea che è un'imitazione? Si sono accorti che è satira? Penso che quello vero si starà rivoltando sul divano e scorrendo all'impazzata la rubrica del telefono. Finita la canzone inevitabile qualche voce contro, ma gli applausi sono più forti. Poi, Bersani, Ingroia, Luca Cordero di Montezemolo. Alle 23.03 si conclude un intervento brillante, che ha ricalcato passaggi del suo show su La7, ma che ha divertito e rappresentato, in toni allegri, la situazione di questo, disfatto, Paese. Gli unici che ci han rimesso sono stati i due contestatori prezzolati ai quali sono state amputate le mani ed asportate le corde vocali, oltre che gli organi genitali per evitarne la riproduzione, da Chuck Norris che passava di lì per caso. Che poi, dico, se vai a teatro e non ti piace qualcosa non è c'è urli contro chi c'è sul palco. Al massimo non applaudi. Il resto è da cafoni ignoranti. Purtroppo è quello che ha insegnato alle menti deboli certa televisione commerciale presa sul serio, che tanto seria non è.
Certo che dopo due ore solo quattro canzoni non è che siano troppo per il Festival della Canzone. Mancano ancora Marta sui tubi (anagramma di Tamburi usati), Maria Nazionale e Chiara.
23.10. Quinto cantante. Marta sui tubi. Dispari. Complimenti per il vestito del violoncellista, ho un'amica che per errore, evidentemente, ha usato la medesima trama del suo abito per realizzare le tende della casa nuova. Alcuni passaggio son per me ostici, ma non dubito che per gli amanti del genere la canzone sia piacevole. Secondo brano. Vorrei. Se proprio devo scegliere, scelgo questa, ma è proprio la voce del cantante che non mi riesce a far concentrare. Pure al povero Yoda non son piaciuti. Peccato. A dare il verdetto saranno Cristina e Benedetta Parodi, in due abiti lunghi e pajettosi (nel senso ricoperti di pajella e cacciucco che la Benedetta ha preparato durante l'esibizione di Crozza, così, tanto per ingannare il tempo). La canzone scelta è: Vorrei.
23.26. Due ragazzi omosessuali che con una serie di cartelli raccontano la loro storia ed al loro matrimoni del 14 Febbraio a New York. Auguri!
23.29. Maria Nazionale. Quando non parlo. La sesta cantante. Bella voce calda, per un corpo morbido fasciato in u sobrio abito fuscia che neanche la Barbie ai saldi, per una canzone di tradizione meridionale. Un classico neomelodico sulla scia di Nino D'Angelo e Merola. Seconda canzone. E' colpa mia. Questa proprio ne dialetto di Torre Annunziata, senza neanche sottotitoli, bella la musica degli Avion Travel. Canzoni di nicchia, ma che puntano ad un bacino ampio di voti. Dalla voce di Vincenzo Montella scopriamo che a passare il turno è E' colpa mia.
23.48. Angelo Ogbonna, difensore della Nazionale italiana di calcio e del Torino introduce un altro "italiano vero" Toto Cutugno. Riceve un premio alla carriera dal comune di Sanremo. Canta L'italiano, a trent'anni di distanza dal suo debutto, accompagnato dal coro dell'Armata Rossa. Bisogna dire che è sempre un bella canzone, attuale, una fotografia di un Paese che non riesce ad evolvere. La scelta del coro, poi, è grandiosa. Ottimo Toto. Bravo. Per chiudere Le notti di Mosca, in russo, accompagnato sempre dal Coro dell'Armata Rossa. Traduzione, probabile, da internet:
Non si sente nel giardino neppure un fruscìo,
tutto qui si è fermato in attesa del mattino,
se voi sapeste come mi sono care
le serate nei dintorni di Mosca.
Il fiume si muove e non si muove,
tutto è di un argento lunare,
la canzone si sente e non si sente,
in queste serate d’estate.
Che cosa mai, o cara, guardi con tristezza,
tenendo la testa bassa?
È difficile dirti e non dirti
tutto ciò che ho nel mio cuore.
L’alba è sempre più vicina,
così ti prego, sii buona,
anche tu non dimenticare
queste serate nei dintorni di Mosca.
Il finale è dedicato alla più celebre canzone italiana nel mondo: Nel blu dipinto di blu, di Domenico Modugno.
All'alba, è proprio il caso di dirlo, delle 00.10 l'ultima cantante. Chiara. L'esperienza dell'amore. Scritta da una coppia di Zampaglioni è la canzone di debutto a Sanremo della vincitrice dell'ultimo X-Factor per ricchi. Lei l'avevo sentita una volta in una replica del talent e non mi era piaciuta per niente. L'ho considerata una voce come tante già ce ne sono, vediamo se mi fa ricredere. Rossa, alta, vestita in jeans e copricostume non mi impressiona. Sarà anche l'orario. Seconda canzone. Il futuro che sarà. Più vivace, quasi un valzer, con parole più scandite. Potrei fare a meno di entrambe, ma dovessi scegliere propenderei musicalmente per questa, nonostante le stonature vocali dell'artista senza cognome. Sarà Stefano Tempesti, portiere della Nazionale di pallanuoto e della Pro Recco, a dirci quale delle due canzoni passerà al secondo turno. Il verdetto è Il futuro che sarà.
In conclusione, tranne che per Mengoni e Silvestri, che hanno passato il turno con la prima canzone presentata, tutti gli altri cantanti parteciperanno alla gara con la seconda proposta.
Si ripeterà anche domani la stessa tendenza? A questo punto non vedo l'ora di sentire le due canzoni di Elio e Le Storie Tese, tante aspettative, speriamo non deludano.
Queste quattro ore son passate in fretta, ma ora è il momento di cadere abbioccato nel letto. Quindi buona notte e buona giornata a tutti!
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