Nella seconda metà degli anni '60 del secolo scorso gli Stati Uniti erano impegnati nella guerra del Vietnam. Nei college americani erano forti i contrasti tra i movimenti pacifisti che volevano la ritirate delle truppe, impegnate in una guerra inutile, e coloro che credevano nel sogno americano di portare pace e democrazia, anche con la guerra, nei Paesi sotto dittatura.
Tra gli appartenenti a quest'ultima fazione vi era Chris Taylor.
Arruolato come volontario per la guerra nel Vietnam viene assegnato in una zona di confine con la Cambogia con i compiti di ricerca e distruzione dei villaggi dove i Vietcong accumulano armi e viveri.
Il suo entusiasmo di partecipare alla causa, le sua volontà di compiere buone azioni si scontreranno, ben presto, con la realtà dei fatti e con il disincanto dei soldati da più tempo su posto.
La guerra è teatro di abusi e di soprusi. Un teatro nel quale la disumanità è l'umanità reale e l'alienazione è uno stato costante di vita. Al fronte l'unico modo di sopravvivere sembra essere quello di stordirsi con le droghe e di perpetrare violenza sui più deboli. I due esponenti due queste categorie sono il tenente Elias, ormai nei luoghi di battaglia da tre anni, ed il sergente Barnes, cinico, violento ed opportunista.
Nel battaglio di Taylor si combatte un'altra guerra, oltre a quella contro i Charlie, quella tra i due sottufficiali, che vedono in modo diverso lo scenario in cui sono coinvolti. Colpa di questa faida è anche del comandante, il tenente Wolfe e della sua inadeguatezza al comando.
Non avevo mai visto Platoon. La scusante è che nei videonoleggi non si trova e che è da sempre stato difficile vederlo in prima serata. Adesso, grazie all'avvento del digitale terrestre, sfruttando la presenza di decine di canali in chiaro che non sanno cosa programmare ecco l'occasione.
Sinceramente l'inizio, i primi dieci minuti, mi hanno poco coinvolto. Saranno state le atmosfere, la confusione di alcune scene, ma mi sono dovuto convincere ad andare avanti.
Non me ne sono pentito. Il film è intenso e forte, un Apocalypse Now in miniatura, più intimista e doloroso. Si dice che Coppola abbia scritto questo suo capolavoro attingendo alle sue reali esperienze vissute in guerra tra il 1967 ed il 1968, questo spiegherebbe alcuni dettagli che, credo, a chi non fosse stato in quei luoghi non sarebbero mai venuti in mente.
La forza del film è, oltre alla storia sincera, in cast. Il cast è una visione del futuro di Hollywood avuta da Coppola e dai suoi produttori. Troviamo Charlie Sheen, Willem Dafoe, Tom Berenger a reggere la scena e Forest Whitaker, Mark Moses e Johnny Depp a far loro da contorno. Un cast eccezionale amalgamatosi nelle due settimane di allenamenti speciali, a scavar trincee e marciare sotto il sole delle filippine, prima dell'inizio del film
La sensazione che ho avuto è stata quella di vedere un film vero, sostenuto da veri sentimenti e vere emozioni.
Da vedere a prescindere.
Ah, e finalmente mi sono tolto dalla testa l'idea errata che nel poster fosse rappresentato Charlie Sheen. Se anche voi avete il dubbio vedetevi il film e capirete.
Premi
1987 - Premio Oscar
Miglior film a Arnold Kopelson
Migliore regia a Oliver Stone
Miglior montaggio Claire Simpson
Miglior sonoro a John Wilkinson, Richard D. Rogers, Charles Grenzbach e Simon Kaye
1987 - Golden Globe
Miglior film drammatico
Migliore regia a Oliver Stone
Miglior attore non protagonista a Tom Berenger
1987 - Independent Spirit Award
Miglior film a Arnold Kopelson
Migliore regia a Oliver Stone
Migliore sceneggiatura a Oliver Stone
Migliore fotografia a Robert Richardson
1987 - Kansas City Film Critics Circle Award
Migliore regia a Oliver Stone
1987 - Boston Society of Film Critics Award
Migliore regia a Oliver Stone
1988 - Awards of the Japanese Academy
Miglior film straniero
1987 - Festival di Berlino
Migliore regia a Oliver Stone
1987 - American Cinema Editors
Miglior montaggio a Claire Simpson
1987 - Casting Society of America
Miglior casting per un Film a Pat Golden e Bob Morones
1987 - Directors Guild of America
DGA Award a Oliver Stone e H. Gordon Boos (Assistente Regista)
1988 - Premio BAFTA
Migliore regia a Oliver Stone
Miglior montaggio a Claire Simpson
1988 - ASCAP
ASCAP Award a Georges Delerue
1988 - Political Film Society
PFS Award
Titolo originale Platoon
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 1986
Durata 120 min
Rapporto 1.85 : 1
Genere Guerra
Regia, Soggetto, Sceneggiatura Oliver Stone
Produttore Arnold Kopelson
Fotografia Robert Richardson
Montaggio Claire Simpson
Effetti speciali Gionilda Stolee, Derek Howard, Ccecille Baun
Musiche Georges Delerue, Budd Carr
Scenografia Bruno Rubeo, Chris Lombardi, George Rosales, Caloy Salcedo
Costumi Roy Lachica, Martin Raygon, Dwight Gaston
Trucco Tess Quismundo, Maria Cecina
Interpreti e personaggi
Charlie Sheen: Chris Taylor
Willem Dafoe: sergente Elias Grodin
Tom Berenger: sergente Bob Barnes
Kevin Dillon: Bunny
John C. McGinley: sergente Red O'Neill
Keith David: King
Reggie Johnson: Junior Martin
Forest Whitaker: Big Harold
Bob Orwig: Gardner
Johnny Depp: Gator Lerner
Francesco Quinn: Rhah
Mark Moses: tenente Wolfe
Corey Glover: Francis
Chris Pedersen: Crawford
David Neidorf: Tex
Corkey Ford: Manny Washington
Richard Edson: Sal
Tony Todd: sergente Warren
Kevin Eshelman: Morehouse
James Terry McIlvain: Ace
J. Adam Glover: Sanderson
Ivan Kane: Tony Hoyt
Paul Sanchez: Doc Gomez
Dale Dye: capitano Harris
Peter Hicks: Parker
Basile Achara: Flash
Steve Barredo: Fu Sheng
Chris Castillejo: Rodriguez
J. Aapkk: Monkey
Andrew B. Clark: Tubbs
Mark Ebenhoch: Ebenhoch
Robert Galotti: Huffmeister
Doppiatori italiani
Francesco Prando: Chris Taylor
Luigi La Monica: sergente Elias Grodin
Dario Penne: sergente Bob Barnes
Massimo Milazzo: sergente Red O'Neill
Glauco Onorato: King
Sergio Fiorentini: Big Harold
Loris Loddi: Bunny
Pino Insegno: Junior Martin
Luca Dal Fabbro: Gator Lerner
Teo Bellia: tenente Wolfe
Fabio Boccanera: Gardner
Angelo Nicotra: Rhah
Piero Tiberi: sergente Warren
Pino Ammendola: Francis
Carlo Marini: Crawford
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