lunedì 28 marzo 2011

Shining

Jack Torrance, sua moglie Wendy ed il loro figlio Danny, si trasferiscono come guardiani invernali all'Overlook Hotel. La struttura è un immenso complesso in alta montagna che ha bisogno di manutenzione continua per non subire gravi danni. I tre sono le uniche persone in tutto l'albergo. Wendy si occupa di controllare le caldaie e di cucinare, il piccolo Danny di giocare e sfrecciare lungo gli immensi corridoi con il triciclo e Jack di trovare l'ispirazione e tornare a scrivere il suo libro.
La solitudine, però, ha anche un effetto deleterio sulla mente dell'uomo. Inizia a diventare paranoico ed a parlare con i fantasmi che abitano l'hotel. Fantasmi ben più pericolosi sono quelli con i quali viene in contatto Danny. Il bambino ha una caratteristica particolare: lo shining, lo scintillio, che gli permette di vedere oltre il piano della realtà. Un dono del quale si era subito accorto, prima di lasciare l'hotel, il cuoco, poiché anche lui da bambino lo aveva. La stessa dote latente è presente in Jack. L'isolamento e lo shining portano Jack oltre la soglia della follia, tanto da minacciare la vita stessa della sua famiglia.

Unire due geni di due generi artistici continui, ma diversi, è una fortuna che non si ha spesso. In questo caso ci troviamo di fronte a Kubrick che mette in scena un romanzo di King: l'apoteosi.
Partiamo dal concetto che film e libro sono due entità separata, come spesso accade, ma che questa distinzione, nonostante le enormi differenze tra le due opere, non si sente. La resa cinematografica che ottiene il regista permette al film di vivere di vita propria. Allo spettatore non importa che non siano presenti le siepi viventi, che non esploda l'hotel e tutto il resto, presente nel libro. La magia creata da Kubrick, con il cadenzato cadere del tempo, il folle crescere della pazzia di Jack, le ambientazioni labirintiche (sia all'interno dell'albergo, sia all'esterno), l'assuefacente e persistente presenza del colore rosso in quasi ogni scena, permettono la realizzazione di un mito a se stante. Tali sono la tensione, il ritmo, la resa visiva, l'immaginazione portate sullo schermo da rendere questo film, tratto da un romanzo horror un film che tutti possono e riescono a vedere. Chi l'ha visto lo vuole rivedere, chi non l'ha visto lo vuole vedere e lo cerca.
Una importante caratteristica tecnica è quella che ha visto l'utilizzo, per scene importanti e d'impatto, della steady cam a mano. Tale scelta ha valorizzato l'ambiente labirintico nel quale i protagonisti sono stati fatti agire, sia all'interno dell'hotel che nel labirinto.
Il fatto che esistano almeno tre versioni differenti, per durata e formato di proiezione, tutte approvate dallo stesso Kubrick, mette, inoltre, allo spettatore a conoscenza di questa anomalia la voglia di cercarle e confrontarle.
A tutto questo aggiungiamo una grande interpretazione di Jack Nicholson, cavoli come cresce la pazzia latente nel suo personaggio e come lui ne valorizza al meglio gli effetti, e l'ottima Shelley Duvall nei panni della consorte spaventata e stralunata. Non possiamo che ottenere il capolavoro del quali tutti parlano.
La versione italiana viene, oltretutto, valorizzata dal doppiaggio di Jack Nicholson da parte di Giancarlo Giannini, già trent'anni fa ottimo attore e doppiatore (tanto da ricevere una lettera di complimenti autografa da parte del regista inglese).

Se qualche film può non essere visto, sicuramente Shining non è tra questi. E già che ci siete leggete anche il libro.

Titolo originale The Shining
Paese USA, Regno Unito
Anno 1980
Durata 146 min (prima versione, accorciata di 3 minuti da Kubrick dopo una settimana di proiezioni in Nord America)
143 min (seconda versione, distribuita in Nord America e resto del mondo, Europa esclusa)
119 min (versione europea)
Rapporto schermo 1,85:1 (USA), 1,66:1 (Europa),1,37:1
Genere horror
Regia Stanley Kubrick
Soggetto Stephen King (romanzo)
Sceneggiatura Stanley Kubrick, Diane Johnson
Produttore Stanley Kubrick
Fotografia John Alcott
Montaggio Ray Lovejoy
Musiche Wendy Carlos e Rachel Elkind, Bela Bartok, Krzysztof Penderecki, Gyorgy Ligeti
Scenografia Roy Walker

Interpreti e personaggi
Jack Nicholson: Jack Torrance
Shelley Duvall: Wendy Torrance
Danny Lloyd: Danny Torrance
Scatman Crothers: Dick Halloran
Barry Nelson: Stuart Ullman
Philip Stone: Delbert Grady
Joe Turkel: Lloyd
Tony Burton: Larry Durkin
Barry Dennen: Bill Watson
Anne Jackson: Doctor

Doppiatori italiani
Giancarlo Giannini: Jack Torrance
Livia Giampalmo: Wendy Torrance
Davide Lepore: Danny Torrance
Marcello Tusco: Dick Halloran
Pietro Biondi: Stuart Ullman
Gianni Bonagura: Delbert Grady
Roberto Herlitzka: Lloyd

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