venerdì 5 luglio 2013

World Waz Z

Gerry Lane, ex inviato delle Nazioni Unite in zone di crisi, ora ha una vita tranquilla. Una moglie, due figlie, la passione di cucinare pancake. Purtroppo il mondo sta subendo uno sconvolgimento e la sua tranquillità familiare è destinata a non durare. Una bella mattina, dopo la sveglia e la colazione, tutta la famiglia è in macchina su un'arteria trafficata di Philadelphia. All'improvviso delle esplosioni si avvicinano alla loro posizione e uomini che si muovono rapidi in modo innaturale attaccano i passanti. L'unica speranza della famiglia Lane è quella di allontanarsi dalla zona.
La loro fuga li porta fino a Newark dove restano in attesa di essere salvati da una vecchio amico di Gerry ancora al servizio dell'O.N.U.
Il salvataggio non è gratuito. Per garantire la sicurezza della famiglia, Gerry dovrà imbarcarsi in una missione atta a scoprire le cause del misterioso virus che infetta i cadaveri ed in 12 secondi li fa risorgere affamati di carne umana vivente.
Il viaggio lo porterà in giro per il mondo alla ricerca di una soluzione utile a salvare l'umanità.

Come ha detto Anna Praderio in un servizio in un tg serale il film è tratto dal libro World War Z. La guerra mondiale degli zombie, scritto da Max Brooks. Max Brooks che altri non è che il figlio di Mel Brooks. Io il libro non l'ho letto, ma chi l'ha fatto dice che il film è molto diverso dall'opera scritta.
In ogni caso.
Il film non è brutto. Bisogna dire che si fa guardare ed il ritmo dato agli zombie dal regista Marc Forster (Monster's Ball - L'ombra della vita, Neverland - Un sogno per la vita, Il cacciatore di aquiloni e 007 - Quantum of Solace, giusto per citarne alcuni dei generi più disparati) è di fattura interessante. Gli zombie, in questa versione, non sono solo veloci, ma sembrano dei giocatori di football americano pippati di cocaina. Si muovono rapidi e placcano le loro vittime saltando loro addosso e mordendole. Curioso è notare come nel 1968 George Romero avesse creato gli zombie lenti e stralunati. Questo genere di zombie ha sempre incusso paura e timore, anche perché, nonostante la sua lentezza, riusciva sempre a catturare la preda. Al giorno d'oggi, con una società più frenetica, quel tipo di zombie sembra essere indigesto a molti autori. Pian piano sono sempre diventati più veloci e decisi: tanto per rendere un'idea: quelli di 28 Giorni dopo, rispetto a questi, sembrano in slow motion. Non so quanto questo sia un bene, ma lo spettatore medio americano, ormai, richiede sempre più effetti speciali, sempre più esplosioni e distruzione e sempre più velocità. Alla fine, quando ti trovi a vedere un film a ritmi normali ti sembra che vada troppo lento e rischia di annoiare. E non deve essere così. I messaggi, perché il cinema cerca di passare anche quelli a volte, non devono essere sempre scagliati sullo spettatore come raffiche di mitra, ma come leggere rasoiate ne devono incidere la coscienza. Tanto è vero che in molti di questi film a basso tenore di pensiero gli autori, il buon Damon Lindelof è uno di questi, devono esplicitare, fino a rasentare l'ovvio ed il ridicolo, quello che sta per succedere. Questa tecnica porta sì lo spettatore medio del Nebraska a capire quello che succede, ma non lascia spazio allo stupore al più sgamato spettatore europeo in cerca di distrazione.
Detto questo non voglio certo dire che WWZ sia un film che non meriti di essere visto. Brad Pitt, nonostante non sia uno dei miei attori preferiti, regge su di se praticamente tutto il film, ma gran merito va a coloro che hanno scelto il cast dei comprimari. Se Mirelle Enos e le sue orecchie di carta velina non sono il massimo come moglie preoccupata (l'avrà scelta la Jolie?), è bello vedere caratteristi come David Morse (Dott. House) o rivedere, anche se in piccoli ruoli, gente come Matthew Fox (Lost ed il prossimo Alex Cross) e Pierfrancesco Favino (nel suo nuovo film americano). Piacevole anche al rivelazione Daniella Kertesz che, tra l'altro, è veramente israeliana.
Se la regia di Forster riesce a tenere attaccati allo schermo, grazie all'alternanza dell'uso della macchina a mano (sempre più usata ormai) con quello delle cineprese classiche, è, forse, la sceneggiatura il tassello debole della pellicola.
Spesso ci si ritrova con fatti avvenuti senza una spiegazione, indizi evidenti disseminati che non vengono raccolti dal protagonista, armi che passano di mano in mano senza sapere il quando. Tuttavia il ritmo è calibrato in maniera non spiacevole. Si parte da una mattina tranquilla in casa Lane per trovarsi, poche ore dopo, catapultati in una corsa su una macchina di F1 spinta al massimo e senza freni. Un ritmo del genere non può essere tenuto per sempre e, infatti, la parte finale del film chiede respiro: la velocità rallenta. Questo può spiazzare qualcuno, ma è stata, probabilmente, una scelta giusta da parte degli autori. Come detto, a parte alcune banalità il tutto funziona. Certo a volte qualcosa risulta involontariamente comica, ma è utile per smorzare la tensione.
Gli effetti speciali sono di alto livello. Non fosse stato per loro sarebbe stato difficile dare credibilità agli zombie supersonici ed alle loro azioni. Le inquadrature dall'alto popolate di zombie impazziti incutono veramente timore e ti fanno pensare a come potresti sopravvivere in un situazione del genere.

Da notare, come sempre, che questo film non è adatto al 3D. Troppo sequenze ad alta velocità, troppe immagini, volutamente, poco stabili e, visto in 2D, non fornisce spunti per l'inserimento della stereoscopia.
Merita una visione anche se non rimarrà nella storia del cinema,

Titolo originale World War Z 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America, Malta 
Anno 2013 
Durata 116 min 
Audio Dolby Digital, SDDS 
Genere horror 

Regia Marc Forster 

Soggetto Max Brooks (romanzo World War Z. La guerra mondiale degli zombi) 
Sceneggiatura Matthew Michael Carnahan, Drew Goddard e Damon Lindelof
Produttore Brad Pitt, Ian Bryce, Dede Gardner, Jeremy Kleiner 
Produttore esecutivo David Ellison, Dana Goldberg, Tim Headington, Graham King, Paul Schwake, Bradford Simpson 
Casa di produzione Plan B Entertainment, Paramount Pictures, Apparatus Productions, GK Films, Hemisphere Media Capital, Latina Pictures, Skydance Productions 
Distribuzione (Italia) Universal Pictures 
Fotografia Robert Richardson 
Montaggio Matt Chesse 
Effetti speciali Luke Marcel, Ken Petrie, László Pintér, Tibor Skornyak, Alastair Vardy 
Musiche Marco Beltrami 
Scenografia Nigel Phelps 
Costumi Mayes C. Rubeo 
Trucco Krisztina Fehér, Carmel Jackson, Gemma Richards, Luigi Rocchetti, Sian Turner 

Interpreti e personaggi 
Brad Pitt: Gerry Lane
Mireille Enos: Karen Lane
Daniella Kertesz: Segen
James Badge Dale: Capitano Speke
David Morse: Gunther Haffner
Fana Mokoena: Thierry Umutoni
David Andrews: Capitano Mullenaro
Sterling Jerins: Constance Lane
Abigail Hargrove: Rachel Lane
Peter Capaldi: dottore OMS
Pierfrancesco Favino: dottore OMS
Ludi Boeken: Jurgen Warmbrunn
Grégory Fitoussi: pilota del C130
 
Doppiatori italiani 
Sandro Acerbo: Gerry Lane
Monica Ward: Karen Lane
Domitilla D'Amico: Segen
Roberto Draghetti: Thierry Umutoni
Massimo Rossi: Gunther Haffner
Paolo Marchese: Jurgen Warmbrunn
Fabrizio Dolce: Ellis
Silvia Abbati: Rachel Lane
Metello Mori: Pilota C-130

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