Speciale Dylan Dog n° 27
La Bomba!
Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano
Sembra essere un manicomio quello in cui Dylan Dog è rinchiuso. Nessun contatto con l'esterno, nessuna visita, nessun amico che lo venga a trovare. Solo dottori ed infermieri che lo imbottiscono di pillole, continue sedute psichiatriche, periodi in celle d'isolamento claustrofobiche ed elettroshock. Giunto ad una finta accondiscendenza l'ormai ex Indagatore dell'Incubo tenta la fuga insieme ad altri detenuti/pazienti.
Sarà una mossa azzeccata? Fuori da quel lager ci sarà un presente migliore od un passato dimenticato dall'Old Boy che ha reso ben peggiore il luogo in cui anela di andare?
Penso di averlo già scritto in precedenza, ma ogni tanto ripetere giova: a Gualdoni, in questo periodo in Bonelli, fanno scrivere di tutto. Sceneggiature, soggetti, liste della spesa, email di reclamo ad Amazon, gli ordini per il bar, quando vanno in pizzeria prende lui il blocchetto al cameriere e raccoglie ordinazioni al posto suo. No so se è per via di un bisogno di soldi del ragazzone, perché gli altri sono all'opera sul nuovo progetto editoriale dedicato allo svecchiamento dell'Indagatore dell'incubo, che inizia il 27.09.2013 o per altri reconditi motivi, ma Gualdoni è dappertutto. Per carità a volte le cose gli vengono bene, ma altre è meglio che non le avesse scritte.
L'autore riesce a ben influenzare il lettore con le atmosfere cupe ed asfissianti del manicomio. Mette anche un po' di nervoso perché ci mette veramente tanto a dare una svolta alla prima parte della storia e quando succede non ripaga a pieno le attese. Certo, si aggancia a numeri storici (richiamati in seconda di copertina) della collana per fornire basi più solide al suo racconto, ma il citazionismo esagerato spezza il feeling. Da Brazil passando per L'esercito delle 12 scimmie, dal libro/film/serie tv La zona morta, passando per La vita è bella e, come detto, all'autocitazionismo, giusto per citare i casi più evidenti, sono i riferimenti che balzano all'occhio. Ad una seconda lettura se ne trovano anche di più, ma meglio non cercarli per evitare di innervosirsi.
Ai pennelli, alle chine ed alle matite un Bruno Brindisi in splendida forma. Di riferimenti fotografici e stilistici ne ha a bizzeffe, grazie al metodo narrativo utilizzato dallo sceneggiatore, e mette a frutto tutti i vantaggi che ne derivano. A volte i suoi disegni risultano essere tanto reali da sembrare finti. Anche lui, forse sopratutto lui, contribuisce a far soffrire il lettore con il protagonista nei momenti di detenzione.
Impossibile anche questa volta criticare la copertina di Angelo Stano, come del resto da diversi anni a questa parte. In questo caso rende evidente un evento in cui nell'albo si accenna e che mostra solo le sue conseguenze. Un vero e proprio prologo in un'unica immagine.
Tirando le somme. Questo Speciale è abbastanza particolare da essere considerato un Speciale. A volte la narrazione risente delle lungaggini gualdoniane, ma i disegni permettono di vincere parecchie difficoltà. Tutto sommato da leggere e vivere in fondo senza troppo pessimismo.
A tanti di voi ricorderà quello spot non-Mercedes con protagonista una Mercedes che ha viralizzato l'Internet qualche settimana fa.
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