lunedì 3 febbraio 2014

Dylan Dog - ... e lascia un bel cadavere

Dylan Dog 
N°: 329
…e lascia un bel cadavere

Periodicità: mensile
Uscita:29/01/2014

Soggetto e Sceneggiatura Giovanni Di Gregorio
Disegni Giovanni Freghieri
Copertina Angelo Stano


Il mondo dello spettacolo è crudele ed intenso. Pretende che le sue stelle siano sempre al top della forma e che nessun calo le scalfisca. Quando i più grandi e fruttuosi talenti rappresentati da Maurice Forster, impresario nel mondo dello spettacolo, iniziano a perdere la loro verve uno dopo l'altro la preoccupazione dell'agente sale a livelli di guardia. Dopo aver sottoposto i suoi assistiti ad ogni genere di visita medica è il momento di rivolgersi ad un professionista del settore incubi. Dylan Dog viene assunto, con un ricco assegno, per indagare sulle problematiche metafisiche che possano affliggere le stelle. Un denominatore comune, che guida l'Old Boy nell'indagine, è un sogno in bianco e nero che tutti i protagonisti coinvolti fanno. Perché non vi sono suoni in quel sogno? Perché i protagonisti non ne possono uscire e, anzi, sentono la voglia di passarvi più tempo all'interno? Chi è la figura misteriosa che tiene loro compagnia?

Giovanni Di Gregorio costruisce una storia originale e sorprendente. Finalmente. La narrazione è snella e misteriosa, i colpi di scena conclusivi sono intelligenti e raffinati. Mischia mito classico con freschezza contemporanea con mano sicura. Alla critica al mondo dello spettacolo, vacuo e nutrito dalle apparente, aggiunge quella giusta dose di mistero ed intrigo adatte alle ambientazioni delle storie scritte per l'Indagatore dell'Incubo.
Ai disegni un Freghieri che si rinnova. Accanto al suo tratto classico ed inconfondibile, preciso, intenso e ricco di dettagli e sfumature (forse con soggetti femminili troppo uguali negli anni, ma sempre bellissimi) sperimenta un bianco e nero convincente. Quando dico bianco e nero intendo proprio bianchi neutri e neri pieni che definiscono oggetti e soggetti sulla pagina. La tecnica, con piacevole effetto, viene utilizzata per rappresentare i sogni di tutte le vittime dell'apatia.
La copertina di Stano è indiscutibilmente tecnicamente bella, ma a me, personalmente, non è una di quelle che ha convinto di più. A mio gusto ha fatto di meglio e lo farà, basta vedere la copertina del numero 330 e già ci si esalta nuovamente.

Allora è vero. C'erano ancora buone storie nel calderone di quelle in valutazione tra le mani del nuovo responsabile della collana Roberto Recchioni. Per nostra fortuna non si sta andando a scemare dopo il 328 scritto da Mignacco, tanto sarebbe valso chiudere temporaneamente la testata in attesa dell'autunno. Di Gregorio è una conferma piacevole ed una sorpresa continua. Speriamo che la sua immaginazione non lo tradisca come, in tempi recenti, è successo ai vari Recagno e Gualdoni.

Intrigante.

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