martedì 27 marzo 2012

Barbarossa

Siamo a metà del 1100. Federico Barbarossa ha un sogno: quello di creare l'impero più vasto del mondo, superiore in dimensioni rispetto a quello di Carlo Magno. Grazie alla sua abilità strategica e guerriera riesce ad espandersi in modo avvolgente in tutta Europa, riesca anche a controllare i Comuni italiani dal Nord alla Sicilia. I Comuni, però, necessitano repressioni per essere mantenuti sotto il giogo imperiale. A volte se ne occupa lui stesso, a volte governa per mezzo di vassalli. Saranno proprio le gesta di uno di questi vassalli, Siniscalco Barozzi, a scatenare le ire della città di Milano. Nel 1162, Milano si ribella all'Imperatore. La ribellione dura poco. Barbarossa soffoca la ribellione e fa radere al suolo la città. I milanesi vengono dispersi in sei direzioni diverse e gli viene vietato di ricongiungersi.
Per fortuna i giovani del popolo non ci stanno. Guidati da Alberto da Giussano, figlio di un fabbro milanese e fratello di due martiri per la libertà, si accorge del fermento che potrebbe essere solleticato. Con amici fedeli cavalca per tutta la Lombardia ed il Veneto per unire le città contro il Barbarossa. Fondando la Lega Lombarda, e le squadre di combattenti della Compagnia della morte, chiamerà tutte le sue forze a raccolta nella battaglia di Legano. Lo scontro decisivo per la libertà di un popolo oppresso è alle porte..

Renzo Martinelli (Vajont - La diga del disonore, Piazza delle Cinque Lune, Il mercante di pietre, Carnera - The Walking Mountain) è chiamato da Umberto Bossi, fondatore ed esponente di spicco della Lega Nord, a dirigere questo film storico. Ciò lo mette in cattiva luce, agli occhi di molti, già prima che il film veda le sale cinematografiche.
Ma il film com'è? Premetto che, senza sapere fosse di Martinelli, ho molto apprezzato Piazza delle Cinque Lune. Ma Barbarossa è giusto una divulgazione di un evento storico, precursore della fondazione dell'Italia, mai affrontato dalle nostra produzioni. E' una produzione coraggiosa, neanche tanto ricca (dodici milioni di euro) per gli standard americani (che comunque li pagano tutti con soldi privati e senza l'aiuto dello Stato), anzi, che vanta un cast internazionale di tutto rispetto. Rutger Hauer (I falchi della notte, Blade Runner, Ladyhawke, Furia cieca, Hemoglobin - Creature dall'inferno, Sin City, Batman Begins per citarne alcuni) è Barbarossa, F. Murray Abraham (Serpico, Scarface, Amadeus, Il nome della rosa, Star Trek - L'insurrezione, I tredici spettri e Piazza delle cinque lune e Il mercante di pietre sempre di Martinelli) è Siniscalco Barozzi, Raz Degan (Alexander, regia di Oliver Stone) è Alberto da Giussano sono i protagonisti, ai quali si aggiunge Kasia Smutniak (brava, ma ricorda tanto la Milla Jovovich di Giovanna d'Arco), per l'intreccio romantico con Alberto da Giussano, nei panni di Eleonora. Recitazione e doppiaggio sono di buon livello, così come lo è la regia.
Grosse lacune si hanno dal montaggio e dalla sceneggiatura, che non permettono di capire alcuni passaggi, ne omettono altri, creando disagio nello spettatore. Renzo Martinelli, Giorgio Schöttler, Anna Samueli, che redigono il copione, prendo a pieni mani da film epici che li hanno preceduti. Citazioni a mani basse da Braveheart sono evidenti e lapalissiane, volgiamo parlare del discorso sulla libertà?. Ma d'altronde dopo Braveheart quale altro film epico potrebbe essere originale? Neanche il Gladiatore lo è stato.
Il film, altra anomalia, non vede come protagonista il Barbarossa bensì, il giovane, Alberto da Giussano. Infatti, non seguiamo le vittorie, le sconfitte e la vita di Barbarossa come ci si aspetterebbe in un film a lui dedicato, ma quelle del suo antagonista milanese. Vediamo Alberto crescere, innamorarsi, combattere, soffrire, perdere e vincere, incrociando la strada di Barbarossa. Probabilmente le polemiche politiche non hanno permesso di intitolare il film con un titolo più esplicito come "Alberto da Giussano" ed hanno costretto i produttori a trovarne uno alternativo.

Sinceramente il film, versione televisiva su RaiUno, mi ha abbastanza annoiato. Se parti sono interessanti storicamente, ben girate e con buon ritmo, altre appesantiscono l'opera. Un esperimento coraggioso supportato, purtroppo, dalla politica, fatto che l'ha reso ancora meno godibile. Positiva, però, è stata l'accoglienza dai Paesi stranieri: ha ricevuto accordi di distribuzione in Repubblica Ceca, Slovenia, Bulgaria nella versione televisiva e Russia nella versione cinematografica ed in nazioni inaspettate come Inghilterra, America Latina, Cina, Giappone e Stati Uniti.

Da vedere senza sapere che è finanziato dalla politica per imparare qualcosa di nuovo, ma non per godere di un film indimenticabile. Ma poi volete mettere il divertimento di scoprire il cammeo di Umberto Bossi?

Lingua originale Inglese
Paese Italia, Romania
Anno 2009
Durata 139'
Genere storico

Regia Renzo Martinelli

Soggetto Renzo Martinelli, Giorgio Schöttler
Sceneggiatura Renzo Martinelli, Giorgio Schöttler, Anna Samueli
Produttore Renzo Martinelli, Riccardo Pintus, Vlad Paunescu
Casa di produzione Martinelli Film Company International, Castel Film Studios, Rai Cinema
Distribuzione (Italia) 01 Distribution
Fotografia Fabio Cianchetti
Musiche Pivio e Aldo De Scalzi

Interpreti e personaggi
Rutger Hauer: Barbarossa
Raz Degan: Alberto da Giussano
Kasia Smutniak: Eleonora
Cecile Cassel: Beatrice di Borgogna
Ángela Molina: Hildegard von Bingen
F. Murray Abraham: Siniscalco Barozzi
Antonio Cupo: Il Console dell'Orto
Christo Jivkov: Gherardo Negro
Gianmarco Taviani: Lorenzo Della Pigna
Hristo Shopov: Rainaldo di Dassel
Vasile Albinet
Federica Martinelli: Tessa
Vlad Radescu: Mastro Guitelmo
Elena Bouryka: Antonia
Maurizio Tabani: Giovanni da Giussano
Zoltan Butuc: Otto da Giussano
Riccardo Cicogna: Wibaldo
Robert Alexander Baer: Alberto da ragazzo
Karl Baker Rainero da Giussano
Marius Chivu: Guidone
Stefan Adrian: Ottone
Francesca Ruiz: Eugenie
Alin Olteanu: Enrico il Leone
Stefan Velniciuc: Evandro

Doppiatori italiani
Francesco Pannofino: Barbarossa
Adriano Giannini: Alberto da Giussano
Dario Penne: Siniscalco Barozzi
Valentina Mari: Beatrice di Borgogna
Simone D'Andrea: Rainero da Giussano
Alex Polidori: Alberto da Giussano da ragazzo
Edoardo Stoppacciaro: Gherardo Negro

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