Brendon n. 79, bimestrale
La sposa in nero
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Massimo Rotundo
Old Canterbury. Brendon trova una donna in fin di vita e si prodiga per soccorrerla. E' troppo tardi, ma prima di spirare, la ragazza, sussurra una promessa di matrimonio al Cavaliere di ventura, lo bacia, poi muore. Brendon si trova con una fede nuziale in osso all'anulare. Sospettato dell'omicidio della ragazza viene invitato a non lasciare il villaggio. L'obbligo di soggiorno si rivela provvidenziale per il nostro. Vagando per le strade del villaggio si imbatte nella ragazza che aveva creduto morta. Madison Fair gli racconta di essere stata a Darkdom, nelle ore della sua morte, un Inferno arcano e spaventoso. I due sono all'oscuro, però, del fatto che lei non sia tornata sola da quel luogo, due demoni, incarnati in due esseri umani, l'hanno seguita per riportarla indietro. Sullo sfondo, nei ricordi di Madison, si muove un massacro nell'orfanotrofio in cui ha vissuto alcuni anni ed un ragazzo misterioso col quale è cresciuta e che sembra sia il suo assassino.
Partiamo dal punto di svantaggio di questa storia: è in due parti. La condizione per la quale ci troviamo a dover leggere un'avventura di Brendon ogni due mesi crea qualche problema: dobbiamo aspettare tanto per leggere la conclusione. I vantaggi sono, però, due e prevaricanti. Il primo è Chiaverotti che ha tempo, spazio e modo di creare una sceneggiatura complessa, articolata ed intensa. E' quasi incredibile come un unico sceneggiatore, anche ideatore del personaggio, riesca a sfornare idee per 160 mesi senza un attimo di crisi. Questa storia gli permette di respirare e dare più spessore a personaggi di secondo piano che, di solito, per necessita, sono meno tratteggiati degli altri.
Il secondo è Corrado Roi. Avere la possibilità di ammirare i disegni di un artista del suo livello per due mesi di seguito è un piacere che neanche ai lettori della serie regolare di Dylan Dog capita. La storia si adatta perfettamente al suo stile, ma oserei dire che è la sua professionalità che gli permette di entrare nell'intimo dei ogni sceneggiatura e trovare l'angolo giusto per realizzarla dalla sua visuale.
Evocativa, ma fuorviante un poco, la copertina di Rotundo.
Non so se consigliare l'acquisto dell'albo e l'attesa per la lettura all'uscita della seconda parte o suggerire di leggerle una alla volta. Quasi quasi, leggere questa ora e rileggerla il giorno prima dell'uscita del numero 80 potrebbe essere la soluzione migliore. Sta di fatto che l'importante è leggerle.
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