Martin Mystère n. 315
Con la coda dell'occhio
Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno
Disegni: Esposito Bros.
Copertina: Giancarlo Alessandrini
Un informatico impazzisce improvvisamente ed uccide un suo collega. "Era sempre stato una persona tranquilla, ma ultimamente aveva dei problemi.", questa è la concorde, troppo concorde, versione dei suoi colleghi di una fabbrica di invenzioni scientifiche che lavora sul confine della sperimentazione fantascientifica. Ma gli stessi colleghi sono vittime di strane apparizioni che sorgono dalle loro proprie ombre.
Nell'ambito della stessa indagine, Martin, viene informato da un'avvenente tenente di polizia che l'ispettore Travis, suo amico di lungo corso, è scomparso all'improvviso durante un black out. L'unica traccia è un dvd rom che, una volta decriptato dal detective dell'impossibile, catapulta Martin in un mondo parallelo estremamente pericoloso, lasciando in stato d'incoscienza Java e Diana.
Chi c'è dietro a questo mystero?
Il titolo "con la coda dell'occhio" è un po' forzato. Si parla si di vista periferica, ma solo per inciso e negli approfondimenti a fine albo. Ormai c'è la mania, di Recagno, ma anche da parte di altri, di scrivere storie nelle quali al lettore non vengono dati strumenti per cercare di intuire il finale, ma solo informazioni alla spicciola quando servono. Lo stile "Lost" che, volendo, può anche essere intrigante se necessario, ma poco godibile negli altri casi. Recagno scrive una buona storia, ben sceneggiata, con personaggi nuovi che gettano le basi per ritorni futuri, ma con il trucchetto su citato che limita il coinvolgimento del lettore.
I disegni sono ad opera degli inconfondibili Esposito Bros. (Nando e, Denisio Esposito). Forse non al massimo della loro forma per tutto l'albo, sono stati penalizzati sulla mia copia da una stampa non di qualità costante. Difetto comune a molti albi recenti Bonelli è la carenza di saturazione dei neri in alcune pagine e la presenza di sbavature al centro di altre pagine dovute all'eccessivo carico di inchiostro.
Alessandrini non si spreca troppo con la copertina. Riprende un soggetto classico e lo piazza la centro di un vortice creato in CGI. Mi aspetto sempre di più da lui, ma qualche volta mi devo accontentare.
Si poteva fare di meglio, si poteva trovare un titolo più adatto, ma tutto sommata piacevole e culturale come altre storie della stessa collana.
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