Oggi la Weyland-Yutani non esiste più, ma a bordo della U.S.S. Auriga qualcuno sta portando avanti esperimenti che non dovrebbe. E' qui che Ellen Ripley, viva, si trova ed è dal suo ventre che viene estratto un feto di regina xenomorfa. Chiamata semplicemente numero 8 passa la sua esistenza a giocare da sola a basket, a dormire nella sua cella, ad essere sottoposta ad esami medici ed a sanguinare sangue acido rosso.
Tutto si ripete costante fino all'attracco della Betty, una nave di mercenari spaziali con un carico per l'Auriga. Il motivo della presenza dell'equipaggio della Betty sulla nave militare è semplice: consegnare degli esseri umani in criostasi ai vertici di comando per proseguire gli esperimenti con gli xenomorfi. Alla fine, infatti, gli scienziati militari riusciranno a generare 12 alieni, che saranno in grado di sopraffarli ed iniziare lo sterminio degli umani a bordo.
Solo Ripley, che ha un'empatia speciale con le fameliche creature potrà aiutare i membri della Betty a tentare la fuga. Solo una sorpresa spiacevole sarà sul loro cammino: una nuova specie di xenomorfo, partorito direttamente dalla regina, che darà loro la caccia all'ultimo respiro.
Era il 1979 quando Ridley Scoot dirigeva, con un budget ridotto, il primo Alien (ne riparleremo). Sarà il 1997, semplice inversione di due cifre, quando Jean-Pierre Jeunet (sei film fino al 2009, tra cui Delicatessen, l'esordio, ed Il favoloso mondo di Amélie, suo maggior successo internazionale) dirigerà l'ultimo capitolo della saga (prima di Prometheus, che comunque viene prima del primo).
Una saga del genere, dopo il mezzo flop del terzo capitolo, non poteva tornare al cinema e quindi ecco allestito un ottimo cast per il suo ritorno. Torna, imprescindibile Sigourney Weaver, clonata, con qualche anno in più sulle spalle, ma sempre in formissima in tutta la sua altezza ed eslposività. Le rivelazioni maggiori vengono dal ricco sottobosco dei co-protagonisti. Prima di tutte, a me è piaciuta molto, ma non faccio testo, un'ottima Winona Ryder nei panni di Call, personaggio che nasconde un segreto fino alla fine del film e non sarò certo io a svelarvelo. Piacevole, dopo anni, accorgersi che l'occhio lungo dei produttori aveva imbarcato sulla nave stellare Gary Dourand (guardatevi CSI, quello originale), Brad Dourif (Grima ne Il Signore degli Anelli), Dan Hedaya (in un mucchio di film ci trovi il suo faccione) ed il mitico Ron Perlman (cioè, dai l'hai visto in un mare di film, sì anche in Star Trek - La Nemesi). Ah, già, e come possiamo dimenticarci le chiappe di Kim Flowers ed il suo poetico perizoma nella scena del massaggio equivoco.
Una, inutile, scena CULt del film. |
La sceneggiatura non è un'intrusione nel mondo di Scoot, ne è una conseguenza. Una conseguenza ancora più rimarcata alla luce di Prometheus, che bene gli si voglia o no, e delle sceneggiatura, a volte zoppicante di Jon Spaihts e Damon Lindelof. Joss accompagna sia l'appassionato che il conoscitore in questa avventura al limite dell'horror con spiegazioni e sottintesi che rendono le, quasi, due ore di film piacevoli. Ci mostra orripilanti deformazioni, sia fisiche che mentali, e lancia un grido per chiedere fino a dove la scienza abbia diritto di sperimentare.
Da parte sua Jeunet si affida a Nigel Phelps per creare ambienti in sintonia con quelli proposti nel '79 da Michael Seymour nel film originale. Bassi, squadrati, sporchi, unti e male illuminati. Tutto torna per dare tensione allo spettatore. Discutibile la scelta di mostrare così tanto gli xenomorfi, tenuti ben nascosti nell'originale, ma sono così ben realizzati che sarebbe stato un peccato non vederli. Neri come il petrolio ed estremamente lucidi sono spaventosi ed agguerriti.
Non posso non dire che il film mi sia piaciuto, anche ad una visione a così tanti anni di distanza. Il difetto maggiore della versione televisiva italiana è un audio pessimo. Estremamente durante i dialoghi, quello che sconcerta è che non per tutto il film è così, e roboante negli effetti sonori. La pessima gestione dei canali audio della copia che gira in tv costringe lo spettatore ad evoluzioni con il telecomando per muoversi rapidamente in un range tra 8 e 44 sulla scala dei volumi.
Un must, come tutta la saga.
Titolo originale Alien Resurrection
Paese di produzione USA
Anno 1997
Durata 109 min
116 min (Director's cut)
Rapporto 2.35:1 (anamorfico)
Genere Fantascienza
Regia Jean-Pierre Jeunet
Sceneggiatura Joss Whedon
Fotografia Darius Khondji
Montaggio Hervé Schneid
Effetti speciali Alec Gillis, Tom Woodruff Jr.
Musiche John Frizzell
Scenografia Nigel Phelps
Interpreti e personaggi
Sigourney Weaver: Ellen Ripley
Winona Ryder: Call
J.E. Freeman: Dott. Wren
Dominique Pinon: Vriess
Ron Perlman: Johner
Gary Dourdan: Christie
Dan Hedaya: Gen. Perez
Brad Dourif: Dott. Gediman
Raymond Cruz: DiStefano
Michael Wincott: Elgyn
Kim Flowers: Hillard
Leland Orser: Larry Purvis
Doppiatori italiani
Ada Maria Serra Zanetti: Ellen Ripley (8)
Laura Boccanera: Annalee Call
Giorgio Lopez: Dott. Wren
Fabio Boccanera: Vriess
Massimo Corvo: Johner
Andrea Ward: Christie
Bruno Alessandro: Gen. Perez
Roberto Pedicini: Dott. Gediman
Roberto Certomà: Sold. Distephano
Mauro Magliozzi: Elgyn
Francesca Guadagno: Hillard
Tonino Accolla: Larry Purvis
Premi
Blockbuster Entertainment Award 1998:
Migliore Attrice non Protagonista in Film di Fantascienza (Winona Ryder)(Premio)
Migliore Attrice Protagonista in Film di Fantascienza (Sigourney Weaver)(Nomination)
Science Fiction, Horror, and Fantasy Films Academy (1998):
Migliore Attrice (Sigourney Weaver) (Nomination)
Migliore Regista (Jean-Pierre Jeunet) (Nomination)
Migliore Attrice non Protagonista (Winona Ryder) (Nomination)
Bogey Awards (Germania 1997):
Miglion Film (Premio)
Golden Satellite Awards (1998):
Miglion Film nella categoria Animazione o Altri Media (Bill Badalato, Gordon Carroll, David Giler, Walter Hill)
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