giovedì 4 aprile 2013

LucasArts, addio.


La LucasArts è... cioè era fino a ieri (3 Aprile 2013) una meravigliosa idea di George Lucas quando ancora era George Lucas e si divertiva a sperimentare. Dal 1982 (ok allora si chiamava LucasFilm Games) ha permesso ad accaniti videogiocatori di divertirsi con i piccoli e grandi capolavori che sfornava.Quelli della mia generazione, quelli che sono passati dal Commodore Vic20, attraverso il Commodore 64, all'Amiga 500 espansa ad 1Mb, sono cresciuti con le avventure grafiche create dai geni dell'intrattenimento sul libro paga di George Lucas. All'inizio, come detto, furono avventure grafiche.
Labyrinth
Nel 1986 nacque Labyrinth (ovviamento basato sul film capolavoro di Jim Henson con Jennifer Connelly e David Bowie), ma fu il 1987 l'anno della svolta internazionale della software house. Grazie al genio di Ron Gilbert vide la luce Maniac Mansion. Era un'avventura grafica, nella quale i personaggi sullo schermo fanno quello che il giocatore, attraverso mouse e tastiera, gli dice. Ma cose c'era di nuovo in questo titolo? Prima di Maniac Mansion l'unico modo per far muovere il personaggio era quello di digitare semplici comandi testuali: "Go to North", "Take the Key" (sì: in inglese nel 1985 anche in Italia) e sperare di aver azzeccato l'azione e poter proseguire. La rivoluzione fu quella di dare la grafica a questo genere di giochi e tramite il puntamento del mouse far muovere l'eroe: questo era reso possibile grazie al motore SCUMM. Infatti, il giocatore aveva, ora, a disposizione una lista di verbi/azione con i quali poter far compiere più semplicemente la sua volontà all'omino di pixel, semplicemente cliccandoci sopra e combinandole tra loro ("USE the Key to OPEN the Door").Ron Gilbert fu la fortuna della LucasArts fino al 1993. Le sue idee diedero vita a giochi formidabili come Zak McKracken and the Alien Mindbenders (1988), Indiana Jones e l'ultima crociata (1989), Loom (1990), arrivando così alla serie degli indimenticabili. Gli indimenticabili sono quei giochi che ci hanno fatto ammattire e divertire per ore per via delle soluzioni incredibili e spiritose per mezzo delle quali risolvere gli enigmi, indispensabili per poter proseguire (e non c'erano l'Internet o Youtube che aiutavano, se andava bene c'era Zzap! o TGM che, con qualche mese di ritardo, ti davano un suggerimento). Dicevamo, gli indimenticabili:

The Secret of Monkey Island (1990)


Monkey Island 2: LeChuck's Revenge (1991)

Indiana Jones e il destino di Atlantide (1992), il film su Indy che tutti vorremmo vedere;

Full Throttle e The Dig (1995);

The Curse of Monkey Island (1997), ultimo degno di questo nome ed ultimo film, ehm videogioco, ad usare il motore SCUMM;

in mezzo un dimenticabile sequito di Maniac Mansion, Day of the Tentacle (1993), e Sam & Max Hit the Road (1993).
La vita delle avventure grafiche terminò con Fuga da Monkey Island (2000). I sequel di Full Throttle e Sam&Max vennero cancellati e sono un altro Monkey Island  (Tales of Monkey Ilsand) vide ancora la vita nel 2009.
LucasArts in quegli anni, comunque non stette con le mani in mano a godersi il successo e sperimentò anche giochi di simulazione militare, ma fu solo con la metà degli anni '90 del secolo scorso che decise di sfruttare le licenze dei film Lucas più famosi. Fu così che in catalogo entrarono giochi storici come X-Wing, Star Wars: Rebel Assault, Star Wars: Dark Forces (in stile Doom), Forces, Dark Forces II (e l'espansione Mysteries of the Sith) ed il suo sequel Jedi Outcast.
Dieci anni fa, sembra un secolo, ma era solo il 2002, grazie all'avvento massiccio delle nuove console, ecco che Star Wars diventa il cavallo di battaglia della casa. Con gli RPG come Knights of the Old Republic ed il suo sequel Knights of the Old Republic II: The Sith Lords si accapparrò una buona fetta di mercato che mantenne poi con Star Wars: Galaxies, gli Star Wars: Battlefront, The Revenge of the Sith, Star Wars: Republic Commando e Star Wars: Empire at War.
L'ultima frontiera, tra alti e bassi, è stata quella su Xbox 360 e PS3 con Star Wars: Il potere della Forza ed il suo sequel Star Wars: Il potere della Forza II, decisamente due boiate.
Adesso LucasArts aveva in cantiere, da un paio di anni, un titolo che avrebbe potuto risollevarne le sorti. Star Wars 1313, che già stava facendo sognare milioni di fan in tutto il mondo, non uscirà più.
Ieri, la Disney, nuova proprietaria del regno che fu di King George ha deciso di far piombare una pesante pietra tombale su tutto questo.
Sicuramente i conti in rosso della creatura di Lucas, la presenza di una divisione software all'interno dell'Impero Disney (pronta al lancio di Disney Infinity, ideato da John Lassiter) e tante altre considerazioni di genere politico economico hanno portato a questa decisione. Quello che noi, sudditi di questi regni, non riusciremo ad accettare è la sorte toccata dell'omino del logo dalla LucasaArts, che ne ha subite tante (venne fatto ribaltare per far posto ad un droide che spara contro l'utente, un X-Wing in volo  con l'ala lo toccò dentro facendolo ruotare su se stesso, uno scheletro ne prese il posto, come tante volte fece il protagonista del gioco), ma l'essere inculato da un topo no, questa non s'era ancora vista.

Forse sono io che sono sentimentale, forse i nuovi videogiocatori, abituati a giocare con dei film e, quindi, a finire sempre il gioco, non alzeranno un sopracciglio per la perdita di questa leggenda videoludica, ma io ne sentirò la mancanza.
Quello che la Disney non potrà portarmi via, però, sono le ore di risate ("Raccogli il cane"), di cervello all'opera (imparare ad usare la testa parlante nei sotterranei di Monkey Island o tutti gli enigmi di Indiana Jones e il destino di Atlantide) e di divertimento che mi sono stati regalati da Ron Gilbert e da tutti coloro che hanno fatto la storia dei videogiochi sotto il mecenatismo (ben ripagato) della LucasArts.


"Guarda dietro di te! Una scimmia a tre teste!"

(Guybrush Threepwood)

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