Labyrinth |
The Secret of Monkey Island (1990)
Monkey Island 2: LeChuck's Revenge (1991)
Indiana Jones e il destino di Atlantide (1992), il film su Indy che tutti vorremmo vedere;
Full Throttle e The Dig (1995);
The Curse of Monkey Island (1997), ultimo degno di questo nome ed ultimo film, ehm videogioco, ad usare il motore SCUMM;
La vita delle avventure grafiche terminò con Fuga da Monkey Island (2000). I sequel di Full Throttle e Sam&Max vennero cancellati e sono un altro Monkey Island (Tales of Monkey Ilsand) vide ancora la vita nel 2009.
LucasArts in quegli anni, comunque non stette con le mani in mano a godersi il successo e sperimentò anche giochi di simulazione militare, ma fu solo con la metà degli anni '90 del secolo scorso che decise di sfruttare le licenze dei film Lucas più famosi. Fu così che in catalogo entrarono giochi storici come X-Wing, Star Wars: Rebel Assault, Star Wars: Dark Forces (in stile Doom), Forces, Dark Forces II (e l'espansione Mysteries of the Sith) ed il suo sequel Jedi Outcast.
Dieci anni fa, sembra un secolo, ma era solo il 2002, grazie all'avvento massiccio delle nuove console, ecco che Star Wars diventa il cavallo di battaglia della casa. Con gli RPG come Knights of the Old Republic ed il suo sequel Knights of the Old Republic II: The Sith Lords si accapparrò una buona fetta di mercato che mantenne poi con Star Wars: Galaxies, gli Star Wars: Battlefront, The Revenge of the Sith, Star Wars: Republic Commando e Star Wars: Empire at War.
L'ultima frontiera, tra alti e bassi, è stata quella su Xbox 360 e PS3 con Star Wars: Il potere della Forza ed il suo sequel Star Wars: Il potere della Forza II, decisamente due boiate.
Adesso LucasArts aveva in cantiere, da un paio di anni, un titolo che avrebbe potuto risollevarne le sorti. Star Wars 1313, che già stava facendo sognare milioni di fan in tutto il mondo, non uscirà più.
Ieri, la Disney, nuova proprietaria del regno che fu di King George ha deciso di far piombare una pesante pietra tombale su tutto questo.
Sicuramente i conti in rosso della creatura di Lucas, la presenza di una divisione software all'interno dell'Impero Disney (pronta al lancio di Disney Infinity, ideato da John Lassiter) e tante altre considerazioni di genere politico economico hanno portato a questa decisione. Quello che noi, sudditi di questi regni, non riusciremo ad accettare è la sorte toccata dell'omino del logo dalla LucasaArts, che ne ha subite tante (venne fatto ribaltare per far posto ad un droide che spara contro l'utente, un X-Wing in volo con l'ala lo toccò dentro facendolo ruotare su se stesso, uno scheletro ne prese il posto, come tante volte fece il protagonista del gioco), ma l'essere inculato da un topo no, questa non s'era ancora vista.
Forse sono io che sono sentimentale, forse i nuovi videogiocatori, abituati a giocare con dei film e, quindi, a finire sempre il gioco, non alzeranno un sopracciglio per la perdita di questa leggenda videoludica, ma io ne sentirò la mancanza.
Quello che la Disney non potrà portarmi via, però, sono le ore di risate ("Raccogli il cane"), di cervello all'opera (imparare ad usare la testa parlante nei sotterranei di Monkey Island o tutti gli enigmi di Indiana Jones e il destino di Atlantide) e di divertimento che mi sono stati regalati da Ron Gilbert e da tutti coloro che hanno fatto la storia dei videogiochi sotto il mecenatismo (ben ripagato) della LucasArts.
"Guarda dietro di te! Una scimmia a tre teste!"
(Guybrush Threepwood)
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