La Dora esonda per l'ennesima volta a Venaria. Le acque invadono la discarica, oltre che case e fabbriche del paese, e mettono in luce la presenza di rifiuti tossici nascosti. Augusto Viganò, idealista e leader ambientalista locale, viene a sapere che il treno su cui viaggia il Ministro dell'Ambiente sta per passare proprio dalla stazione del suo paese. Con un gruppo di volontari si posiziona sui binari e blocca il convoglio. La folla rimostra contro il Ministro non appena scende dal treno riuscendo a convincerlo a visitare il paese e prendere atto della situazione.
Le televisioni, presenti ovunque, permettono ad un industriale di notare Viganò. Una telefonata e l'uomo si trova catapultato in una nuova vita: Deputato a Roma. Votato dai suoi compaesani con la promessa di prendersi cura del loro territorio arriva a Roma pieno di speranze e voglia di fare. I giochi della politica, le lungaggini dei tempi tecnici e le distrazioni mondane non gli permettono di giungere al suo obiettivo prima della caduta del governo. Smessi i panni dell'idealista entrerà a far parte dell'opposto schieramento diventando un trasformista della politica.
Il fatto che abbia incassato nel 2002, al cinema, solo 70 mila euro non è un buon segno. Il fatto che la prima tv, in un momento politico così disastrato per l'Italia, abbia ottenuto solo il 3% di share (con poco più di 850.000 persone sintonizzate) lo conferma.
Il film di per se è interessante. Segue la carriera politica di quest'uomo idealista e combattivo nel cercare di cambiare lo status della cura del territorio e del suo fallimento raccontando parte del teatrino della politica che, tutti i giorni, ha luogo a Roma. Inizio dei lavori a tarda mattinata, votazioni su non si sa bene quale argomento, alleanze insospettabili tra opposti schieramenti, voti incrociati al fine di favori o complicare la vita di parlamentari alleati e non, ragazzette spinte dai genitori ad offrirsi a chi ha un po' di potere, salotti bene gestiti da maitresse della politica. Un quadro dipinto che già di per se è sconcertante, ma che viene superato dalla realtà politica e giudiziaria di questi giorni (come sempre la realtà sorpassa la fantasia, anche quando è ben documentata).
Da tutti questi spunti si sarebbe potuto trarre un film ottimo. Così non è stato. Statica, poco dinamica sia nella narrazione delle vicende che nello stile di ripresa, il film annoia. Il ritmo lento, le uniche accelerazioni sono date da urli ed urletti di Papaleo (portaborse arrivista), distoglie l'attenzione e smorza l'effetto dirompente che certe denunce dovrebbero avere. Attori bravi, a me Barbareschi è piaciuto in tanti lavori, con coprotagonisti di livello (Papaleo), la presenza di una debuttante Bianca Guaccero, caratteristi noti ed un cameo di Raffaele Pisu, un senatore a vita ormai fuori dal mondo, non riescono dare slancio alla pellicola.
L'unico merito di questa pellicola è quello di essere stata profetica sulla carriera politica dell'On. Barbareschi. Avrebbe mai pensato lui, dopo essere stato eletto nel Polo, come il suo personaggio, di passare dall'altra parte della barricata seguendo la vita politica dell'immaginario Augusto Viganò di Venaria?
Fino all'anno scorso sarebbe stato utile vederlo per capire qualcosa di più di quel che succede nella capitale, oggi le cronache dei Tg ci immergono fino al collo in uno schifo ben più denso e reale.
Titolo originale Il trasformista
Lingua originale Italiano
Paese Italia
Anno 2002
Durata 92 min
Genere Drammatico
Regia Luca Barbareschi
Soggetto Gianfranco Manfredi. Luca Barbareschi
Sceneggiatura Luca Barbareschi, Gianfranco Manfredi
Casa di produzione Casanova Entertainment
Distribuzione (Italia) 01 Distribution
Interpreti e personaggi
Luca Barbareschi: Augusto Viganò
Rocco Papaleo: Orlando Lanzetta
Catherine Wilkening: Katherine Caffarelli
Luigi Maria Burruano: Onorevole Battani
Arnaldo Ninchi: ministro Antonelli
Luigi Diberti: Zaccheroni
Bianca Guaccero: Katia
Ugo Conti: deputato verde
Gea Lionello: moglie di Augusto
Raffaele Pisu: senatore a vita
Nessun commento:
Posta un commento