giovedì 17 febbraio 2011

61° Festival di Sanremo - terza serata


Grandi attese per questa sera. La più grande riguarda l'esibizione, e per i più polemici, la retribuzione, di Roberto Benigni. A che ora sarà? Quanto durerà? Cosa dirà? Su Luca e Paolo hanno potuto esercitare pressione e rabbonirli nella serata di ieri, ma con lui come faranno?
Si parte alle 20.40, in anticipo rispetto al solito, ma a che ora finiremo? Puntuale come le tasse arriva la sigla dell'Eurovisione e la lista degli sponsor. Sigla ispirata ai festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia, durante la quale leggo che uno degli autori e Federico Moccia (e mi preoccupo), con un Mazzini piacione. Non male.
Il Morandi non ha la giacchetta sbarluccicante e già un po' mi manca. Ricordiamo i defunti artisti (4) eliminati nelle prime puntate (2), loro non mi mancano. Purtroppo due ci toccherà risorgerli, la domanda è: ma perchè?
Va beh, accantoniamo la tristezze e cominciamo il terzo match tra le stangone. Ely vestita da sposa (come lo spera) e Belen da sposo: questo non vale ai fini del punteggio finale (che ieri si è fermato a 5-1 per l'italica). Entrano Luca e Paolo con un omaggio a Gaber.
L'onore di aprire questa puntata speciale spetta a Davide Van De Sfroos che canta "W l'Italia" di De Gregori, in italiano, ma con il suo stile. Cavoli è vestito persino da persona normale. Strana, ma buona.
L'esclusa della prima serata Anna Tatangelo, che si decide a far valere la sua femminiltà, canta "Mamma". Lei è bella, sciantosa anni 60, rilassata (forse un pelo troppo). Ma se la cava molto bene con la canzone interpretata da Claudio Villa.
Luca e Paolo si ritagliano qualche minuto per scherzare con la prima fila (Masi, Meloni e La Russa) prima di presentare Anna Oxa che si cimenta con "O sole mio". Capelli da pazza e vestito che pare viola. Credo che stia andando a prendere la voce dallo sfintere, ma forse anche da più dentro. C'è una ragione se ti hanno segata alla prima puntata. La parte più significativa della canzone è stata quando mi sono tagliato le unghie.
Al Bano ci spara giù il "Va pensiero" in compagnia di lirici stranieri. Ho già paura per quello che succederà a Giuseppe Verdi. Ok, han sbagliato l'attacco e vanno ognuno per i fatti suoi, ma credo possa peggiorare. Non è peggiorata, ma neanche migliorata peccato, il potenziale lo avevano.
Sorpresona. Gianni Morandi canta una canzone scritta da Mogol e che avrebbe dovuto cantare Gianni Bella, colpito qualche tempo fa da un ictus, "Rinascimento". Professionalità. Classe. Il miglior Gianni Morandi, interprete della musica leggera italiana. Momento serio e difficile premiato con una standig ovation e dalla commozione dello stesso Morandi.
Patty Pravo, vestita da donna bella, canta "Mille lire al mese". Col suo stile di palato, ma piacevole, anche se rimane spesso senza fiato.
Luca Madonia canta "La notte dell'addio" di Memo Remigi, con un pianista e, uno scazzato, Battiato a dirigere l'orchestra (con il suo iPod). Non so a voi, a me fa pena Madonia. Non come cantante, ma per il fatto di essersi voluto/dovuto portare Battiato appresso. Testo intenso, lui abile, ma, purtroppo, una canzone che non rimane.
Si entra negli anni 60 con "il cielo in una stanza" Giusy Ferreri, più vestita del solito. Una canzone che dovrebbe starle a pennello. Ammetto la voce della cassiera dell'esselunga non mi piace, anche quando jazzeggia non fa per me.
Nathalie si cimenta con "il mio canto libero", imbarazzatissima in un mini vestito nero, senza lingerie sotto. La scuola interpretativa di X Factor si sente. Affronta questo brano meglio di altri professionisti che l'hanno preceduta. Con una canzone più forte in gara avrebbe potuto competere per i primi posti, perchè per essere brava è brava.
Una canzone del 1848 "Addio mia bella addio" cantata da Barbarossa e Del Rosario. Una canzone di sofferenza e di sacrificio, come solo in tempi difficili si possono scrivere, forte e intensa. Bravi, più bravi che con la loro canzone in gara.
1923, la storia di Sacco e Vanzetti, Emma e i Modà cantano "Here's to you" su musica di Ennio Morricone. Lei è afona, l'ho già detto? Lui è bravo, anche se grida un po' troppo, l'ho già detto? Comunque, con una canzone movimentata, se la cavano bene.
Max Pezzali si porta Arisa per cantare "Mamma mia dammi cento lire", ed è vestito decentemente. Si, ma la canzone non fa per loro. Base troppo alta, voci basse. Un giro a vuoto, peccato.
"O surdato innamurato" canta Roberto Vecchioni. Napoletano di origine, milanese di nascita. Si tira dietro la platea grazie al ritmo ed alla notorietà della canzone ed un arrangiamento originale. Ma a me non piace un granchè.
I nuovi vestiti meritano un pareggio (rimaniamo sul 5-1).
Alle 22.27 il momento più atteso della serata. Un mazziniano Roberto Benigni fa il suo ingresso in sala su un cavallo bianco e col tricolore in mano, al grido di W l'Italia. Un grande intervento comico sull'attualità, grande le battute su Silvio Pellico e "Le mie prigioni" e Cavour con la nipote di Metternich. E poi si entra nel vivo dell'esegesi dell'Inno d'Italia. Un'esegesi di 40 minuti che è un modo per percorrere i 150 anni del nostro paese scoprendo uomini, donne, luoghi, aneddoti che rendono la nazione in cui abitiamo un grande paese. Finisce alle 23.18 un intervento che risveglia nei cuori di chi lo ha ascoltato l'orgoglio di essere italiani. Peccato che poi ti accorgi di come sono gli italiani contemporanei, presi dai loro affari, che non morirebbero per un ideale, rischiando di perdere la partita in tv, che vorresti tornare nel 1861 e vivere i momenti in cui quel sentimento infervorava le coscienze. Grande Roberto Benigni, chi lo teme è solo l'ignorante, chi lo apprezza è colui che è pronto ad aprire la sua mente.
Ma lo spettacolo ha una rigorosa scaletta da seguire e continua con Yuri Chechi La Crus che si esibiscono con "Parlami d'amore Mariù". Romantica canzone nelle corde del rosso del Festival, anche se dopo l'energico Benigni non è valorizzata.
Tricarico porta sul palco "L'italiano", presentata in concorso proprio a Sanremo da Cotugno. Tricarico con la sua energia spiazza tutti, ma la vera sorpresa è il redivivo Toto che lo affianca a metà canzone. Ai due artisti si aggiunge un coro composto da nuovi italiani per chiudere la canzone.
Manca ancora un ora, sul programma originale, e io sto già per crollare. Mancano ancora due serate, ma per fortuna domani è l'ultima alzataccia lavorativa e nel week end si può recuperare.
Gramsci letto da Luca e Paolo ci accoglie al rientro della pubblicità. Ci scuotono per risvegliare il nostro senso civico.
Ora i quattro giovani di cui due da segare. Micaela con "Fuoco e cenere" apre le danze, dopo uno stallo di Morandi (ma questo Festival è bello perchè spontaneo), ma anche no grazie puoi andare. Un cantautore, Roberto Amadè, è il secondo ed esegue la sua "Come pioggia", un plauso per il coraggio ma torna pure a pitturare le tele che i solventi ti han estirpato la voce. Ragazzi io ho sonno e se andiamo avanti così non arrivo in fondo. Speriamo che gli autoditatti chiusi nella loro cameretta diano una sferzata: i Btwins cantano "Mi rubi l'amore". Canzone giovanile con un po' di energia, ma con poca verve, comunque la migliore fin'ora (ed ho detto tutto). Il cantante attore prodigio Marco Menichini canta "Tra tegole e cielo" per chiudere il gruppo. Efebico, passerà il turno, ricorda i Bee Hive da bravi, pian piano tira fuori la voce. Si gioca la vittoria finale, per me, con la prima di ieri sera. Comunque sia io continuo a preferire Nevruz!
In attesa del risultato del televoto usiamo come riempitivo un balletto di Belen dedicato al cinema di Fellini. In playback ricorda la Yespica del Bagaglino (vista negli scorci di Blob anni fa). Alla fine arriva Morandi con un mazzo di insalata che dovrebbero rappresentare i fiori di San Remo.
Stop al televoto ed annuncio del vincitore della serata è Al Bano con i suoi tre amici. Raccolti 511520 € a favore della Olnus.
Ora seghiamo due giovani. Ma prima una telepromozione, giusto per aumentare un po' il caos. Al rientro compare la busta dell'eliminazione. Passano il turno: Roberto Amadè e Micaela. Ok ho toppato, questo dimostra quanto ne capisca di musica.
Ma in un quarto d'ora riusciamo a ripescarne due facendone cantare quattro? Ma se vogliamo chiudere prima a me va bene uguale, tanto le canzoni fuori non è che mi manchino poi molto. Seduti in fila per la fucilazione son pronti i quattro cantanti. La Tata si è cambiata ed ha un abitino nero che la valorizza. Parte Patty Pravo, a ruota Anna Tatangelo (questa sera ci mette più energia che nella prima esibizione), Al Bano (ammetto che son prevenuto, perchè il testo è intenso), stiamo già sforando mi sa che prima dell'una non finiamo, ed infine Anna Oxa.
Aiuto il divano mi sta inglobando! Quando finisce il tutto? E' l'alba, sento il gallo cantare, vedo il gatto che mi guarda male che vuole venire a dormire sul divano e non mi sopporta più.
Una canzone di Gaber in attesa della busta e quando arriva vediamo le clip dei ripescati.
Come da pronostico Al Bano ed Anna Tatangelo.
Morandi chiude cantando con il cuore l'Inno d'Italia, vale la pena spendere qualche minuto in più per ascoltarlo.
Ora preparo la colazione e poi vado al lavoro, ma forse prima riesco a dormire dieci minuti.
Per ora è tutto, ma domani mattina ci rivediamo.
Restiamo uniti.

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