giovedì 19 maggio 2011

Nathan Never - Il tempio delle telepati

Nathan Never n. 240, mensile
Il tempio delle telepati

Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Fabio Jacomelli
Copertina: Roberto De Angelis

Alla fine la ricostruzione della città da parte di Atticus Kane è cominciata. L'Imperium Enterprise ha ottenuto gli appalti ed i suoi robot sono impegnati a ridare splendore a ciò che era stato distrutto dalla caduta di Urania.
Mentre sulla Terra l'inchiesta dell'Agenzia Alfa su Kane ed i suoi affari, però, ha dovuto arrestarsi, su Marte il governo Pretoriano assume più solidità e procede spedito nei suoi piani di conquista.
Il Presidente Abraham di ritorno da una visita su Melopomene contatta Nathan e Branko per chiedere l'aiuto delle figlia di quest'ultimo Kay, per trovare il tempio delle telepati, dove Resya e le sue adepte risiedono isolate dal mondo. La sua necessità scaturisce dal capire come mai una telepate accompagnasse una delegazione commerciale su Melopomene.
Telepati naturali e telepati artificiali saranno messe a confronto. Un tragico evento spingerà Resya a valutare e rivalutare la proposta di Abraham.

A Stefano Vietti viene affidato questo albo interlocutorio. Senza scene d'azione, la storia raccontato mette sul campo nuove tessere del domino interplanetario che si sta andando a creare. Un racconto necessariamente pesante, senza alcuno spunto di alleggerimento. Quello che stupisce, per il fatto di essere senza spiegazione, sono le intuizioni esatta che hanno sia i buoni che i cattivi nelle 98 pagine dell'albo. Come per magia i buoni intendono chi sono i cattivi che tramano nell'ombra ed i cattivi individuano, gli unici, che sospettano di loro. Peccato, Vietti era promettente, ora, sta calando vistosamente la qualità dei suoi intrecci. Mi chiedo come sia possibile non poter utilizzare qualche pagina in più per sostenere le deduzioni dei protagonisti in un'arco narrativo che durerà quasi 12 mesi.
I disegni di Jacomelli. L'artista è bravo. Gli vengono affidate tavole da realizzare in penombra e lui si metti di buzzo buono ed o con la computer grafica o con i retini riesce a realizzare l'effetto con bravura (anche se, sinceramente, alla lunga è stancante). Si alterna su più set, che siano lo spazio aperto, il tempio bajoriano, la città con abilità (piazzando un po' troppe volte il suo nome nelle tavole), ma cede qualche punto nella resa grafica dei personaggi secondari. Mantiene caratteristiche fisiche molto simili per tutte le new entry ,sopratutto donne, tanto da costringerti a chiederti se sono tutte sorelle.
La copertina di De Angelis di questo numero è alquanto al di sotto del suo standard abituale.

Sembra quasi che questa saga che dovrebbe cambiare per sempre il mondo di Nathan Never sia stata presa dagli autori leggermente sottogamba. Probabilmente ben studiata negli anni dai tre sardi non sta ottenendo la resa migliore, il fattore preoccupante è che il grosso della storia è già scritto/disegnato/stampato/in attesa della data di uscita nei magazzini Bonelli.3
Oltretutto questo numero era anche il 240: vent'anni di pubblicazione. Avrebbe dovuto essere a colori e contenere una storia importante. Il verdetto è: celebrazione dell'anniversario fallita. A questo proposito si scopre che sarà pubblicato un albo speciale a colori contente tre storie per celebrare il compleanno, sarà all'altezza?

Speriamo in bene per il prossimo numero.

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