Dylan Dog Color Fest n. 6, semestrale
Copertina: Laura Zuccheri
La villa degli amanti
Soggetto, Sceneggiatura e Disegni: Vanna Vinci
Accettare un caso che ha come teatro una magione isolata nella foresta è proprio da Dylan Dog. Una coppia, che si sente in pericolo , assume l'Old Boy per tenere alla larga misteriosi fantasmi.
Ok è uno schifo. Diciamolo chiaramente e ci togliamo qualsiasi pensiero. Vanna Vinci in veste di autrice completa delude su tutta la linea. La sceneggiatura è ovvia come un piccione che si butta sul pane secco per mangiarlo. Alla quarta pagina sai già come andrà a finire e te ne rammarichi. Al tutto aggiungiamo il carico di disegni ridicoli che sembrano realizzati da una bambina di quattro anni e colorati da una di sei (almeno sta dentro ai bordi) e ci troviamo di fronte ad una delle peggiori storie di Dylan Dog di sempre. In un albo speciale, dal costo non proprio contenuto, dovuto soprattutto dalla buona carta, il colore, la copertina patinata, non trova il motivo di esistere
La camera chiusa
Soggetto e Sceneggiatura: Rita Porretto & Silvia Mericone
Disegni: Simona Denna
Una giovane ragazza assume Dylan per investigare su un misterioso personaggio che la spia ogni sera dal palazzo di fronte che dovrebbe essere disabitato.
Miglioriamo. La sceneggiatrice si ritrova in un vicolo cieco cercando di ripetere l'exploit realizzato da Stephen King con 1408, ma non sa come uscirne. Il colpo di scena finale è un espediente per creare una storia dalla quale poi sarà impossibile proseguire a scrivere Dylan Dog. Per fortuna il fumetto in questione è un seriale in cui ogni vicenda è slegata dalle altre, altrimenti avremmo chiuso. I disegni, facilitati dalla minima location utilizzata sono di buono spessore. Di buono c'è che vengono ripresi, almeno in alcuni dialoghi, i temi cari a Sclavi al momento del debutto del fumetto in edicola.
La predatrice
Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Lola Airaghi
Dylan ha una nuova fidanzata: Thelma. Bella, simpatica, intraprendente, amante dell’horror e della pizza è la donna ideale per l'Indagatore dell'Incubo. Anche i suoi amici di sempre, Bloch e Groucho, l’adorano e la trovano adatta a lui. Quella che sembra essere la donna perfetta per Dylan si rivelerà però essere più pericolosa di molti suoi altri avversari.
Una storia sull'inadeguatezza scritta bene, ma senza quella marcia in più che l'aveva contraddistinta in passato, da Paola Barbato. Una follia minuziosa di una donna malata cresciuta nel mito di Dylan e di CSI quella mostrata in Thelma. Grazie ai disegni di Lola Airaghi la storia riesce essere più gradevole e leggibile.
Tagli aziendali
Soggetto e Sceneggiatura: Chiara Caccivio
Disegni: Valentina Romeo
Dylan Dog ha una famiglia, moglie e figlia, abita nella tranquilla cittadina di Stepford e lavora come impiegato in una ditta di elettronica locale: tutto ciò da cui il vecchio Dylan rifuggiva in passato. Un incubo quotidiano. Ma non tutto è quello che sembra.
Chiara Caccivio, partendo da un plot scontato, costruisce una storia che richiama numeri, e momenti , storici della vita editoriale dell'eroe bonelliano. Valentina Romeo li realizza con bravura disinvolta.
La copertina di Laura Zuccheri, dedicata alle Femmes Fatale, del titolo è un bell'affresco, ma un'esperienza che sarà bella se resterà unica.
Un albo che parte male, malissimo facendo rimpiangere la cifra appena sborsata all'amico edicolante. Si evolve nel modo migliore, ma recuperare una così falsa partenza è dura. Raggiunge la sufficienza giusto sullo sprint finale. Tutto sommato una buona lettura da vasca da bagno, senza bisogno di concentrarsi troppo.
Un'invocazione a Sergio Bonelli: gli albi contenitore come questo non devono essere usati come riciclo per le storie che non trovano sviluppi in altro formato. Non renda alla stregua dei Maxi o dei Giganti di Nathan Never anche questa pubblicazione che era partita bene. Tiziano Sclavi si è speso tanto, ricordiamocelo.
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