Maxi Dylan Dog 15, annuale
Copertina: Angelo Stano
L’avamposto perduto
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni: Montanari & Grassani
E' un caso che Dylan al ritorno da un'indagine fuori Londra si perda sempre e si cacci nei guai? Probabilmente no, ma questa volta il suo smarrimento lo porta in un posto proprio inconsueto: un campo d'atterraggio dell’aviazione militare inglese. Qui una compagnia della Royal Air Force è rimasta prigioniera, nessuno ha la possibilità di allontanarsi e sperare di ritornare. Anche quelli che sono rimasti nelle loro baracche cominciano a sparire rapiti da una misteriosa luce aliena.
La nave nera
Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Marzano
Disegni: Montanari & Grassani
Il Tamigi è teatro di macabri omicidi. Una chiatta nera lo risale e miete vittime tra coloro che incontra sulla sua rotta. Nel contempo la scomparsa di una ragazza, appartenente ad un setta di adoratori del fiume porta Dylan ad indagare. Si troverà invischiato nelle limacciose acque del fiume e della bramosia umana.
Il vigilante
Soggetto e sceneggiatura: Roberto Recchioni
Disegni: Montanari & Grassani
Finalmente la criminalità a Londra è tornata sotto il livello di guardia. L'unico a commettere omicidi è, colui che è stato soprannominato dai giornali, Prekiller. Questo giustiziere misterioso assassina chiunque solamente pensi di realizzare un crimini. Alcuni poliziotti lo inneggiano, i più savi cercano di scoprire chi si nasconde dietro la sua maschera per arrestarlo. Per fare un favore al suo amico Bloch anche l’Indagatore dell’Incubo si mette sulle sue tracce. Le indagini lo condurranno su un terreno pericoloso e sorprendente.
Tutte sceneggiature di buon livello, con colpi di scena, uno o due per storia, che tengono legato il lettore alle pagine senza sforzo. Tornano le storie di fantasmi dopo tanto tempo, un'originale reincarnazione di una divinità e una storia ispirata a "Minority report", senza rapporto di minoranza e con un precog serial killer.
Ai disegni una coppia collaudata di disegnatori che, in questi anni in cui è stata loro affidata la realizzazione grafica del Maxi, ha creato una continuity nelle location vicine alla residenza del nostro tali da rendere l'ambiente ancora più familiare. Si affiancano alle loro classiche inquadrature tagli sperimentali che ben si incastrano nel ritmo narrativo del quale si fanno tedofori.
Lo stile di Stano nelle copertine degli ultimi mesi è sempre gradevole. Particolarmente riuscita quella di quest'albo. Peccato non riuscire a trovare in vendita sue tavole originali.
Una buona lettura da assaporare con calma, gustandola.
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